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Autore: EmilyEm_Thorne    06/05/2013    2 recensioni
Amo due serie tv: Castle e Revenge.
Amo Kate Beckett, amo Emily Thorne/Amanda Clarke.
Le unite in un unico personaggio, distrutto dal dolore, dalla perdita di una madre, di cui ha solo il ricordo, sempre vivo.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Mentre piove

 

Fuori pioveva incessantemente. New York sembrava immersa nel buio più totale. Solo qualche luce soffocata dalla pioggia brillava dalle finestre dei grattacieli immensi. Kathrine fissava quel libro da ore mentre la ricorrente luce dei lampi le illuminava il volto. Aveva i capelli lunghi, ricci e castani. Aveva la carnagione chiara, la bocca sottile, gli occhi grandi e scuri che la facevano sembrare sempre malinconica. In effetti lei era sempre pensierosa. Dal suo sguardo a fatica si capiva cosa le frullasse per la testa. Kathrine era così dalla morte di sua madre. Prima era una ragazza radiosa e socievole, ma dopo quella perdita si era incupita e non si fidava più di nessuno. In quel momento Kathrine lasciò cadere il libro dalle sue mani screpolate dal freddo e si diresse verso la finestra li vicino. Si sedette sul suo letto si soffermò un attimo a guardare la pioggia che scendeva velocemente quasi ansiosa di scagliarsi sull'asfalto. Abbassò lo sguardo sul davanzale di legno bianco. Scorse quell'incisione che subito le fece riaffiorare quel ricordo soffocante.

Sai quanto ti voglio bene Kate?” Disse sua madre prendendola in braccio

No”

Infinite volte infinito”

Quella piccola dimostrazione d'affetto era racchiusa in un simbolo ormai indelebile sia dal davanzale, sia dalla mente e dal cuore. Infinite volte infinito. Accarezzò piano la piccola incavatura e subito si ritrovò una lacrima scorrerle veloce sul volto.

Viveva con il padre, con il quale non parlava quasi mai, se non per la scuola. Era bastato un secondo e l'equilibrio si era spezzato, la “routine” giornaliera bloccata, un pazzo, un maniaco si era messo alla guida di quell'auto e sua madre, che si trovava nel posto sbagliato, nel momento peggiore, era sparita.

L'unica persona che forse poteva comprenderla, per l'amore verso la madre di Kate, e cercava di aiutarla in ogni modo era la sua migliore amica, Alexis. La persona più raggiante, solare e disponibile che conosceva. La conosceva dall'età di 4 anni, erano molto legate, stavano sempre insieme. Alexis era alta, aveva i capelli rossicci, tendenti al biondo, gli occhi azzurri e piccoli e la carnagione chiara. Non avevano nulla in comune, a parte l'amore per la musica e l'arte.

La musica. L'unico raggio di sole che schiariva quelle tenebre ormai fitte intorno a lei.

Si sporse un po' di più alla finestra. Vide un gruppo di ragazzi che cercavano di ripararsi da quelle gocce d'acqua che cadevano dal cielo. Ridevano. Del suo sorriso rimaneva solo il ricordo, sempre vivo, indelebile. Portò le mani velocemente alla faccia cercando di fermare invano le lacrime. Era inutile. Si chinò sullo zaino per prendere l'ipod. Quella canzone. Quella canzone che aveva ascoltato milioni di volte. Tutte quelle parole scandite dalla soave voce della sua cantante preferita. “Ogni minuto che non puoi mandare un bacio al mio dolore” Quella frase. Quella bellissima frase, che le faceva pensare, che sua madre, anche se lontana, vorrebbe sempre mandarle un bacio, un bacio, per farle cessare ogni piccola lacrima.

 

  
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