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Autore: aris_no_nami    03/05/2013    2 recensioni
"Camminavo, guardavo le vetrine, guardavo le ragazze che mi passavano davanti, sognavo, sognavo di essere come loro. Bella. Come il mio nome, Bella. Ciò che non ero." (...)
" . È una cosa orrenda. Assolutamente orrenda. Disgustosa. Come il cibo. Ormai era disgustoso. Non lo potevo neppure guardare. Era il mio nemico. Lo dovevo combattere. Lo rifiutavo. Il mio corpo lo rifiutava. Entrava e usciva. Ero orrenda. Come il cibo. Ero sola. Come il mio stomaco."
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la decima volta. La decima volta nell’arco di due ore. Un record. Un record orrendo. Era la decima volta. Per ogni posto cinque cambi. Facendo un calcolo totale, dieci per cinque diviso due, veniva venticinque. Venticinque volte quell’imbarazzo. Venticinque per tredici veniva la mia vita. La mia vita. No, non può essere definita vita. Per dieci volte ero entrata in negozi diversi. Per dieci volte gli occhi di quelle povere sfigate di commesse, ricoperte da maschere di trucco per illuderti che se ti nascondi sei bella, per dieci volte mi aveva guardato da testa a piedi. Ero un mostro, lo sapevo. Ero orrenda. Per dieci volte non avevo trovato nulla che mi stesse bene. Per dieci volte ero naufragata nel dolore di avere un corpo orrendo. Per dieci volte ero scomparsa in quel fottuto grasso che mi ricopriva i fianchi. Per dieci volte avevo dovuto tenere le lacrime dentro di me. Per dieci volte. Cinquanta vestiti ho provato. Nell’arco di due ore. Camminavo, guardavo le vetrine, guardavo le ragazze che mi passavano davanti, sognavo, sognavo di essere come loro. Bella. Come il mio nome, Bella. Ciò che non ero.
Era la quarta volta. La quarta volta che mi ero illusa che io potessi interessare. Che potessi interessare a qualcuno. Mattia, Leonardo, Lorenzo, Daniel. Già, Daniel. Mi ero illusa veramente questa volta. Avevo pensato che se non fosse successo niente potevamo diventare amici. Alla fine non gli fregava un cavolo di chi ero. Nella stessa scuola. E non aveva presente chi ero. E non gliene fregava un cazzo. Venticinque per quattro, cento. Cinquanta per quattro, duecento. Cento per duecento, ventimila. In una scala in percentuale stavo soffrendo ventimila. È una cosa orrenda. Assolutamente orrenda. Disgustosa. Come il cibo. Ormai era disgustoso. Non lo potevo neppure guardare. Era il mio nemico. Lo dovevo combattere. Lo rifiutavo. Il mio corpo lo rifiutava. Entrava e usciva. Ero orrenda. Come il cibo. Ero sola. Come il mio stomaco. Mia mamma mi diceva sempre “ lo stomaco è il nostro secondo cuore. Se sta male uno, l’altro ne risente”. Il mio cuore stava male, e il mio stomaco ne risentiva. Il mio stomaco stava male, e il mio cuore ne risentiva. Era un effetto domino. Uno tira l’altro.
La cosa più triste è sapere che sei sola. Anche se credi di avere delle amiche, non ti potranno mai capire. MAI. SEI SOLA. SEI ORRENDA. SEI TRISTE. SEI STANCA. LA TUA VITA NON HA SENSO. LA VITA NON HA SENSO. SEI CODARDA. VUOI MORIRE. MA NON NE HAI IL CORAGGIO. SOLA. NASCI SOLA E MUORI SOLA. MUORI. PERCHé  NON MUORI?! WHY DON’T YOU DIE?! Perché?! NON LO SAI. NON LO SAI E SEI SOLA. SOLA. PER SEMPRE. NELLA VITA. NEL MONDO. SOLA.
Una volta mi chiesero cosa c’era nella mia mente. Io non risposi. Cosa c’è nella mia mente?! Non lo so neppure io. Mi guardo allo specchio e vedo una stupida obesa. Occhiaie. Pelle chiara. Capelli scuri.
“ vedi?! Non sono bella!”
“ non l’ho mai detto!”
“cogliona che sono! Hai ragione! Mi ero illusa io!”
“ già!”
“ non so che dire … vuoi un cioccolatino?!”
“no, sono in dieta!”
“ tisanoreica?!”
“ ma che cazzo spari?! Dieta! Non mangiare!”
“ è difficile?”
“ fattibile … non bere!”
“ ma come fai?”
“ mi disseto con la saliva!”
“ an … non c’avevo pensato …”
“ non muoversi!”
“ e se ti scappa?”
“ la tieni! Non parlare!”
“ se ti interrogano?”
“ ti ho detto che non ti muovi! Non ascoltare!”
“ se ti chiamano per aiuto?”
“ se non ti muovi non puoi aiutare!”
“ giusto …”
“ non vivere!”
“ …”
 
“ non hai niente da chiedere?”
“ …”
“ tutto tace … dove sei?! Perché non parli?!”
“ come perché?! Sono in dieta!”
“ ah, giusto. Bene. Continua così. Addio.”
“ ok. Addio”
 

 

  
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