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Autore: lulubellula    05/05/2013    3 recensioni
Kalokairi, Grecia.
Una donna in fuga dalla sua famiglia e da un mondo scintillante che l'ha ripudiata.
Un mazzo di chiavi ed un vecchio casolare di famiglia sono il suo punto di partenza.
Una bionda pittrice entrerà nella sua vita come una ventata d'aria fresca e nuova, finché ...
L'arco temporale abbraccia circa vent'anni di vita delle due donne, vicine e distanti, due anime destinate a trovarsi, perdersi e ritrovarsi di nuovo.
CalliopexArizona
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Colors of the sea

Chapter three

La strada era parecchio scoscesa e sterrata, la polvere si alzava al passaggio della jeep di Arizona, sulla quale viaggiavano le due donne.

Impiegarono una manciata di minuti per giungere sino alla cima della collinetta, che, dall’alto si ergeva a dominare l’isoletta dell’Egeo; la vegetazione era lussureggiante e maestosa, vi erano cactus e fichi d’India, alcune piante grasse, arbusti di ogni tipo e sorta.

Il casolare dei nonni di Calliope si sarebbe potuto confondere con una villa spaziosa al primo sguardo, ma ad un’occhiata più attenta, al secondo impatto si notavano segni di abbandono e di cedimento, quali persiane malandate, tegole del tetto traballanti e assi della veranda che necessitavano di un massiccio intervento di manutenzione.

Calliope si sentì persa tutto d’un tratto, sperava che giungere in quel luogo le avrebbe risollevato il morale e donato un po’ di fiducia, di coraggio e di tranquillità, invece sentiva di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, con le intenzioni peggiori e più assurde del mondo, quelle di ricavare una fonte di reddito per sé e il piccoletto che aveva in grembo, in modo da riuscire a sopravvivere in modo onesto e dignitoso nel Vecchio Continente.

“Eccoci arrivate” esclamò la sua gentile accompagnatrice con una nota di entusiasmo sulla voce e un sorriso caldo e avvolgente a illuminarle gli occhi celesti.

Calliope annuì debolmente, cercando di mascherare la sua delusione e il profondo senso di paura e di sconforto che l’avevano assalita, soffocando le poche speranze che l’avevano animata nei giorni precedenti.

“Sembra davvero un bel posto, Calliope, un ottimo posto per aprire una locanda, un albergo, persino un Bed & Breakfast” le disse Arizona incoraggiante.

“Già” disse piano Calliope con poca convinzione.

Arizona la guardò per qualche istante negli occhi, cercando di intuire il motivo di un così poco entusiasmo.

“Non sembri molto entusiasta di questo luogo, Calliope. Credevo che fosse una specie di seconda casa per te, una sorta di porto sicuro, lontano dalle tempeste della tua vita” le disse timidamente.

Calliope abbassò lo sguardo e si lasciò sfuggire una lacrima, che, a fatica era riuscita a trattenere sino a quel momento.

“E’ un disastro, Arizona, ci sono un mucchio di lavori da fare, c’è il tetto da riparare, la veranda da rifare quasi completamente e ci sono dei muri da radere al suolo, nonché un’altra infinità di migliorie da mettere a punto ed io non, i- io non …”.

Arizona le porse un fazzoletto di carta che aveva estratto prontamente dallo zaino che teneva nello spazioso bagagliaio della sua jeep impolverata.

“Grazie” le disse Calliope, nascondendo per qualche istante il volto e mascherando goffamente il suo stato di profonda inquietudine.
“Tu non puoi, cosa?” le chiese Arizona, mordendosi poi il labbro per la paura di essersi comportata in modo eccessivamente sfacciato ed invadente con una donna sola, triste e incinta che, in fondo, conosceva da meno di ventiquattr’ore.

“Io, io non mi posso permettere migliorie di questo tipo, ho un budget davvero molto limitato e devo stare attenta a ciò che spendo se non voglio ritrovarmi sul lastrico, con un mucchio di debiti, il casolare pignorato e un bambino in arrivo senza un posto in cui farlo crescere!”.

Arizona si pentì di averle posto quella domanda che aveva fatto sorgere nella povera Calliope una seconda e ben più impetuosa valanga di lacrime, che faticava a controllare, malgrado i suoi tentativi di farsi forza per non mostrarsi debole.

“Io conosco delle persone che ti potrebbero dare una mano a rimettere in sesto questo luogo, in modo semplice per cominciare, senza troppi fronzoli, abbastanza per far rinascere questo luogo stupendo e renderlo appetibile ai turisti e confortevole per te e per il figlio che nascerà”.

Gli occhi di Callie si riempirono di gratitudine nei confronti di quella donna bella e gentile che sembrava averla presa sotto la sua ala protettrice, quasi un angelo custode venuto in suo aiuto per renderle quel nuovo capitolo della sua vita, aspro e pieno di punti interrogativi un po’meno spaventoso.

 
 
“Non ti riconosco più, Calliope. Non riesco a capire che cosa ti sia successo in tutto questo tempo. Prima rimani incinta e ti rifiuti di sposare Mark, costringendomi a cacciarti di casa e a farti venire a vivere qui e poi mi fai questo!” le urlò contro suo padre con tutto il fiato che aveva in gola.

Calliope si sentì profondamente ferita e amareggiata, toccata nel profondo, nei suoi affetti personali, nella sua vita privata, in quell’angolino di felicità che si era faticosamente ricavata dopo aver sofferto tanto a lungo.

“Dillo, avanti, papà, dillo, scommetto che muori dalla voglia di farlo, di dirmi quando io sia una vergogna per te, per la nostra famiglia, un abominio ai tuoi occhi e agli occhi di Dio!”.

“Una ragazza madre, una, una …”.

“Sono felicemente fidanzata con una donna che amo e che mi ama, convivo con lei e se mi chiedesse di sposarla, se volesse fare di me la donna più felice sulla faccia della Terra, accetterei senza esitare un solo istante! E tu, papà, tu dovresti essere felice per me, tu dovresti appoggiarmi e dovresti amare tua nipote, dovresti prenderla in braccio come fanno tutti i nonni del mondo invece di guardarla come se fosse sbagliata, come se io fossi sbagliata!”.

Carlos esitò un istante e si morse il labbro superiore.

“Io non ho una figlia, non più, e lei non è mia nipote, non lo è mai stata!” le disse stringendo i denti.

“E così questo è un addio? Mi stai dicendo che io non significo più nulla per te, che il tuo cuore non si infrangerà in mille pezzi al pensiero che non rivedrai mai più tua figlia?” gli chiese Calliope con la voce rotta dalla rabbia, dalla delusione e dal rammarico.

“Come ho detto prima, mai avuto una figlia in vita mia” e così dicendo, se ne andò lasciandosi la porta dietro le spalle e un pezzo di se stesso in quell’angolo di Paradiso.

Calliope si lasciò scivolare a terra, sfiorando il muro con la schiena e le spalle e piangendo tutte le sue lacrime sino allo stremo delle forze.

Arizona era a pochi passi da lei e non sapeva cosa fare, che cosa dirle, come confortarla, il fatto era che nessuno aveva mia fatto nulla di così folle e passionale, folle e impulsivo, folle e romantico, come aveva appena fatto Calliope, tagliando definitivamente i ponti con la sua famiglia d’origine.

Riuscì solo a sedersi accanto a lei e ad abbracciarla forte, stringendola a sé e addormentandosi vicino a lei sulla porta del loro casolare.


 
 
“Sembra che diventeremo un’unica grande famiglia” le disse entusiasticamente Owen, con gli occhi colmi di commozione e di felicità.

“Già” gli rispose Callie, restando pensierosa e guardando a terra.

“C’è qualcosa che non va, Callie?” le domandò l’uomo preoccupato.

“No, Owen, nulla, è solo che Sofia è così giovane, ha solo vent’anni e anche Ethan ne ha venticinque, sono entrambi così giovani per questo grande passo”.

“Bè, ma sono innamorati e felici. E poi anche tu avevi venticinque anni quando nacque Sofia. Non c’è un’età giusta per amare, solo la persona perfetta e il momento magico in cui ci si rende conto che non si vorrebbe aspettare un secondo di più per trascorrere il resto dei propri giorni con quella persona al proprio fianco” disse l’uomo guardando in direzione di sua moglie Cristina.

Callie soffocò un sospiro, cercando di non mostrasi turbata.

“Cristina è una donna fortunata”.

“No, sono io ad essere un uomo fortunato, ad aver trovato lei, proprio quando stavo per gettare la spugna, è comparsa lei nella mia vita come un fulmine a ciel sereno”.

Calliope si voltò ad osservare Sofia ed Ethan che stavano apparecchiando la tavola, guardandosi negli occhi come attratti l’uno all’altra da una campo magnetico, da una forza misteriosa e magica che li avvolgeva insieme.

“Ti sei mai sentita così, Calliope, come loro due?” le chiese Owen.

“Sì, mi sono sentita così, tanto tempo fa. C’era qualcuno che mi guardava così, negli occhi, e mi faceva sentire la persona più fortunata della Terra” rispose con amarezza nella voce.

“Immagino che ti riferisca al padre di Sofia”.

Callie esitò un istante e poi rispose, mentendogli: “Già, sì, mi riferivo a Mark, una volta eravamo così anche noi due”.
   
 
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