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Autore: Klaroline99    03/05/2013    2 recensioni
DamonxBonnie.
Dal testo: [...Sapevo che avrei sofferto ancora e sempre ma non m’importava perché lui era lì e mi aveva chiesto scusa, aveva ammesso di tenere a me e se anche fosse stato uno dei suoi soliti scherzi preferivo godermi quell’illusione che crogiolarmi nel nulla....]
[… Che comunicava ad entrambi la voglia di appartenersi l’un l’altro. Forse per sempre.]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maybe… Forever.


-Sono bellissime- dissi con voce meravigliata mentre guardavo la distesa blu ricca di puntini che incombeva su di me. Quella era la notte delle stelle cadenti ed io ero salita fin sul tetto per andare a rimirarle e magari esprimere un desiderio se una stella fosse caduta davanti ai miei occhi.
Erano passate esattamente tre settimane da quando non vedevo tutti i miei amici e dovevo dire che adesso stavo più o meno meglio, avevo avuto bisogno di staccare la spina da tutto quel casino e anche di separarmi dal fantastico triangolo delle meraviglie composto da Stefan , Elena e… Damon.
Lo stesso Damon che io amavo da impazzire e che andava dietro alla mia migliore amica che stava con suo fratello. Sapevo di essere una bambina infantile a volte, anzi lo ero sempre ma proprio non riuscivo a contenere l’amore che provavo per lui. Sapevo di doverlo dimenticare, sapevo che dovevo ignorarlo, sapevo che non dovevo perdonarlo ogni volta ma non ci riuscivo. Ero una stupida bambina.. Innamorata.
E dopotutto quello che era successo avevo cercato di allontanarmi e ci ero riuscita per quelle tre settimane ma se non lo vedevo non facevo altro che pensarlo e la cosa era altrettanto preoccupante.
Damon Salvatore aveva preso un posto importante nel mio cuore e non lo avrebbe lasciato probabilmente mai. Erano passate tre settimane da quel giorno e io ancora lo pensavo anche se avrei dovuto odiarlo…

*Inizio Flashback*

-Sai cosa sei tu? Una bambina irresponsabile, piagnona, bisognosa di protezione … Faccio male a proteggerti sempre perché finirà che non crescerai mai e rimarrai sempre la solita ragazzina infantile che non sa cosa significa essere responsabili e scegliere da adulti. Non ci sarò sempre io Uccellino a salvarti e sai cosa? Mi sono anche un po’ scocciato a dire la verità! Prima lo facevo per divertimento, per stuzzicarti, per ingraziarmi Elena ma tu non sei mai stata niente per me e non lo sarai mai. So che mi ami ma sei una stupida a farlo! Come potrebbe un ragazzo come me amare una ragazza insignificante come te? Sei solo un’illusa Pettirosso e finirai male per questo. Smettila di sognare e torna nella realtà- mi urlò contro Damon e a ogni sua parola sentivo una fitta al petto, come una pugnalata che affondava e faceva male, come se ogni parola affondasse sempre di più fino a ridurre il mio povero cuore a brandelli … Tanti piccoli pezzettini finché non mi sembrò di avere un vuoto nel petto e allora mi resi conto che aveva ragione. Ero una bambina, un’illusa, un peso per tutti.
-Mi dispiace se ho gravato su di voi … Su di te Damon. Non sentirti più in dovere di salvarmi o di parlarmi … Anzi ve ne prego tutti quanti lasciatemi stare, vi libero da questo macigno che sono io.- dissi con voce seria e spezzata dal pianto agli altri. Poi corsi via dalla pensione, il mio cuore batteva ma era una funzione meccanica, mi sentivo morta dentro come se la mia anima non ci fosse più.

*Fine flashback*


Sentii il cellulare vibrare per l’ennesima volta segnalando l’ennesima chiamata di Meredith. Premetti il tasto rosso e lo appoggiai di nuovo sulla tegola del tetto, questo dopo cinque minuti vibrò ancora segnalando una chiamata di Stefan e così fece di nuovo per Elena e Matt. E io ero lì che ancora speravo in una sua chiamata, speravo di veder apparire il suo nome sul display del cellulare, lo desideravo con tutte le mie forze e fu proprio in quel momento che una stella cadente mi passò davanti agli occhi senza che io la vedessi troppo impegnata a guardare quell’affarino che vibrava e si illuminava come se ne dipendesse la mia vita.
Un’altra vibrazione scosse l’apparecchio elettronico, era un sms da un numero che non conoscevo, curiosa lessi il contenuto del messaggio.

“Old Wood. Vieni.”

Guardai più volte il cellulare cercando di capire chi fosse l’autore del messaggio, sicuramente era qualcuno dei miei amici che voleva vedermi. Scesi dal tetto usando lo scalino e saltai sul balconcino della mia stanza entrando dentro, presi la giacca nera dall’armadio e infilai le scarpe da ginnastica poi uscii di casa andando verso il bosco.
Appena arrivata al confine lo trovai vuoto, non c’era anima viva e solo l’alito del vento accarezzava gli alberi, mi addentrai sempre di più cercando di trovare qualcuno, di scorgere un’ombra ma non c’era anima viva … Ma morta si.

 Un corvo era appollaiato sul ramo di un albero e guardava la ragazza dai capelli rossi che camminava, la stessa ragazza che aveva tormentato i suoi pensieri per tre lunghe settimane, la stessa ragazza per cui aveva provato rimorso, la stessa ragazza che aveva fatto soffrire per gioco accorgendosi della sua importanza solo dopo averla persa.
Il corvo presto lasciò lo spazio a un bellissimo ragazzo corvino che guardava con occhi pieni di scuse quella ragazza dai capelli rossi che ignara della sua presenza camminava nel bosco.


Continuai a camminare per altri dieci minuti buoni e ad addentrarmi sempre di più nel bosco… Evidentemente era stato uno scherzo di cattivo gusto.
-Sei venuta.- sentii pronunciare una voce calda e suadente che non avrei mai immaginato di risentire.
-Era tuo il messaggio?- chiesi con voce tremante girandomi verso Damon Salvatore.
-Si.- fu la sua unica e decisa risposta.
-Cosa vuoi?- gli chiesi incrociando le braccia al petto come se potessero proteggere il mio cuore da altri suoi insulti.
-Scusarmi. Non sei un peso Uccellino, queste tre settimane senza di te mi hanno fatto capire che non sei mai stata un peso. Mi hanno fatto capire che senza di te che credi in me e mi dai affetto io non posso reggere … Non sei una bambina, sei una splendida ed eterea fanciulla di cui non merito l’affetto. Ma sono egoista Pettirosso e non posso farne a meno- mi disse guardandomi negli occhi. I suoi erano dannatamente sinceri e sapevo che sarei ricascata nel tranello, sapevo che avrei sofferto ancora e sempre ma non m’importava perché lui era lì e mi aveva chiesto scusa, aveva ammesso di tenere a me e se anche fosse stato uno dei suoi soliti scherzi preferivo godermi quell’illusione che crogiolarmi nel nulla.
Lo guardai negli occhi e con un gesto repentino presi il suo volto tra le mani avvicinandolo al mio e posai le mie labbra sulle sue.
Fu un bacio passionale, amorevole, disperato … Che comunicava ad entrambi la voglia di appartenersi l’un l’altro. Forse per sempre.
  
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