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Autore: CinderNella    04/05/2013    0 recensioni
[coppia Jamie Dornan/Keira Knightley]
Lei sarebbe andata avanti con la sua vita, ma i ricordi la riportavano indietro. Perché una piccola, minuscola parte di lei avrebbe sempre continuato ad amarlo. Non poteva dimenticarlo, non poteva eclissarlo... poteva solo continuare a fingere di stare bene con la relazione che le era capitata, senza pensare a quello che aveva avuto la fortuna di avere prima.
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E ritorno con un'altra Keimie. Sì, lo so, sono monotematica... però non riesco a non immaginare e scrivere storie su questi due. Devo, è un imperativo morale! Sono la mia OTP più assoluta, e li seguono a ruota forse solo Lyanna e Rhaegar di ASOIAF. Quindi... spero vi piaccia. La canzone di riferimento è ovviamente Fix You, dei Coldplay.


Fix you

 
 
Aveva visto il disegno del suo vestito da sposa, e doveva solo provarlo, prima o poi. Non sapeva quando, ma… non è che si fosse occupata molto dell’organizzazione del matrimonio. Sarebbe stato il suo matrimonio, ma aveva lasciato tutto in mano alla wedding planner. Wedding planner, poi – come se ce ne fosse bisogno, di un mestiere del genere, soprattutto per lei che voleva una cerimonia intima. Ma James aveva insistito, e lei c’era stata. D’accordo, avrebbe avuto bisogno anche di una stramaledetta wedding planner. Anche perché non poteva interessarsene di meno: aveva il suo lavoro a cui badare, e la scelta del vestito da sposa… anche se per quello ci sarebbe stato Karl Lagerfeld a disegnarlo… sceglievano tutto per lei. Lei non doveva fare nulla, solo essere Keira Knightley. Ma non era sempre stato così, in momenti diversi della sua vita avrebbe voluto organizzarlo lei, il suo matrimonio, se ci fosse stato. Perché lei non era mai stata tipa da matrimoni.
 
When you try your best but you don’t succeed
 
«Sì, certo, mi vedrai così quando saremo all’altare!» ribatté quella, rivolgendogli un’occhiataccia dal divano.
«Non attraverserai mai una navata..»
«Per l’appunto. Era per sottolineare l’impossibilità della situazione posta da te. Non lo farò mai, ergo lo farò quando saremo all’altare!» rimarcò quella, tornando a sfogliare il giornale: Jamie la raggiunse, stendendosi con lei per stamparle un bacio sulla guancia: «Tu non sei tipa da matrimoni. Sei tipa da un amore per il resto della vita, ma non sei tipa da giurarlo davanti a dio, o a un giudice, o a un parroco o un pastore o un mormone…»
«Ho capito… e con questa dichiarazione ti sei attirato la sfiga cosmica perché poi come farai, se starò per sempre con te?!» ribatté quella, guardandolo con gli occhi sgranati e l’espressione fintamente stupita.
«Penso che mi abituerò.» rispose Jamie, con l’espressa intenzione di farla innervosire, riuscendoci completamente: Keira lo fece cadere di proposito dal suo divano, allora lui la portò giù con sé per baciarla a tradimento. Sebbene fosse riluttante all’inizio, poi si lasciò trascinare dal bacio passionale e ricambiò nello stesso identico modo, mordendolo di proposito alla fine: «Così impari.»
Il ragazzo non poté non ridere, così si stese sul tappeto accanto a lei e la abbracciò forte: «Ti amo.»
«Sì, lo so!» ribatté quella con tono di sufficienza, voltandosi subito dopo per guardarlo dolcemente, baciargli la punta del naso e aggiungere «Anche io. Ma non dirlo in giro.»
«Sta’ tranquilla, il tuo segreto è al sicuro con me!» ricambiò il bacio sul naso e poi si nascose tra i suoi capelli sparsi ovunque sul tappeto.
 
When you get what you want, but not what you need
 
Voleva quel matrimonio, lo voleva davvero: ma non l’avrebbe voluto, probabilmente, in passato. Forse una parte di lei ancora non lo voleva. Perché non era la pazza che dopo undici mesi di frequentazione si buttava ad accettare una proposta di matrimonio. L’unica persona che avrebbe portato all’altare senza pensarci, senza rifletterci, senza doverci porre particolare attenzione, perché tanto sarebbe stata la scelta sicura, la scelta ottima, l’unica scelta in campo amoroso che avrebbe mai voluto fare… non era più una scelta possibile, plausibile. Non era più una scelta, era già finito all’altare con qualcun’altra. Aveva già portato qualcun’altra all’altare.
E le aveva spezzato il cuore, sebbene non stessero insieme da più di sette anni quando ormai l’aveva saputo. Perché sarebbe dovuta essere lei… ma avrebbe continuato i preparativi per il suo matrimonio. Li avrebbe continuati, non aveva niente da perdere ormai: aveva già perso chi avrebbe sempre voluto, sempre, anche dopo tutto quello che era successo… ma non l’avrebbe mai ammesso a nessuno. Raramente, solo a sé stessa. Quando era così stanca che voleva solo trovare il modo di dormire, perché non ci riusciva. Perché era stressata, perché pensava a lui… e a come lui riusciva a farla addormentare. C’era sempre stato lui di mezzo, per qualsiasi cosa, in quei due anni e mezzo.
 
When you feel so tired but you can’t sleep
stuck in reverse

 
«…E avremo milioni di miliardi di bambini.»
«Tesoro, svegliati, sono una donna, non una sforna-bimbi. Okay che sono stata fisicamente costruita per quello… ma non a botte di tre alla volta, ogni anno.»
«Stavo sperando per avere una reazione del genere. E poi tre bimbi mi basterebbero…»
«Oh sì, due femminucce e un maschietto.» dichiarò Keira, seppellendosi nell’incavo del collo del ragazzo «Possibilmente il maschietto più grande così protegge le sorelline.»
«Sai che sto scherzando, vero? Cioè, voglio davvero costruire una famiglia con te, e avere dei bambini… solo non ora.»
«Nemmeno io ora, cretino! Un tempo. Lontano. O vicino. Non so, quando capita! E lei si chiamerà Jane…»
«La terza invece Sophie.»
«E il maschietto Mark. O Jack. Cosa ne pensi?»
«Mark mi piace di più. Tutti nomi semplici e brevi.» convenne Jamie, tenendo ancora il braccio attorno alla spala della ragazza.
«Sì, breve e semplice è meglio!» concordò Keira, circondandogli la vita con le braccia.
«Mi stai stritolando.»
«Ti abitui.» ribatté quella, terminando il battibecco con la testa sul petto dell’uomo che amava.
 
And the tears come streaming down your face
 
E l’aveva perso. Alla fine l’aveva perso. E non credeva di avere ancora quelle sensazioni— di gioia, nel sentire su tutto il corpo i loro ricordi, di tristezza nel ricordare le litigate, come si erano lasciati… era ancora tutto vivo, sulla sua pelle. È come se il suo cervello cercasse di chiudere tutto il periodo “Jamie” in una scatolina, solo che ora era scoppiata poco dopo il matrimonio di lui e prima di quello suo. E voleva solo racimolare tutti i vari pezzi della scatola per rimetterli a posto, serrarli con Jamie… e non ci riusciva. Era stato troppo importante per lei, e l’avrebbe sempre rivoluto. Era difficile, lievemente degradante da ammetterlo… da ammettere di aver bisogno di un uomo. Di un uomo in particolare, dell’unico uomo che aveva amato davvero tanto – e che tutto il mondo aveva visto che l’aveva davvero amato. Nessun’altro l’avrebbe accompagnata ovunque come lui. Semplicemente non l’avrebbe accettato, perché con lui… sarebbe dovuto essere solo con lui, con il suo Jamie.
 
When you lose something you can’t replace
 
«Perché?! Perché tutto questo, da quale neurone della tua testa ti viene in mente una cosa del genere?!» era davvero arrabbiata. Era tutto partito scherzando, ma ora avrebbe voluto sputare fuoco.
«Non voglio pensarlo… è istintivo. Mi sento.. deprivato della mia mascolinità. Lo so che è stupido, ma normalmente, sai, è l’uomo che porta il pane a casa, di fatto. Lo so che è antico, lo so che ora come ora vorresti ammazzarmi, e non è che mi dispiaccia che guadagni una valanga di soldi, solo…»
«Solo che il tuo neurone vorrebbe guadagnarne almeno quanti ne guadagno io.»
«Ma non è una cosa solo di soldi…»
«No è anche di fama. Di soddisfazione personale… come se a me piacesse essere Miss Elizabeth Swan additata e seguita da tutti.»
«Non ho detto questo, e lo sai bene… sappiamo cosa significa vivere sotto i riflettori per certi sensi…»
«E se lo sai come fai a bramare di più?! Come fai a voler essere me, quando sai quanto ci dà fastidio, a entrambi, tutte queste cose… sbrilluccicose!» il ragazzo la guardò corrucciato «Cose false, specchi per le allodole! Che credono nella fama e altre puttanate del genere, cose sfarzose che non sono proprio da noi. Come fai a sentirti privato di qualcosa che io ho sfortunatamente, e tu non hai grazie a dio?!»
«È una dannatissima sensazione, non lo faccio mica apposta! Razionalmente non lo voglio, ma…»
«Ma sei geloso. E non puoi proprio cacciarla via quella sensazione.» gesticolavano in un modo da far inorridire altri inglesi, normalmente composti e pacati.
Lei crollò volontariamente sul divano, spossata, decidendo di prendere il viso tra le mani: «Cosa facciamo? Cosa vuoi?»
«Cosa… cosa significa?»
«Ti ho presentato il mio agente, cos’altro vuoi? Te li darei i miei ruoli, se ti facesse felice.»
«Non è qualcosa che puoi cambiare. Lo cambierei anche io, se ci fosse qualcosa di razionale da cambiare…»
«Sei uno stupido idiota.» si alzò frettolosamente per chiudersi in camera da letto e sbattere con forza la porta.
«Keira!»
 
When you love someone but it goes to waste
 
E l’aveva perso. Aveva cercato di recuperarlo, certo… dopotutto lo amava. Lo amava tanto. Ma talvolta, non basta… e anche se avrebbe decisamente continuato ad amarlo – perché certe persone non si smette di amarle, né da un giorno all’altro, né mai – l’aveva lasciato andare, avrebbe dovuto lasciarlo andare… l’aveva fatto. E si era maledetta per quello, si malediceva ancora per quello, perché spesso, nelle notti in cui meno riusciva a prendere sonno, nelle notti in cui si sentiva ancora sola pur avendo un letto caldo, voleva solo, semplicemente abbracciarlo. E non poteva, e questo la faceva stare anche peggio. Era triste lasciare andare le persone, per il loro e per il proprio bene, e ritrovarsi così, magari anche a chiedersi se l’altro ci pensava, ogni tanto, a lei. A loro, loro che avevano avuto tanto.
E ancora, aveva un matrimonio a cui presenziare. Il suo, non con la persona che avrebbe accettato senz’alcun indugio, ma… fino alla fine, l’aveva accettata. Non era la sua opzione migliore… ma era l’unica che le rimaneva, se quella che avrebbe tanto voluto era già stata presa.
 
Could it be worse?
 
Suonò il clacson al cretino che viaggiava davanti a lei e non si moveva. Aveva bisogno di tornare a casa, o almeno di raggiungere un posto che le sarebbe sembrato tale… magari Hyde Park. Ma un parco di sera non era l’opzione migliore, decisamente. L’opzione migliore era casa sua, casa dove l’aspettava il fidanzato... e non ce la poteva fare, non in quello stato.
Non ricordando tutte quelle emozioni, non piangendo copiose lacrime mentre si guidava furiosamente. Decisamente non poteva essere quello il caso.
Avrebbe potuto… solo fermarsi a guardare il palazzo. Dov’era iniziata la sua nuova vita da marito… non suo, ovviamente. Magari avrebbe visto una luce accesa…
«Sono impazzita e sono diventata una stalker, complimenti.» si schiaffeggiò la fronte, ma ormai era troppo vicina alla via che la chiamava. Così si fermò. Osservò il palazzo, cerco di ricordarsi quello che le aveva detto Sienna in passato, quello che aveva scoperto… e si schiaffeggiò di nuovo, ritornando sui suoi passi.
 
Lights will guide you home
and ignite your bones
and I will try to fix you.

 
«Provaci, provaci soltanto! Prova a pensare razionalmente, ad incanalare questi sentimenti negativi…»
«Non parlare come una fottuta maestra di yoga, non riesco a “incanalarli e trasformarli in un sentimento positivo che porterà alla pace nel mondo”! Riesco solo a pensare: “Sono un fallito e lei fa più di me”. È l’unica cosa che riesco a pensare, e credimi, vorrei tanto non pensarlo, vorrei tanto, ma non ci riesco!» sbottò il ragazzo, scuotendola per le spalle.
«Come fai a non pensare ad altro?! A quello che siamo, a come stiamo bene…»
«Perché ci penso. Ci penso spesso, è quello che uso per non pensare a queste sensazioni negative. È quello che mi riporta sulla strada… ma non è più abbastanza. Ci penso sempre di più e non va bene, non riescono a riportarmi indietro i bei ricordi che ho di noi.»
«Non sono ricordi, dannazione! È la nostra vita, la nostra vita ovunque! È Venezia, i Caraibi, Hyde Park…»
«Lo so! Lo so…» la reggeva per le spalle, come se avesse paura che potesse crollare da un momento all’altro: e le lacrime che si facevano spazio sulle sue guance non presagivano niente di diverso «Ma ora non impedisce più quei pensieri. Tutto questo… non lo blocca più.»
«È finita.» esalò lei, stropicciandosi gli occhi con una mano: dallo choc lui la lasciò andare e lei crollò sul divano «Credimi, non voglio che sia finita, non lo voglio. Ma è finita per te. Quindi possiamo lasciarci ora, o tra due settimane o due anni, ma per te è finita ora. È finita e non possiamo farci nulla.» assunse una posizione fetale e abbracciò il cuscino, mentre lui camminava per la casa, alternando sospiri carichi di preoccupazione a sfoghi che lo portavano a ravviarsi i capelli in modo nevrotico.
 
And high up above or down below
when you’re too in love to let it go

 
E poi l’ha lasciato libero, l’ha lasciato andare. Gli ha fatto vivere la sua vita, senza la sua presenza ossessiva, gelosa, la sua presenza… che lo amava. Perché poteva essere ossessiva, gelosa, poteva cercare di controllare tutto, ma lo amava. E lo dimostrava sempre. Come lui faceva con lei.
L’aveva lasciato andare, per cercare il meglio per lei, per lasciargli cercare il meglio per lui, ma più il tempo passava più si rendeva conto che loro erano il meglio per loro stessi. E di questo non riusciva a capacitarsene, perché se l’era lasciato scappare, non avevano combattuto abbastanza per la loro storia. Anche ritornando dopo insieme, non avevano combattuto abbastanza!
 
But if you never try you’ll never know
just what you’re worth

 
E allora tornava a casa. Perché non poteva stare ad osservarlo da fuori, non poteva osservare la sua vita andare avanti. Non era giusto nei suoi confronti, anche la sua, di vita, doveva andare avanti. Se lo meritava, doveva dare una chance al matrimonio, alla nuova vita…
Chi voleva prendere in giro? Il matrimonio dei suoi sogni, lei, l’aveva già avuto. Appunto, proprio nei suoi sogni, e basta. E nessun’altro sarebbe stato alla sua altezza. Era con l’uomo dei sogni, nel posto dei sogni, la storia d’amore dei sogni. Quella vissuta stupendamente, quella che era finita. E niente sarebbe stato all’altezza di tutto quello.
 
Tears stream down your face
when you lose something you cannot replace

 
Attraversava la navata principale e guardava tutti attraverso il velo. Era in chiesa e gli invitati erano pochi, perché la chiesa e l’organizzazione l’aveva fatta lei. Il padre era alla sua sinistra e la accompagnava, si avvicinavano sempre più all’altare. E c’era Jamie ad aspettarla, Jamie, in tutta la sua bellezza, in tutta la sua contentezza. La aspettava col sorriso sulle labbra, e non appena era arrivata l’aveva presa per mano. E tutti i suoi vecchi amici come testimoni… e Sienna, c’era Sienna per lei. E ai banchi suo fratello, sua madre e anche il padre. E dall’altra parte, il padre di Jamie e le sue due sorelle. Non importava che vestito avesse, con lui si sarebbe potuta sposare anche in un campo pieno di fiori selvatici: sarebbe stato bello lo stesso.
Ma non era con lui che si stava sposando. Perché la crudele e triste realtà l’aveva fatta crescere, e sebbene i sogni di otto anni prima erano ancora vivi e vegeti in lei, sebbene volesse ancora quello, non poteva più averlo materialmente. E quindi si accontentava, accettava il compromesso: lo facevano tutti al mondo, perché non poteva lei?
 
Tears stream down your face
 
La ragazzina che era in lei era lì, non si era spostata. Eppure non aveva più la forza di combattere per ciò che voleva davvero, non sentimentalmente parlando. La ragazzina che era in lei s’era fermata dall’agire impulsivamente quando la ragione della sua impulsività, positiva e negativa che fosse, se n’era andata. Avrebbe passivamente accettato la realtà, come facevano in tanti. Non avrebbe potuto accettarla con entusiasmo, la ragazzina che era in lei si sarebbe rivoltata nella tomba, piuttosto.
«Avremo sempre Venezia.» mormorò, asciugandosi una singola lacrima che era scesa velocemente dall’occhio sinistro per posarsi sulla guancia.
«Cosa, tesoro?» e non era Jamie, come avrebbe potuto capire?
«Niente, non preoccuparti.» tagliò corto, voltandosi dall’altra parte. Voleva solo avere un lungo sonno riposante senza sogni. O magari, sognare un po’ di Jamie, un po’ del suo Jamie.
  
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