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Autore: alexii_D    09/05/2013    4 recensioni
Perrie è semplice e pura. Ha una vita regolare, fino a quando, ad X Factor, avrà non grossi problemi.
Non sarà tutto così semplice, per quella ragazza dagli occhioni azzurri, fra amicizia, amori e problemi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jade Thirlwall, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"Sognare è lecito, realizzarlo è volontà."
cit. 


Presentacion.

 

“Perrie!!!” l’urlo di una voce mi raggiunse ovattato, silenzioso, quasi inesistente. Ma purtroppo sapevo troppo bene cosa queste urla stavano a significare. E se non mi alzavo in fretta, mia mamma sarebbe salita su per tutta la rampa di scale solamente per bagnarmi la faccia con l’acqua congelata.
“Perald!!” urlò l’altra voce che conoscevo anche molto bene, quella di mio fratello. Sapeva che odiavo quando qualcuno mi chiamava così, ma sapevo anche che voleva mangiare, e finchè io non mi sarei alzata lui avrebbe dovuto aspettare.
“Arrivo!” cercai di urlare a mia volta, ma la voce era troppo flebile e assonnata perché arrivasse fino al piano di sotto.
Mi sedetti con calma sul bordo del letto, dato che ogni santissima mattina la mia testa aveva dei giramenti, appena alzata. Quando questi diminuirono d’intensità mi concessi di stropicciarmi gli occhi, che mi bruciavano dalla sera precedente.
Non avevo fatto grandi cose, ma giocare e cantare tutta la sera davanti a uno schermo al plasma con mio fratello non aveva aiutato il mio senso mattutino.
Mi appoggiai lentamente al comodino posto accanto al mio letto, tanto per scoprire se sarei caduta a terra e se sarei riuscita a dirigermi in bagno.
Quando constatai che il mio equilibrio era abbastanza buono, con tutta la calma del mondo entrai nel bagno collegato alla mia camera. Questo infatti aveva una storia; tre anni fa avevo talmente asfissiato mia mamma con la richiesta di un bagno mio personale che alla fine aveva ceduto, spostando mio fratello e facendomi un bagno mio personale, con solo le mie cose.
Dato che la nostra casa era comunque vivibile e abbastanza grande, mia mamma spostò mio fratello e tutte le sue cose al piano inferiore vicino alla loro camera facendo così diventare la sua vecchia camera il mio nuovo bagno.
Essendo stato una camera da letto era molto grande e spazioso, e grazie alla possibilità monetaria di mio padre mi ero fatta inserire la vasca con idromassaggio che tanto amavo e desideravo da una vita.
Subito all’entrata del bagno, a sinistra perlopiù, si trovava una vasca rialzata con idromassaggio incorporato, più avanti si trovavano tutti i miei trucchi e ancora più avanti, verso la finestra, si trovavano i pigiami e i vestiti che mia mamma definiva ‘da casa’, che invece venivano utilizzati per andare in palestra o per dormire, facendola più semplice, perché alla fine non mi facevo molti problemi. Dall’altro lato invece si trovava uno specchio a dimensione umana che usavo poco o niente, e uno specchio a muro che invece utilizzavo per truccarmi, solitamente. Infine, vicino alla finestra situata di fronte alla porta si trovavano tante piantine, di cui sono amante, dal cactus alle rose, amavo i contrasti.
Mi diressi al centro del bagno, dove c’era lo specchio. Mi guardai e constatai che ero abbastanza rimediabile, niente di sconvolgente come capitava alcuni giorni, quindi mi misi all’opera per quella giornata.
Potrei sembrare una ragazza strana o superficiale, ma una cosa che amo è vestirmi bene e truccarmi.
Amo anche quando le altre ragazze lo fanno, perché secondo me il trucco è lo specchio dell’anima. Ti trucchi in base all’umore del giorno, ti trucchi per far capire alla gente come stai, anche se molte persone non ne fanno molto caso. Io comprendo sempre l’umore di una persona dal trucco, perché anche se non sa tutte queste cose, il sesto senso dice di truccarsi in maniera differente in base all’umore.
Con in mano la matita nera disegno una riga relativamente sottile nella palpebra superiore, poi faccio la virgoletta finale, che adoro. Metto solo una piccola riga nella parte finale dell’occhio inferiore, in modo da aprirmi lo sguardo. Non so perché, ma oggi sono stranamente felice, e i miei occhi lo esprimono, quindi voglio sottolinearlo. Concludo con una leggera passata di rimmel, poi inizio a spazzolare i miei capelli mossi o lisci a seconda di come dormo.
Una delle poche cose trasgressive che mia mamma mi fa passare è il fatto di tingermi i capelli. Mi dice solamente di stare attenta a quello che faccio, che non sia niente di troppo esagerato. Infatti questa volta ho un semplice biondo molto chiaro, che però non sembra bianco. Mi piace, e trovo che mi stia anche relativamente bene. Il mio colore naturale è un castano molto chiaro, quasi biondo, ma che è scomparso all’età di sedici anni. Adesso ne ho diciassette, ma fra meno di 1 mese compio diciotto anni.
Finito il rito di spazzolare i capelli e perdere un sacco di tempo solo per questo, mi diressi di nuovo nella mia stanza con un passo accelerato, dato che sentire il proprio fratello che sbraita dal piano inferiore non è il massimo, soprattutto se ha fame.
Entrai sempre a passo svelto nella cabina armadio scuotendo la testa, pensando che mia mamma potrebbe dar da mangiare a mio fratello, non sarebbe accaduto nulla, ma lei aveva le sue solite fisse da mamme. Iniziai a frugare fra i vestiti presenti, forse troppi a causa della mania di mia mamma, ma che non si può definire del tutto una causa. Lei ama i vestiti, e ama anche comprarli, quindi quando si tratta di qualcosa di diverso non perde l’occasione di andare a spendere soldi per capi d’abbigliamento nuovi. Ormai lei conosce anche i miei gusti particolari, quindi i vestiti che mi compra sono anche molto carini, quindi la lascio alla sua piccola imperfezione, la mania.
Presi alla fine le prime cose che mi capitarono sotto mano, ovvero una maglietta un po’ corta bianca, un paio di jeans chiari a vita alta con delle toppe color jeans scuro e un paio di scarponcini stile Timberlake neri.
Il mio stile mi piace molto, perché di questi tempi i ragazzi sono tutti uguali nel vestire e io non ho mai voluto essere nella ‘massa’, quindi mi sono creata uno stile tutto mio, personalizzato e unico.
Afferrai la borsa appoggiata sulla sedia accanto alla scrivania e finalmente, per la gioia di mio fratello, scesi a fare colazione.
 
Entrai nella grande, forse troppo, cucina di casa nostra e mi avvicinai al mio solito posto, a destra di mia mamma e di fronte a mio papà. Al suo fianco si trova mio fratello, Matthew.
“Buongiorno principessa.” mi salutò mio papà come ogni mattina, lasciando un bacio sulla mia fronte. Anche se ho diciassette anni ci tiene a salutarmi come faceva quando avevo dieci anni, e a me va bene così.
“Buongiorno famiglia.” risposi a papà e a tutti gli altri, che mi fissavano in modo curioso.
“Perrie. Sei tardi.” disse mia mamma con uno sguardo truce, uno di quelli che non ammettono repliche.
“Infatti, non ho neanche il tempo per guardare la TV.” aggiunse Matthew mettendo il broncio, dato che a dodici anni vuole ancora guardare quella santissima TV la mattina prima di andare a scuola.
“Scusatemi, ma non riuscivo ad alzarmi.” e con questo affermai la verità, la voglia di uscire dal letto quella mattina era inesistente, soprattutto se si trattava di un letto a una piazza e mezza.
“Perrie. Lo sai che non ti dico mai nulla, ma non credi che la maglia sia troppo corta?” chiese mia mamma con lo sguardo rivolto al mio abbigliamento secondo lei poco consono.
“No, direi di no. I pantaloni sono a vita alta, non ho la pancia fuori.” dissi prima di continuare a mangiare il pezzettino di brioches rimasto nel mio piatto.
Il discorso cadde, nessuno aveva voglia di parlare, se non per dire che verifiche ci saranno quel giorno, abbandonando i componenti della mia famiglia a semplici pensieri.
 
 
Entrai nel piccolo cancelletto della scuola, dove in piccolo c’era stampato il logo della scuola, e sorpassai tutta la massa di studenti immersi sui libri. A scuola non sono mai stata una celebrità, diciamo che ero una via di mezzo fra popolare e asociale, una persona che dialoga con chi ne ha voglia e che ha quell’amico speciale.
Mi avvicinai al mio solito posto, dove in media aspetto il mio migliore amico, Niall, la persona speciale che caratterizza la mia vita da 15 anni esatti.
 
“Mamma!!” urlò la bambina cercando sua mamma, dopo non averla più vista in fondo allo scivolo.
“Figliola dove sei?” chiamò invece la mamma dall’altra parte del piccolo parco vicino a casa.
La bambina decise di avvicinarsi a una donna dall’aria gentile, che la stava osservando da un po’ di tempo. “Sa per caso dov’è la mia mamma?”  chiese gentile verso quella donna, prima che sul viso della signora di aprisse un meraviglioso sorriso.
“Sei molto sveglia vero piccolina? Quanti anni hai?” domandò la signora a sua volta, sempre sorridendo alla bambina con i capelli dorati.
La piccola ci pensò un po’ e poi rispose “Se non mi sbaglio ho 2 anni, così mi dice la mia mamma.”
“Oh, allora hai la stessa età di mio figlio, vieni qui, aspettiamo insieme la tua mamma, e no, non so dove sia.” disse la donna “Comunque mi chiamo Maura, e fra poco arriverà mio figlio.” Finì.
“Ciao Maura, ma la mamma mi ha detto che non posso stare con gli sconosciuti.” rispose a sua volta la bambina.
“Tranquilla, ti siedi qui, accanto a me, e aspettiamo la mamma insieme.” concluse Maura con sempre quel dolce sorriso stampato sul volto candido.
“E’ quello il tuo bambino?” chiese la bambina con una voce curiosa, mentre indicava con il ditino un bambino piccolo, con i capelli color mogano e con degli occhi azzurri come il ghiaccio.
“Si, è lui, e si chiama Niall.” spiegò la signora “Vieni qui tesoro.” disse ancora poi, alzando un po’ la voce in modo da farsi sentire dal figlio con gli occhi azzurri/ghiaccio.
“Ciao bimbo.” disse la bambina bionda allungando una mano verso il bambino, che per l’imbarazzo era diventato tutto rosso.
“Ehi Niall, stai tranquillo, è simpatica.” rise la mamma.
“Piacere, Niall Horan.”
“Piacere, Perrie Edwards, credo.”
 
Il nostro primo incontro mi spuntò fuori dal nulla, un lontano ricordo della nostra prima conversazione. La prima di tante altre. Mi avvicinai a lui e gli schioccai un bacio sulla guancia come segno di saluto, lo facevo sempre, da quando avevo 2 anni e lo incontrai per la prima volta nel piccolo parco vicino casa mia.
All’età di 5 anni iniziammo quasi a convivere insieme, lui veniva a dormire da me e io andavo da lui, era diventato quasi un rito.
Questo fatto non era scomparso, anzi, il venerdì Niall veniva sempre a dormire da me, portando la cena dietro, e il sabato andavo io da lui, portando un dolce che di consueto cucinava mia mamma.
I miei momenti migliori li avevo passati con lui, tutti i fatti principali, come la caduta di un dentino, il mio primo bacio e il mio primo ragazzo. Solo quando avevo 15 anni Niall mi aveva rivelato che un po’ gli piacevo, ma io non ero innamorata di lui. Dopo questo fatto però, ci eravamo legati ancora più di prima, come se qualcosa di invisibile ci avvicinasse ogni volta.
“Buongiorno Pezz.” mi salutò schioccandomi un bacio a sua volta sulla guancia.
“Ciao Nialler.” dissi avvicinandomi anche alle altre persone lì presenti.
Li guardai tutti, dato che Niall aveva la brutta abitudine di invitare gente non sempre di buona compagnia o gruppi poco raccomandabili, poi notai che fra loro c’era Harmony, una ex di Niall ma con cui era rimasta in buoni rapporti, Nina, una ragazza che faceva il corso di disegno con me e Tom, l’unico ragazzo con un minimo di intelligenza nel cervello oltre a Niall, di cui mi ero innamorata. Sentii le mie guance diventare un po’ più calde, segno evidente che stavo arrossendo, per poi nascondere il viso nella maglietta che indossavo, senza riuscire esattamente nell’intento che mi ero prefissata, dato che la mia maglietta era cortissima e non aveva sicuramente il collo alto.
Sentii vicino a me Niall prendermi la mano, per poi ridere di gusto. Aveva intuito che Tom mi piaceva, anche se non glielo avevo detto apertamente, ma non mi aveva mai spinto a parlagliene, e di questo gli ero grata.
In lontananza qualcosa rimbombò, qualcosa che di solito mi infastidiva, ma che oggi mi aveva risparmiato domande imbarazzati o ghigni poco carini sul mio viso. Al suono della campanella salutai tutti con un veloce gesto della mano e mi fiondai dentro al grande portone della scuola, che almeno questa volta, mi aveva tratto in salvo.
 
 
Entrai nella grande mensa della scuola subito dopo aver lasciato i libri nel mio armadietto.
Cercai Niall con lo sguardo per tutta la mensa, e lo individuai poco dopo in un grande tavolo insieme a poche altre persone. Quando mi vide gli feci cenno di dover ancora prendere da mangiare, e che poi sarei arrivata. Mi sorrise, con quel sorriso che dedicava solo a me, e alla fine annuì.
Mi misi in coda dietro a una massa assurda di studenti per prendermi il pranzo. Mentre camminavo a passo di lumaca verso il bancone mi capitava di parlare con qualche ragazzo vicino a me, tanto per passare un po’ di tempo, anche se l’unica persona che avrei voluto accanto era Tom, ma non si poteva avere tutto dalla vita.
Arrivai prima del previsto davanti alla piccola cassa per pagare il pranzo che costava perennemente un’esagerazione, anche se il mio ultimo problema erano i soldi. Mio padre infatti, facendo il manager per un gruppo di cantanti americano aveva una paga molto sostanziosa e mia madre, facendo la commercialista, non aveva neanche problemi di questo genere, quindi i soldi a casa nostra non mancavano. Per questo motivo abitavamo in una casa enorme, con una donna delle pulizie solo per pulire tutto il mio casino.
Anche per questi motivi i miei non erano sempre a casa, mio padre era spesso via con quel gruppo e mia mamma capitava che doveva fare commissioni in qualche città esterna. L’unica cosa positiva, almeno per loro, era che si scusavano sempre con dei regali, che alcune volte si rivelavano veramente molto utili.
Senza farci troppo caso pensai subito a quello che mi ripeteva Niall molte volte, che in fondo aveva un minimo di verità. Ero troppo dolce e buona con le persone, e secondo lui un giorno mi avrebbero fatto del male. Cercavo però di non dagli peso, anche se sapevo che perdonavo tutto troppo facilmente, a chiunque.
Mentre questo stormo di pensieri mi girava per la mente non mi accorsi neanche di star camminando verso il tavolo dov’erano seduti tutti gli altri ragazzi. Mi avvicinai ancora un po’ e mi sedetti al mio solito posto, a destra di Niall e a sinistra di Lizzie, la mia migliore amica di un tempo, perché ultimamente si stava allontanando da me.
La pausa pranzo purtroppo terminò troppo velocemente e tutti tornammo nelle nostre rispettive aule per le lezioni. L’unica cosa positiva del pomeriggio era che due lezioni su tre erano condivise con Niall, quindi il divertimento era assicurato.
Come previsto infatti, entrati nell’aula di biologia ci mettemmo in banco insieme, pronti ad esaminare qualche strano animale che il professore ci affibbiava ogni santissima volta che c’era lezione. L’ultima volta ci aveva dato da esaminare una gamba di un povero cervo, per poi fare una recensione inutile, almeno per me. La cosa divertente era che Niall riusciva ogni volta ad infettare il pezzo di animale che ci veniva dato, quindi ogni volta venivamo mandati fuori dalla classe ad aspettare un nuovo animale che solo a volte arrivava.
Finita l’ora passata fuori da quella classe a ridere e scherzare con il mio migliore amico, mi diressi verso l’aula seguente. Storia dell’Arte, che però non avevo in comune con Niall.
 
Essere distesa sul mio grande letto a una piazza e mezza con una tazza di latte freddo sul comodino accanto a me e con le cuffiette nelle orecchie era una delle poche cose che amavo veramente fare. Solo il fatto di distendermi a studiare con il latte e le cuffiette, come adesso, o con un buon libro in mano, mi rilassava. Questa volta però il libro di storia dell’arte pesava sulla mia pancia coperta da un semplice vestito molto comodo che usavo per stare a casa, ma non li diedi peso, non era una cosa a cui pensare mentre in teoria dovevo studiare. Dall’Ipod partì una bellissima canzone, una delle poche canzoni che amavo veramente tanto; Skyscraper, di Demi Lovato. Avevo sempre adorato quella ragazza, per la sua forza in tutto, ma anche per un sacco di altri motivi, come la sua voglia di vivere nonostante tutto e non farla finita.
Il volume era davvero molto alto, quasi da non riuscire neanche a capire quello che stava scritto su quel libro, ma poco importava, almeno con questa canzone. La ascoltavo per rilassarmi, per farmi dire che i miei problemi non erano niente in confronto ad altri tanto più gravi, e che quindi tutto era aggiustabile. Solo in lontananza sentii delle voci, ma non ci feci caso, volevo solo ascoltare la musica, d’altronde a casa mia non c’era nessuno di importante.
Convinta che fosse Anita lasciai perdere anche le urla che arrivarono poco dopo, ovattate alle mie orecchie, finchè non mi stufai di tutto quel casino e decisi di alzarmi dalla posizione perfetta e di abbandonare sul letto cuffiette, libro e tutto il resto per andare a chiudermi in bagno, l’unico posto in cui regnava il silenzio e dove nessuno sarebbe mai entrato.
Risi pensando che secondo Niall ero estremamente dolce e pura, ma anche con i nervi a fior di pelle, soprattutto nell’ultimo periodo dell’anno nel quale ci trovavamo. L’irritabilità mi caratterizzava, soprattutto se mi coglieva in una delle poche volte in cui avevo preso un libro in mano per studiare.
Mi abbandonai al pensiero che tutto il rumore non sarebbe cessato velocemente e sospirando aprii l’acqua della grande vasca del mio bagno. Aspettai che si riempì del tutto e misi dentro l’olio che mia mamma aveva portato da qualche paese strano dell’Asia orientale. Aveva un buonissimo odore, anche se non lo avevo ancora capito del tutto, sapevo che c’era vaniglia, fiori di loto, crema, arancio e forse cannella.
Quando l’acqua fu perfetta tornai in camera e presi il piccolo stereo più l’iphone con la musica. Me ne tornai nel bagno e iniziai a spogliarmi da tutti i vestiti. Dopo aver attaccato la musica mi immergo nell’acqua calda, quasi bollente, della grande vasca. L’acqua calda mi rilassava, mi trasportava in un mondo dove tutto era perfetto, dove tutto aveva uno scopo ben preciso e non dovevi fare nulla per conquistarlo. Ma alla fine un mondo così sarebbe anche monotono, nulla da fare, dove bisogna solamente seguire uno schema. Ed è proprio da questo che fuggivo io, da uno schema programmato per la mia vita.
Dopo un’ora piena passata a rilassarmi e a pensare decisi di uscire dalla vasca per tornare dai tanto amati libri, tanto per perdere tempo. Uscii dall’acqua e presi l’asciugamano appeso vicino alla vasca, per poi asciugarmi i capelli. Finii di dare una sistemata ai capelli indomabili e arrotolai l’asciugamano intorno al mio corpo. Sistemai le ultime cose e me ne tornai in camera per prendere i vestiti che prima mi ero dimenticata. Nel frattempo chiudo la porta della camera, per me la privacy era essenziale.
Presi l’intimo dal piccolo cassetto del comodino e mi diressi, con questo in mano, verso la cabina armadio. Presi un paio di pantaloncini verde fluorescente che adoravo e una canottiera nera semplice, e mi diressi nuovamente verso il bagno. Nell’aria si sente ancora l’odore dell’olio, così inspiro profondamente per bearmi di quel fantastico profumo che è anche sulla mia pelle. Misi nelle orecchie le cuffiette recuperate precedentemente dal letto e iniziai a sistemare la vasca, sciacquandola, e i vestiti, appoggiati al lavandino.
Srotolai la prima parte dell’asciugamano color crema dal mio esile corpo e…

 

Prima di tutto, voglio mettere le foto che mi sono immaginata mentre scrivevo la storia.
I capelli e il trucco della nostra cara Perrie;
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E i vestiti sempre della nostra Pezzward;
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Inoltre, ad ogni fine capitolo metterò le foto che mi sono immaginata per quel capitolo.


Spazio Autrice;

Inizio con il dire che a questa storia ci tengo tantissimo, forse perchè è la prima storia che scrivo con le mie idole, le Little Mix, più comunemente chiamate da me 'le ragazze', quindi, per chi non lo fa, se mai vedrete 'le ragazze' da qualche parte nei miei testi, sappiate che parlo di loro.
E' la prima storia che scrivo anche di questo genere, fin'ora ho scritto cose semplici con anche una scrittura più semplice e meno descrittiva, ma ho voluto provare anche questo.
Se mai continuerete questa storia, vi voglio dire che ho già le idee molto chiare, e vi lascerò sempre un minimo di suspance, che io personalmente amo.
Quindi, in pratica qui c'è solo la presentazione di Perrie e della sua vita, un po' movimentata, molto dolce e comprensiva. Ed è esattamente questo quello che ho cercato di esprimere scrivendo.
Vi voglio dire che Tom sarà un personaggio importante, ma che ci saranno vari problemi e situazioni con lui, e non sarà il personaggio principale della storia.
Beh, come sempre ho parlato troppo. Compariranno alcuni ragazzi dei One Direction, come avete potuto notare Niall in questo capitolo, poi vi assicuro che lo farò mangiare ahahha.
Vi chiedo di recensire, per il semplice motivo che voglio farmi un'idea, capire se questa storia può avere un futuro o no.
Quindi, tutto dipende da voi, aspetto 5 recensioni qui, e aggiornerò il prima possibile.
Se riesco lo farò ogni settimana, ma non so, perchè essendo la fine della scuola e avendo preso 2+ in economia direi che devo recuperare.
Quindi cercherò di aggiornare presto, ci terrei a farlo una volta a settimana. Avviserò inoltre tutte le persone che hanno recensito la storia.
Vi chiedo anche un favore, io ho perso da qualche parte il programma per fare i banner, non è che qualcuno ha voglia di farmene uno? Se vi interessa potete scrivermi o nelle recensioni o nei messaggi privati. Comunque vi ringrazio in anticipo per chi lo farà e se lo farà.
Se volete contattarmi sono in vari social network;
- Alexii Rivoli su Facebook
- @littlesmuffins su Twitter
- heartattackA su Ask

RECENSITE
Un bacio e a presto insomma
Alessia

PS. Se qualcuno di voi è anche Directioner o semplicemente gli piacciono le storie su di loro, vi lascio qui i link c:
Long1:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1533129&i=1
Long2: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1579626&i=1
OS1: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1664268&i=1
OS2: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1705616&i=1

  
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