Ninna nanna

Dormi che il futuro
ti aspetta alla finestra
e senza fretta 
guarda dentro la tua stanza.
Io lo so che lo farai meraviglioso
proprio come stai sognando tu.

Chissà se ti ricordi questa canzone.
Io l’ho sentita qualche giorno fa. L’avevo completamente rimossa. Eppure la sentivamo tutti i giorni.
Ho pochi vaghi ricordi di quel periodo. Il che è alquanto normale, considerando il fatto che avevamo entrambi poco più di un anno.
Il giorno che ci siamo conosciuti è stato uno di quelli. 
Le nostre madri, troppo impegnate con i loro lavori, non potendo più usufruire della maternità, ci avevano lasciato da questa ragazza che, per guadagnare qualche soldo in più, si proponeva come baby-sitter.
Ce la cantava lei quella ninna nanna. Ogni volta che doveva farci dormire.
I nostri pomeriggi in quella casa passavano tra le due carrozzine per dormire e il box quando giocavamo.
Giocare. Giocare è una parola grossa. In realtà facevamo una guerra là dentro. Ci lanciavamo i peluche a vicenda. Meno male che erano tutti morbidi.
Oppure litigavamo, quando volevamo lo stesso pupazzo.
Mia madre mi ha raccontato che uno di quei giorni, quando sono tornate a prenderci io piangevo come un forsennato, perché mi avevi preso un gioco sotto il naso e non avevi più voluto ridarmelo.
Eppure quella ninna nanna è la cosa che mi è rimasta più impressa.
Oltre al fatto che ogni mattina che ti vedevo ero contento. Seppur poi continuavamo a lanciarci i soliti giochi dentro il box.
Eravamo davvero piccoli.
Chissà se quella ragazza si ricorda di noi.
Se non sbaglio era bionda… oppure rossa… non ricordo.
Ma la sua voce me la ricordo perfettamente. Mentre ci cantava quelle parole.
E intanto mentre cantava, studiava per l'università.
Poi aveva una pazienza immane.
La facevamo sempre alzare dalla scrivania, quando urlavamo troppo. Eppure lei non ha mai alzato la voce e riusciva a farci stare di nuovo calmi ugualmente.
Chissà ora cosa starà facendo. Probabilmente si sarà già laureata e starà lavorando da un bel po’ di anni.
E invece noi siamo qua. 
Diciotto, quasi diciannove, anni per uno. 
A ricominciare un’avventura insieme.
Come la prima volta che abbiamo ascoltato questa dolce ninna nanna.