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Autore: Eleonorrr    03/05/2013    5 recensioni
Tu sei vera, fragile, sei una stella. La più luminosa. Una di quelle che ti mozza il respiro in gola, quella che ti fa dimenticare come si respira. Tu sei importante per me, sai perché? Perché mi sono innamorato di te.
Perchè io ti amo. Ti prego, non lasciarmi, ho bisogno di te.
-Capitolo 5
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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DRIIIN.
Suona la sveglia.
“Di già? Uffa che palle. Dio, perché non mi hai ascoltato neanche questa volta? Io voglio MORIRE. Perché mi risparmi sempre? Mi odi forse? Beh anche io.”penso.
Scosto le coperte e poggio i piedi sul pavimento. La sua temperatura mi fa rabbrividire. Fuori le nuvole presagiscono temporale.
-Che vita di merda.
Il mio nome è Desiree e ho 19 anni. Nome peggiore non potevano scegliere. Ho capelli neri, lunghi e mossi, occhi color ghiaccio ed un incarnato perlaceo. La mia infanzia preferisco non ricordarla, troppo dolorosa. Vivo con mia madre, la quale da sempre passa più tempo con le sue amiche che con me; mio padre è scomparso quando avevo 6 anni e mio fratello maggiore è morto due anni fa. Causa? Droga. Mi sento sola al mondo, un errore che non si sarebbe mai dovuto compiere.
Mentre ripensavo a ciò che avevo vissuto, le lacrime rigavano il mio volto. Lentamente mi avvicinai all’armadio per prendere dei vestiti.
-Muoviti, altrimenti andrai a scuola a piedi. La mia vita non ruota attorno alla tua mocciosa, ho ben altro da fare io.- si sentì esclamare dal soggiorno.
Mia madre. Tutte le mattine era una storia. Infilai velocemente i jeans, le converse e una felpa. Diedi un’ultima occhiata alla figura riflessa nello specchio.
“Mostruosa come sempre. Che l’incubo abbia inizio”.
Presi lo zaino e precipitai giù dalle scale.
Mia madre, se così può essere definita, mi aspettava in macchina.
-Guarda tu che figlia che ho! Neanche si sistema. Sembri uscita da non so dove.
Ed ecco che inizia a provocare. Solo questo sa fare.
-Non sono affari tuoi. La vita è mia e faccio ciò che voglio. Ed ora sbrigati che già mi hai stancata.
-Ma sentila. Io sono tua madre, non una qualunque. Sei una ragazza maleducata. Ricorda che non sarai mai nessuno. Tu con il tuo carattere sei destinata a rimanere sola. Mi fai pena.
-Oh ma vaffanculo!-urlai
Non le diedi il tempo di rispondere che ero scesa dalla macchina e avevo sbattuto forte la portiera. Avrei fatto la strada a piedi.
Mi ritrovai poco dopo davanti scuola.
-Signorina, sempre in ritardo. Si sbrighi prima che chiuda i cancelli.-esclamò il guardiano della scuola
-Non si preoccupi signor Joe, arrivo.
Forse era una delle poche persone che mi trattava con gentilezza in questo mondo.
Entai nell’atrio e trovai una gran folla. “Ed ora che cosa diavolo c’è”pensai.
-Oddio che gnocco..
-Mio Dio, ma da dove è uscito?-dissero alcune ragazze con aria sognante.
-Te lo dico io da dove è uscito-esclamai-è uscito da dove escono tutti, da dove siete uscite anche voi, dalla f..
Non riuscì a finire la frase, che qualcuno mi aveva tappato la bocca con una mano. E mo chi è? Mi voltai. Elizabeth, la mia migliore amica. L’unica tra 6 miliardi di persone che mi comprende.
-E ti pare! Sapevo che avresti risposto così- disse ridendo Beth.
-Che cosa sta succedendo?
-E’ arrivato un nuovo studente, del quinto. Molto bello.
-Oddio, credevo fosse sceso Dio in terra.
-Tu dici così perché non lo hai visto, altrimenti reagiresti anche tu come loro….
-Mia cara Elizabeth, ed io che credevo sapessi tutto di me. Evidentemente mi sbagliavo. Apri bene le orecchie: io Desiree Crouth, non mi arrapo per un ragazzo del quinto che da quanto mi è parso di capire si da tutte queste arie-dissi indicando la folla- preferisco farmi suora.
- Sempre la solita brontolona..
- Ti voglio bene anche io, a dopo.
Presi i libri di filosofia e storia dall’armadietto e mi diressi in classe. Alcuni rumori catturarono la mia attenzione.
-Ahhhhhh
-Ohhhhhh
-Ihhhhh
-Ma che è, il gioco della fattoria?-sbottai- Crescete idiote.
Il tempo non passava mai. Il professore parlava, gesticolava animatamente alla lavagna per far comprendere la lezione del giorno, ma chi lo stava a sentire? Io no di certo. La mia attenzione ere rivolta all’esterno. I miei occhi osservavano da fuori una finestra una mamma che passeggiava con la figlia di si e no 8 anni. Erano cosi felici. La bimba correva nel prato e coglieva fiori per la mamma, che felice del regalo la ringraziava con calorosi baci e abbracci. Perché quella bambina non potevo essere io? Perché non potevo vivere in una famiglia dove ero amata costantemente? Perché? In fondo non l’avevo chiesto io di essere messa al mondo. Per una cosa che mia madre ha fatto in vita sua, ha anche sbagliato.
Immersa nei miei pensieri non sentì che il professore mi stava chiamando.
-Signorina Crouth, lei non saluta Harry, il nuovo arrivato?
E così era lui il nuovo arrivato
-Sai che me ne frega, già mi sta sulle palle.sussurrai
-Che cosa dice? Non ho capito-disse il professore grattandosi perplesso la capoccia pelata.
-Ciao Harry- risposi scocciata- Professore, che dice vuole che faccia anche un inchino?
Si sollevarono numerose risatine dagli altri banchi.
-Signorina, lei è sempre così spiritosa eh?
Non risposi. Harry mi sorrise.
-Crouth, faccià accomodare Jhones vicino a lei.
-Sissignore.- dissi facendo un gesto militare.
L’uomo fece una smorfia e prese il libro di storia per interrogare.
Harry si sedette accanto a me e cominciò ad osservarmi sempre con quel sorriso da ebete stampato sul volto. “Minchia vuoi?” pensai.
 

Questa è la mia prima storia e se vi è piaciuto (spero di si) recensite, mi fareste molto contenta. Grazie per aver letto.
Eleonora :3

P.s. Nella mia storia metterò a volte delle citazioni che poi vi riporterò a fine capitolo :)
 
  
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