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Autore: Hoshi no Destiny    08/05/2013    0 recensioni
Può una ragazza così timida riuscire ad avvicinarsi alla più bella della classe, quella sua compagna per cui stravede, ma non osa dichiararsi per paura di essere rifiutata.
E, poi, a quell'angelo non interessa un bel niente di lei, quasi non è a conoscenza che esista.
Eppure, ogni tanto, può bastare qualcosa dall'apparenza piccolo, quasi insignificante a far sì che due persone si ritrovino ad essere così vicine, da sole, senza che il mondo possa interferire.
Avvampo. C’è qualcosa che m’impedisce di credere che tutto questo sia reale… è tutto troppo strano, lei non si è mai interessata a me, perché si dovrebbe fermare a guardare un mio disegno?
Restiamo in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, nessuna delle due sa cosa dire.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Stay still. [Just another minute]
– Ehi! Hai studiato francese? 
Sobbalzo, sentendo quella frase, accompagnata da una manata sulla mia spalla, e mi volto: Maddalena, la mia compagna di banco è in piedi accanto a me.
– Allora? – insiste.
 – No… perché avrei dovuto? – le chiedo.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo, devo essermi dimenticata qualcosa di importante.
 – Perché oggi interroga, magari? Hai fatto i compiti almeno?
Apro appena le labbra. – Quali compiti?
Abbassa il viso e inizia a massaggiarsi le tempie. 
– Ma si può sapere dove hai la testa? L’ha ripetuto per tutta la settimana! Ma tu eri troppo occupata a disegnare… come ho fatto a dimenticarlo! – mi rimprovera; non è esattamente un gesto carino nei miei confronti, soprattutto perché io sarei la sua migliore amica, però devo dire che me lo merito: non mi è mai piaciuto studiare, i miei genitori mi hanno convinto a iscrivermi a un istituto tecnico, con indirizzo turistico, ma io avrei tanto voluto andare al liceo artistico.
L’arte è la mia più grande passione, amo tutto ciò che la riguarda: passo quasi tutto il mio tempo libero a dipingere e, quando sono a scuola, non posso fare a meno di scarabocchiare qualcosa. Per questo sono spesso distratta e non mi accorgo di cose come questa.
Abbasso lo sguardo e sospiro.
– Ciao ragazze! – riconoscerei questa voce fra mille: mi volto e la vedo, bella e sorridente come sempre.
Lei è Laura, la mia più grande passione dopo l’arte.
Siamo in classe insieme, è una ragazza intelligente, forte, decisa, sempre disposta ad aiutare gli altri ed io ne sono innamorata da tre anni, ormai.
La campanella suona e Maddalena mi trascina in classe con la forza.
Le ore passano ed io, come sempre non riesco a rimanere concentrata su una lezione per più di un quarto d’ora ma, almeno, la mia buona stella mi ha fatto evitare l’interrogazione di francese. Finita anche quest’ora, mi fermo a guardare tutti i miei compagni prepararsi e avviarsi verso la porta: il mio autobus non sarebbe partito prima di un’ora, avevo tutto il tempo di prepararmi, andare alla fermata e magari prendermi un panino al bar.
Mi lascio cadere sulla sedia e getto la testa all’indietro, però devo ammetterlo, è brutto restarsene da soli ad aspettare. 
– È bellissimo, lo hai fatto tu?
Cado dalle nuvole. Sbatto gli occhi un paio di volte e alzo il viso per vedere davanti a me l’oggetto dei miei desideri: tiene in mano il foglio su cui ho disegnato fino a poco fa e lo guarda incuriosita.
 – Uh, sì… – balbetto, è la prima volta che qualcuno qui a scuola, oltre Maddalena, vede i miei disegni.
 – Sei veramente molto brava, sai?
Avvampo. C’è qualcosa che m’impedisce di credere che tutto questo sia reale… è tutto troppo strano, lei non si è mai interessata a me, perché si dovrebbe fermare a guardare un mio disegno?
Restiamo in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, nessuna delle due sa cosa dire.
– Il tuo autobus parte fra un bel po’, giusto? – mi chiede, io annuisco senza aprire bocca. – Posso chiederti un favore?  
La guardo stranita. – Certamente. – mi viene automatico rispondere. Che cosa vorrà?
Arrossisce appena e si copre il viso con il foglio. – Mi faresti un ritratto?
Sgrano gli occhi, assurdo. 
Assurdo.
Serro le labbra e annuisco, poco convinta. Non ho mai fatto nulla del genere e non credo neppure di esserne in grado, ma sono stupida e innamorata, cederei a qualsiasi sua richiesta.
Si siede di fronte a me, mentre io tiro fuori dallo zaino un foglio e una matita.
Inizio a tracciare segni sulla superficie della carta e, ogni tanto, alzo gli occhi verso il suo viso. È la prima volta che oso guardarla in questo modo, così intensamente. 
Ed è la prima volta che il suo splendido sorriso è rivolto a me, solo a me.
Continuo il mio lavoro e, pian piano, il suo profilo si delinea: il suo naso minuto, le sue labbra, i suoi occhi lucenti prendono vita.
– A che punto sei? – chiede, spezzando l’idillio che si era creato nella mia mente.
– Non mi manca molto. Cerca di stare ferma solo un altro po’.

Stay still. [Just another minute]


– Ehi! Hai studiato francese?
Sobbalzo, sentendo quella frase, accompagnata da una manata sulla mia spalla, e mi volto: Maddalena, la mia compagna di banco è in piedi accanto a me.
– Allora? – insiste. 
– No… perché avrei dovuto? – le chiedo.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo, devo essermi dimenticata qualcosa di importante. 
– Perché oggi interroga, magari? Hai fatto i compiti almeno?
Apro appena le labbra. – Quali compiti?
Abbassa il viso e inizia a massaggiarsi le tempie. – Ma si può sapere dove hai la testa? L’ha ripetuto per tutta la settimana! Ma tu eri troppo occupata a disegnare… come ho fatto a dimenticarlo! – mi rimprovera; non è esattamente un gesto carino nei miei confronti, soprattutto perché io sarei la sua migliore amica, però devo dire che me lo merito: non mi è mai piaciuto studiare, i miei genitori mi hanno convinto a iscrivermi a un istituto tecnico, con indirizzo turistico, ma io avrei tanto voluto andare al liceo artistico.
L’arte è la mia più grande passione, amo tutto ciò che la riguarda: passo quasi tutto il mio tempo libero a dipingere e, quando sono a scuola, non posso fare a meno di scarabocchiare qualcosa. Per questo sono spesso distratta e non mi accorgo di cose come questa.
Abbasso lo sguardo e sospiro.
– Ciao ragazze! – riconoscerei questa voce fra mille: mi volto e la vedo, bella e sorridente come sempre.
Lei è Laura, la mia più grande passione dopo l’arte. Siamo in classe insieme, è una ragazza intelligente, forte, decisa, sempre disposta ad aiutare gli altri ed io ne sono innamorata da tre anni, ormai.
La campanella suona e Maddalena mi trascina in classe con la forza. Le ore passano ed io, come sempre non riesco a rimanere concentrata su una lezione per più di un quarto d’ora ma, almeno, la mia buona stella mi ha fatto evitare l’interrogazione di francese. Finita anche quest’ora, mi fermo a guardare tutti i miei compagni prepararsi e avviarsi verso la porta: il mio autobus non sarebbe partito prima di un’ora, avevo tutto il tempo di prepararmi, andare alla fermata e magari prendermi un panino al bar.
Mi lascio cadere sulla sedia e getto la testa all’indietro, però devo ammetterlo, è brutto restarsene da soli ad aspettare. 
– È bellissimo, lo hai fatto tu?
Cado dalle nuvole. Sbatto gli occhi un paio di volte e alzo il viso per vedere davanti a me l’oggetto dei miei desideri: tiene in mano il foglio su cui ho disegnato fino a poco fa e lo guarda incuriosita. 
– Uh, sì… – balbetto, è la prima volta che qualcuno qui a scuola, oltre Maddalena, vede i miei disegni. 
– Sei veramente molto brava, sai?
Avvampo. C’è qualcosa che m’impedisce di credere che tutto questo sia reale… è tutto troppo strano, lei non si è mai interessata a me, perché si dovrebbe fermare a guardare un mio disegno?
Restiamo in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, nessuna delle due sa cosa dire.
– Il tuo autobus parte fra un bel po’, giusto? – mi chiede, io annuisco senza aprire bocca.
– Posso chiederti un favore?  La guardo stranita. – Certamente. – mi viene automatico rispondere. Che cosa vorrà?
Arrossisce appena e si copre il viso con il foglio. – Mi faresti un ritratto?
Sgrano gli occhi, assurdo. Assurdo.Serro le labbra e annuisco, poco convinta. Non ho mai fatto nulla del genere e non credo neppure di esserne in grado, ma sono stupida e innamorata, cederei a qualsiasi sua richiesta.
Si siede di fronte a me, mentre io tiro fuori dallo zaino un foglio e una matita.
Inizio a tracciare segni sulla superficie della carta e, ogni tanto, alzo gli occhi verso il suo viso. È la prima volta che oso guardarla in questo modo, così intensamente. Ed è la prima volta che il suo splendido sorriso è rivolto a me, solo a me.
Continuo il mio lavoro e, pian piano, il suo profilo si delinea: il suo naso minuto, le sue labbra, i suoi occhi lucenti prendono vita.
– A che punto sei? – chiede, spezzando l’idillio che si era creato nella mia mente.
– Non mi manca molto. Cerca di stare ferma solo un altro po’.

 


Indovinate chi ritorna a pubblicare dopo secoli? :'D

Ah, giusto. In questa sezione non sono conosciuta, forse perché non amo molto il genere in sé...

Questa è una storia che ho scritto un mucchio di tempo fa, ho deciso di pubblicarla nella speranza di ricevere qualche commento o parere... non si sa mai che riesca a tirarmi fuori da questo spaventoso blocco creativo!

Immagino abbiate notato che non è altro che una storiella senza pretese, spero vi sia piaciuta almeno un pochino!

 

  
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