Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Ricorda la storia  |      
Autore: Wren    24/11/2007    4 recensioni
[Spoiler Capitolo 131]
Un'avventura infantile di Sakura e Shaoran si trasforma in un ricordo frantumato della Sakura di oggi. [SS]
[Centesima fic della sezione, huzzah!XD]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Syaoran
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dedicata ad Harriet per il suo compleanno, che è stato diverso tempo fa, ma io sono la donna del ritardo e quindi...
Happy Dela(no)yed Birthday!!! XD


Fanfic scritta per la community Daisuki

#2. The carpet of the sky

Ispirata a QUESTA splashpage del manga.




Era ormai notte inoltrata quando le due figurine presero a correre rapide attraverso le vie della città, nascondendosi nelle ombre delle case e sperando di non star facendo troppo rumore.
“Se il Re ci scopre, questa volta mi uccide sul serio...” mormorò preoccupato Shaoran, per la milionesima volta da quando avevano intrapreso quell’avventura. “Mio fratello deve solo provarci!” minacciò convinta Sakura, scuotendo un pugno in aria prima di lasciarsi andare ad una silenziosa risata soddisfatta.
Quella piccola fuga dal palazzo l’aveva esaltata fin dalla sua progettazione, portata avanti nel corso dell’ultima settimana in gran segreto. Nessuno sapeva del loro piano, avevano preparato tutto di nascosto per conto proprio.
Quella notte era per loro due soli.
Shaoran, a differenza di Sakura, non riusciva a lasciarsi andare allo spirito dell’Avventura, continuava a guardarsi attorno, preoccupato che potessero essere scoperti da un momento all’altro. In principio gli era parsa un’idea grandiosa e perfettamente fattibile: sgattaiolare fuori casa senza svegliare papà, raggiungere quella finestra del palazzo, quella abbastanza bassa da permettere ad una ragazzina di calarsi giù, e recuperare Sakura, correre fino alla loro meta ed essere a casa sani e salvi senza che nessuno si fosse accorto di alcunché. Un piano perfetto in teoria, ma al momento in cui si era ritrovato a metterlo in pratica, i dubbi avevano iniziato ad angosciarlo. A conti fatti, il minimo che poteva capitare era di essere accusato del rapimento della principessa del regno e condannato a non si sa quale terribile pena. Sakura, gli afferrò la mano e lo tirò avanti per scuoterlo dai suoi cupi pensieri.
“Rilassati Shaoran!” gli sorrise. “Andrà tutto bene sicuramente!”
Subito il ragazzino sentì ogni preoccupazione scivolare via come il sapone sull’acqua. Se lo diceva Sakura in quel modo, doveva essere vero per forza.
La principessa non sciolse la stretta sulla mano dell’altro ed insieme ripresero a muoversi furtivi attraverso le vie fino ai confini dell’abitato. L’oceano sconfinato di sabbia li accolse con il basso fischio del vento tra le dune e i due avanzarono nel deserto, con le rovine lontane come unico punto di riferimento. Ora che non c’era più il rischio di venire scoperti la loro andatura si era fatta più calma, anche perché su quel terreno non era semplice muoversi, specialmente per due bambini. Restarono comunque in silenzio. Quella era la loro grande avventura e, pur senza essersi accordati prima, la volevano vivere con la solennità di un rito sacro.
Camminavano lenti, uno al fianco dell’altra, con le mani strette insieme e gli occhi fissi sulla linea dell’orizzonte, a metà tra la sabbia e il cielo.
“Qui dovrebbe andar bene...” disse Shaoran, fermandosi ad un tratto.
Sakura annuì con fare serio ed aprì la borsa che si era portata dietro. Aveva impiegato giorni interi per raccogliere quel bottino senza essere scoperta, ma alla fine era riuscita a trovare tutto.
Un leggero telo di seta lavorata da stendere per terra, perché sedendosi, non si riempissero di sabbia.
Una lanterna ad olio, di quelle facili da accendere e con una campana di vetro a proteggere la fiammella.
Una coperta calda, intrecciata con la lana più morbida di tutto il regno e decorata con una frangia colorata.
“Mi spiace che tu abbia dovuto portare tutte queste cose...” si scusò imbarazzato Shaoran, togliendosi dalla spalla la sacca che a sua volta si era portato da casa.
“Smettila di preoccuparti di cose inutili! Era il minimo che potessi fare, volevo preparare qualcosa anche io!” lo rassicurò Sakura dandogli un’amichevole pacca sulla testa, prima di lasciarsi cadere sul telo.
Shaoran sorrise e le si sedette accanto.
“Allora è proprio stanotte?” domandò Sakura impaziente mentre Shaoran disfaceva l’involto di stoffa che aveva tirato fuori dal suo bagaglio.
“Sì, ne sono sicurissimo! Era scritto nelle iscrizioni che ho tradotto un mese fa con mio padre.” annuì il ragazzo.
“E questo a cosa serve?” chiese ancora la principessa, appollaiandosi alla spalla del ragazzo e sbirciando lo strano oggetto che aveva in mano.
“E’ un diorama stellare. L’ha progettato un’antichissima civiltà che vive a nord di qui, oltre il deserto. Serve a capire la posizione di stelle e costellazioni, vedi? Basta prendere un punto di riferimento e si riconosce tutto il resto del cielo. E’ impressionante come popoli dalle conoscenze tecnologiche così primitive siano riusciti a studiare la volta celeste con tanta precisione... Comunque, vedi questo puntino? E’ quella stella lassù, e secondo i miei calcoli, dovrebbe cominciare tutto proprio da lì!”
Sakura sorrise divertita. Vedere quell’espressione rapita sul viso di Shaoran era una gioia immensa per lei, lo trovava tremendamente carino, così tanto che le venne l’impulso di abbracciarlo.
“S..Sakura!!!” protestò il ragazzo, diventando rosso come un peperone.
“Sono così felice che tu mi abbia raccontato di stanotte, Shaoran! Non avevo mai visto una pioggia di stelle cadenti!” rise lei senza badare alle sue imbarazzate proteste.
“Sono sicuro che ti piacerà moltissimo! Nell’iscrizione si diceva che era un evento eccezionale, che capita solo una volta ogni cinquant’anni! E’ stata una fortuna trovare quella tavoletta e riuscire a tradurla in tempo!”
“Sono sicura che è stato il Destino a fartela trovare! Il Destino voleva farci vedere la pioggia di stelle!” esclamò Sakura.
“Destino?” chiese perplesso Shaoran.
“Sì! Ne parlava spesso il mio papà e...”
Sakura si interruppe, sgranando gli occhi.
“Guarda Shaoran! Guarda!” strillò al colmo dell’eccitazione, scuotendogli una spalla ed indicando il cielo.
Tanti filamenti dorati presero a staccarsi dal manto scuro del cielo e sfrecciarono per tutta la sua volta, lasciandosi dietro una scia fiammeggiante che ardeva diversi secondi prima di scomparire. Era una pioggia di fuoco e d’oro e di magia.
I bambini sentirono i brividi per l’emozione di un tale spettacolo, l’intero cielo era illuminato da uno stormo di dardi di luce. Rimasero immobili, troppo travolti dallo splendore di ciò che vedevano per fare anche un minimo movimento. Ad un certo punto Sakura dovette ricordarsi di respirare, perché le si era bloccato il fiato in gola.
“E’ bellissimo, Shaoran!” mormorò per non intaccare quel momento speciale con una voce troppo alta.
“E’ vero!” sussurrò Shaoran in risposta.
“Shaoran... promettimi una cosa... tra cinquant’anni, mi porterai a vedere ancora la pioggia di stelle?”
Shaoran sentì un fremito scorrergli sotto pelle, forse per tutte le piccole cose che se ne stavano sottese in quella semplice richiesta.
“Te lo prometto, Sakura!”




Il deserto di quel mondo era gelido, come quello del regno di Clow non era mai stato. Qui il sole compariva troppo di rado per scaldare la sabbia, tormentata dalle continue e violente precipitazioni che ne scioglieva i grani senza pietà.
Sakura era accasciata al suolo. Ancora una volta la gamba ferita l’aveva trascinata a terra e lei dovette stendersi supina per qualche minuto, altrimenti non sarebbe mai riuscita ad alzarsi.
Sopra di lei, le nuvole nere gravide di quella pioggia malata le diedero l’impressione di un velo funebre.
Doveva alzarsi, ma non ci riusciva ancora. Era stanca. Le faceva male tutto il corpo e più di ogni cosa, sentiva un dolore sordo schiacciarle il petto e toglierle il fiato. Ancora una volta le lacrime presero a pungerle gli occhi, ma Sakura le ricacciò indietro con forza. Non poteva lasciarsi andare così, non ora, aveva qualcosa di importante fare.
Strinse al petto l’uovo che aveva recuperato e pregò che al palazzo del parlamento stessero tutti bene.
Doveva alzarsi, ma proprio il suo corpo non le dava retta, non le permetteva nulla più che di guardare il cielo. Un lampo attraversò l’agglomerato di nuvole, una scia di luce contro il nero del cielo. Sakura sentì che dentro di lei una vocina cercava di dirle, di mostrarle, di ricordarle qualcosa. Le sue memorie perdute erano l’ultima delle sue preoccupazioni, ma il suo corpo si sforzava di ricordare quel qualcosa legato al cielo scuro ed al lampo. Da qualche parte ritrovò un ricordo che fino a poco tempo fa non c’era e con una fitta al cuore si rese conto che veniva da quell’ultima piuma che le era stata data con la forza.
Era lei da bambina, una notte in cui il cielo era scuro quanto le nubi di Tokyo e le stelle cadenti brillanti come i lampi. Era sola nel deserto, eppure...
Il suo corpo ricordò il calore di quella notte e finalmente le riuscì di alzarsi. Guardò la strada davanti a sé che, per quanto si trascinasse avanti, pareva interminabile. Ricominciò ad avanzare, ignorando il dolore, ignorando la stanchezza. Anche se ci sarebbero voluti degli anni sarebbe tornata dalla Strega con quell’uovo. E poi sarebbe andata avanti. E poi...
E poi non sapeva cosa sarebbe successo. Però si ricordò che qualcuno le aveva detto che la pioggia di stelle nel mondo di Clow ci sarebbe stata ancora, tra qualche decina d’anni, e l’idea di esserci le fece fare un altro passo avanti.



Owari



Vieni a trovarmi su The Fangirl Within
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: Wren