…Non ci sarà mai una risposta…
Sbatto la porta con violenza.
Non m’importa niente delle
urla che farà mia madre.
Non m’interessa la faccia
sconvolta che farà mia sorella. Lei non può capire.
Non mi farò influenzare dal
sospiro pesante di mio nonno.
Nessuno mi può far cambiare
idea.
Abbiamo litigato; un’altra
volta. Ma oggi sarà diverso: non m’interessa se gli altri non riescono a capire
il mio amore per te. Oggi cambierà tutto.
Apro con uno strattone il
cassetto del comodino e ne tiro fuori un foglio bianco.
Finalmente ho imparato il
tedesco. Nessuno potrà dire che non è servito a niente.
Bill,
non
m’interessa scrivere ‘caro’, perché sarebbe riduttivo.
Non
voglio scrivere un poema, non voglio che tu mi compianga perché ho i genitori
divorziati, una sorella anoressica e sono anch’io probabilmente pazza.
Non
ho intenzione di scrivere una lettera d’amore: quelle sono già troppe: posso
vedere la tua stanza che ne è riempita. Non ho nemmeno la forza per farlo.
Io
voglio solo dirti che ti odio.
Tu
mi hai rovinato la vita.
Da
quando ti ho visto con i miei occhi cantare sul palco la mia esistenza non ha
più contato niente.
Stavo
chiusa in casa, pensavo a te tutto il giorno, piangevo. Ho smesso anche di
mangiare.
Perché?
Perché mi hai
sorriso, non di sfuggita, mi hai fissato negli occhi per cinque interminabili
secondi. E, rispecchiato nei tuoi, ho letto l’amore che si poteva scorgere nei
miei.
So
che l’hai visto anche tu.
Un
amore disperato, insensato. Nemmeno ti conosco.
Eppure
sarei pronta a cedermi a te in qualunque momento.
E darei volentieri la vita per
te.
Ti odio con tutta me stessa, ma
allo stesso tempo ti amo da impazzire.
E nessuno mi capisce.
Ho gettato la mia vita nel cesso
per te, per quei tuoi fottuti bellissimi occhi nocciola, per quel tuo sguardo
carismatico, per quel tuo viso da angelo.
Ti amo, Bill.
Ma non ho certo intenzione di
soffrire per sempre.
‘Tutte le cose accadono per una
ragione’ diceva mia nonna.
Ma nessuno capirà la ragione di
quello che sto per fare. Nessuno saprà perché ho voluto mettere fine alla mia
vita fatta di solo dolore.
Solamente tu porterai il mio segreto con te.
E non m’interessa se nemmeno
leggerai questa lettera.
Perché io sarò sempre con te.
Perché una parte di me, quella
volta, al concerto, è rimasta intrappolata nei tuoi occhi.
E ti apparterrà per sempre.
Addio, Bill. Ti amo.
Una lacrima cadde sul foglio di
carta riciclata.
E un’altra si affrettò a seguire
la prima.
Bill lesse quella lettera.
Bill capì chi era la ragazza.
Bill comprese tutto il suo
dolore.
E pianse. Pianse tutta la notte.
Pianse perché la sua vita aveva messo la fine ad un’altra.
Per la prima volta si chiese se
avesse senso quel che stava facendo.
E si chiese perché il mondo
creasse idoli come lui, cresciuti in niente, subito adorati.
Forse quella ragazza se l’era
chiesto.
Forse era perché non trovava
risposta che si era tolta la vita.
Ma Bill rispose.
Uno come lui esisteva per creare
un sogno. Perché per una vita tolta significava altre mille illuminate. Perché
lui aveva il potere di rendere felici milioni di persone.
E sicuramente quella ragazza
avrebbe voluto così.
Una vita per tutte.
Ma sarebbe sempre stata una vita
finita senza senso.
No, si disse, non ci sarebbe mai
stata una risposta.
Mai.
Scusate il tono drammatico, ma
oggi ero proprio disperata.
Non sono certo arrivata a
suicidarmi, ma questo è quello che provo.
Spero che vi piaccia nella sua
tristezza.
Nonostante tutto, alla fine,
nemmeno io ho trovato una risposta.
Voi sì?
Aki