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Autore: Sachi93    05/05/2013    3 recensioni
Ecco, queste sono le storie di persone che resero grandi le loro nazioni.
Musicisti, scrittori, scultori, pittori, esploratori, tutti lasciarono un segno nella storia.
Tutti percossero il mondo con le loro voci!
1. Il compositore (Austria)
[...]
8. Il profumo del mosto selvatico (Vaticano)
[...]
16. Io so' di non sapere (Grecia)
[...]
24. Il sapore della libertà non era un' illusione (Scozia)
[...]
32. Un pomeriggio di maggio (Paesi Bassi)
[...]
40. Non è mai troppo tardi... (Filippine)* MODIFICATA
[...]
48. Lei, una donna... (Antico Egitto & Egitto)
[...]
52. AVVISO
[...]
56. Era uno fra i tanti (Venezuela)
57. L’avidità conquista tutti (Bielorussia)
58. Aveva negli occhi il ricordo… (Hong Kong)
59. E alla fine sentiremo solo un sussurro... (Thailandia)
60. Ka mate, ka mate… (Nuova Zelanda)
{ COMPLETA }
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rosso non sempre era mal pelo
 
 
 
 
Questo è poco ma sicuro.
Quel tizio aveva invaso la sua terra.
Portando con sé uno stantio odore di stivali, e un' essenza.
Quella che mai era stata sconosciuta a Romano, la polvere da sparo dei cannoni.
Tutto in lui aveva quel sapore, che a distanza di giorni inondava ancora la sua bocca
E a Romano questo dava fastidio.
Un mercenario che faceva da padrone in casa sua, era inaccettabile.
In piedi, nella tenda posta a quartier generale, dettava le sue disposizioni, non curandosi della presenza del ragazzo.
E in tutto quel fastidioso trambusto, infine si permise di guardarlo dal  basso verso l' alto, come l'ultimo dei pezzenti.
Con un gesto secco mandò via i suoi sottoposti.
"Voi sareste?" 
"Romano Lovino Vargas, rappresentante del Regno delle Due Sicilie, nonché il suolo che voi state calpestando indegnamente."
"Indegnamente?!"
"Esatto!"
"Suvvia, signor Vargas, chi non l'ha già fatto?!"
Romano trasalì a quelle parole.
Benché cercasse sempre di vivere in un eterno presente, Romano era cosciente di quanti stranieri, ogni secolo che passava, osavano metter piede su di lui.
Puro sfizio, potere, denaro, ormai aveva smesso di chiederselo.
Tanto valeva vivere di giorno in giorno, aspettandosi non sempre delle visite piacevoli.
E questa era una di quelle.
"Signor Vargas." Continuò accendendo uno di quei sigari.
"Lei ha la più pallida idea di quanto questa storia costi, in termini di soldi e vite umane?"
Ora Romano ne era certo, non un generale, non un eroe.
Un mercenario, dalla camicia rossa, dai capelli rossi.
Ai più che lo temevano, quel tizio sembrava una fiaccola nel buio pesto.
Una speranza per chi credeva ancora negli ideali.
Ma Romano non credeva più a niente da tempo.
"Lei sa cosa ci si gioca con queste operazioni militari, lei sa quali vantaggi può portare a tutti?"
Romano strinse per rabbia il pomo della sua sciabola.
Aveva ragione su ogni fronte.
Tutti ne avrebbero avuto un vantaggio.
Tutti, dagli imprenditori del Nord ai baroni del Sud.
E questo a scapito di coloro che già morivano di fame.
"Lei sa che avrebbe l'opportunità di incontrarsi con suo fratello?"
Sotto gli occhi di quel generale, Romano sorrise.
Si grattò quel mento, che ancora non presentava un' accenno di barba.
Da quanto tempo non incontrava il fratello, saranno stati secoli, come minimo.
Per delle nazioni come loro, non era altro che un' istante.
Eppure a Romano, nemmeno il senso dell' eternità poteva esprimere il dolore di quell'atroce separazione.
Quello che desiderava  era trovare la pace, nella sua terra, nella sua casa.
Ma era necessario un compromesso, che accontentasse gli invasori e non.
In fondo Garibaldi poteva essere utile anche ai suoi scopi.
E tutti avrebbero avuto dei vantaggi.
"Le porte di Napoli sono aperte ai mille."
Per ritrovare suo fratello, aveva venduto il suo stato al miglior offerente.
Si, era disgustoso, improponibile, ma quale nazione non l'aveva già fatto per interessi più grandi.
Sapeva che nulla sarebbe cambiato, ma alla fine bisognava accettare quel risorgimento, altrimenti sarebbe stato spazzato via.
Romano ne era certo, in futuro se qualcosa fosse andato storto, lui si sarebbe vendicato.
Così con un veloce inchino, uscì dalla tenda con un sorriso ancor più evidente.
Essere di nuovo uniti era il miglior compromesso che avrebbe potuto accettare.
In fondo non sempre rosso era mal pelo.
 


 
 
Salve ragazzi!
Allora qui abbiamo un Romano molto cinico, che si interessa più ai fatti che agli ideali, lo so fa schifo, linciatemi pure! Nel caso in cui vi faccia realmente schifo cancellerò il capitolo.
Sinceramente a me, Garibaldi non sta molto simpatico e definirlo mercenario forse è un po' pesante, ma i mille non erano veri e propri soldati ma liberi volontari. Diciamo che  la vendetta per Romano sarebbe stato il fenomeno del Brigantaggio, si lo so è molto fantasiosa come risposta all'invasione dei mille!
Non so se vi piacerà, forse sono stata un tantino forte nelle definizioni, e se ho offeso qualcuno mi scuso.
Bhe, la storia è ambientata il 7 settembre 1860, quando Garibaldi entra a Napoli.
Il titolo fa riferimento alla novella di Verga: Rosso mal pelo, se non la conoscete vi consiglio di leggerla perchè è veramente bella, e sinceramente il riassunto non mi sembra il caso di farlo qui.
Dedico la storia a "Danonleggere", mi dispiace mi è uscita, così magari tu l'avresti voluta un po' più leggera e divertente, ma il mio cervello ha fatto il contrario.
Spero che vi sia piaciuta, anche se non è una delle migliori.
Se avete altre idee, magari fatemelo sapere, così mi donate un po' di ispirazione!
Un caloroso saluto ragazzi,
Sachi93
  
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