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Autore: T o n n a    02/05/2013    4 recensioni
ℛemember?
Parinℊ : ℙrUк.
« Eri felice? »
« Ero così felice che sarei potuto morire. »
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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ℛemember?

Tutto cominciò con una telefonota di Alfred.
Erano le 18:00 del pomeriggio, anche se alla fine si poteva definire sera; dalla mia finestra si poteva intravedere  una Londra monotona, senza sentimento, che continuava imperterrita il suo giro infinito, stancante per lo più e accompagnato da una malinconica pioggia.
Si poteva vivere una calma quasi inverosimile  in tutto quell'angosciante ma piacevole silenzio.
Un silenzio interrotto  dallo squillare del telefono, uno squillare assordante in tutto quel maestoso silenzio.
Ero decisamente seccato di dover rispondere, ma non potevo non farlo.


☎ . . .
« Pronto? »
« Arthur vecchio mio! Sono Alfred~✰»
« C' ero arrivato a questo, idiota. »
«  Su calma Ar- posso chiamarti Ar?»
« No. »
« Okay... però-- »
« Cosa vuoi Alfred, si può sapere? »
«  Parlare. »
« Ma di cosa-? »
« Tu l'hai mai avuto il primo amore? »
« Il primo amore..? »
« Sei sordo o cosa Ar? Su dai, dimmelo! »
« Ho sentito benissimo, non sono sordo e non chiamarmi Ar!
Anh.. sì l'ho avuto. »
« REALLY? CHI ERA, DAI DIMMELO! »

« Si chiamava Gilbert.. »
« Quel Gilbert...? »
« Si..»
« ...continua, perfavore. »
« Va bene. »

E da li iniziai a parlare di quello strano individuo, sfacciato come pochi di cui mi innamorai. 
All'inizio odioavo a morte i tedesci, in particolare Ludwig, li ritenevo un volgare ammasso di canagliume vario e ovviamente appena ne avevo la possibilità glielo andavo a rinfacciare di persona. 


« Ehy, fottuto tedesc- »
« Bruder e quello chi è? »
« Nessuno Gilbert..»
« Ma stava parlando con te bruder! Invitiamolo a bere a dai! »
« NEIN, STA ZITT-»
« EHI TU, BIONDO.  »


Sentii una voce squillante, tale da essere fastidiosa ma decisa e dannatamente sincera. 

« Parli con me? »
« Certo che parlo con te!
Io e mio fratello ci chiedevamo se volessi andare a  bere una birra con noi. »
«  B-bruder, mi sono dimenticato di dire una cosa a Feliciano... ecco, vado!»
« Rettifico; mi chiedevo se volessi bere una birra con me. »

« ...why not, si dai. »


Quel ragazzo era davvero così strano da voler prendere una birra con me.
Io che odio a morte suo fratello- bah non lo capivo proprio, però perchè no.. mai dire mai.
Siamo entrati assiema in un bar dall'aria molto retrò, sembravamo due grandi amici di vecchia data ma in realtà fino a quell'istante nessuno dei due conosceva l'esistenza dell'altro. 

« Ti piace? »
«  A chi ormai non piace la birra? »
« AGLI ASTEMI, AHAHAHAHAHAHAH- »
« ... »
« Come ti chiami? »
« Arthur..  »
« Che bel nome! »
« E tu? »
« Gilbert, piacere di conoscerti!  »


«  Piacere mio. »



. . . .

« E poi da la vi siete innamorati? »
« Alfred queste cose non accadono così velocemente!»
« Non mi hai ancora risposto. »
« ....io sì.  »


Da quell'incontro in poi incominciammo a sentirci di continuo, come se non potessimo farne a meno.
Amavo parlare con lui: Lui mi ascoltava, mi incoraggiava, rideva con me, piangeva con me; Viveva costantemente attaccato alla cornetta del telefono con me e sopratutto per me. 
Gilbert fu l'essere più pazzo che avessi mai conosciuto, faceva quello che nessun altro aveva il coraggio di fare, con estrema grinta.
Al telefono mi sussurrava sempre che un giorno sarebbe venuto da me, per restare, io difronte a quelle parole mi mettevo a ridere anche se ci speravo come non mai. 
Quello era il nostro desiderio, il nostro segreto; un segreto così bello che tutti vorrebbero condividere.
Era una fredda giornata di marzo, però si poteva intravedere un sole combattivo e scontraso verso la pioggia. 
Io stavo tranquillamente ozioando al piano di sopra, solo come una città rasa al suolo dalle bombe, ma poi sentii un urlo gioioso ed entusiasta provenire da fuori.
Ovviamente incuriosito andai a vedere dalla finestra e rimasi a bocca aperta. 

« ARTHUR, SONO QUA.
ARTHUR GUARDA IL NOSTRO SEGRETO, GUARDALO.  »
   


Molto probabilmente quella fu la prima volta che scoppiai a piangere per la gioia.
Stavo a fissarlo incredulo mentre delle lacrime calde delineavano il mio viso pallido, più felice che mai. 


«  Avanti Arthur salta!
Ti prendo io, lo giuro. »
« Meglio di no Gilbert..»  
 
« Allora scendi! »   

Nemmeno lo feci finire di parlare che corsi immediatamente giu, spalancando la porta e saltando sopra di lui come un bambino troppo attivo e vivace.
Siamo stati abbraciati tutto il tempo, fregandocene di quello che la gente potesse pensare in quel momento, c'eravamo solo noi due. 

« Arthur.. »   
« Si-? »   
« Diventa mio... per sempre.»
« Aspettavo queste parole da un sacco di tempo. »
« ....ti amo. »  
     

Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che si attaccò alle mie gelide e screpolate labbra, in un modo particolarmente tenero e possessivo, come si vede solo nei film.
Quello fu decisamente il giorno più bello della mia vita, un giorno che si vive una volta sola nella vita.


☎. . .
« E poi che avete fatto? »  
 «Ci siamo messi assieme, ci amavamo da impazzire e cercavamo sempre un modo per dircelo.
Sai una volta quand'eravamo al parco Gilbert si mise a cantare una canzone di John Lennon, non penso tu possa conoscerlo infondo sei uno stupido americano senza gust-- ...questa canzone si chiama 'Oh Yoko' e lui la storpiava con 'Oh Arthur'. Era stonatissimo, e la cosa che mi faceva più ridere era che lui si credeva più bravo di John Lennon. »   
« Eri felice?»
« Ero così felice che sarei potuto morire.»
« E l'avete mai fatto? »
« CHE RAZZA DI DOMANDE SONO? »

In realtà facemmo l'amore solo una volta, era sera avevamo appena finito di mangiare e ce ne stavamo accoccolati sul letto ascoltando la radio.
Le sue labbra erano attaccate al mio collo, i suoi occhi al mio petto, le cose pian piano diventarono sempre più intime, spinte e così con un minuscolo filo di timidezza mi chiese se potesse far altro. 

«...Posso?»
« Tutto quello che vuoi. .»


Entrò dentro me con delicatezza cercando di non farmi male; non era solo sesso, era amore, amore accompagnato da baci e carezze e da minuscoli gemiti che si disperdevano in quel rumore pacato e piacevole.
Dopo che ci siamo appisolati abbracciati, io avevo appoggiato la mia testa sul suo torace, e sentirgli il battito cardiaco mi rilassava, mi rendeva felice. 

« Senti Arthur, quella è la nostra canzone! »
« La nostra canzone..? »
« Sì, è così bella.. » 


In quel momento iniziò ad indicare la radio entusiasta, trasmettevano una canzone di Bruce Springsteen, 'I wanna marry you'
Gli sorrisi con solcezza, sorreggendomi e baciandomi la fronto, poi ci mettemmo a canticchiare quel dolce motivetto. 
Avrei potuto stare la per tutta la vita, non me ne sarei accorto. 



☎. . .
« Arthur dato che-- perchè è morto, com'è successo?»
«.....una granata Alfred. »      



. . . . . . . .

« Bruder, che succede?»  
 
                          « Gilbert devi tornare qua, c'è un problema.»              
   « Arrivo, faccio il prima possibile. »  
    

Arrivò da me con passo felpato e mi disse che doveva andare via, ma sarebbe stata una cosa veloce.
Sull'uscio di casa mi diede un bacio e mi sussurrò un ' ti amo' e un 'non preocuparti, torno presto'
Fu l'ultima volta che lo vidi. 



☎. . . 

«Hai pianto?»    
« ...tanto. »  


                           « Mi dispiace Art..davvero.»                                                                                      « Non preoccuparti. sai Gilbert sta lassù e credimi nemmeno Dio sopporterà tutta quella vivacità. »         



. . . . . .

« EHI GOTT-!»    
« Adesso cosa c'è Gilbert?»    
« Guardi laggiù! Lo sa? Quello è l'amore della mia vita. »    


 

 


 

   
 
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