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Autore: Leana    09/05/2013    8 recensioni
Blaine Anderson è un papà single di ventun'anni che per accudire sua figlia Melody ha dovuto lasciare l'università, le serate con gli amici, e ogni divertimento. Sa bene che quella bambina lo ha cambiato in meglio, ma ora è deciso a riprendere in mano la sua vita e a diventare un bravo avvocato.
Blaine si mette quindi alla ricerca di una baby-sitter, e scoprirà che Melody non sarà l'unica a fargli compiere scelte che non si sarebbe mai aspettato di fare.
Dal prologo:
Un ragazzo che avrà avuto la sua stessa età stava salendo i gradini del portico con passo aggraziato. Indossava dei pantaloni aderenti, e un dolcevita abbinato. Quello che spiccava di più nella sua figura era sicuramente lo sguardo. Quegli occhi azzurro intenso parlavano da soli.
Quello che stupì tanto Blaine, però, fu il fatto di trovarsi davanti a un ragazzo. Avrebbe giurato che a telefono avesse parlato con una donna.
“Salve”
Blaine tornò in sé, e allungò la mani libera per stringere quella dell’altro.
“Blaine Anderson” si presentò.
“Kurt Hummel” rispose l’altro.

[Future!Klaine, Babysitter!Kurt]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I S O L A T E D
S  Y  S  T  E  M

 
 


  
 
  
PROLOGO

 
In an isolated system, entropy can only increase

(Muse – Isolated System)
 

 
 
 
 

 
‘Cercasi baby-sitter a tempo indeterminato per 38h a settimana. Lauto compenso.
Per info: 555-45678’
 
Blaine rilesse l’annuncio che aveva messo su tutti i giornali della città.
 
Erano già passati due settimane, ma nessuno aveva ancora chiamato per quel lavoro, e dire che era anche disposto a sborsare una bella cifra.
 
Ormai settembre si avvicinava, e se voleva iniziare gli studi di quel semestre aveva assoluta necessità che qualcuno badasse a sua figlia Melody.
 
Per lei aveva rinunciato a tre anni di università, ma ormai la riteneva abbastanza grande per poter rimanere con qualcuno che non fosse lui tutto il giorno.
 
Fino a quel momento aveva mantenuto sé stesso e la figlia con i soldi dei suoi genitori, ma Blaine sognava da sempre di diventare un avvocato, di avere uno studio tutto suo, e di guadagnarsi da solo di che vivere.
 
Il suo obbiettivo era quindi quello di tornare a studiare legge ad Harvard.
 
Immerso nei suoi pensieri, si accorse troppo tardi che Melody si era allungata sul seggiolone, e aveva afferrato un angolo del giornale che stava leggendo.
 
“Tesoro, lascia stare il giornale di papà” la riproverò.
 
La bambina lasciò andare l’angolo ormai sgualcito, e prese a giocare con il biberon mezzo vuoto che aveva davanti.
 
“Finisci la colazione” continuò Blaine.
 
In tutta risposta, Melody scaraventò con una risatina il suo biberon sul tavolo.
 
“Ma sei una peste!” esclamò suo padre con un sorriso. Con pazienza, si alzò, e andò a recuperare il biberon che era rotolato fino a cadere per terra.
 
Lo appoggiò sul lavandino, e asciugò la bocca della bambina. Una volta finito, Melody allungò in alto le mani, segno che voleva essere presa in braccio.
 
“Pa” lo chiamò, e Blaine non riuscì a resistere. La sollevò, e tenendola con una mano, prese il giornale che aveva abbandonato sul tavolo, e uscì dalla porta a vetri.
 
Percorrendo un piccolo sentiero, raggiunse il gazebo sul retro della casa, e si accomodò su una delle poltrone, facendo sedere Melody sulle sue gambe.
 
La bambina prese il giornale dalle sue mani, e dopo aver osservato per pochi secondi l’immagine che accompagnava un articolo, girò pagina.
 
“Ti piace?” le chiese Blaine ormai rassegnato a non poter finire di leggere.
 
La bambina fece uno dei suoi versetti, iniziano a stropicciare le pagine. Blaine sospirò, accarezzandole i morbidi riccioli che aveva ereditato da lui.
 
All’inizio era stato difficile abituarsi a quella bambina, ma era pur sempre sua figlia. Le aveva voluto bene fin da subito, nonostante le avesse cambiato la vita da un giorno all’altro.
 
Come gli dicevano spesso i pochi amici che ancora frequentava, Melody l’aveva rammollito. Ormai non avrebbe saputo dirle di no a niente.
 
In quel momento, il cellulare iniziò a squillare. Melody lasciò perdere il giornale, e prese a muovere le gambe e le braccia al ritmo della suoneria.
 
Erano mesi che Blaine non la cambiava perché sapeva quanto le piaceva.
 
Con un sorriso, si alzò lasciandola seduta da sola sulla poltrona.
 
Rispose senza nemmeno leggere sul display chi fosse.
 
“Pronto?”
 
“Salve, chiamavo per il lavoro da baby-sitter. Ho letto l’annuncio sul giornale, e mi chiedevo se fosse ancora disponibile” rispose una voce timida.
 
“Si, certo. Se è interessata possiamo vederci oggi pomeriggio per discuterne”
 
“Va benissimo” rispose entusiasta la voce.
 
Blaine diede l’indirizzo di casa sua, e fissò l’appuntamento per le quattro.
 
Forse, finalmente, aveva trovato qualcuno: stava Iniziava a temere di dover rinunciare di nuovo all’università per dover badare a sua figlia.
 
“Indovina? Oggi viene la tua baby-sitter!” disse a Melody.
 
La bambina gli sorrise senza capire, e finì di strappare la pagina che aveva in mano.
 
Blaine passò il resto della mattinata, e gran parte del pomeriggio, a riordinare la casa perennemente in disordine – d’altronde quando si ha un bambino per casa era sempre così - e a lavare, pettinare, e vestire Melody.
 
Giustamente, poco prima che il loro ospite arrivasse, la bambina si versò addosso il succo di frutta che stava bevendo, e Blaine dovette cambiarla in fretta e furia.
 
Mentre scendeva al piano di sotto con sua figlia nuovamente pulita, sentì suonare il campanello.
 
Camminò fino alla porta, e premette il pulsante per aprire il cancello della casa.
 
Quando sentì il motore dell’auto spegnersi, e una portiera sbattere, aprì la porta principale.
 
E rimase stupito da quello che vide.
 
Un ragazzo che avrà avuto la sua stessa età, stava salendo i gradini del portico con passo aggraziato. Indossava dei pantaloni aderenti, e un dolcevita abbinato. Quello che spiccava di più nella sua figura era sicuramente lo sguardo. Quegli occhi azzurro intenso parlavano da soli.
 
Quello che stupì tanto Blaine, però, fu il fatto di trovarsi davanti a un ragazzo. Avrebbe giurato che a telefono avesse parlato con una donna.
 
“Salve”
 
Blaine tornò in sé, e allungò la mani libera per stringere quella dell’altro.
 
“Blaine Anderson” si presentò.
 
“Kurt Hummel” rispose l’altro.
 
Adesso che lo sentiva parlare di nuovo, Blaine realizzò di non essersi affatto sbagliato.
 
“Non si preoccupi, mi scambiano tutti per una ragazza. Colpa della mia voce, temo” disse Kurt intuendo il significato della sua espressione.
 
“Non intendevo offendere” si scusò.
 
“Non c’è problema. E tu come ti chiami?” chiese Kurt alla bambina.
 
Melody rimase a fissarlo, senza emettere suono.
 
“Melody” rispose per lei suo padre. “Vogliamo entrare?”
 
“Certo” acconsentì Kurt seguendolo all’interno della casa.
 
Kurt sapeva che in quella zona abitavano perlopiù persone benestanti.
Mostrarsi meravigliato per il lusso di quella casa lo avrebbe fatto sembrare un poveraccio, e non voleva dare assolutamente quell’impressione. 
Per questo sfoggiò il suo classico sorriso di convenienza, e seguì il padrone di casa.
 
“Andiamo in salotto, così possiamo discutere con calma” consigliò Blaine, e Kurt annuì.
 
Si sedettero tutti e tre sul grande divano che occupava buona parte della stanza, e Melody si allungò verso il nuovo arrivato.
 
Kurt non poté fare a meno di notare quanto si assomigliassero padre e figlia. I capelli, e gli occhi sicuramente li aveva presi da lui.
 
“Dove vuoi andare, principessa?” le chiese Kurt aiutandola a sedersi sulle sue gambe.
 
Melody gli sorrise, e si accoccolò contro il suo petto.
 
“Sembra che tu le piaccia” notò Blaine stupito.
 
“Già” rispose Kurt accarezzando una guancia paffuta.
 
Non riuscì trattenersi dal paragonarla a uno scoiattolo con le noccioline in bocca. Aveva un voglia terribile di pizzicare quelle gote piene.
 
“Dunque” iniziò Blaine. “Ha già esperienza con i bambini?”
 
“Ho già fatto il baby-sitter in passato, e una mamma mi ha costretto a frequentare un corso di primo soccorso prima di darmi il lavoro, quindi sono pronto a ogni evenienza”
 
“Fantastico, anche se spero che non ce ne sia mai bisogno”
 
Kurt annuì, poi entrambi risero.
 
“Come ha letto dall’annuncio, però, mi serve un baby-sitter a tempo pieno” continuò Blaine.
 
“Al momento non lavoro, quindi sono più che disponibile. Sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro” spiegò Kurt.
 
“Benissimo, anche se – diamoci del tu - spero di non doverti mai trattenere più del dovuto”
 
“Posso chiederti cosa intendevi con quel ‘tempo indeterminato’?” chiese Kurt curioso.
 
“Ho lasciato l’università per badare a Melody, e ora ho intenzione di ricominciare a studiare, di conseguenza starò fuori tutto il giorno. Lei è piccola quindi, per qualche anno, come minimo, mi servirà qualcuno che badi a lei mentre io non ci sono” spiegò Blaine.
 
“Okay, e quali sono gli orari? Sempre se avrò il lavoro, intendo” si affrettò ad aggiungere alla fine.
 
“Tranquillo, al momento sei l’unico disponibile, quindi potresti anche avere quattro braccia, e un occhio e ti assumerei lo stesso” scherzò Blaine. “Allora, lavorerai dal lunedì al venerdì, dalle sette e trenta alle quindici più qualche possibile straordinario, dipenderà dai miei impegni all’università. Sabato e domenica, considerali giorni di riposo”
 
“Fantastico. E… quanto sarebbe la paga?”
 
“Mileottocento dollari al mese, ma se ne servono di più…”
 
“Cosa? No, vanno benissimo!” lo interruppe Kurt.  
 
Non gli era mai capitato di venire pagato così tanto solo per fare il baby-sitter. L’ultima vola che aveva accudito un bambino, era stato per tre mesi e aveva guadagnato a malapena i soldi che ora Blaine gli stava offrendo per un solo mese di lavoro.
 
Cercò di non dare a vedere che quei soldi erano veramente tanti per lui, e chiese: “Quindi posso avere il lavoro?”
 
“Se lo accetti, si”
 
“Sono a completa disposizione” disse Kurt con un mezzo sorriso.
 
Rimasero in silenzio per un paio di secondi, poi l’esperienza del nuovo baby-sitter ebbe la meglio.
 
“Dovrei sapere un po’ di cose su di lei, se non ti dispiace”
 
“Certo. Di che tipo?” chiese Blaine.
 
“Quanti anni ha, se parla, cammina, allergie, malattie che ha già avuto, cosa mangia di solito… queste cose”
 
“Ha due anni. E… non ha mai preso malattie contagiose, anche perché la porto fuori poco. Che io sappia non è allergica a niente. Parla pochissimo, più che altro fa versetti incomprensibili, le piace gattonare e ho già preparato una lista delle cose che mangia di solito” rispose prontamente Blaine.
 
“Bene, così non sbaglio” disse Kurt guardando la bambina sulle sue gambe.
 
“Di norma dovrei stare fuori tutto il giorno, quindi ti lascio l’intera casa a disposizione. Poi ti spiego come inserire e togliere l’allarme, dove sono le medicine, e tutto il resto. Potrebbe capitare che io torni a pranzo, ma te lo dirò prima, e… cos’altro… due volte a settimana viene Emily, la donna delle pulizie. E’ una tipa un po’ strana, ma sa fare il suo lavoro, e comunque non disturba mai” aggiunse Blaine.
 
“Okay, bene”
 
I due ragazzi si accorsero solo in quel momento che il loro chiacchiericcio aveva fatto addormentare Melody.
 
“La notte mi fa impazzire, non fa altro che svegliarsi, e piangere” spiegò Blaine, prendendola lentamente in braccio per non svegliarla.
 
“Lo fanno in tanti”
 
“Beh, spero che la smetta, perché non potrò certo permettermi di stare sveglio tutta la notte quando andrò all’università” disse Blaine facendogli un cenno con la testa.
 
Kurt lo seguì al piano di sopra, fino alla stanza di Melody.
 
Sulla parete dove c’era il lettino, erano dipinti con estrema precisione Nemo, Dory e Marlin. Il resto della stanza, invece, era dipinta di un blu rilassante.
 
Blaine mise nel lettino Melody, e le avvicinò un cagnolino di pezza.
 
Silenziosamente uscirono dalla stanza, poi Blaine propose a Kurt di fargli fare un giro della casa. 
Gli fece vedere la cucina, il salotto, e la sala da pranzo, le camere al piano superiore, e persino la soffitta.
 
Kurt considerò per un momento che quella casa doveva essere grande il triplo della sua.
 
Dopo che Blaine gli ebbe fatto vedere come funzionava l’allarme, lo invitò a prendere un caffè in giardino prima di andare. 
Non avendo altri impegni, Kurt accettò e in men che non si dica, si trovarono entrambi immersi nel verde a gustare un perfetto caffè da due eleganti tazze.
 
“La madre di Melody che lavoro fa?” chiese Kurt per rompere il silenzio che regnava da quasi un minuto.
 
“Non la vedo da due anni, quando mi ha lasciato Melody” rispose Blaine serio.
 
“Scusa, non lo sapevo” disse Kurt mortificato.
 
“Non preoccuparti. Ormai c’ho rinunciato. E’ andata così e basta”
 
“Le volevi molto bene?” chiese ancora Kurt bevendo un altro sorso di caffè.
 
“Eravamo entrambi degli incoscienti… nessuno dei due voleva un figlio così giovani” mormorò Blaine come se parlasse tra sé e sé.
 
Sembrava perso in vecchi ricordi, così Kurt non insistette oltre.
 
“Quanti anni hai?”
 
“Ventuno. E tu?” chiese Blaine trovando l’appiglio per cambiare discorso.
 
“Anche io” rispose Kurt pulendosi la bocca con una mano.
 
“Sei di Boston o abiti fuori città?”
 
“Abito a Boston” rispose Kurt con tono leggermente malinconico.
 
Blaine lo notò, ma non disse niente.
 
“Quindi quando dovrei iniziare a lavorare?” chiese Kurt appoggiando la tazza vuota sul tavolino di fronte a sé.
 
“Tra due settimane” rispose Blaine.
 
“Perfetto. Ora, però, si è fatto tardi, e dovrei andare. Grazie mille per il caffè” disse Kurt alzandosi.
 
“Quando vuoi. Vieni, ti riaccompagno alla porta”
 
Blaine appoggiò la sua tazza accanto a quella di Kurt, e lo guidò fino all’ingresso.
 
“Ci vediamo tra due settimane, per qualsiasi cosa hai il mio numero” disse Blaine con un gesto della mano.
 
“A presto” lo salutò Kurt.

 


 
 



 
 
Note finali:
Cosa ve ne pare come inizio?
Come avrete capito Blaine è un papà single, che dopo due anni sabbatici, vuole tornare a studiare.
E Kurt è alla ricerca di un lavoro, e quello da baby-sitter capita al momento giusto :)
In realtà questo è solo il prologo, quindi non ho fatto nessun cenno alla vera e propria trama della storia, ben più articolata.
Fatemi sapere cosa ne pensate, consigli, suggerimenti, qualsiasi cosa!
 Thanks ;)
Leana <3
   
 
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