Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Nowhere Girl    03/05/2013    4 recensioni
''Non farlo più. Verrà il giorno che sarai triste, così triste che vorrai tagliarti. Tornerai a casa tra le lacrime. Entrerai in bagno. Chiuderai la
porta a chiave. I tagli saranno in verticale. Tu cadrai a terra, ma nessuno ti sentirà e ti verrà in soccorso. Nemmeno io.''
[Cap. 13]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il suo odore di vaniglia mi perforava le narici più di quanto avesse fatto la cocaina un'ora fa. La baciai. Avvicinai il suo ventre
al mio mentre le alzavo una gamba per portarla sulla mia vita. Lei salì su mentre continuavamo a baciarci in silenzio, la tenetti
per le cosce cercando di non farla cadere.

Ci fermammo e io le guardai gli occhi azzurri contornati dalla matita nera che le stava colando, le spostai dal viso una ciocca di
capelli biondi e fissai la sua bocca rosso sangue; la baciai di nuovo.

La spinsi con forza sul letto e le salii sopra. Le sfilai la canottiera rosa e le tolsi il reggiseno che buttai in un angolo della stanza;
lei mi tolse la giacca nera di pelle e cominciò lentamente a sbottonarmi la camicia nera.

Stavo facendo una grande cazzata.

La fermai alzandomi da lei ma agì d'istinto e mi prese per le spalle buttandomi giù. Mi tolse definitivamente la camicia e rimase
perplessa dalla visione della lunga cicatrice sul mio petto; un taglio che cominciava sulla spalla destra e terminava sotto il fianco
sinistro.

Roberta mi accarezzò il livido violaceo che avevo accanto all'ombelico e io gemetti silenziosamente per il dolore; lei mi guardò un'po
esitante.

“Che cazzo hai fatto?” La spostai e mi alzai tranquillamente, mi vestii come se niente fosse e sotto il suo sguardo allibito uscii dalla
stanza del motel.

Venti minuti dopo arrivai alla chiesa e incontrai il pianto disperato di Margherita che, sorpresa, mi invitò ad entrare. Lì dentro era pieno
di gente, molti erano della mia scuola, c'erano persone che non avevo mai visto, poi c'era Jude insieme ai suoi figli, quindi c'era anche
Caterina che non smise di fissarmi per tutto il tempo.

E poi c'era lei.

Sembrava così piccola e candida. I lunghi capelli neri cenere erano sulle spalle, aveva un vestito bianco di seta lungo fino alle Converse
nere consumate. Le mani erano incrociate ed erano coperte da sottili guanti bianchi. Bianchi come la sua pelle, bianchi come la bara
dove stava riposando.

Era morta.

Il prete parlava della morte, di come fosse crudele che toccasse anche alle persone giovani. La cosa che mi fa più incazzare è che qui
dentro solo poche persone conoscevano davvero Angelica.

In questo momento anche le persone che la odiavano stavano piangendo per lei, la consolavano in silenzio, le sussurravano il loro amore
per lei come se le avessero voluto davvero bene.

Mi facevano schifo.

Mentre ascoltavo la messa avvertii una fitta al fianco, lì dove ero andato a sbattere cercando di salvarla.

Mi ero tuffato subito dopo di lei, sentii l'impatto dell'acqua fredda sulla mia pelle, le strinsi la mano per l'ultima volta prima che la roccia mi
perforasse parte del bacino. Pensai di essere morto. E avevo ragione, perché anche se la mia inutile vita sta continuando io sono morto
dentro. Nessuno può renderti vivo dentro.

Nessuno può rendere viva un'anima morta.



 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Nowhere Girl