Percy si girò verso Annabeth, si scambiarono uno sguardo d'intesa, uno di quelli sguardi che restano attaccati al cuore, che infondo coraggio.

Dopo di che si girò verso Grover, il suo migliore amico, che ricambiò il suo sguardo e sorrise debolmente.

“Siamo arrivati.” Annunciò Talia, figlia di Zeus, quando l'ascensore si fermò con uno scossone al 600esimo piano.

Percy respirò a fondo “Andiamo allora.”.

Cercò di parlare con voce ferma e coraggiosa, con scarso successo, ma nessuno se ne accorse.

Annabeth afferrò la mano di Percy e lui si accorse a guardarla, ma sopratutto a guardare quegli occhi grigi come una tempesta che conoscieva meglio dei suoi.

“Muovetevi ragazzi” disse Grover sommessamente, come se fosse molto concentrato...o più semplicemente nel panico.

Stavano per andare a combattere contro Luke -Crono-, la battaglia finale, quella che avrebbe decretato le sorti dell'Olimpo -E le sorti dell'Olimpo l'eroe decreterà o la caduta infine-.

Percy sapeva che poteva -anzi, doveva- morire, ma non importava.

In quel momento sapeva che ce la poteva fare, lui era un eroe.

Tutto quello che doveva fare era sconfiggere Crono -non Luke, Crono. Luke non esisteva più ormai- e salvare l'Olimpo, i suoi amici e vendicare i molti amici che avevano perso la vita negli ultimi giorni.

Fece un respiro profondo e si incamminò con i suoi amici verso l'Olimpo dove lo aspettava l'ultima sfida.