It's for the best, Sherlock

«Non vedo il motivo della tua agitazione.»

Un sopracciglio che s'inarca. Finta incomprensione negli occhi – agitazione? Non è nel suo carattere. Non nel senso insinuato da Mycroft, perlomeno.

«In fondo questi sono solo gli ovvi risultati di un piano ben riuscito.» Un sorriso soddisfatto. «Nulla più lo collega a te.»

Rimane impassibile, il volto apparentemente svuotato da ogni espressione. Ma la stretta al cuore che scaturisce da queste parole non passano inosservate. Ignora il sorrisino del fratello.

«Non si avvicina a Baker Street da almeno due anni, e gli ultimi, sporadici contatti avuti con Mrs. Hudson sono avvenuti tramite telefonate durate...» Non ha bisogno di sfogliare il file che tiene tra le mani, ma lo fa lo stesso. Ha sempre amato creare suspense. «... all'incirca tre minuti. Giusto il tempo il tempo di informarsi sulla sua salute, ma non abbastanza da permetterle d'iniziare a parlare di...»

Esita.

Te.

Come se Sherlock non lo sapesse. Come se entrambi non sapessero che, dopo quasi tre anni, John ancora non riesce – non vuole? – parlare di lui.

«Ha trovato un lavoro quasi dall'altra parte della città grazie ad un CV che non ricordava d'aver inviato.»

Ovviamente.

«Come dicevo, tutto è andato come pianificato. Questa lieta notizia non è che il coronamento della sua nuova vita da semplice cittadino britannico.»

Noiosa. Proprio come doveva essere, certo, ma noiosa.

«Anthea si è già premurata di far recapitar loro un regalo adeguato, allegando naturalmente delle scuse per la mia assenza. D'altronde la mia presenza in una situazione simile» Ordinaria. «risulterebbe sospetta. Per non parlare della noia..»

Guarda la smorfia di Mycroft e non dice nulla. Ovviamente sarà noioso. Tutto nella vita di John è noioso senza di lui.

«Non essere triste. Così è meglio per tutti, Sherlock. Il naturale evolversi delle cose.»

Vorrebbe colpirlo con qualcosa, qualsiasi cosa, quando usa quel tono quasi derisorio. Stringe i pugni e pensa a John. Il suo blogger. Il suo migliore amico. Il suo...

Stringe le labbra. «Quando?» Un'unica domanda per rendere tutto reale, assoluto. Irreversibile.

Mycroft sorride, mellifluo. «23 settembre.» Estrae una busta quadrata e gliela porge. «Puoi tenere la partecipazione, se vuoi.» China la testa in segno di saluto. «Ci vediamo tra qualche giorno.»

Sherlock non lo guarda allontanarsi, gli occhi fissi sulla carta color panna, ruvida sotto le sue dita sottili.

È meglio per tutti. Forse se lo ripete abbastanza volte finirà con il crederci.