Siete
in macchina e state tornando a casa. L’adrenalina che
vi ha accompagnato per l’intera giornata sta scemando piano
piano, lasciando
spazio alla stanchezza. Lo dimostra il fatto che, incredibile ma vero,
hai
chiesto a Rick di guidare. Tu, saetta Beckett, hai lasciato il volante
al tuo
uomo! Ma oggi non è una giornata come le altre. Lentamente,
cominci a
realizzare appieno ciò che stava per succedere. E comprendi
ancora di più il
valore del gesto di Rick.
Ti
è stato vicino per tutto il tempo. Ha cercato di aiutarti
a rimanere ferma immobile e a distrarti dall’idea di avere
una bomba sotto i
piedi, ricordando gli episodi più significativi, assurdi,
imbarazzanti, surreali,
drammatici, divertenti e meravigliosi della vostra collaborazione e
sfidandoti
ad ammettere che, fra voi, sei stata tu la prima a esserti innamorata.
Naturalmente, tu pensi l’esatto contrario. E anche se, nel
profondo del tuo
cuore, sai di essere rimasta affascinata da lui sin dal vostro primo
incontro,
anzi, di essere una sua fan sfegatata da tempo immemore, non gli
daresti mai
questa soddisfazione, nemmeno sotto tortura. Ti piace proprio il vostro
modo di
punzecchiarvi. Esattamente come ti piace da morire provocarlo, con una
mise
sexy o anche solo mordendoti il labbro o lanciandogli una delle tue
occhiate.
Comunque, vi siete impelagati tanto nella discussione su chi si fosse
invaghito
per primo dell’altro da aver deciso di chiamare Ryan ed
Esposito a sostegno
delle vostre rispettive tesi. Proprio mentre quei due si stavano dando
da fare
come pazzi per cercare di salvarvi la vita. Erano un attimino
impegnati,
insomma. Devono aver pensato che la situazione vi avesse fatto perdere
completamente
il cervello. Infatti, come si fa con i matti psicopatici, vi hanno
lasciato blaterare
senza interrompervi, e, anzi, dedicandosi ad altro.
Lui
non ti ha abbandonato.
Come
al solito, non ha ascoltato quello che gli avevi detto.
Non sai perché ti ostini a continuare a dirgli cosa fare o
non fare, tanto lui
poi fa sempre di testa sua. Fiato sprecato.
Lo
avevi pregato di andarsene. Non potevi permettere che
Alexis perdesse suo padre né che Martha perdesse suo figlio.
Vi
eravate detti addio.
Stava
per uscire quando lo hai richiamato e hai voluto dirgli,
apertamente, che lo ami.
Ti
ha rivolto uno sguardo dolce, pieno di amore, e ti ha risposto
che anche lui ti ama. Non aveva certo bisogno di esprimerlo a parole,
ogni suo
gesto era palesemente una dichiarazione d’amore per te, ma
è stato il modo
perfetto per salutarvi per quella che credevi fosse l’ultima
volta.
Pochi
minuti dopo, quando sembravi aver fatto pace con
l’ineluttabilità di quella situazione assurda
nella quale eri finita, ecco che
lo hai visto ricomparire. Con due caffè in mano! Per dopo,
per quando sarai
uscita da qui, ha affermato sicuro. Come se fosse la cosa
più normale del
mondo. Davanti alle tue rimostranze, ti ha detto che ti aveva promesso
che
sarebbe uscito, non ti aveva mica promesso che non sarebbe ritornato.
Un
ragionamento che non fa una piega. Del resto, è pur sempre
uno scrittore e la
retorica è il suo mestiere.
Ti
ha detto che non ti avrebbe lasciato sola e così
è stato.
Ha rischiato la sua stessa vita per te e, insieme, avete dimostrato per
l’ennesima volta di essere una forza. Come sempre. A
pochissimi secondi dalla
scadenza del conto alla rovescia, siete riusciti a trovare la password
per
disattivare la bomba. Appena hai sentito quel click sotto i tuoi piedi,
hai
provato a fare un passo e ti sei buttata fra le sue braccia. Al sicuro.
Siete
usciti insieme, tenendovi per mano, e lo hai
ringraziato per essere rimasto sempre accanto a te. Ti ha risposto con
la
vostra parola, always, con un tono
leggero
e naturale, come se non avesse fatto alcunché di
straordinario. Vi sareste
anche baciati per celebrare l’evento, ma avete sentito la
sirena dell’auto
della polizia. Devono essere stati Ryan o Espo ad attivarla, anche se
non ce
n’era bisogno, per avvertirvi che stavano arrivando e che
avevano la Gates a
bordo. Sono sempre speciali i vostri bambini, sempre pronti a
proteggervi.
Infatti, sono corsi ad abbracciarvi, uno a testa, contenti di
festeggiare mamma
e papà.
La
Gates ha detto che non ci sono molti uomini che avrebbero
fatto quello che Rick ha fatto per te. Ha ragione. E ti ha anche
suggerito di
baciarlo, che se lo era meritato. Siete rimasti tutti a bocca aperta,
bambini
compresi: pensavi che foste stati sufficientemente discreti al
Distretto da non
far trapelare la vostra relazione, ma il Capitano è una
donna intelligente.
Tanto
intelligente da dirti di premiare il tuo uomo.
Non
te lo sei fatto ripetere due volte. Appena vi hanno
lasciati soli, gli hai confessato di aver ripensato a tutte le volte
che vi
siete baciati, cercando di capire quale fosse stato il vostro bacio
più bello, ma
non sei riuscita a deciderti perché in realtà
siete solo all’inizio. Ne avete
ancora di strada da percorrere, di tempo da investire nel perfezionare
la
vostra “tecnica” e la vostra intesa.
I
ricordi della giornata ti hanno fatto compagnia per tutto
il tragitto, tanto che non ti sei nemmeno accorta che siete
già sotto casa.
Rick ha rispettato il tuo silenzio, immerso anche lui nei suoi
pensieri, e
adesso, mentre siete in ascensore, ti abbraccia e ti sussurra
– di nuovo –
quanto ti ama. Arrivate al loft e lui si dirige immediatamente verso il
bagno,
pronto a dare inizio ai preparativi per la serata.
Lo
senti che sta trafficando con l’acqua e canticchia
“Everything” di Michael Bublé. Sostiene
che attori e cantanti canadesi abbiano
una marcia in più, chissà perché. Ha
detto che vi meritate un lungo bagno
caldo, insieme, nella sua comoda vasca, con tanta schiuma, candele
profumate e musica
romantica in sottofondo. Magari sorseggiando del buon vino, per
rilassarvi. Nothing decompresses like a 2000
Chateauneuf-du-Pape, te lo aveva già detto anni
fa, quando un serial killer
ce l’aveva con il tuo alter ego, Nikki Heat, e lui si era
presentato a casa tua
per proteggerti, armato del suo arsenale di arguzia. Sorridi al ricordo
del
vostro risveglio con tanto di cadavere alla porta e delle battute di
Espo e
Ryan, ma anche dei commenti dell’agente Shaw, donna
lungimirante, a proposito
di quella notte. Ancora adesso, ogni volta che mangi i pancakes non
puoi fare a
meno di ritornare con la mente a quell’episodio.
E’
proprio del vino che ti stai occupando tu, in cucina,
quando ecco che squilla il tuo cellulare.
“Beckett.”
Rispondi automaticamente, senza nemmeno guardare
chi è.
“Kathie,
sono papà.”
“Oh,
ciao papà….” Durante quella lunga
attesa, nel momento
in cui eri da sola dopo aver detto addio a Rick, avevi provato a
chiamare tuo
padre per salutare anche lui per l’ultima volta, ma avevi
trovato la segreteria
telefonica. Gli avevi lasciato un messaggio, dicendogli che volevi solo
sentire
la sua voce e che gli volevi bene. Avevi cercato di mantenere un tono
di voce controllato
per non far trapelare la tua angoscia e il tuo dolore.
“Bambina
mia, ho sentito il tuo messaggio… avevi una voce
strana, va tutto bene?” Evidentemente, non sei proprio
riuscita nell’intento… o
forse Jim Beckett ti conosce così bene da percepire subito
se qualcosa non
funziona. Il vostro rapporto, negli anni, ha attraversato momenti
complicati,
ma adesso è solido come una roccia.
“Oh,
papà… sono contenta di sentirti. Sì,
adesso va meglio…
Ma è stata una giornata tanto difficile.” Mentre
pronunci queste parole,
l’ondata emotiva, lo stress, la fatica, la paura provata, la
sensazione di stare
per morire – di nuovo, come dopo essere stata ferita al
funerale di Montgomery
– ti travolgono improvvisamente e ti scuotono come un
terremoto violentissimo,
facendoti scoppiare in un pianto a dirotto. Non riesci a trattenere i
singhiozzi, tanto che tuo padre, dall’altro capo del
telefono, si spaventa a
morte e anche Rick corre subito da te, prendendoti fra le sue braccia e
accarezzandoti i capelli, per cercare di tranquillizzarti.
“Kathie,
tesoro, cosa è successo? Tu e Rick state bene?”
Che
tenero il tuo papà. Si è affezionato tantissimo a
Castle e si preoccupa per
entrambi. Tiri su con il naso e cerchi di ricomporti, ma le lacrime
scorrono
ancora copiose.
“Papà,
scusami, è successa una cosa al lavoro, sono finita
su una bomba… e Rick è rimasto con me…
e il tempo passava… e abbiamo riparlato
della nostra storia… e stamattina mi ha portato il
cappuccino con un cuore
disegnato sopra con la schiuma di latte… e io pensavo che
non sarei
sopravvissuta… e gli avevo detto di andarsene, ma lui
è ritornato e non mi ha
mai lasciato sola… e io credo che sia stato lui il primo a
innamorarsi…”
Racconti gli eventi in modo assolutamente sconclusionato,
intervallandoli con i
singhiozzi, e dubiti che tuo padre ci si raccapezzi. Ma
dov’è finita la dura e
lucida detective Beckett?
“Kathie,
bambina mia, calmati. Dove sei adesso?”
“Al
loft.”
“C’è
Rick con te?” Certo che è qui. Non ha smesso un
secondo
di tenerti fra le sue braccia da quando ti ha sentito piangere.
“Sì.”
“Passamelo”.
La sua richiesta ti lascia un po’ spiazzata, ma
sei talmente sottosopra che ubbidisci come un automa.
“Rick,
è papà. Vuole parlare con te.” Non ci
sarebbe nemmeno
bisogno di dirgli nulla, visto che siete appiccicati e sicuramente ha
sentito
la vostra conversazione. E’ un po’ sorpreso, ma
afferra subito il tuo cellulare,
continuando però a tenere un braccio intorno alle tue
spalle. Ti ha detto che
non se ne sarebbe andato e continua a starti vicino. Always.
“Pronto,
Jim. Sono Rick.”
“Rick,
figliolo, con calma poi mi racconterai cosa è successo
oggi. Dimmi solo come sta la mia Kathie.”
“E’
sana e salva. Adesso è tutto sotto controllo, Jim. Stia
tranquillo. Mi prendo cura di lei.”
“Questo
lo so per certo. Lo hai sempre fatto, anche in tempi
non sospetti. Ah, per la cronaca, non posso dire come stiano le cose
sul tuo
fronte, ma Kathie ha cominciato a parlarmi insistentemente di te sin
dal vostro
primo incontro e, anche in passato, non si perdeva mai
l’uscita dei tuoi
romanzi!” Non hai attivato il vivavoce, ma tu e Rick siete
talmente vicini che
senti le parole di tuo padre e vedi il tuo scrittore che comincia a
gongolare.
Quei due insieme ti fanno sollevare gli occhi al cielo e ti scappa un
sorriso.
Un miracolo, visto il tuo stato!
Incoraggiato
dalla tua reazione, Rick ne approfitta per portare
avanti la sua tesi.
“Sa
una cosa, Jim? E’ quello che sostengo anche io. E poi
sapesse quante volte sua figlia non è riuscita a tenere le
mani lontano da me!”
Ma benedetto uomo, proprio a tuo padre lo va a dire? Ma accendesse mai
il
cervello prima di parlare! Ora come minimo gli rivela anche dove
è il tuo
tatuaggio e cosa ti ha fatto lui su
quel tatuaggio la prima volta che lo ha visto! Arrossisci per
l’imbarazzo e anche
Rick si rende conto di essersi lasciato trasportare un po’
troppo.
“Oh,
me lo immagino. Ma non entrare nei particolari, ok? E’
pur sempre della mia bambina che stiamo parlando. Pensa se ti facessero
un
discorso del genere a proposito di Alexis…” Ecco,
queste parole lo illuminano e
gli fanno comprendere che, in certe occasioni, sarebbe utile accertarsi
di aver
collegato il cervello prima di aprire bocca. Infatti eccolo
lì che annaspa al
pensiero della sua bambina che
mette
le mani addosso a un ragazzo. Decidi di andare in soccorso del tuo uomo
e
riprendi il cellulare, adesso sei più calma.
“Papà,
scusami ancora per prima. Credo di essere ancora
provata da questa giornata. Perché non vieni a cena da noi
una sera di queste?
Così chiacchieriamo un po’…”
“Certo,
tesoro. Ci vediamo presto… Ah, Kathie, ci sei
ancora?”
“Sì”
“Non
fartelo scappare. Non so bene come siano andate le cose
oggi, ma non conosco molti uomini che si sarebbero comportati allo
stesso
modo.” Sorridi. E’, più o meno, quello
che ha detto la Gates. E ancora una
volta ti rendi conto di quanto quest’uomo sia speciale. E di
quanto tu lo ami.
“Hai
ragione, papà. Me lo tengo stretto.” Dicendolo,
punti
il tuo sguardo negli occhi azzurri di Rick e vi scorgi esattamente lo
stesso
amore e la stessa dolcezza con cui ti ha guardato dopo che gli hai
detto di
amarlo. Non avete bisogno di aggiungere altro: i vostri occhi parlano
da soli.
Congedi
tuo padre e ti avvii con Rick verso la vasca da bagno.
Ora vi attende una serata solo per voi due. La vita deve essere
celebrata. E l’amore
anche.