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Autore: museti    03/05/2013    3 recensioni
L'effetto che fa un normale bastoncino da caffè su un'integerrimo angelo del Signore!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ecco qui un'altra dolcissima Destiel tradotta da moi, della mia amica francese Gab Lamom

 

Oh Dean s’il te plait arrete de faire ça

(Oh Dean, per favore smetti di fare quello)

 

 

 

 

 

 

L’una del mattino.

Dean e Castiel erano per strada già da parecchie ore, insieme, perché Sam era partito per un’altra caccia con Bobby mentre tutti e tre si erano messi in cammino per dare la caccia ad un ghoul , ed era per non rimanere solo che aveva chiesto l’aiuto di Castiel.

Poiché il ghoul non aveva resistito molto all’attacco del cacciatore e all’angelo, erano già sulla strada del ritorno. Restavano all’incirca due ore di strada per arrivare a casa di Bobby, quando Dean cominciò ad accusare i primi sintomi della stanchezza.

Per lui era fuori questione cercare una stanza adesso per andare a dormire, non quando erano così vicini a casa, decise quindi di fermarsi ad una stazione di servizio e prendere un bel caffè forte, per tenersi sveglio.

La stazione non aveva il bancone, per cui si diresse direttamente verso il distributore di bevande calde che si trovava lì.

Strana macchina per gli occhi dell’angelo: questa infatti fece cadere un bicchierino,dello zucchero,del caffè solubile e un piccolo bastoncino di plastica bianca prima di far scendere l’acqua calda,tutto questo in pochi secondi.

Castiel non aveva bisogno di bere, ma aveva ugualmente accompagnato Dean, per sgranchirsi le gambe come avrebbe detto il cacciatore.

Mentre lo osservava scoprì finalmente una cosa logica : il bastoncino di plastica serviva come cucchiaino per mescolare la bevanda.

Dean si accorse di essere osservato in modo strano e gli chiese :

-Che c’è ?

-Che c’è cosa ?

-Perché mi guardi così ? Vuoi un caffè?

-Emh … no … mi stavo domandando cos’era quel pezzetto di plastica nel tuo bicchiere,ma l’ho appena capito.

-Cosa,questo ? - Dean lo estrasse dal bicchierino,se lo passò fra le labbra per pulirlo dal caffè e lo brandì davanti ai suoi occhi-Serve per rimescolare ! E’ per lo zucchero. Ma davvero ti fai sempre delle domande così esistenziali ?-gli chiese prendendolo in giro.

Castiel non rispose e Dean non aggiunse altro.

Rimasero in silenzio, Dean beveva il caffè a piccoli sorsi.

Castiel lo osservava, lo vide storcere il naso, in un primo tempo perché il caffè era bollente e in un secondo tempo perché questa specie di sostituto era davvero una schifezza. Poi notò che Dean teneva sempre il bastoncino bianco fra l’indice ed il pollice come avrebbe fatto con una sigaretta il suo pensiero tornò indietro di qualche secondo, quando il cacciatore l’aveva fatto scivolare fra le sue labbra e vide una piccola traccia scura in uno dei suoi incavi, segno che non aveva pulito molto bene l’oggetto in questione e si chiese se avesse dovuto rifarlo per pulirlo perfettamente.

Improvvisamente si rese conto del motivo su cui stava divagando e scrollò il capo, che importanza poteva avere?

Era ridicolo!

Quando Dean terminò di bere, il gusto denso ed amaro di quel cattivo caffè gli restò sulla lingua, si diresse verso una fontanella e macchinalmente, si mise il bastoncino fra i denti, risciacquò il bicchierino e prima di riempirlo d’acqua, riprese il bastoncino fra le dita della sua mano sinistra, svuotò improvvisamente il bicchiere e lo gettò nella spazzatura dove ce n’erano già molti altri. Ma per una ragione ancora sconosciuta all’angelo, si rimise il bastoncino fra le labbra, si girò verso di lui e togliendoselo nuovamente di bocca :

-Andiamo ? –chiese.

Castiel annuì e seguì Dean fuori, risalirono in macchina e l’angelo dimenticò, per il momento, il bastoncino di plastica.

Erano per strada da circa dieci minuti appena quando Castiel notò che Dean teneva il cucchiaino nella sua mano sinistra, e ci stava giocando tenendo nello stesso tempo il palmo della mano sul volante ed ecco, sotto il suoi occhi, se lo rimise in bocca. Rimettendo la mano sul volante e stendendo le braccia, inarcò la schiena e il collo per distendere i muscoli stanchi, poi s’immobilizzò nuovamente, ma senza togliersi di bocca il bastoncino.

Castiel fissò la sua attenzione sul pezzettino di plastica bianca, che vedeva muoversi nell’oscurità, immaginando la lingua di Dean che giocava con l’oggetto in questione, provocando quel piccolo movimento oscillatorio all’esterno della sua bocca.

Poi le labbra di Dean si schiusero leggermente, facendo girare il bastoncino su se stesso, e facendo sentire il rumore particolare della plastica contro i denti. Castiel vide: la sua lingua fare capolino fra il bastoncino ed il suo labbro inferiore e farlo muovere da una parte all’altra, spostandolo col movimento e le sue labbra chiudersi attorno all’oggetto aspirando la saliva. Sentendo il suono umido che questo movimento provocò Castiel sentì un improvviso calore salirgli al volto e nello stesso tempo si accorse di arrossire, quello che Dean stava facendo lì, sotto i suoi occhi, gli faceva ribollire il sangue nelle vene, non poteva distogliere lo sguardo dallo spettacolo, ne era affascinato.

Dopo circa un’ora e mezza di strada, durante la quale Castiel non aveva neppure per un attimo tolto gli occhi di dosso a Dean, quest’ultimo si girò verso di lui, si tolse il bastoncino di bocca per parlargli, ma si accorse con stupore che l’angelo lo fissava in modo strano … ancora !

-Cosa c’è ?

-Perché mi guardi così ?

-Io ? Io non ti … tu mi parli e io ti guardo !

-Sarà … se lo dici tu … fra una ventina di minuti dovremmo essere a casa.

Castiel si calmò e fissò il suo sguardo sul nastro nero dell’asfalto, rosso per la vergogna e l’imbarazzo, per fortuna, nell’oscurità dell’abitacolo, Dean non aveva potuto vederlo.

Restò con gli occhi incollati sulla strada, sentendo Dean girare regolarmente la testa verso di lui, per verificare se lo guardasse o meno. Lui, stava combattendo con se stesso, non doveva guardarlo, non doveva, prima o poi avrebbe buttato quel bastoncino, bastava solo aspettare. Era ancora nel bel mezzo di questi pensieri quando arrivarono da Bobby.

Castiel si precipitò fuori dalla macchina e si diresse direttamente verso la porta di casa, mentre Dean prendeva le sue cose dal bagagliaio dell’Impala.

-Quando il cacciatore lo raggiunse all’interno, sbuffò scrollando la testa :

-Avresti potuto accendere la luce ! Perché stai al buio ?

-Ci vedo benissimo al buio.

-Ma non è questo il punto, quando si arriva da qualche parte ed è buio, si accende la luce, ti faccio notare che io, al buio non ci vedo- replicò Dean accendendo .

- Ah si, scusami, la prossima volta lo farò.

-Bene …

-Dean posò la sua roba in salotto poi, si diresse in cucina per farsi un buon caffè casalingo. Trenta secondi nel microonde e lo stava già gustando amaro, con evidente piacere . Castiel notò con sollievo che il bastoncino era sparito, con tutta probabilità lo aveva gettato prima di entrare e l’angelo ne fu sollevato … un attimo … perché si rese conto che i suoi occhi ritornavano insistentemente a posarsi sulla sua bocca, e la sua lingua che uscì per leccare le labbra quando finì il caffè, gli fece risentire la vampata di calore in faccia, si girò per dirigersi, come se niente fosse, verso la scrivania affinchè Dean non lo vedesse in quello stato. Ma il cacciatore posò la tazza nel lavandino e quando Castiel si girò se lo trovò proprio dietro, e poi proprio davanti.

Dean ebbe un’esitazione, si accorse della strana espressione negli occhi del suo angelo e delle gote rosate, ma non fece commenti e gli girò intorno per andare a sedersi alla scrivania.

-Rimani con me fino a che Sam e Bobby non tornano ?

Castiel lo guardò incredulo.

-Che c’è ? Puoi andartene se questo ti rompe le palle, era giusto per farmi compagnia, ma non ti obbligo ok ?

-No no, questo non mi disturba affatto, sono felicissimo di rimanere, non ho niente di meglio da fare.

-Bene ! Oltretutto potresti darmi una mano, ho da fare delle ricerche su un tipo di creatura mitologica che è stata segnalata nel Maine, un ippocampo, ma tre quarti dei vecchi libri di Bobby sul soggetto sono in greco e io il greco…

Castiel sedette sulla sedia di fronte a lui e prese i libri che il cacciatore gli porgeva, se li posò vicino ed aprì il primo, mentre Dean faceva altrettanto.

Se non altro, leggere gli permetteva di pensare ad altro che non fosse la bocca del giovane davanti a lui, perché per tutto il tempo che lui aveva parlato, i suoi occhi non avevano potuto fare altro che guardare le labbra del cacciatore formare le parole come prima cosa e la sua grazia aveva cominciato ad avere delle curiose reazioni, così come il suo corpo e se non si fosse controllato almeno un pochino, Dean avrebbe finito con l’accorgersene !

Nella stanza ove regnava un grande silenzio, rotto di tanto in tanto dal rumore che l’uno o l’altro facevano nel girare una pagina, improvvisamente si sentì un suono "bagnato".

Castiel si raggelò, gli occhi fissi sul libro che aveva davanti, quel suono … era lo stesso che aveva sentito in macchina !

Non distingueva più le parole, il suo sguardo era annebbiato, voleva vedere … No, non doveva …

"Dean perché ? "

pensò.

E un secondo suono bagnato sbriciolò una parte della sua forza di volontà, alzò gli occhi sul viso di Dean, il bastoncino era là … un’estremità fra le sue dita e l’altra … nella sua bocca … delicatamente insinuata fra le sue labbra . " Ma come ? Ma perché ? L’aveva buttato ! Signore, cosa mi sta succedendo? "

Chiuse gli occhi per pochi secondi, fece silenziosamente un lungo respiro e quando li riaprì, Dean stava ricominciando lo stesso carosello di un’ora prima, la lingua scivolava fra il cucchiaino ed il suo labbro inferiore, il bastoncino posato su di essa, ma qui, Castiel aveva una visuale migliore della cosa ed era ancora più … erotico … ecco era così … perché mai Dean stava facendo questa cosa davanti a lui … era indecente ! Ma per niente al mondo avrebbe lasciato il suo posto ad un altro, doveva ammetterlo.

La punta della lingua andava e veniva da sinistra a destra, portando il bastoncino con sé, facendolo picchiettare contro i denti superiori. Castiel era sui carboni ardenti, si mordeva le labbra, gli occhi fissi sulla bocca del cacciatore, si rese conto che non stava più guardando il bastoncino di plastica, era la sua bocca, proprio la bocca e le labbra, si, e la linqua, si la lingua che si mostrava ogni tanto, subdolamente, giusto il tempo di eccitare un po’ di più l’angelo, perché non poteva più negare che lo fosse, la sua grazia vibrava continuamente, il suo cuore batteva all’impazzata, aveva caldo e sentiva una sensazione strana al basso ventre, quella bocca lo stava tentando.

Ad un tratto, un terzo rumorino umido, di Dean che aspirava la sua saliva levandosi di bocca il bastoncino si fece sentire e Castiel perse il controllo, si alzò di colpo dalla sedia, mandandola a rotolare dietro di se, con le mani posate sulla scrivania , si chinò verso Dean :

-Dean … smetti di fare questo ti supplico !- gridò.

Dean mollò il suo libro che cadde a terra, la bocca socchiusa, le mani davanti a lui, il bastoncino fra due dita della mano sinistra. Era pietrificato dalla sorpresa.

Castiel ansimava, era al limite della sopportazione, al limite di quello a cui avrebbe potuto resistere, non era possibile … le sue labbra … la sua bocca … la sua… la sua bocca … i suoi occhi vi si erano arenati e non potevano più staccarsene, stava letteralmente divorando con lo sguardo quelle labbra …provocanti, quelle labbra … la bocca…

"… la tua bocca – disse in un soffio.

Dean si leccò le labbra e questa fu la fine per il povero angelo.

-Cos’ha la mia b…

Non potè finire.

Castiel l’aveva afferrato e tirato contro di sé per impossessarsi di quella bocca tentatrice.

Totalmente preso alla sprovvista Dean non ebbe neppure il riflesso di respingerlo e sentendo il calore che lo stava inavadendo, non ci pensò nemmeno.

Mettendo la sua mano dietro la testa di Castiel , pensò bene di calmargli i bollenti spiriti baciandolo con un ardore ancora maggiore, quando le loro lingue si incontrarono, furono totalmente sommersi da un’ondata di emozioni travolgenti, sia per uno che per l’altro, ma alla fine Castiel si tirò indietro.

Dean l’aveva lasciato fare … Dean stesso aveva partecipato attivamente alla cosa… Castiel era completamente fuori di zucca, sempre di fronte al cacciatore che lo guardava con un sorriso dolce e gli occhi che brillavano.

" Devo andarmene prima che.."

Si disse rendendosi conto di avere ancora gli occhi fissi sulla bocca di Dean, adesso rossa e gonfia per il bacio, e dunque ancora più attraente.

-Dean …

-……

-Se non vuoi che questo si ripeta… butta quel maledetto affare nella pattumiera!-Gli disse indicando il povero cucchiaino che il cacciatore teneva in punta di dita.

Castiel se ne andò con un frullo d’ali, facendo volare i fogli sulla scrivania.

Dean si lasciò cadere sulla sua poltrona, gli occhi fissi sul punto dove pochi secondi prima era Castiel, guardò per un attimo il bastoncino di plastica bianca che teneva fra le dita e, molto lentamente se lo rimise in bocca … con un sorrisetto malizioso.

 

 

Fin

   
 
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