Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
Ricorda la storia  |      
Autore: FuRa14    09/05/2013    3 recensioni
BUON COMPLEANNO KYOKO-TAN!!!!!!!!! *3*
Piccolo omaggio fatto alla mia adorata maga in rosso che oggi compie gli anni.
La lettura appare sicuramente più chiara se si è visto almeno fino all’episodio 7.
“Suvvia, la vita di una maga non è certo tutta rose e fiori…Pensa che in qualche parte dell’universo qualcuno sta morendo di felicità per compensare la tua tristezza…”
Sentì la sorellina piangere, la madre implorare e poi subito silenzio. In seguito ancora dei pianti e degli urli, prima infantili e poi adulti e gravi, fino a che, abbattuta dal dolore e dalla stanchezza, sia psicologica che fisica che quasi la rendeva dimentica di quello, si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo.
“Se domani riuscirò a parlarti, a raccontarti la mia storia, il mio passato, la mia vecchia personalità, magari nelle rovine della chiesa di mio padre… beh, potrei dire che come protagonista della mia favola ho combattuto e sconfitto tutti i mostri cattivi, ti pare?”
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kyoko Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti e grazie per aver aperto la mia fanfiction. Volevo scrivere qualcosa per il compleanno di Kyoko, il mio personaggio preferito e, sentendomi davvero in dovere di farlo, è uscita fuori questa roba qua.

Per quanto riguarda la storia (ambientata per un buon pezzo nel passato di Kyoko) ho dovuto discostarmi da diverse notizie ufficiali: le vicende si ambientano in aprile, poco prima della Notte di Walpurgis (30 aprile), nonostante nel manga di Hanokage “A different story” dovrebbe essere autunno-inverno, poiché nel primo volume si può vedere la neve che cade. Non so quando e in quanto tempo le vicende del primo volume possano essere avvenute, anche se direi che potrebbero prendere tutto il mese di novembre oppure gli inizi di dicembre (senza arrivare nel periodo natalizio di cui, sicuramente, riguardo addobbi e decorazioni, ce ne sarebbe stata la conferma). Il gioco PSP non lascia intendere niente ed è forse meno chiaro (sempre riguardo quest’argomento) del manga di Hanokage. In ogni caso io ho certamente stravolto le date e gli avvenimenti, quindi non vi stupite se riscontrate differenze dalle fonti ufficiali! ^__^
Anche alcune parti delle vicende di Kyoko sono state piegate a mio favore, perciò scusatemi se troverete delle incongruenze e sappiate che dovrebbero essere state fatte apposta.

Troverete degli asterischi in alcune parti che mi potevano sembrare non comprensibili a tutti, o almeno a coloro che non hanno avuto modo di giocare a Madoka Portable. Mi scuso per il possibile calo di attenzione che potrebbero causare, visto che le note saranno qua in cima alla storia. Alla fine grandi spoiler non sono, perciò ritengo che possiate leggerle perfino prima di iniziare la lettura ed è proprio per questo motivo che le ho messe  subito qui.

NOTE.
*In Madoka Portable viene raccontato che Kyoko e Momo andavano quotidianamente a raccogliere delle fragole selvatiche che crescevano dietro casa, nutrendosi solamente con quelle.
**L’ipnosi di cui parlo è presente nel gioco PSP nella prima parte del passato di Kyoko, dove il padre, venuto a conoscenza del potere concessole dalla figlia tramite il contratto, scende in piazza e inizia a predicare cose orribili, a cui però tutti i presenti acconsentono e gioiscono, esaltando le parole dell’uomo. Anche Kyoko a questo punto si rende drasticamente conto che i fedeli sono diventati degli zombie obbedienti a ogni qualunque parola del padre, indipendentemente che essa sia giusta o sbagliata. 


COULD  I  HAVE  A  HAPPY  ENDING?

 
 
“La… Notte di Wapurgis, dici?”
“Esatto. È una strega fortissima, spietata e crudele, tanto da non dover nascondersi dietro ad una barriera…”
“Quindi anche gli altri possono vederla? Le persone normali possono accorgersi della strega?”
“Non proprio. Si manifesterà come un grande terremoto o un grande temporale e tutti i cittadini verranno ospitati nei rifugi alla periferia della città… Nessun uomo potrà quindi vederla realmente.”
“E noi dovremmo combattere contro un pericolo simile?!”
“Sakura-san, siamo maghe e dobbiamo adempiere al nostro dovere. Qualunque cosa accada, combatteremo fino alla fine, per la salvezza altrui…”
“Scusami… sono una codarda…”
“È normale che tu abbia paura. È giusto, poiché rimane sempre una strega terribilmente forte e pericolosa. Una maga non potrebbe mai farcela da sola…”
Con un gesto deciso la più piccola prese le mani della senpai stringendole tra le sue.
“Noi ce la faremo. Tu non sei più sola! Ci sono io qua con te. Noi ce la faremo. Sconfiggeremo la Notte di Walpurgis insieme, Mami-san.”
Si scambiarono un sorriso che indicava fiducia reciproca, amore, ammirazione e, concessesi un lungo abbraccio, si dedicarono al divino e delizioso Mont-Blanc che si trovavano davanti agli occhi e alla bocca.
“Stavo pensando, Sakura-san…Il tuo compleanno è a maggio, giusto?”
“Esatto! Il 9 di maggio!”
“Che ne dici di organizzare una piccola festa per quel giorno?!”
“Eeeh? U-una festa? Ma io non…”
“Non hai mai celebrato il tuo compleanno?”
“No… Ho sempre preferito che la mia famiglia non spendesse soldi per me... Se davvero voleva farmi un regalo, allora era necessario che fosse felice e non sprecasse tempo e denaro inutilmente.”
“Quest’anno faremo un’eccezione! Ti organizzerò la miglior festa di tutta la tua vita! Nemmeno in futuro saranno in grado di proportene una più divertente e bella della nostra!”
“Mami-san è… imbarazzante… insomma io non sono così…”
“…così cosa?! Sakura-san, sei una persona fantastica tu. Non avere così poca autostima in te stessa. Vedrai, ti divertirai un monte!”
“…non c’è nessuna speranza di fermarti…?”
“Nessuna!”
“Beh, se allora insisti così tanto organizzeremo questa festa!”
“Con questo spirito ti voglio! Alla fine il compleanno non si festeggia certo ogni giorno, no? Ricordarsi gli anni che passano con una bella torta mi sembra il minimo!”
“Bene! E festa sia, dunque!”
“Però… abbiamo un piccolo problema… Devi sapere che la Notte di Walpurgis cadrà il giorno 30 aprile. E… nel caso che… beh, nel caso che non ce la facessimo a sconfiggerla…”
“La anticipiamo, che problema c’è?!”
“Mh! Perfetto! Faremo il tuo mega party la settimana prossima! Che te ne pare del 20?”
“Non ho niente da fare, lo sai!”

“Vedrai, Sakura-san, ti pentirai di non aver mai partecipato a niente di simile! Io e te trascorreremo un giorno indimenticabile!”

... 


La luna crescente si stava lentamente elevando in quel cielo dalle nuvole caratterizzate da sfumature rosate, tipiche dell’aria di una giornata fresca ma primaverile, come quell’oggi era stato.
Kyoko camminava lentamente nel sentiero per il rado bosco che anticipava la chiesa e la sua abitazione e ad ogni passo rallentava, sentendo ancora di più l’avvicinarsi di quell’aura oscura e tetra che quest’ultime emanavano.
Suo padre aveva scoperto da pochi giorni il suo “patto con il diavolo” ed erano già due volte che, tornando a casa e facendo il bagno con sua sorella Momo, aveva notato sulla schiena e sulle braccia della piccola numerosi lividi e lievi bruciature.
Sua madre non aveva più il solito sorriso pieno di speranza e gioia mentre forniva loro quelli che si potevano chiamare pasti, durante i quali, paradossalmente, si entusiasmava di avere ancora per una volta tutta la famiglia riunita a tavola, seppur con una misera fragola sul piatto*.
Kyoko, non era stupida, affatto. Aveva capito fin troppo bene cosa era successo e per colpa di chi era successo. E adesso ne stava ripagando ingiustamente le conseguenze.
“Perché? Perché non mi comprende? Io… Io ho espresso quel desiderio non solo per lui, ma per la felicità di tutti! Mio padre potrebbe fare del bene utilizzando il potere che gli ho dato!”
“Non ti è bastata la dimostrazione in pubblico dell’ipnosi con cui lui può controllare i suoi fedeli, Kyoko Sakura**?” Sbucò scodinzolante e impassibile dai cespugli vicino a lei, iniziando a camminarle al fianco.
“Tu! Tu, bastardo! Sei tu che gli hai fatto questo! Sei tu che hai tramutato il mio desiderio in una cosa così orribile! Sei tu che stai causando tutta questa sofferenza a mio padre, alla mia famiglia e alle persone che credevano alle sue preghiere!” Si bloccò imbestialita e paonazza in volto davanti al suo interlocutore che non pareva affatto scosso da quelle accuse.
“Ti sbagli. Io non c’entro nulla. Sei stata tu a causare tutto ciò. Sei stata tu a mandare in rovina la tua famiglia con quello sconsiderato desiderio troppo altruista e insensato.”
“MA CHE CA….” Fece per tirarlo su prendendolo per il pelo dietro al collo per sputargli in faccia, ma si fermò improvvisamente.
“È colpa tua e del tuo desiderio.” Lo ribadì.
“Io… IO VOLEVO AIUTARLO!!! VOLEVO CHE MIO PADRE FOSSE FELICE!”
I miracoli non sono gratuiti. Se si esaudisce un desiderio viene sparsa un’uguale quantità di disperazione. È così che si conserva l’equilibrio nel mondo.
“Non ha senso… Quello che dici… NON HA SENSO!”
“Riflettici bene. Come potresti altrimenti non causare sbilanci di enormi quantità di disperazione e viceversa?”
“E perché non mi hai detto prima che ti saresti piegato il mio desiderio a tuo favore???!!!”
“Innanzitutto io ti ho soltanto chiesto di fare un contratto con me, niente di più niente di meno. Stava a te informarti meglio. E come seconda cosa io non mi sono arrogato il diritto di usare la tua preghiera per i miei affari. Sei stata tu stessa a metterti nei problemi con quell’assurdo desiderio.”
Continuava a tenerlo davanti a sé, scrutando in quegli occhi tra l’amaranto e il magenta, senza però cavarci alcuna informazione. Quello che stava dicendo quella bestia era vero? O era un’altra di quelle cavolate a cui in questi giorni aveva creduto?
“Io… Io…” Mollò la presa e lo lasciò cadere, anche se lui atterrò tranquillamente su quattro zampe. Pure lei si accasciò sulle ginocchia, prendendosi la testa fra le mani, cominciando a singhiozzare flebilmente.
“…Io…pensavo di fare del bene agendo così… Pensavo che io di nascosto e mio padre apertamente avremmo potuto salvare il mondo! Avremmo liberato l’umanità dalla disperazione, riponendo i nostri e i loro cuori soltanto nella speranza! Invece… invece…”
“Suvvia, la vita di una maga non è certo tutta rose e fiori…Pensa che in qualche parte dell’universo qualcuno sta morendo di felicità per compensare la tua tristezza…” Avrebbe dovuto essere una consolazione. E questo era il massimo che Kyubey poteva fare.
Kyoko non rispondeva, perché i suoi silenziosi e dolorosi singhiozzi le impedivano di proferire parola.
“Lo dico per il tuo bene: inizia a fregartene di quello che è successo e sta succedendo e continua per la tua strada, altrimenti la tua soul gem verrà corrotta dai sentimenti negativi e genererai tu stessa una maledizione.”
“una… maledizione?”
“Capirai più in là che cosa intendo con ciò… Scusami ma devo andare.” E, come era apparso, si dileguò nella sterpaglia tra i cespugli e lei rimase sola, abbandonata sulle sue ginocchia sul sentiero del boschetto, con lo sfondo della cappella davanti ai suoi occhi.

Questo è soltanto un breve accenno della parte omessa durante la stipula. Gli svantaggi del contratto vero e proprio saranno scoperti soltanto due anni dopo, su un ponte sovrastante una grande strada trafficata, assieme a un cadavere e a una creaturina tanto fragile quanto potente, che mai ci saremmo aspettati che avrebbe…

“Come potrei fregarmene di tutto…? Come?!”
Si rialzò a stento appoggiandosi ad un albero vicino e, facendo un gran respiro, riprese a camminare per quei pochi metri che la separavano dalla sua famiglia.
Sarebbe tornata a casa come se nulla fosse accaduto, sorridendo e cercando di infondere felicità agli altri, come Mami-senpai le aveva insegnato.
Le maghe sono portartici di speranza. Perciò sorridi e fai sorridere gli altri. Questo è il nostro obiettivo.” così le disse un giorno in cui era triste e abbattuta perché la piccola Momo si era ammalata.

Avanzò a passo più spedito e, giunta davanti all’ingresso, spinse la porta ed entrò in casa.
“Papà, mamma… Momo… sono tornata…”
Silenzio.
E quello era un silenzio davvero insopportabile.
Erano ormai passati quattro giorni dalla rivelazione del suo nuovo “impiego” e ogni volta l’atmosfera si faceva sempre più pesante.
Suo padre aveva ricominciato a bere e stavolta non occasionalmente come aveva di solito fatto: bottiglie di liquori, birra e sakè erano abbandonate per tutta la spoglia cucina e per l’entrata, mentre lui sedeva al tavolo in mezzo alla sala con sguardo vuoto ma vendicativo.
Acre era l’odore della stanza. Probabilmente era rimasto lì sempre, pure la notte, non alzandosi o allontanandosi nemmeno per andare al bagno.
“Papà… dovresti smetterla di bere a quel modo… Oggi era una bellissima giornata… Perché non fai due passi fuori e ti assapori questo bel tramonto di aprile?” Si stava sforzando in una maniera sovraumana. Non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo per guardarlo di spalle seduto su quello sgabello di legno. Oltretutto nessuna finestra era aperta e solamente uno spiraglio da una parete permetteva di chiamare quel luogo “in penombra” invece che “al buio”: sarebbe stato dunque impossibile guardarsi negli occhi.
“Hm… Che vuoi che me ne importi…? Io sono condannato ora… Mia figlia è una strega e le streghe stanno nell’oscurità, no? Perché mai dovrei uscire…?”
“Ma papà, te l’ho già provato a spiegare! Io non sono una strega, sono una maga! Le streghe portano disperazione, mentre io porto la speranza, proprio come le tue pregh…”
“NON OSARE PARAGONARTI A ME!” Si alzò di scatto facendo cadere lo sgabello e, con pochi passi, si avvicinò alla figlia puntandole il dito contro.
“Tu hai stretto un patto con il diavolo! E hai messo pure di mezzo me e la mia famiglia!”
“Ma anche io sono di fami…”
“LA MIA KYOKO NON AVREBBE MAI FATTO NULLA DEL GENERE! Sei stata istigata dal diavolo! E lui ti ha fatto condannare il tuo vecchio padre, il tuo vecchio e caritatevole padre!”
Prima che potesse anche pensare di provare a rispondergli, un pugno forte e violento le colpì la guancia destra, facendola barcollare e infine cadere sul pavimento di castagno.
“Vattene da questa chiesa! Vattene da questa casa! Hai mandato in malora tutto! Come potrei continuare ancora a predicare in un luogo dove il diavolo è stato???!!! Mi hai rovinato!”
“Non è vero!!”
Quelle parole furono subito troncate da un tremendo calcio nelle costole.
“Mia figlia… dov’è… dov’è...??? Perché ti sei rapito mia figlia???!!”
E, barcollando e agitando le mani, se ne andò verso la dispensa in cucina da dove sicuramente avrebbe tirato fuori qualche altra bottiglia.
-Questo è troppo… è davvero troppo… Momo, mamma… c-che cosa vi ha fatto…?- E con questi pensieri cercò di rialzarsi a malapena, quanto bastò per trascinarsi fuori da quell’inferno fino a un cespuglio del giardino nel retro della cappella.

Sentì la sorellina piangere, la madre implorare e poi subito silenzio. In seguito ancora dei pianti e degli urli, prima infantili e poi adulti e gravi, fino a che, abbattuta dal dolore e dalla stanchezza, sia psicologica che fisica che quasi la rendeva dimentica di quello, si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo.
...
 
Nonostante la sua situazione familiare che continuava a degradare ogni giorno sempre di più, Kyoko cercava di mostrarsi allegra almeno nel tempo che passava con Mami, ma quest’ultima aveva notato la sua frequente disattenzione durante i combattimenti.
Da brava senpai aveva più volte provato a parlarle e a dirle che lei c’era e che, se avesse voluto, sarebbe stata l’ascoltatrice dei suoi problemi e delle sue preoccupazioni.
Ma la più piccola liquidava tutto con la solita frase: “Va tutto bene… E’ soltanto un periodo in cui sono un po’ più stanca del solito…
Kyoko si faceva vedere sporadicamente a casa, costretta a dormire in giardino per il rischio di venir picchiata, anche se spesso entrava nella chiesa per pregare che quell’incubo finisse presto e che suo padre ascoltasse ciò che aveva da dire e la comprendesse.
A sua insaputa – altrimenti avrebbe sicuramente punito sia lei che la moglie –, la ragazza portava alla madre del pane rubato e dell’acqua presa nel bagno, poiché la donna e Momo spesso erano rinchiuse per lungo tempo nella camera da letto: lui agiva così perché voleva “salvarle” – in quanto innocenti –, evitando di farle risiedere in luoghi dove “il diavolo” – sua figlia -  poteva essere stato in precedenza.

E infine, arrivò il giorno 20 aprile.

Stranamente c’era stato un breve periodo in cui la madre e la sorellina erano libere di girare per casa, anche se a Momo era spesso negato, poiché la prima temeva che il marito le avrebbe potuto fare qualcosa, in quanto perennemente ubriaco.
L’appuntamento, dopo un’attenta ronda mattutina nei dintorni delle zone industriali della città, era presso casa di Mami intorno alle 6 del pomeriggio. Questa aveva insistito che la festeggiata non portasse niente e che avrebbe provveduto a tutto lei, includendo cucina, addobbi e divertimenti vari.
Kyoko era leggermente imbarazzata da tutte quelle attenzioni, ma sapeva che le avrebbero fatto bene, vista la sua situazione, e che Mami era una persona fantastica e disponibile ad aiutarla, nel caso in cui ne avesse avuto bisogno.
Ma in quel momento poteva fare tutto tranne che mettere qualcun’altro – specialmente di così caro- in mezzo ai casini che, a quanto pare, era stata lei stessa a plasmare.

Rientrò a casa un pochino zoppicante, poiché era scivolata in una trappola di una strega che le aveva slogato la caviglia, anche se poi era stata curata dal grief seed che aveva lasciato.
Spinse la porta dando prima un’occhiata che il padre non fosse nei dintorni e mise il piede dentro.
Lo stanzone d’entrata continuava ad essere tenuto in penombra, ma un odore pungente e facilmente distinguibile – almeno per una maga come lei - catturò i suoi sensi: sangue.
“Momo…? Mamma…? …Papà…? S-sono io…”
Girò l’angolo dietro cui si nascondeva la cucina e qualcuno, anzi, molti, nell’universo, esplosero di felicità.
Ma tutto ciò, era solo un’anticipazione di quello che avrebbe poi “ammirato” all’interno della chiesa.
 
“-Papà! Hai tenuto una predica meravigliosa oggi, come al solito! Ma… che succede?
-Oh, Kyoko… Stavo giusto pensando che quella predica non è stata capace di aiutare nessuno di coloro che sta veramente soffrendo…
-Intendi quella che hai appena fatto ai fedeli proprio quest’oggi? Nel senso… le tue prediche sono sempre state molto famose tra di loro, no?
-Immagino perché quelle erano soltanto superficiali…Ma a dirti la verità, io penso che ciò che appartiene alle sacre scritture sia ormai fuori tempo da molto… Per salvare le persone di questa nuova era, è necessaria una nuova fede! Per come è ora la nostra stessa fede e per come è ora il mondo, saturo di disperazione, non possiamo essere salvati da questo dolore. Abbiamo bisogno di una nuova dottrina, capace di risollevare le sorti! Ma io da solo non basto a predicare questa nuova dottrina… Io vorrei salvare questo mondo, ma…
-Io penso che tu stia dicendo la cosa giusta, papà. Perciò raccogli tutto il coraggio e la volontà che puoi e dillo. Sono sicura che tutti capiranno.
-Hai ragione. È tempo di alzarsi in piedi e farsi sentire.
-Ne sono sicura! Andrà tutto bene! Dopotutto, Dio è con te, papà!”

Ne sono sicura! Andrà tutto bene! Dopotutto, Dio è con te, papà!

La frase riecheggia più volte nella sua testa e il continuo agitarsi non aiuta ad eliminare quelle atroci memorie.

Andrà tutto bene!
Un lago di sangue e un coltello ai suoi piedi.

Stringe di più gli occhi, serrando le palpebre e digrignando i denti, facendo spuntare quel suo canino che caratterizza il suo audace sorriso.

Dopotutto, Dio è con te, papà!
Una corda pendente dal soffitto. E suo pad…

Alza di scatto la schiena dal letto in un bagno di sudore. Sta ansimando e le sue guance sono umide. Si strofina gli occhi: ha pianto.
Esce da quelle lenzuola pregne di terribili ricordi e si mette i suoi pantaloncini di jeans preferiti, posati sulla poltrona vicina.
Si alza e va a tirare un calcio fortissimo alla parete.
Si avvicina alla finestra e tira fuori dal cassettone accanto al letto un panino preconfezionato.
Apre la finestra ed esce sul terrazzo, appoggiandosi alla ringhiera e guardando con occhi torbidi un punto indefinito dello spettacolo di inquinamento luminoso che le si prospetta innanzi.
“Non vai a caccia di streghe, stanotte?”
“Fottiti.”
“Oh, che accoglienza.”
“Come caspita dovrei accogliere un succhia-anime come te?” Non distolse lo sguardo dalla città illuminata.
“I valori degli esseri umani proprio non li capisco…”
“Io non capisco né i tuoi né quelli degli esseri umani. Contento, ora?”
“Kyoko Sakura, hai qualcosa che ti turba?”
“Tsk, come se dovessi venire a dirlo proprio a te.”  E dicendo così, divorato lo snack, se ne torna nella stanza, dove prende un pacchetto di patatine e si sdraia nuovamente sul letto, tirando fuori qualcosa da sotto il cuscino.
“Miki Sayaka… è questa l’origine dei tuoi turbamenti?”
“Non ti ho dato il permesso di entrare! Vattene.”
“Così è proprio lei. Sai, ha stipulato il contratto con me pochi giorni fa… Non ha ancora capito cosa vuol dire essere una maga… Non durerà tanto, ci puoi scommettere. Vedendola dal mio punto di vista è stato un buon acquisto.”
Preferisce tacere, piuttosto che trapassarlo con la lancia da una parte ad un’altra – non sapendo ancora dei suoi corpi di ricambio-: il sogno di prima l’ha ancora lasciata scossa.
“Sai, è proprio come te. Ha espresso un desiderio altruistico. E puoi stare certa che non ci ricaverà mai un beneficio!”
“Che tipo di desiderio?”
“Di guarigione.”
“Sarebbe?”
“Ha desiderato che Kyosuke Kamijo venisse salvato dalla malattia che rendeva disabile la sua mano sinistra.”
“Tsk, quel tizio lì del tetto…”
“E come se non bastasse pare che se ne sia innamorata. Un altro punto a mio vantaggio, se così si può dire. Con sentimenti così forti l’accumulo di impurità nella soul gem è sicuramente incrementato.”
“Hai parlato fin troppo. Vattene ora o ti ammazzo.”
“Calma, calma, oltretutto sono discorsi che coinvolgono anche te. Non era tuo interesse farla fuori?”
Distoglie lo sguardo dall’oggetto che teneva da un pochino di tempo in mano e lo punta contro la bestia bianca.
“Levati dai piedi. Ora.”
“Attenta alle azioni sconsiderate, Kyoko.” E così dicendo, si dilegua nelle ombre della stanza.
Ritorna a guardare quello che aveva tra le mani e tra una patatina e l’altra, si concede pure il lusso di pensare ad alta voce.
“Tsk, che idiota che sei. Tipo me, no? Vallo a sapere quanto ci mente quel pezzo di merda quando ci convince a formulare il contratto.
Forse dobbiamo ringraziare quella pazza della tua amica frignona… se non fosse stato per lei non avremmo mai saputo di cosa si nasconde dietro a queste cose qua…” Apre la mano sinistra e osserva attentamente il rosso brillante della sua ‘anima’.”
“…o forse quella tipa strana lo sapeva di già? Nasconde troppe cose… Si vede benissimo che ha già tutto un piano e non permetterà a nessuno di intralciarle il percorso per poterlo seguire…”
Emette un lungo sospiro e, con un gesto rapido, lancia il pacchetto finito nel cestino che tiene sotto il letto.
Si allunga verso la poltrona dove c’è anche la sua felpa e ne tira fuori una confezione di Pocky.
“Mi fai pena. Mi ricordi una certa Kyoko Sakura… Che avrei voluto salvare, ma mai ci sono riuscita.
Con te ce la farò. Sono sicura che alla fine a trionfare saranno l’amore e il coraggio.
Tsk, sono patetica, lo so… però… sento come se stessi tornando ai vecchi tempi… ai tempi in cui credevo ancora esistesse un lieto fine
In ogni caso, non permetterò che tu cada nella disperazione, prima che io sia riuscita a fare qualcosa per te.
Se domani riuscirò a parlarti, a raccontarti la mia storia, il mio passato, la mia vecchia personalità, magari nelle rovine della chiesa di mio padre… beh, potrei dire che come protagonista della mia favola ho combattuto e sconfitto tutti i mostri cattivi, ti pare? E non mi resta altro che trovare la mia principessa e giurarle amore eterno… ed avere un lieto fine.”
Con queste promesse e gli occhi rossi e gonfi dal precedente pianto onirico, cade nel sonno con l’espressione di un neonato che, soddisfatto della poppata, si addormenta sorridendo e tingendo le guance tonde e delicate di rosa.
E con una mano, tiene –involontariamente- la sua foto sul cuore.

 



SPAZIO DELL’AUTRICE
Innanzitutto grazie per aver letto la fanfiction. Beh, si potrebbe dire che è il mio primo lavoro sia nel fandom di Madoka Magica che su EFP (lasciate stare la mia prima storia che è meglio, visto che avendola scritta da molto tempo prima che pensassi anche solo di iscrivermi qua, non la considero come l’”esordio”, che invece vedrei meglio in questa qua ^_^ ). Ho anche un’altra storia a lavoro, iniziata prima di questa, sempre su MadoMagi.

La fanfiction che avete letto doveva essere una specie di tributo per il giorno del  compleanno di Kyoko (o meglio un ringraziamento da parte mia al personaggio), quindi l’ho dovuta buttare giù in pochi giorni, visto che l’idea mi è venuta una settimana prima dell’evento, e per questo mi scuso e vi prego di segnalarmi eventuali errori o imprecisioni. Perché si sa, per quanto impegno ci si metta, le cose fatte di fretta vengono sempre peggio!
Sarei estremamente grata se lasciaste una recensione con un commento, un pensiero, un consiglio, una critica, anche negativa… Mi stimolerebbero sicuramente a migliorare e a scrivere storie di livello superiore.
Vi ringrazio per avermi letta e seguita fin qui.
E volevo aggiungere anche dei ringraziamenti speciali – seppur brevi- a fantastiche persone che ho avuto modo di conoscere tramite il mondo della scrittura e di Madoka Magica:
Setsuka, per gli incoraggiamenti e l’ispirazione e la voglia di migliorare che le sue storie mi hanno sempre dato, Rodinas, per avermi fatto adorare ancora di più Dentino in tutto il suo splendore (hai visto che ho dedicato una piccolissima parte ai suoi denti? XD) e infine, last but not least, PuffballOtaGirl, che sopporta sempre i miei scleri in chat e asseconda tutti i miei amoreggiamenti verso Kyoko o altro (lol).
Ancora grazie per averla letta e di più per chi ha recensito.

FuRa14

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica / Vai alla pagina dell'autore: FuRa14