Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
Segui la storia  |       
Autore: Clarrie Chase    06/05/2013    1 recensioni
Dal 4° capitolo:
« Perché ti comporti da bambina?? », le gridò contro, ormai privo di pazienza.
« Perché non so nemmeno il tuo nome, e questo non è giusto perché tu sai il mio! » gridò altrettanto forte lei, scendendo dal tavolo. « Mikan… io ti ho già detto il mio nome. » mormorò lui, stupito.
« Che cosa? Non è vero! » negò lei, spaventata. Il ragazzo si fece serio: « Come sei finita dentro stavolta? », le chiese nuovamente.
Mikan iniziò a piangere: « Io… non me lo ricordo. »
SPOILER ALERT!
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hotaru Imai, Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Ruka Nogi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti! Sì, so che alcuni di voi si aspettavano l'aggiornamento de "L'incanto de buio", ma visto che non sembra essere stato apprezzato per il momento rimane in cantiere ^^ Questa è una nuova avventura in cui mi sono lanciata, la mia storia continua dal capitolo 176 del manga (SPOILER!), quando Mikan viene costretta a lasciare l'Accademia perchè non è più un Alice. E' ambientata 13 anni dopo quanto raccontato nel 176esimo capitolo. Tratterò tematiche alquanto delicate, e spero di esserne all'altezza. Supportatemi ^^

LOST


I guess you really did it this time 
Left yourself in your warpath 
Lost your balance on a tightrope 

Lost your mind tryin’ to get it back*


Natsume provava una strana sensazione, vagando nei corridoi dell’Accademia poco dopo la fine della cerimonia di laurea. Era qualcosa di simile alla nostalgia ma anche all’amarezza; volente o nolente, era cresciuto tra quelle mura. Aveva trovato l’amore nell’Accademia, e lo aveva anche perso.
Strinse i pugni, cercando di scacciare via il ricordo degli ultimi 13 anni trascorsi senza Mikan, tentando di avere in mente solo le cose buone che aveva vissuto con Ruka, Hotaru e il resto degli amici. Non poteva fare a meno di pensare alle cose che Mikan si era persa, sacrificando i suoi Alice per lui. Il ragazzo dai capelli corvini si diresse verso l’atrio, uscendo alla luce calda del sole: ad aspettarlo c’erano Ruka e Hotaru, ancora con la toga della cerimonia appena conclusa.
<< Dov’eri finito? >>, gli chiese Ruka, sorridendo mentre si schermava gli occhi per guardarlo meglio e ripararsi dalla luce. Hotaru, con i suoi penetranti occhi viola, lo scrutò silenziosa senza aggiungere niente: questo non impedì al suo sguardo di trapassarlo da parte a parte, quasi spogliandolo dei suoi pensieri più intimi. << Ero a cambiarmi. Non mi va che i miei mi vedano con il vestito. >> affermò Natsume con disinvoltura, storcendo appena il naso. Ruka rise, gettando indietro la testa. << E’ una toga, non un vestito! Sono sicuro che tuo padre sarebbe felice di vederti con questo vestito addosso. >> disse il biondino, alzando il mento con aria orgogliosa.
<< Suo padre sarà felice di vederlo a prescindere. >>, rispose Hotaru con voce pratica.
Natsume annuì con approvazione e Ruka non aggiunse altro, così insieme si diressero verso l’entrata della Sezione Superiore Universitaria, dove varie limousine attendevano l’arrivo degli studenti per condurli finalmente alle loro case. In realtà, era solo un’inutile sfoggio di ricchezza, in quanto tutti i parenti dei neo laureati erano in attesa dei figli appena dopo il grande e austero cancello d’entrata dell’Accademia. La folla di genitori frementi aveva intasato l’ingresso dell’Accademia a poco a poco, fin dalla settimana prima della cerimonia di laurea. Pian piano, erano arrivati tutti.
<< Si entra in scena! >> esclamò Natsume con sarcasmo, mentre si dirigeva verso una delle limousine. << Quando ci rivediamo? >> chiese Ruka, improvvisamente ansioso.
<< Tra due settimane. >> risposero Hotaru e Natsume all’unisono, ma senza guardarsi.
 
*** Due settimane dopo – Natsume.
 
Aoi aprì appena un po’ la porta della camera del fratello, sbirciando all’interno: Natsume era in piedi di fronte al letto, dandole le spalle mentre riponeva con cura i suoi vestiti in una piccola valigia, la stessa che si era portato dall’Accademia due settimane prima.
<< Come sei ordinato, Niisan*. >> mormorò ammirata la ragazza, chiudendosi la porta alle spalle.
Natsume si voltò a guardarla, concedendole uno dei suoi rari sorrisi, ma continuando a dedicarsi alla sua valigia. Aoi attraversò la stanza a grandi passi e si sedette sul letto, accanto alla valigia di Natsume; osservò la camera di suo fratello. << Sembra che tu non sia mai stato qui. Non hai spostato niente, non hai aggiunto niente di tuo. >> commentò tristemente la ragazzina, mettendo su un piccolo broncio. << Andiamo, Aoi. – disse Natsume, dandole un piccolo pizzicotto sul braccio – Sapevi che dovevo partire presto. Ma tornerò. Presto. >>, la rassicurò, sicuro.
Aoi gli sorrise, suo malgrado. << Porterai anche Mikanchan con te? >>, gli domandò lei, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre cercava di decifrare l’espressione sofferente del fratello.
Lui si portò una mano al petto, all’altezza del cuore, e per alcuni secondi rimase in silenzio: << Certo. Devo restituirle qualcosa di importante che le appartiene. >>
La ragazza gettò indietro la testa, i capelli neri le ricaddero dolcemente dietro la schiena: << Il tuo cuore? >> rise, prendendolo in giro. Lui scosse la testa imbarazzato, lanciandole in viso la maglietta che stava piegando in valigia. << Ma stai zitta! >>
 
*** Ruka.
 
Era strano, per Ruka, guardare il paesaggio fuori dalla finestra della sua stanza che non comprendeva le inferriate nere tipiche dell’Accademia. Passare dal paesaggio visto attraverso le sbarre ad un paesaggio suggestivo tipicamente parigino era un gran bel passo. In realtà non era esattamente la Torre Eiffel ad attirare l’attenzione del biondino verso la finestra, ma il suo stesso riflesso: Mikan l’avrebbe riconosciuto? Scosse la testa impercettibilmente; come poteva riconoscerlo? Aveva perso la memoria. No, non l’aveva persa. Le chiavi della macchina si possono perdere, ma non la memoria. Non quella dei momenti migliori della sua vita. La memoria di Mikan era stata cancellata da un Alice, poco dopo che lei ebbe rinunciato ai suoi Alice per salvare Natsume.
Ruka sospirò, appannando il vetro; la porta della sua camera si aprì all’improvviso, rivelando la presenza di sua madre. Che bella, sua madre. Esattamente come la ricordava. Una nube di tristezza rabbuiò lo sguardo azzurrino del ragazzo, al pensiero che Mikan aveva perso anche le memorie di sua madre, dopo tutta la fatica che aveva fatto per ritrovarla e conoscerla. Tutto quello che avevano passato insieme, fin dall’inizio, aveva azionato un meccanismo che li aveva inevitabilmente divisi.
Natsume in particolare, ne era uscito devastato.
<< Caro, ho stampato i biglietti dell’aereo per Tokyo e ho parlato con un agenzia di taxi: domattina alle 6 verranno a prenderti. Le valigie sono nell’ingresso. >> pronunciò tutto con lentezza, come se ancora dovesse accettare l’idea che il bambino che aveva l’Accademia le aveva strappato via era diventato un uomo che prendeva sue decisioni e aveva i suoi obiettivi. Lo aveva sempre guardato con orgoglio, sua madre; ma questa volta, nel suo sguardo c’era qualcosa in più. Timore, forse.
Ruka supponeva che questa fosse una di quelle cose che capisci solo dopo che diventi genitore; poiché era quasi del tutto digiuno di questioni femminili si astenne dall’indagare ulteriormente, e salutò l’entrata di sua madre con un sorriso mesto.
<< Grazie mille, mamma. >>
 
*** Hotaru.
 
Erano state due settimane intense, per Hotaru. Inutile dire che tutte le cose che si era portata dall’Accademia, tutte le sue invenzioni, non avevano trovato posto nella modesta casa dei genitori. Così, i primi giorni della ragazza nella sua città natale erano trascorsi sfacchinando su e giù per la collina, per regalare le sue invenzioni più utili ai concittadini che a malapena riusciva a ricordare.
Aveva lasciato come ultimo oggetto un album di foto, il dono più prezioso che aveva, per il suo ultimo giorno in quel piccolo paesino.
<< Un regalo speciale come questo, andrebbe sprecato per chiunque altro. >> commentò Hotaru, posando l’album di foto nell’erba appena bagnata di rugiada del cimitero.
L’epitaffio risaltava per la sua lunghezza: “Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.
<< Sant’Agostino. Esattamente come lei, anche tu sei in grado di sorprendermi. >>
Le parole di Hotaru si persero nel vento. Non faceva freddo, era un’assolata mattina di giugno, eppure la ragazza aveva i brividi. Tutta colpa di quel posto. In realtà, era colpa di un pensiero pungente che si insinuava insistente nella sua mente: Mikan sapeva che suo nonno era morto? Quali parti della sua memoria erano state cancellate?
Ma quello che più le dava i brividi, era la consapevolezza che in quel momento era più vicina a Mikan di quanto lo era stata negli ultimi 13 anni. E l’idea che non si sarebbe mai avvicinata di più la terrorizzava.
<< Tesoro. >>
Sua madre, che l’aveva accompagnata in auto, l’aveva raggiunta. Indossava un vestito candido che non sembrava per nulla fuori luogo, nelle sfumature funeree del paesaggio circostante.
<< Si? >>, rispose Hotaru, voltandosi.
<< Dobbiamo andare in aeroporto. L’aereo parte tra un’ora, devi fare il check-in. >> la ricordò a malincuore la madre, stringendo le labbra. La ragazza dai capelli corvini annuì, allontanandosi a piccoli passi dal luogo di riposo del nonno. << Giusto. >>, rispose, con gli occhi bassi.
La donna guardò la figlia evitare il suo sguardo e fece un passo avanti, cingendole le spalle con le braccia. Hotaru si irrigidì in un primo istante, ma poi inspirò il profumo di mamma che ricordava fin da bambina e si abbandonò all’abbraccio. << Mamma…>> sospirò, affondando il volto nell’incavo del collo di sua madre. << Ti voglio tanto bene. >>

 

Suppongo che tu l'abbia fatto davvero stavolta
Hai lasciato te stesso nel tuo sentiero di guerra
Hai perso il tuo equilibrio su una fune
Hai perso la tua testa cercando di riprendertela

***
 

*Niisan=Fratellone
*Mikanchan= onorifico usato per definire un'amica molto intima. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice / Vai alla pagina dell'autore: Clarrie Chase