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Autore: _itsforgabbe    06/05/2013    5 recensioni
Il vento gli sferzava il volto facendogli lacrimare gli occhi.
La sua mente era svuotata, percorreva la strada automaticamente, come tutte le volte che doveva scappare dal suo mondo per trovare conforto tra le sue braccia.
TRATTA DALL'IMMAGINE SPOILER DI COHF
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera Nephilim, sono qui con l'ennesima OS Malec.
Questa volta è stata tratta dall'immagine spoiler che ci è stata data da CoHF.
Ho fatto diverse congetture su quell'immagine e alla fine è saltata fuori questa storia.
Come sempre spero che vi piaccia, e se volete lasciare un'osservazione o dei consigli sono ben accetti (LOL).
Vi consiglio di ascoltare "Turn your face" durante la lettura.
http://www.youtube.com/watch?v=lte3u3EZKqU
Ora vi lascio, buona lettura.
Baci Giada

 



Erano ormai diverse ore che Alec si rigirava nel letto senza riuscire a prender sonno.

Ogni volta che chiudeva gli occhi riusciva a sentire la leggera e fugace pressione delle sue labbra contro le proprie.

Ogni volta che ci ripensava gli sembrava di rivivere quel momento; era stato un bacio rubato, un dolce attimo turbolento e inaspettato.

Aprì gli occhi di scatto come se così facendo quel ricordo potesse abbandonare la sua mente congedandolo tra le braccia di Morfeo, ma il tentativo fu vano.

Il giovane Nephilim si alzò dal letto e, indossando i primi vestiti che trovò, uscì dalla stanza per poi abbandonare silenziosamente l'istituto, inoltrandosi così nella gelida notte newyorkese.

Il vento gli sferzava il volto facendogli lacrimare gli occhi.

La sua mente era svuotata, percorreva la strada automaticamente, come tutte le volte che doveva scappare dal suo mondo per trovare conforto tra le sue braccia.

Faceva freddo ma niente era come il gelo che gli aveva bloccato il cuore quando lui l'aveva lasciato, niente era come il dolore che aveva provato.

Era arrivato a Brooklyn, ci aveva messo meno di quanto pensasse.

Si trovava davanti al portone del palazzo, gli si strinse il cuore quando dovette aprire con una runa quella pesante porta che solitamente veniva aperta con la sua copia di chiavi.

Silenziosamente salì i gradini, nella tromba delle scale si sentiva spirare un leggero vento, c'era buio e freddo, tutto sembrava rispecchiare il suo stato d'animo.

Quando la porta d'ingresso del loft di Magnus gli si parò davanti s'immobilizzò perdendo tutto il coraggio.

Erano le quattro del mattino, gli avrebbe aperto? E che reazione doveva aspettarsi dallo Stregone vedendoselo davanti?

Con un movimento lento suonò il campanello, dopo qualche attimo vide la luce accendersi da sotto la porta e sentì dei passi avvicinarsi.

Deglutì un paio di volte sentendo la chiave girare nella toppa della porta, avrebbe dovuto dirgli tutto subito sennò si sarebbe bloccato, ne era certo.

La porta si spalancò mostrando lo Stregone fasciato da una vestaglia rossa, l'espressione stupita “Alexander che diavolo...” non fece in tempo a finire la frase che l'altro lo interruppe.

Perchè mi hai baciato? Cosa ti è venuto in mente? È un mese che sto cercando di dimenticarti, non ne avevi il diritto” il tono di Alec era amaro, era stato diretto come avrebbe voluto.

Alexander, sono le quattro del mattino, non mi sembra il caso di discuterne ora, non trovi?” le sopracciglia di Magnus si sollevarono in un espressione interrogativa.

Non mi dire che sono le quattro del mattino, non mi dire che non è il momento per discuterne. -il ragazzo prese un respiro profondo e poi continuò- Tu hai tutta l'eternità per discutere o per dimenticare, io no. Io non posso passare tutta la mia vita a chiedermi perchè diavolo mi hai baciato”.

Alec girò di scatto la faccia non reggendo il diretto contatto con gli occhi felini della persona che una volta era stata il suo tutto, e che tutt'ora lo era anche se non voleva ammetterlo.

Lascia perdere Magnus, non so perchè sono venuto qui. Mi dispiace di averti svegliato nel cuore della notte” detto ciò il giovane Nephilim fece un passo indietro, lo sguardo basso.

Alexa... Alec dove vai?” la voce di Magnus era incrinata, quasi ferita.

Ma Alec non voleva ferirlo, non era lì per quello.

Non sapeva neanche lui perchè era andato lì.

Me ne torno a casa Magnus, non ti darò più fastidio”.

Le braccia dello Stregone gli caddero lungo i fianchi, l'unica cosa che poté fare era rimanere ad osservare Alec che gli voltava le spalle e se ne andava.

Il suo corpo era immobilizzato da una strana forza invisibile, chiuse gli occhi.

Non voleva ricordare Alec come il ragazzo incasinato e ferito che lo abbandonava, non voleva avere un ricordo triste di Alec, perchè poi, il tempo avrebbe portato via tutti i bei ricordi, facendolo impazzire nella tristezza dei brutti momenti avuti con lui che neanche gli anni avrebbero cancellato.

  
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