Stay still. [Just another minute]
– Ehi! Hai studiato francese?
Sobbalzo, sentendo quella frase, accompagnata da una manata sulla mia spalla, e mi volto: Maddalena, la mia compagna di banco è in piedi accanto a me.
– Allora? – insiste.
– No… perché avrei dovuto? – le chiedo.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo, devo essermi dimenticata qualcosa di importante.
– Perché oggi interroga, magari? Hai fatto i compiti almeno?
Apro appena le labbra. – Quali compiti?
Abbassa il viso e inizia a massaggiarsi le tempie. – Ma si può sapere dove hai la testa? L’ha ripetuto per tutta la settimana! Ma tu eri troppo occupata a disegnare… come ho fatto a dimenticarlo! – mi rimprovera; non è esattamente un gesto carino nei miei confronti, soprattutto perché io sarei la sua migliore amica, però devo dire che me lo merito: non mi è mai piaciuto studiare, i miei genitori mi hanno convinto a iscrivermi a un istituto tecnico, con indirizzo turistico, ma io avrei tanto voluto andare al liceo artistico.
L’arte è la mia più grande passione, amo tutto ciò che la riguarda: passo quasi tutto il mio tempo libero a dipingere e, quando sono a scuola, non posso fare a meno di scarabocchiare qualcosa. Per questo sono spesso distratta e non mi accorgo di cose come questa.
Abbasso lo sguardo e sospiro.
– Ciao ragazze! – riconoscerei questa voce fra mille: mi volto e la vedo, bella e sorridente come sempre.
Lei è Laura, la mia più grande passione dopo l’arte. Siamo in classe insieme, è una ragazza intelligente, forte, decisa, sempre disposta ad aiutare gli altri ed io ne sono innamorata da tre anni, ormai.
La campanella suona e Maddalena mi trascina in classe con la forza. Le ore passano ed io, come sempre non riesco a rimanere concentrata su una lezione per più di un quarto d’ora ma, almeno, la mia buona stella mi ha fatto evitare l’interrogazione di francese. Finita anche quest’ora, mi fermo a guardare tutti i miei compagni prepararsi e avviarsi verso la porta: il mio autobus non sarebbe partito prima di un’ora, avevo tutto il tempo di prepararmi, andare alla fermata e magari prendermi un panino al bar.
Mi lascio cadere sulla sedia e getto la testa all’indietro, però devo ammetterlo, è brutto restarsene da soli ad aspettare.
– È bellissimo, lo hai fatto tu?
Cado dalle nuvole. Sbatto gli occhi un paio di volte e alzo il viso per vedere davanti a me l’oggetto dei miei desideri: tiene in mano il foglio su cui ho disegnato fino a poco fa e lo guarda incuriosita.
– Uh, sì… – balbetto, è la prima volta che qualcuno qui a scuola, oltre Maddalena, vede i miei disegni.
– Sei veramente molto brava, sai?
Avvampo. C’è qualcosa che m’impedisce di credere che tutto questo sia reale… è tutto troppo strano, lei non si è mai interessata a me, perché si dovrebbe fermare a guardare un mio disegno?
Restiamo in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, nessuna delle due sa cosa dire.
– Il tuo autobus parte fra un bel po’, giusto? – mi chiede, io annuisco senza aprire bocca.
– Posso chiederti un favore? La guardo stranita. – Certamente. – mi viene automatico rispondere. Che cosa vorrà?
Arrossisce appena e si copre il viso con il foglio. – Mi faresti un ritratto?
Sgrano gli occhi, assurdo. Assurdo.Serro le labbra e annuisco, poco convinta. Non ho mai fatto nulla del genere e non credo neppure di esserne in grado, ma sono stupida e innamorata, cederei a qualsiasi sua richiesta.
Si siede di fronte a me, mentre io tiro fuori dallo zaino un foglio e una matita.
Inizio a tracciare segni sulla superficie della carta e, ogni tanto, alzo gli occhi verso il suo viso. È la prima volta che oso guardarla in questo modo, così intensamente. Ed è la prima volta che il suo splendido sorriso è rivolto a me, solo a me.
Continuo il mio lavoro e, pian piano, il suo profilo si delinea: il suo naso minuto, le sue labbra, i suoi occhi lucenti prendono vita.
– A che punto sei? – chiede, spezzando l’idillio che si era creato nella mia mente.
– Non mi manca molto. Cerca di stare ferma solo un altro po’.
Indovinate chi ritorna a pubblicare dopo secoli? :'D
Ah, giusto. In questa sezione non sono conosciuta, forse perché non amo molto il genere in sé...
Questa è una storia che ho scritto un mucchio di tempo fa, ho deciso di pubblicarla nella speranza di ricevere qualche commento o parere... non si sa mai che riesca a tirarmi fuori da questo spaventoso blocco creativo!
Immagino abbiate notato che non è altro che una storiella senza pretese, spero vi sia piaciuta almeno un pochino!