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Autore: Onolulu    07/05/2013    1 recensioni
Ero un'adolescente con mille problemi, praticamente una sfigata. Circondata da ragazze perfette mi sentivo la pecora nera ovunque andassi. Ma la mia vita dopo una festa ha preso una piega migliore.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio di Settembre, anzi no Luglio, ok forse era Maggio… Ottobre. Vabbè… Stavo camminando lentamente prima di entrare a scuola e intanto ripensavo a quanto fossi orribile. Qualche chilo di più, un brufolo in fronte, i jeans larghi, i capelli piatti, lo sguardo basso… T’oh una monetina! Raccolsi la monetina e appena alzai lo sguardo vidi lui, il ragazzo più bello della scuola: Jonathan. Dopo essermi chiesta per l’ennesima volta perché nonostante io viva in Italia tutti abbiano nomi stranieri, entrai a scuola.

Mi sedetti all’ultima fila nel banco all’angolo, mi piacciono gli angoli, sono miei amici. Vicino a me c’era Natasha la mia migliore amica. Na figa. Bionda, alta, occhi azzurri, insomma era tutto il mio opposto. Due banchi a destra c’era lui, il ragazzo più bello della scuola: Jonathan ed io lo fissavo con lo sguardo da pesce lesso, lui non l’aveva mai notato ma io lo amavo più di quanto Homer Simpson ami la sua ciambella rosa.

A mensa mi sedetti da sola… Mensa… ma forse vivo in America e non me ne sono mai accorta. Chiamai mia madre per chiederle conferma, no, siamo in Italia. Comunque, stavo mangiando un hamburger quando vidi entrare in mensa anche lui, il ragazzo più bello della scuola: Jonathan che guardandosi intorno notò che non c’era nessun posto libero, questo significava una sola cosa, si sarebbe seduto vicino a me. Tentai di ricompormi per avere un aspetto migliore ma il mio apparecchio me lo impediva. Appena si avvicinò al tavolo tentai di sorridergli, peccato avessi ancora mezzo vitello tra i denti. Non lo notò neanche, o forse la vista agghiacciante lo aveva accecato.
 
Poco dopo lo sentii parlare al telefono di una festa che ci sarebbe stata sabato e alla quale non mi avrebbe mai invitato, ma era comprensibile, chi mai avrebbe voluto alla sua festa la ragazza con la fattoria di zio Tobia incastrata tra i denti? Certamente non lui, il ragazzo più bello della scuola: Jonathan.

Natasha era stata invitata, io le volevo bene e perciò non mi offesi, anzi le promisi anche che l’avrei aiutata a scegliere il vestito. Ma lei non voleva andare da sola.
“Devi venire anche tu” fece lei con tono rimproveratorio.
“Ma io non sono stata invitata” risposi io arricciandomi con le dita i capelli in modo frenetico.
“Oliviera (il mio bellissimo nome) io senza di te non vado”
“Mi dai le forbici? Mi sono incastrata i capelli negli anelli”
Mi porse le forbici e tagliai quel rasta involontario, adesso avevo anche la frangetta, almeno mi copriva il brufolo. “Non cambiare discorso, so che non vuoi venire perché ti vergogni di Jonathan”
“Ma è ovvio lui è il ragazzo…”
“Si, si lo so, più bello della scuola non c’è bisogno di ripeterlo sempre”
“Io non lo ripeto sempre”
“Sul serio? Rileggiti la storia l’hai fatto almeno dieci volte”
“Oh…”
“Allora mi prometti che verrai alla festa?”
Non risposi, ero arrivata solo al terzo rigo.
Riprese lei “Se vieni alla festa ti prometto che farò in modo che Jonathan ti noti, E SMETTILA DI LEGGERE LA STORIA ERO IRONICA!!”
La guardai con i miei occhi da cerbiatto depresso, poi le risposi “Va bene verrò”
E si mise a piovere. Piove sempre in questi momenti.
  
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