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Autore: xgreeneyes_    05/05/2013    2 recensioni
Il ragazzo più popolare e desiderato della scuola che si innamora della ragazza più anonima e brutta, lui che va contro tutti per proteggere la ragazza che ama e lei che improvvisamente acquista autostima trasformandosi in una splendida ragazza fine ed elegante.
Se questo è il vostro concetto di “La solita vecchia storia”, se questo è quello che vi aspettate di leggere vi consiglio di non perdete neanche tempo ad aprire questa storia perché lui sarà anche il classico ragazzo popolare e stronzo che si vedono nei film Americani ma lei, lei non è la solita anonima e brutta ragazza con la totale mancanza d'autostima, no, lei ha personalità, lei ha senso dell'umorismo, lei ama la vita, lei non cade facilmente ai piedi dei ragazzi, lei non rispetta le regole, lei è diversa da qualsiasi altra ragazza, lei ha una grande personalità, lei è forte e non perde mai il sorriso, anche nei momenti più bui e credetemi quando vi dico che da quando Ty Adams ha fatto la sua ricomparsa nella vita di Minnow Tompson di momenti bui ce ne sono stati parecchi; perché? L'unico modo per scoprirlo è leggere!
Spero di avervi incuriositi, grazie per aver letto!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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1°Capitolo.

 

Ormai era risaputo che nei momenti di noia, come nel caso di quella mattina, la mia mente iniziava a vagare da sola ponendosi domande esistenziali.
Me ne stavo seduta su una panchina, nel cortile della scuola, aspettando che la campanella, che dava il via alle lezioni, suonasse, suscitando in me una gran voglia di conficcarmi una lama dritta nel petto, mentre fissavo colui che poteva essere definito il mio più grande nemico.
Era strano come un ragazzo così bello potesse contenere così tanta cattiveria. Sembrava un angelo con quegli occhi verdi e quei capelli biondo cenere ad incorniciargli il volto, certo, il fisico ben piazzato e i lineamenti marcati del viso potevano contrastare con l'idea di una creatura leggiadra ma di certo non suscitavano malvagità. Eppure, in realtà, quel ragazzo ne era intrinseco e non si preoccupava neanche di nascondere quel lato di se anzi, sembrava quasi che se ne vantasse.
Un'altra cosa strana era il cambiamento che aveva subito, si perché una volta ci si poteva specchiare nei suoi occhi senza trovare traccia di malizia, non che l'abbia mai fatto ma ne ero sicurissima.
Eravamo nella stessa classe alle elementari, era difficile che il sorriso gli morisse dalle labbra, era gentile, premuroso, simpatico e solare insomma, era un normale bambino con una passione sfrenata per il calcio e un animo molto sensibile. Erano poche le volte che ci eravamo fermati a parlare o a giocare insieme ma la mia migliore amica invece gli era molto vicina.
A nove anni, appena finita la quarta elementare, si trasferì a Londra con i suoi genitori e tornò a New York all'età di quindici anni, ricordo ancora il nostro primo incontro


Era da poco iniziata la scuola quindi eravamo agli inizi di Settembre. Era una giornata serena, con il sole che batteva forte su tutto ciò che toccava e con la totale mancanza di nuvole, la nota negativa era la presenza di un afa talmente forte che quasi bloccava il respiro. La quotidianità scorreva, secondo la mia percezione ma solo perché ero in ritardo per l'inizio delle lezioni, molto velocemente ma con le solite scenette che caratterizzava New York: la vecchietta vestita totalmente di rosa che portava a spasso il cagnolino, sembrava più un topo in realtà, una mamma che trascinava, letteralmente, il proprio bambino verso l'autobus che l'avrebbe condotto poi a scuola, del fumo denso e bianco che fuoriusciva dai tombini spezzando l'aria, già non pura, con dei ipnotici movimenti, il solito traffico che caratterizzava la mia adorata città e io che imprecavo, senza preoccuparmi di farlo a bassa voce e quindi facendomi prendere anche per pazza dai passanti, per aver scelto una scuola che si trovava praticamente dall'altro lato della città rispetto a dove abitavo.
Dopo aver corso per mezza città, potevo far invidia ad un maratoneta ormai, e dopo aver perso un polmone per strada riuscii ad arrivare all'istituto che frequentavo con soli pochi minuti di ritardo.
Appena arrivata nel corridoio principale cercai con lo sguardo la mia migliore amica ma non trovandola mi incamminai verso il corso che avevo alla prima ora.

« Io ti conosco! » esclamò un ragazzo bloccandomi con una mano « Tu sei Minnow Tompson! » concluse poi puntandomi con l'indice all'altezza del viso.
Lo squadrai dall'alto al basso con un sopracciglio inarcato: degli jeans chiari e aderenti gli fasciavano alla perfezione le gambe lunghe e muscolose, il busto era avvolto da una camicia bianca a quadretti neri dalle maniche arrotolate fino al gomito e al collo portava un paio di collane tutte ingarbugliate tra loro. Lo stile non era per niente Newyorkese ma la costituzione era quella tipica degli americani o almeno di quelli che curavano il proprio corpo. L'accento era molto strano, c'era qualche traccia di inglese americano ma si sentiva anche un forte cadenza britannica, era divertente ma tremendamente sexy allo stesso tempo.
Poi mi concentrai sul viso: una folta chioma biondo cenere, leggermente lunga per un tipo del suo genere, contrastava alla perfezione delle iridi di un verde intensissimo, il naso, proporzionato sia in forma che grandezza, non era particolarmente inusuale, le labbra erano sottili ma carnose e, siccome erano socchiuse, riuscivo ad intravedere una dentatura eccezionale.
Ero sicura di non conoscerlo ma c'era qualcosa in lui di molto familiare che mi riportava a qualcosa. Qualcosa di passato e bello ma cosa? Lo avevo già visto da qualche parte!
Quando l'illuminazione arrivò spalancai la bocca per lo stupore e schioccai le dita per fargli capire che forse avevo idea di chi fosse « Ty Adams! » ipotizzai sorridendo.
Lui annui con espressione neutra « Però, sei cresciuta! » sbottò poi aver fatto un'analisi dettagliata del mio corpo come se avesse dei raggi-x al posto degli occhi.
Guardai le mie all-star nere che avevano avuto tempi migliori, ma infondo le converse più vecchie sono e più belle sono no?!, gli jeans bianchi stracciati molto aderenti, la maglia larga a righe blu e rosse che mi lasciava una spalla scoperta, la mia adorata collana lunga con un ciondolo a forma di chiave di violino e ah, non dimentichiamoci del cappello nero.
Mi tornai a concentrare su di lui non trovando niente di male nel mio abbigliamento.
« Già, come ogni altra persona a questo mondo! » risposi sarcastica. Amavo il sarcasmo e lo facevo quasi sempre. Mi dava un senso di leggerezza perché in questo modo riuscivo a prendere le cose non troppo seriamente, ovviamente quando bisognava essere seri sapevo esserlo. Mi ritenevo una persona positiva, non solo perché cercavo di trovare del buono anche in qualcosa di marcio ma anche perché ero solare e inoltre amavo ridere e far ridere, anche facendo cavolate anzi, sopratutto facendo cavolate che spesso e volentieri mi facevano passare per poppante.
Lui stava per rispondermi ma fu preceduto dall'entrata in scena di Cher, la mia migliore amica, che appoggiò un braccio sulle spalle « Ma dov'eri finita? Ti ho cercato ovun... » si interruppe dopo aver notato la presenza del ragazzo « Non sarai mica Ty Adams! » la sua voce era intrinseca di stupore. Beh la capivo, era strano trovarselo lì dopo ben cinque anni di assenza inoltre la mia mente, come ricordo, mi proponeva l'immagine di un bambino smilzo, quasi quanto un chiodo, ciò che invece avevo d'avanti agli occhi in quel momento era tutt'altra storia: si notava benissimo, nonostante la camicia, quanto il suo fisico fosse muscoloso e ben delineato. Questo dettaglio sorprendeva sicuramente di più rispetto a quello del suo ritorno.
« Cher Abramas! » possibile che si ricordava di tutti, io ci avevo messo almeno dieci minuti per ricordarmi di lui « Non me lo dite, siete ancora “amiche sorelle per la vita”! » citò, con una vocina assurda, la frase con il quale io e la mia amica ci descrivevamo quando avevamo sette anni.
Arrossii al ricordo di tanta stupidità e ridicolaggine mentre Cher ridacchiò imperturbabile « Certo! » rispose poi sorridendo a Ty che era molto divertito, come biasimarlo?
Anche se in realtà la cosa mi infastidiva un po', il suo era un tono derisorio che non mi piaceva per niente.
« Ecco, magari non ci chiamiamo più in quel modo ma si, siamo ancora migliori amiche! » trovai la forza di rispondere anche io mentre il senso di vergogna saliva man mano. Infondo però era una cosa da bambine, chi non si vergognava delle stronzate che faceva e che pensava a quei tempi?
« Questa è una cosa che dovrebbe essere resa illegale dal governo! » se ne andò lanciando un'ultima occhiata divertita.
Mi voltai verso la mia amica con un sopracciglio alzato e notare che aveva dipinta la mia stessa espressione confusa mi sollevò un po', almeno non ero l'unica a non aver capito neanche un po' il senso di quell'ultima frase, non avevo capito neanche a cosa si riferiva in realtà. Ero messa bene insomma.
Scrollammo entrambe le spalle dirigendosi ognuna verso le proprie classi dopo esserci date il solito appuntamento per il pranzo.


Già da quel momento avevo capito che qualcosa, oltre al fisico, era cambiato. Già da quel momento avevo visto una luce diversa brillare negli occhi di quel ragazzo ma mai, mai sarei andata a pensare che fosse diventato tanto stronzo.
Mi destai dai miei pensieri quando il suono della campanella invase le orecchie fino ad arrivare al cervello e, come avevo previsto, una gran voglia di suicidarmi nacque in me.
Mi alzai controvoglia dalla panchina e trascinando quasi i piedi mi diressi al mio armadietto. Mi soffermai un po' a leggere le ultime cattiverie che le persone ci avevano scritto sopra e sorrisi difronte alla fantasia che certe persone potevano vantare.
Aprii l'armadietto prendendo ciò che mi occorreva e lo richiusi trovandomi difronte la ragione di tutto quell'odio, se così poteva essere definito, che la gente sentiva nei miei confronti.
« Adams! » dissi a mo' di saluto anche se non meritava neanche di essere salutato dopo tutto ciò che andava raccontando in giro sul mio conto, lui aveva sicuramente più fantasia di tutti.
« Tompson! » rispose solo indicando con il mento poi le scritte che ormai avevano coperto tutta la superficie azzurra dell'acciaio « Non ti danno fastidio? » mi chiese poi.
Lo studiai con lo sguardo cercando di cogliere qualche particolare nella sua espressione, nei suoi occhi o in qualsiasi altra cosa, che mi avrebbe aiutato a risolvere qualche dubbio. Non era la prima volta che mi faceva una domanda del genere e tutte le volte le stesse domande cominciavano a vorticarmi per il cervello: Perché si interessava così tanto a me? Insomma prima andava a raccontare in giro menzogne su di me e poi mi chiedeva come stavo? Forse gli piaceva bearsi del male psicologico che faceva alle sue “vittime”? O forse vedeva che con me quel continuo provocarmi non attaccava e voleva capirne il motivo? In qualunque caso quel ragazzo era più strano di quanto sembrava!
« So, come sai anche tu, che neanche una sola parola è vera sul mio conto quindi, perché dovrebbe scalfirmi? » ed era vero quello che avevo appena detto, non me ne poteva fregar di meno del parere della gente perché io sapevo bene cos'ero e di certo non era una ragazza che andava con tutti! Ovviamente non era per niente piacevole essere guardata, indicata e derisa in continuazione, come non lo era neanche aprire il computer, andare su facebook e trovarsi tutti quegli insulti anche lì ma se si aspettava che sarei scoppiata a piangere ai suoi piedi implorandogli di smetterla si sbagliava di grosso, non ero ancora così disperata.
Andai alla lezione di inglese, lo stesso corso che frequentava lui purtroppo, senza degnarlo di qualche attenzione in più. Perché avrei dovuto farlo? Era viscido, senza cuore, stronzo...era meno di zero, ecco, se qualcuno mi avesse chiesto “descrivi Tay Adams brevemente” quella frase avrebbe reso il concetto più di mille offese!

Lolei's space.
Tu, si mi riferisco proprio a te che stai leggendo, io ti sposo perché sei arrivato fin qui, anche se poi magari non andrai aventi a leggere ma già mi hai resa felice quindi grazie mille!
Detto questo, volevo parlarvi della storia:
È la seconda che scrivo ma la prima ancora non l'ho finita perché non ho l'ispirazione ma prometto che questa la finirò, anche perché l'ho già scritta tutta, o quasi tutta lol
Sarà composta da pochi capitoli, 10 oppure al massimo 11.
Immagino che mentre avete letto l'introduzione vi siate chiesti, se non è quello che ci dobbiamo aspettare, perché cavolo l'hai chiamata “the same and old story”? Ve lo spiego brevemente: personalmente amo questo tipo di storie, anche se ormai sono un classico ma contemporaneamente mi annoiano perché i personaggi sono fatti con lo stampo in tutte le fan fiction allora, ho deciso di unire questa trama, con qualche modifica, a personaggi un po' “fuori dal comune”...ecco.
Premessa: so che da quello che avete letto vi potrà sembrare una storia che parla di bullismo ecc... però vi assicurò che non sarà così nel senso che non sarà una storia dove descriverò come la protagonista riesce a sconfiggere il bullismo dal mono con un idea assurda mentre si mette in ridicolo d'avanti tutta la scuola ma che poi viene accolta no, la storia sarà incentrata su una storia d'amore ma che all'inizio non sembrerà tale...poi vedrete, quindi, la protagonista non sarà una depressa ragazza con tendenze suicide ma questo credo voi l'abbiate capito già dall'introduzione.
Inoltre volevo chiedere a qualche anima pia brava con la grafica se può farmi un banner visto che io sono un disastro.
Ora la smetto di annoiarvi e vi ringrazio ancora per aver letto tutto, sarei felicissima se mi lasciaste anche una piccolissima recensione.
Ah, questi sono come mi immagino Minnow e Ty.
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