Hoi! Grazie! Che pensiero gentile ... in effetti chiuso in questa sottospecie di supposta mi sentivo un po' solo...
MartaSaru: E' "pucciosa"? Ma che bello grazie! Anche se non capisco cosa centrino in questa storia i Pucciu... fanno parte di cartone diverso e hanno quel colorito poco sano ... IIARGH stò andando fuori tema! Comunque sei molto gentile e lo apprezzo tanto. Ah, il paraocchi resterà su mio padre ancora per un po' ...
rosy_ge: Sì, sono proprio io che parlo! Mi scuso se non l'hai capito subito ma sai com'è, io devo essere un personaggio un po' misterioso ... la mamma dice che così sembro più figo. Mah... Mio padre alla festa? Leggi e vedrai...
Chibi cHU: Ti chiedo infinitamente scusa per i caratteri microscopici del primo capitolo! Come potrai vedere in questo li ho ingranditi un pochino. In effetti avevo notato anche io che erano un pò piccini (soprattutto in questo schermino che mi ritrovo in questa macchina del tempo, sarà sì e no un 10X15) ma ero un pò di fretta e non ho avuto il tempo di fare modifiche...sai com'è, devo più che altro difendere la Terra io!
vegetina94: Ho aggiornato in fretta eh? Dimmi che sono bravo ... Ora che vedo meglio il tuo nome, sei per caso un mio fratello segreto o uno zio? Sai com'è... ho ancora un sacco di cose da imparare su di lui
sassa98: Sono un bravo narratore? Haaaa... se andate avanti così però mi metto a piangere dalla commozione! Sono rimasto ore e ore davanti allo specchio a fare prove su prove per riuscire ad essere il più bravo possibile! Anche se a dire il vero mi sentivo un perfetto scemo...
Ora ho finito di scocciarvi! Mettetevi comodi, questo capitolo è un pò lunghino. Ringrazio ancora. _____Trunks_____
CAPITOLO 2
- LA FINESTRA -
I giorni passarono velocemente e per Bulma furono pieni
zeppi di piani e progetti: doveva cercare il vestito perfetto per sè,
trovare un vestito adatto per il partner, preparare un bel discorso per una
eventuale premiazione, continuare a lavorare con regolarità per la Capsule
Corporation (c'era in arrivo una festa ma non poteva permettersi di trascurare
il lavoro) e cucinare per "sua altezza".
Al contrario di lei le giornate di Vegeta continuavano con il solito tran-tran
e queste risultarono talmente identiche alle precedenti da fargli completamente
dimenticare quella stupida festa. Anche il giorno in cui sarebbe dovuto andare
alla festa risultava identico agli altri: svolgeva le sue ore di allenamento
con impegno e non stop, evitava più che poteva la famiglia Brief ed evitava
di spiaccicare parola con chichessia. Quel giorno poi nessuno degli scocciatori
riuscì a placcarlo per ricordargli l'evento della serata ... sperarono
tutti che il principe si ricordasse della festa.
See...ma che pretendevano?! Questo mi fà venite in mente una vecchia
canzone, com'è che faceva?...oh,sì forse faceva "Aspetta
e spera che tra poco si fa sera.."? Beh, canzonetta o meno alla fine venne
davvero sera e verso le nove la "fata turchina" era già alla
festa. Secondo il copione Vegeta sarebbe dovuto uscire dalla camera gravitazionale
proprio a quell'ora e dopo essersi lavato e cambiato sarebbe dovuto andare alla
festa. Si sarebbe presentato con un ritardo di mezz'ora ma alla fine sarebbe
andato tutto per il meglio...
La coincidenza volle che quella sera anche i signori Brief fossero stati invitati
a casa di alcuni amici. I due vecchietti uscirono di casa insieme alla figlia
lasciando Vegeta a casa.
Il burbero sayan, proprio mentre i nonni uscivano; malediceva sè stesso
perchè secondo il suo parere quel giorno aveva svolto un allenamento
a dir poco indecente. Dopo essersi rivolto una bestemmia notò un "bip-bip"
che riecheggiava nella stanza. Quando andò a controllare capì
che quel suono a dir poco snervante era quello di una stupidissima sveglia.
Segnava le 21:00, l'orario in cui spesso fermava l'allenamento. Vegeta se ne
fregò e spingendo un bottoncino giallo vicino al display la spense. Si
bloccò un secondo ... che si fosse ricordato della festa? Tuttaltro...
pensava se era meglio continuare ad allenarsi nel tentativo di migliorare i
catastrofici risultati del giorno oppure fermarsi lì ed andare a riposare.
Optò per la prima "pensata" e così ricominciò
ad allenarsi come se niente fosse.
Quella della sveglia era una specie di promemoria messo dal signor Brief ...
come constatato non aveva assortito alcun effetto.
Erano ormai le 22:00 e Bulma era a quello che doveva essere uno dei più grandi avvenimenti della sua vita. A dire il vero la festa era davvero grandiosa e ben studiata ma la donna non riusciva a divertirsi perchè da troppo tempo si sentiva un pesce fuor d'acqua. Al suo ingresso in sala le altre donne invidiose della bellezza di lei la guardavano con occhi carichi di odio e invidia. Lei ricambiava quelle occhiatacce con occhi di sfida e immagino che pensasse "Hahaha, voglio vedervi poi dopo come mi guarderete quando vedrete il mio partner!". Ma dopo più di un'ora gli sguardi di ambo le parti mutarono: le donne la guardavano come se fosse la poveretta di turno vista l'assenza del suo accompagnatore e con fare sfacciato la guardavano dall'alto verso il basso, Bulma invece incominciava a guardarsi attorno alla ricerca del suo eroe con due occhioni languidi da cucciolo abbandonato. Se in quel frangente Bulma avesse avuto una coda adesso era tra le sue gambe, credetemi...
Verso le undici di sera il signore e la signora
Brief fero il loro ingresso in casa dopo la piacevole serata passata in compagnia
di alcuni amici. Si sedettero nel divano del salotto per conversare un poco
in calma e tranquillità. I loro animi vennero scossi quando sentirono
un sonoro SLAM provenire dalla stanza accanto. Chi ci poteva essere in cucina?
Un ladro forse? Molto probabile visto che Vegeta e la figlia erano a quella
festa... Sentirono un po' di baccano e poi silenzio. Si fecero coraggio ed entrarono
nella stanza...
Vegeta era davanti al frigorifero aperto intento a tracannare una intera bottiglia
di acqua fresca.
« ... » «... » Marito e moglie rimasero allibiti.
Vegeta accortosi della loro presenza staccò la labbra dal collo della
bottiglia e guardò i due con aria scocciata. Dopodichè ripose
la bottiglia nel frigorifero e richiuse la sportello.
« Uff, per fortuna non è un ladro! Tesoro io faccio un salto in
laboratorio per controllare due cose e poi vado a dormire. Buonanotte Vegeta,
ci si rivede domani » detto questo il signor Brief "dileguossi".
La signora era ancora impalata sull'uscio della cucina e guardava il "giovane"
con aria interrogativa.
« Ma cosa ci fai quì? » chiese.
« Ma che razza di domanda, non hai visto tu stessa? E adesso spostati!
Domani mi devo svegliare presto per allenarmi! » Vegeta scostò
con forza la signora dall'uscio e cominciò a camminare in direzione della
sua stanza.
« ... » senza dire niente la signora Brief seguì a ruota
il principe in cerca di risposte. Perchè non era alla festa? E se lui
era lì questo stava ad indicare che Bulma era là da sola. Si bloccò
al solo pensiero e controllò l'ora: 23:14 esatte.
Vegeta pensò che l'inseguimento della signora di casa fosse dovuto ad
una di delle stupide necessità che possedevano le donne terrestri: lei
la chiamava la "coccolite acuta". Aveva visto parecchie volte quello
scemo di Yamca cadere in quella morsa letale... di certo lui non le avrebbe
permesso di mettergli le mani addosso.
Aprì la porta e si incamminò verso il letto ... quando vide quel
vestito nero sul suo giaciglio tutto gli tornò alla mente ...
« ... cazzo ...» disse con un filo di voce.
_No comment davvero, mi vergogno e chiedo io scusa per la sua esclamzione...
('TT-TT')_
La signora non sentì nulla nonostante fosse alle sue spalle. Era talmente
intenta a pensare a come stesse la sua Bulma da isolarsi da tutto e da tutti.
Si riprese solo qualche istante dopo.
Bulma oramai era diventata l'attrazione della festa:
tutti la additavano dandole della donna geniale ma zitellaccia... Mia madre
si è sempre presentata come una donna forte e reattiva (e io di questo
ne sono molto fiero) ma in quel momento non sapeva proprio che pesci prendere.
Nessuno prima di allora l'aveva umiliata a tal punto.
Solo dopo le due o tre volte che la videro scappare verso le toilette (per darsi
un po' di coraggio e per bloccare in tempo una eventuale crisi di pianto isterico)
i presenti iniziarono ad ipotizzare svariate motivazioni del perchè lei
fosse lì da sola:
1. aspettava il suo compagno ma lui non arrivava (bingo!);
2. forse lei e lui si erano lasciati pochi giorni prima della festa e che lei
soffriva ancora per l'accaduto (...con chi, con Yamca? massè);
3. forse lui era gravemente malato ed era a casa o in ospedale (da queste parti
non si ammala mai nessuno... se non Goku pardon);
ecc. ecc.
« Perchè non sei alla festa?»
Vegeta non rispose.
« Perchè non sei alla festa? » ripetè più forte
la signora che aveva già assunto uno sguardo omicida.
Vegeta riflettè un poco: ammetere che se ne fosse dimenticato lo avrebbe
costretto poi (con la forza ovviamente) a dover dare delle valide motivazioni
e delle eventuali scuse, dire ciò che veramente pensava di tutta quella
storia sarebbe stato meno faticoso, meno umiliante ma avrebbe portato a risultati
negativi. Nel primo caso forse sarebbe stato perdonato, nel secondo caso sarebbe
stato di certo buttato fuori ...
« ... me ne sono dimenticato » (1° caso, evvai! :D)
« E perchè te ne sei dimenticato? Era una cosa molto importante
per Bulma... »
« Semplice ... » si fermò un attimo. Si voltò verso
la donna e le rivolse uno di quei suoi sorrisi strafottenti...
« ... perchè non me ne fraga un cazzo di niente di queste vostre
stronzate terrestri!! Ma che cosa credevate? Che io, il principe dei sayan,
mi sarei abbassato alle vostre schifosissime richieste?! Poveri illusi e tu
illusa più degli altri! E poi dovevate immaginarlo che non avrei mosso
nemmeno un dito per quella cretina della vostra bambinetta obesa, quella stupida
gallinaccia acida! ... E ora sparisci !!!» (...oh, no...).
Vegeta si rivoltò verso il letto e con non curanza buttò l'asciugamano
che utilizzava per gli allenamenti sull'elegante vestito nero.
Mentre il principe si dirigeva verso la porta del bagno la signora Brief riuscì
a "bloccarlo":
« Tornerò tra dieci minuti. Spero vivamente che per quell'ora tu
ti sia già lavato e vestito ... mettiti qualcosa i pesante» dopodichè
la signora girò i tacchi e uscì dalla stanza.
Vegeta, sotto lo scroscio dell'acqua calda della doccia, ripensò a ciò
che aveva detto e capì che nemmeno i signori Brief, che sembravano due
dolcetti con sembianze umane dal gran che erano gentili con tutti, lo avrebbero
perdonato. Finì la doccia in breve tempo, si asciugò e come su
consiglio della signora si vestì un po' più pesante del solito
indossando un paio di jeans, un maglione scuro e un paio di scarpe da ginnastica.
Quando ritornò nella sua camera vide che sul letto c'era una valigia
vuota aperta.
Nel frattempo la signora a malincuore cercò e prese con sè tutto
il materiale necessario per la partenza dell'alieno. Gli dispiaceva molto fare
una cosa del genere anche perchè in fondo voleva bene a Vegeta, ma se
era per il bene della figlia doveva fare queato ed altro! Trovò una grossa
valigia, la prese e la portò nella camera del sayan. La aprì sul
letto e poi uscì dalla stanza. Si diresse nella lavanderia e da lì
prese quelle poche cose asciutte che poteva mettere in valigia, le piegò
come meglio potè e le portò verso quella valigia aperta. Vegeta,
che era uscito dal bagno, la osservava in silenzio. Vedeva che svuotava gli
armadi con estrema rapidità (non che ci fosse molto da prendere...) e
che riponeva in modo ordinato i vari indumenti all'interno della valigia.
Quando la signora ebbe finito di raccogliere tutti gli indumenti che erano presenti
all'interno della camera si ricordò di una cosa che Bulma le aveva mostrato
moltissimi giorni prima... Uscì nuovamente dalla stanza e si diresse
verso i laboratori della Capsule Corp. Là trovò il marito ancora
intento a controllare alcuni progetti di lavoro.
« Cara, non sei ancora andata a dormire? » chiese il signore con
tono un po' preoccupato.
Per risposta il signore ricevette un sorriso smagliante che aveva lo scopo di
nascondere tutto il dispiacere che aveva dentro, poi con voce squillante chiese:
« Tesoro, qual'è l'armadio di Bulma? »
« Perchè me lo chiedi? »
« Oh, niente. E' solo che Bulma mi ha chiesto di tirargli fuori una cosa...»
« Beh, è quello laggiù » indicando il più grosso
armadio in metallo che era presente nel laboratorio.
La signora camminò verso di esso ed aprì una delle due ante. In
alto, sull'ultimo ripiano, vide subito una grossa scatola bianca. Quando la
aprì per vederne il contenuto sospirò tristemente. Richiuse tutto,
sia armadio che scatola e con quest'ultima sotto braccio in incamminò
verso l'uscita del laboratorio quando la sua attenzione venne catturata dai
cassettoni che contenevano le capsule: ve ne erano di tutti i tipi e di tutti
i colori. Controllò una piccola tabella e prese una capsula. La nonna
non riusciva ad essere cattiva, era troppo pìù forte di lei. Quando
entrò nella camera di Vegeta lo trovò in una delle sue pose più
classiche: appoggiato con le spalle al muro e con le braccia incrociate sul
petto.
Vide la signora entrare nuovamente nella "sua" camera ma stavolta
portava con sè una grossa scatola bianca. Vegeta la scrutò con
curiosità. La signora notando il suo sguardo si avvicinò a lui
e gli porse una capsula.
« Che diavolo è? » chiese il sayan con un tono di disprezzo.
« E' una casa capsula. Bulma ne aveva usata una simile quando era partita
sul pianeta Namecc. All'interno vi è un frigorifero e un freezer ( _Freezer!
Brrrr... _ ) pieno di cibarie e nel bagno ci sono tutti i prodotti per lavarsi
e per pulire i vestiti. Prendila, se non altro con questa non sarai costretto
a dormire sotto i ponti » rispose lei con estrema calma.
« Tzk! Non me ne faccio di niente! »
« Non importa, la prenderai ugualmente.» e così la signora
ripose la capsula all'interno della valigia. Stava per riporvi anche la grande
scatola quando:
« E lì dentro che altro c'è? Guarda che non ho bisogno di
altre cianfrusaglie!! ».
Sospirò tristemente e con calma, per evitare di spiegazzare i vestiti
che erano nella valigia, riestrasse la scatola e la porse a Vegeta. Lui la afferrò
sgarbato come sempre e la aprì. Rimase in silenzio alla sorpresa del
suo contenuto.
« Bulma ha sempre fatto tanto per te. Non immagini nemmeno la fatica che
ha fatto per costruire questa tuta, lei diceva che doveva essere uguale a quella
con cui ti sei presentato quì la prima volta. Non immagini il tempo che
ha impiegato a studiare le sue caratteristiche e a riprodurle, sappi che l'ho
vista trascorrere notti insonni per questo lavoro. Non immagini nemmeno l'impegno
e l'amore che h- »
« SAPPI NONNA CHE LA COSA NON MI INTERESSA! NON LE HO CHIESTO IO DI FARLO!!
»
La signora Brief rimase impietrita da quelle parole. Allora forse Yamcha aveva
ragione, forse era davvero un essere senza cuore...
Prese la tuta da combattimento costruita dalla figlia, la piegò e la
mise dentro alla valigia. Dopo aver controllato che vi fosse tutto il necessario
la chiuse.
Passarono diversi secondi silenziosi.
Mia nonna porse la valigia a Vegeta e lui la prese dall'apposita maniglia. Non
riusciva a guardarlo negli occhi mentre lui, al contrario, la guardava con estrema
disinvoltura. Finalmente alzò con orgoglio lo sguardo.
« Questo è un addio. Non tornare a meno che non ti venga in mente
di ritornare quì con l'intenzione di comportarti come si deve»
« ... »
« La mia Bulma ha sprecato fin troppo tempo nell'inseguimento di un sogno
irrealizzabile e io come madre non posso permettere che una persona insensibile
come te la faccia soffrire ulteriormente ». Detto ciò si avvicinò
alla finestra e la spalancò. Un vento gelido colpì entrambi ma
solo la donna rabbrividì. Si rivoltò verso Vegeta e con una mano
rivolta verso l'alto indicò la finestra.
« Questa è l'uscita... »
« ? » perchè voleva farlo uscire dalla finestra? Il principe
assunse senza volere uno sguardo interrogativo.
« ... Bulma avrebbe voluto questo». Vegeta capì all'istante,
se Bulma fosse stata al posto di sua madre avrebbe usato questo mezzo per umiliarlo
... Salì sul cornicione della finestra e scrutò per qualche secondo
il paesaggio: nel nero della notte si intravedevevano mille lucini colorati
e dove vi era il centro la città sembrava illuminata a giorno.
La signora Brief si avvicinò per l'ultima volta a Vegeta e con un tono
di voce frizzante e gioioso che mascherava alla perfezione il magone che provava
disse:
« Fai attenzione caro, stammi bene ... ».
Lui non la guardò ma potè immaginare la sua espressione con il
suo solito sorrisetto beffardo. Lei sorrise all'idea.
« Tzk! » . Vegeta partì ad una velocità pazzesca.
La donna a causa dell'onda d'urto cadde a terra ma si rialzò subito e
si sporse dalla finestra. Sapeva bene che non l'avrebbe udito da quella distanza
ma lo disse ugualmente con occhi tristi:
« Ci mancherai... ».
Ormai erano le undici e mezza passate e Bulma
si era rassegnata all'idea di dover trascorrere il resto della serata da sola.
Ma, come si dice di solito, la speranza è l'ultima a morire e senza volere
lei continuava a sperare. Il cellulare iniziò a vibrare all'interno della
borsetta. Aveva raccomandato a tutti di non chiamarla se non per estrema urgenza.
« Forse è la mamma ... » Guardò il display «
Sì, è lei ... sicuramente mi dirà che Vegeta si è
dimenticato della festa, quello stupido scimmione, ma che adesso stà
arrivando! ... Beh, meglio tardi che mai ». Sul volto di Bulma era apparso
un sorriso raggiante. Premette il tasto verde e iniziò a parlare senza
lasciare spazio alla nonna:
« Ciao mamma come va lì a casa? Spero bene anche perchè
quì è un vero strazio, per colpa di quello scimmione sono stata
costretta a stare quì tutta sola. Ooh,ma mi sentirà appena arriva
e quanto mi sentirà!! Quello stupido! Appena arriva quì giuro
che gli tiro le orecchie! Un principe luì... Bah, bel principe dei miei
stivali!! Lasciare sola una signora per tutto questo tempo non è affatto
da gentiluomini!! Guarda, spero almeno che adesso sia in viaggio perchè
sennò io ... »
Tutti i presenti alla festa guardavano la Brief con aria interrogativa, ma che
cavolo aveva da urlare al telefono?
« Tesoro ... ».
« Papà ...» non si aspettava che dall'altra parte ci fosse
suo padre, di solito si sfogava così apertamente con la madre e non con
lui (non che fosse meno in confidenza) « Scusami ma sai, di solito è
sempre la mamma a chiamare. Tutto bene a casa? »
Ci furono un paio di secondi di silenzio...
« Tesoro, tua madre non si è sentita tanto bene. Vegeta non verrà.
...Mi dispiace tanto ».
Silenzio.
Il cellulare cadde a terra e Bulma iniziò a piangere sul posto.
Gli invitati alla festa non capirono minimamente la situazione ma tentarono
di confortare la mamma come poterono. Vista la gravità dello sfogo di
pianto persarono quasi tutti al peggio e quindi che il "consorte"
fosse all'ospedale in balia di una qualche malattia incurabile. E per fortuna
pensarono così... con questa ipotesi la reputazione di Bulma non era
stata intaccata.
Da quella sera le cose in casa Brief cambiarono di parecchio:
la camera "dell'ospite" venne svuotata di tutti i mobili, il bagno
venne abbattuto, la pavimentazione venne ricostruita e le pareti furono riverniciate,
come nuovo arredo ci vennero messe numerose librerie e queste furono riempite
di libri che raramente venivano consultati; la navicella che veniva usata come
camera gravitazionale venne smantellata poichè il signor Brief non trovò
il modo di immagazzinarla in una capsula ed anche perchè gli sembrò
inutile tenerla a farle prendere della polvere; nel luogo in cui vi era l'astronave
la signora Brief ci fece costruire in una paladiana in ciottolato di forma volutamente
quadrata e vi posizionò un tavolino da thè con delle seggiole
e delle panchette tutte di un bianco abbagliante.
Ben presto tutto ciò che ricordava anche lontanamente il principe dei
sayan venne volutamente cancellato dai signori Brief così da poter permettere
alla figlia di ricominciare a vivere senza che il ricordo di quell'alieno potesse
interfierire con le sua tranquilla esistenza.
Secondo i detti la distanza rafforza l'amore ma può anche distruggerlo.
Come sissuol dire "lontano dagli occhi, lontano dal cuore"... A Bulma
accadde proprio questo, perse completamente l'amore che provava per il principe
e smise di pensare a lui.
Da quella sera nessuno lo vide più.
O almeno, questo è quello che mi avevano fatto credere fino a poco tempo
fa.
... Continua ...