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Autore: muffin_is_mine    09/05/2013    4 recensioni
Vado o no? Che palle quel ragazzo, mi fa venire l’emicrania.
Alla fine decisi di lasciar perdere il libro e di uscire all’aria aperta.
E cazzo!
Me lo ritrovai nella casa di fronte, seduto sulla staccionata.
Ma mia madre per forza di fronte a casa sua si doveva trasferire?
Una parte del mio cervello mi diede immediatamente la risposta: Glielo hai chiesto tu, Michelle.
Merda.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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<< Ti decidi a perdonarmi? >> sbottò Austin.
<< Ti decidi a stare zitto, coglione? >> gli risposi tornando a leggere il mio adoravo, amato e dolcioso libro.
O almeno stavo leggendo finché non me lo vedo sparire da davanti agli occhi.
<< E’ confermato! Austin Mahone è un coglione di prima categoria! >> urlai arrabbiata << Ridammi quel fottuto libro >>
Io e la mia finezza ci amiamo così che non ci siamo mai conosciute.
<< Dammi un buon motivo per non perdonarmi! >> esclamò lui tenendo stretto il libro. Lo avrei preso a unghiate, giuro.
Mi alzai in piedi e poggiai una scarpa sul divano, cercando di sovrastarlo e prendere il libro.
Lui si alzò in piedi a sua volta, tenendo ben in alto il libro.
Fottuta altezza del cazzo.
<< Ridammelo e vattene. Mi hai rotto le scatole, tu e la tua…. Altezza! >> gridai.
<< Facciamo un patto: io ti ridò il libro e tu mi dici dieci buoni motivi per non dovermi perdonare >> rispose lui calmo.
Sbuffai e mi misi seduta sul divano, a braccia conserte come una vera e propria bambina.
<< Avanti! >> disse di nuovo Austin.
Oh giusto! Immagino che vi chiedete chi cacchio sia Austin Carter Mahone. Bene io pensavo di saperlo, ma a questo punto non ne sono del tutto certo.
Ci conosciamo da quando eravamo ancora in fasce, in pratica. Sua madre e la mia erano nella stessa stanza della clinica privata di San Antonio, Texas. Sono rimaste amiche per tantissimo tempo, e lo sono tuttora.
Io e Austin siamo sempre stati amici, tanto che i nostri compleanni li dividevamo poiché io sono un solo giorno più piccola di lui. Conosco più cose io di lui che di me.
So chi era la sua prima ragazza, so quando è andata al bagno per la prima volta sul vasino e so perfino quando ha avuto la sua prima volta. In teoria anche lui sa queste cose, ma non divaghiamo.
Proprio ieri, però, andava in giro, per mano, con la mia migliore amica. Quella stronza è andata a letto con Austin per ben tre volte quando già sapeva che piaceva a me.
Per lo più, in veste del ragazzo più figo della scuola, sempre ieri a mensa mi prendeva in giro insieme alla sua banda di amici coglioni.
Non mi aspettavo una cosa del genere da lui, era come se un coltello mi avesse pugnalato.
Mi sono ritrovata da sola e mi sento così tuttora. Era possibile che il mio migliore amico / fratello acquisito fosse così stupido?
I maschi sono tutti così, Michelle, dovevi aspettartelo.
<< Parla! Non ti ho ancora tagliato la lingua! >> mi prese in giro lui, divertito.
La rabbia mi salì nelle vene così tanto da farmi venire la voglia di prenderlo per capelli e sbattergli la testa contro il muro.
<< Sei un vero coglione >> gli limitai a dire.
<< Ma perché? >> chiese stupidamente.
Questo era il limite! Mi alzai in piedi cercando di essere minacciosa, con il mio metro e sessanta, e con la faccia viola per la collera.
<< Perché? Perché sei andato a letto con la mia migliore amica per ben tre volte. Perché mi hai preso in giro con i tuoi stupidi amici! Perché pensavo di conoscerti ma in quest’ultimo anno mi sei sembrato un completo sconosciuto! >> urlai elencando con le dita per rendere di più il concetto.
Lui e la sua schifosa faccia da lesso!
<< Come… tu non hai capito… io non ti stavo prendendo in giro! >> si giustificò mollando, finalmente, il mio libro e mettendo le mani davanti al petto.
<< Certo, come no! Stavi raccontando a tutti che sono un’idiota solo per farmi conoscere a loro. >> dissi gesticolando come una matta.
Ora lo prendo a schiaffi su quella faccia da lesso che si ritrova.
<< Ok! Non ho scusanti! >> si alzò in piedi e mi si avvicinò, chinando la testa per guardarmi negli occhi << Prendi a schiaffi, forza! So che stai morendo dalla voglia di farlo! >>
Detto fatto! Cinque linei rosse gli si formarono sulla guancia per colpa del mio acuto schiaffo.
Pensi che non lo avrei fatto?
<< Ti senti meglio adesso? >> chiese Austin cercando di rimanere impassibile.
I tuoi occhi doloranti mentono, Carter!
<< Molto. Ora vattene da questa casa e lasciami in pace per il resto della mia vita! >> sbottai rimettendomi sul divani con il mio adorato libro.
Me lo rubò di nuovo e mi guardò fisso.
E che cazzo! Ora me lo attacco alle dita, vediamo se riesce a togliermelo anche così!
<< Che palle! >> sbottai esausta.
<< Dici di non conoscermi! Perfetto! Se tieni davvero a me, domani vieni al Luna Park alle 17.00 in punto, mi troverai sotto al casa del Terrore. Se non vieni, ti lascerò in pace per tutta la vita, ma sappi che se vieni devi tenere a me e devi darmi 10 buoni motivi per odiarmi >> mi elencò lui, prima di girare i tacchi e sparire dalla mia camera.
Sbuffai e mi ripresi il libro, buttato a terra, tornando a leggere.
Purtroppo, però, non ci riuscivo. La mia mente vagava a ciò che avrei fatto domani.
Vado o no? Che palle quel ragazzo, mi fa venire l’emicrania.
Alla fine decisi di lasciar perdere il libro e di uscire all’aria aperta.
E cazzo!
Me lo ritrovai nella casa di fronte, seduto sulla staccionata.
Ma mia madre per forza di fronte a casa sua si doveva trasferire?
Una parte del mio cervello mi diede immediatamente la risposta: Glielo hai chiesto tu, Michelle.
Merda.

 
Entrai nel centro commerciale e mi sedetti al bar, almeno lì c’era il mio fedele amico Josh.
Adoravo quel ragazzo. Aveva circa venti anni ed era irlandese. E tipo… alto il doppio di me e ha i capelli scuri e gli occhi profondamente azzurri. Ogni volta che andavo a quel bar, c’era un problema e lui aveva sempre il consiglio a portata di mano.
<< Michelle! Che è successo questa volta? >> mi sorrise Josh, stampandomi un bacio sulla guancia.
<< Austin. >> mi limitai a dire prima di ritrovarmi la mia amata cioccolata calda di fronte.
Eravamo a Maggio ed io bevevo cioccolata calda, problemi?
<< Che ha fatto? >> chiese preoccupato, asciugandosi le mani in un panno.
Gli raccontai in breve quello che era successo e ogni volta lui cambiava espressione. Andava dal preoccupato, all’arrabbiato, all’irato, al comprensivo.
<< Vado o no al Luna Park, Josh? >> chiesi esasperata.
<< Ci tieni a lui? >> chiese guardando nel vuoto dietro di me.
<< Lo adoro, è la mia vita. Lo sai. >> risposi ovvia.
Sul suo viso si formò un sorriso sincero: << Allora vacci. Vuole farsi perdonare, Micky, raccogli il coraggio e lascia a casa la rabbia. Lo ami e devi capire se quello che provi è vero o no! >>
Il suo sguardo era ancora perso dietro di me. Mi voltai confusa, ma non notai nulla a parte le foglie di una pianta delle vicinanze che scricchiolavano.
Il vento.
Feci spallucce e sorrisi a Josh. Pagai la cioccolata  e andai a farmi un giro nel negozio di musica.
Aspetta un attimo….
Il vento?
Uscì velocemente dal negozio e mi guardai intorno. Le finestre erano completamente sigillate e nessuna porta si apriva, se non quelle scorrevoli e quell’ora a malapena c’erano cinquanta persone su tre piani di centro commerciali.
Bah…


Ok, forse dodici ore erano poche. Ma porca vacca dovevano per forza passare così in fretta?
Mi dovevo per forza presentare a quello stupido, vecchio, luna park? Sì, ci tenevo a lui, fin troppo. Ma no, non volevo andarci.
Non volevo rovinare la nostra amicizia, ma era stupido doverci andare. Non aveva bisogno di un giorno al luna park per farsi chiedere scusa.
Indossai velocemente una maglia a maniche corte con la scritta ‘’ Young Wild and Free ‘’, un paio di pantaloncini corti di jeans chiari e delle Supra nere.
Misi il cellulare in tasca e uscì da casa lentamente.
16.47: almeno sono arrivata in anticipo!
16.58: dimmi che non è solo un fottuto scherzo con i suoi amici.
17.01: voglio un gelato.
S
tavo per seguire le mie idee e avvicinarmi al camioncino dei gelati, ma un ragazzo mi finì contro. Sbattei con il bellissimo culo a terra e iniziai a bestemmiare mentalmente.
Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip
<< Scusa non ti avevo vista! >> esclamò dandomi una mano.
Stavo per prenderla e fare forza per alzarmi, quando lo guardai in viso.
<< Austin? >> lasciai cadere la mano e mi alzai da sola.
<< Ci conosciamo? >> chiese perplesso.
Sei coglione?
<< Eh? >>
Quanto sono intelligente, io?
<< Sono Austin Carter Mahone, piacere! Tu sei? >> mi diede di nuovo la mano.
<< Emh… Michelle Edwards. >> è un gioco stupido ma alla fine che ho da perdere?
<< Bel nome! Lo sai la mia migliore amica ha lo stesso nome! >>
Sbuffai: << Strano, casualmente anche il mio si chiama Austin. E’ un vero coglione >>
Tornai sui miei passi e ordinai un gelato: fragola e cioccolata, un misto magnifico, per me.
<< Sei di qui? >> chiese.
<< Oh si! >> mi limitai.
<< Anch’io! Quanti anni hai detto che hai? >> chiese ancora.
<< 16, Austin. >> risposi annoiata.
<< 17. Sono più grande! >> esclamò alzando un pugno al cielo.
Vuoi un applauso, Carter?
<< Ti va un giro sulle montagne russe? >> chiese indicandole alle mie spalle.
<< Veramente dovrei aspettare l’altra Austin, coglione, vicino alla Casa del Terrore >> gli feci notare.
<< Perfetto andiamo lì >> mi afferrò per un braccio e mi tirò verso la casa.
WHAT?!

Chi cazzo me l’ha fatta fare?
che cacchio mi ha fatto entrare in questa stupida casa del Terrore?
Carter.
Vocina del cazzo, taci!
Misi una mano sul muro ruvido e dipinto di nero e mi feci strada nel buio. Austin era accanto a me.
Questo coglione proprio oggi doveva scegliere di vestirti tutto di nero?
Avanzai testardamente sperando che la via d’uscita non fosse lontana.
Urlai dal terrore quando uno scheletro di plastica mi atterrò di fronte e iniziò a ridere malignamente con la sua voce metallica.
Austin scoppiò a ridere rumorosamente, attirando la mia attenzione.
<< Cazzo ridi che poi schiatti? >> gli dissi prima di avanzare.
Io l’ho avvertito.
<
< Ok ok. Basta con questo gioco del non conoscerci Micky… >> lo bloccai: << Guarda che hai iniziato tu! >>
Soffre di amnesia, anche!
<< Dettagli. Primo motivo? >> chiese facendosi strada nel buio.
Cosa? Primo motivo di cosa?
‘’ Devi darmi dieci buoni motivi per odiarmi ‘’
Bastarda di una vocina, proprio tutto mi deve ricordare.
Si.
<< Odio il fatto che mi hai portato qui dentro! >> dissi subito dopo il mio conflitto con la vocina.
<< Guarda che hai fatto tutto tu >> fece spallucce fermando in mezzo al corridoio.
Non ci vedo un’emerita minchia
<< Io? >> chiesi alterata.
<< Ok ok. Secondo motivo. >>
<< Odio il fatto che sei andato a letto con la mia migliore amica e odio il fatto che mi hai presa in giro davanti ai tuoi stupidi amici senza cervello >> risposi ancora più alterata.
<< Lo prendo come un solo motivo. Terzo? >> chiese alzando tre dita per contarli.
<< Perché non mi dici… cinque buoni motivi per farti perdonare. Cinque cose che ti piacciono di me e il motivo principale per cui vuoi così tanto che io ti perdona! >> lo stuzzicai alzando il pugno pronto a contare.
Voglio proprio vedere che s’inventa.
<< E voglio anche cinque cose che odi di me >> aggiunsi velocemente.
<< OK >> Prese il cellulare e lo poggiò a terra a mò di torcia, prima di sedersi accanto ad esso. Lo imitai.
<< Voglio che mi perdoni perché sono stato un vero e proprio coglione e non voglio perdere la mia sorellina >> iniziò con un sorriso dolce.
Sorellina?
Forse mi aspettavo ben altro di una ‘’ sorellina ‘’, e non andava bene.
<< Cinque cose che odio di te:
1) Odio quando non mi dai ragione, sei troppo testarda.
2) Odio quando mi obblighi a togliermi il cappello
3) Odio il fatto che tu sia così ossessiva dai tuoi libri, puoi anche passare un po’ di tempo con il tuo migliore amico
4) Odio quando mi svegli con l’acqua congelata quando mi addormento a casa tua e….
5) Odio quando mi urli contro. >> finì soddisfatto.
WHAT THE FUCK?
<< Stop! Fermo! Io non sono testarda e… ok, forse non ti do sempre ragione. E poi io amo i tuoi capelli, puoi stare anche senza cappelli a volte. Non essere razzista con i miei libri ed io non ti urlò contro >> dissi alzando leggermente la voce.
Minchia, quanto sono cogliona.
<< Visto? >> mi guardò con aria di sfida.
<< Ok ok, vai avanti! >> dissi incrociando le braccia come una bambina.
<< Ok.
1) Amo quando fai la bambina: pesti i piedi e incroci le braccia come se ti avessi tolto il gelato.
2) Amo la nostra amicizia, non so come farei senza.
3) Amo la tua dolcezza, sei così dolce avolte.
4) Amo la tua altezza.
Il quinto motivo non lo posso dire >> finì alzandosi e continuando a camminare.
No, ora lo voglio sapere.
Diedi subito voce ai miei pensieri.
<< Devi aspettare, non te lo dirò ora.  Continua i tuoi di motivi, sei ancora al secondo >>
<< Odio quando mi nascondi le cose >> gli dissi subito seguendolo.
<< Non ti nascondendo il quinto motivo, te lo dirò dopo. Quarto? >>
<< Odio quando mi togli da sotto il naso il mio cibo >> mi imbronciai ricordando che poco fa mi aveva fatto buttare il gelato.
Era tanto buono.
Rise: << Quinto? >>
<< Odio dover fare questa stupida lista. >> m’imbronciai ancora di più.
<< Non è un buon motivo. >> mi fece notare.
Devi per forza essere così pignolo?
<<
Odio quando mi contraddici e odio quando sei così pignolo! >> sbottai superandolo. Ormai mi ero anche dimenticata in che posto eravamo.
<< Settimo? >> rise ancora più forte.
<< Odio che i tuoi occhi siano così affascinanti >> mi lasciai scappare.
<< Non è un buon moti… cosa? >> chiese quasi sorpreso.
<< Dimentica! Ottavo…. Mh…. Odio quando mi dici cosa devo fare >> allo stesso tempo quasi urlò << Dimmi quello che hai detto prima, subito! >>
<< Visto? Odio quando mi dici di chi essere amica e odio quando mi dici con chi devo uscire. Abbiamo finito! >> sbottai.
Uno spiraglio di luce mi fece tornare la speranza. Avanzai velocemente, quasi correndo.
Poggiai il piede su una mattonella, che si abbassò di scatto e iniziò a tremare. Immediatamente un senso di vomito m’investì in pieno, facendomi urlare.
Tra le mille mattonelle dovevo prendere proprio quella che ogni sacrosanta volta mi faceva venire il vomito.
Due forti braccia mi afferrarono da sotto le ginocchia  e mi issarono su. Austin mi diede uno strattone e mi mantenne in braccio come una principessa.
<< Grazie >> biascicai con il sapore dell’acido in bocca.
<< Anch’io odio quei cosi, usciamo da qui >> mi disse semplicemente portandomi fuori.
Odio anche il fatto che sei così fottutamente forte e protettivo, Carter.
Cercai di non accoccolarmi troppo al suo petto come facevo di solito, e mi tenni abbastanza ‘’ distante ‘’.
 
Mi sistemò meglio sulla panchina mentre mille occhi ci fissavano.
Volete l’autografo?
C
apisco che è strano uscire da una Casa del Terrore in braccio a qualcuno, a sedici anni, ma porco Starbucks, dovete per forza fissarci?
Austin si sedette accanto a me.
<< Mi spiace… >> sussurrò torturandosi le dita.
<< Di cosa? >> chiesi stupidamente.
<< Sono stato uno stupido ad andare a letto con la tua migliore amica. Per ben tre volte poi. Mi ha ricattato! Mi ha detto che se non l’avrei fatto ti avrebbe detto che… ti avrebbe detto una cosa >> abbassò ancora di più la testa.
<< Mi stai di nuovo nascondendo qualcosa. >> gli feci notare poggiando una mano sul suo ginocchio.
<< Lei sapeva una cosa che neanche io credevo di conoscere. Non posso dirtelo, scusa. Rovinerei tutto… di nuovo >> si tolse il capello e si spettinò i capelli prima di rimetterlo, gesto che faceva quando era nervoso.
<< Ti prego Aust… lo sai che non direi mai niente. >> gli accarezzai il braccio.
Quel giorno Austin mi stava facendo davvero uno strano effetto, era davvero strano. Mi sentivo come se stessi per esplodere di felicità e iniziavo a pensare che Josh aveva ragione.
Cogliona! L’hai capito allora!
Per una volta la vocina aveva ragione. L’ho capito troppo tardi che io ero innamorata di Austin.
<< E’ il quinto motivo >> se ne uscì lui.
<< Quale qu… ah! E qual è questo quinto motivo? >> chiesi perplessa.
<< Amo te. E’ questo il quinto motivo. Amo particolari cose di te, ma amo te in generale. Ogni volta che ti guardo, penso che non potremo mai essere niente di più. Siamo amici e non saremo mai nient’altro. >> rispose dopo un lungo attimo di silenzio.
<< Oh… >>
<< Ecco ho rovinato tutto! Lo sapevo! >> si mise le mani in faccia, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Io non spostai minimamente la mano.
<< Mi sono ritrovato a origliare le tue conversazione con Josh. Lui mi ha sempre visto, ma tu non l’hai mai immaginato. Sono un imbecille. Mi sento così stupido. >>
<< Odio quando ti insulti inutilmente >> aggiunsi sorridendo dolcemente.
Lui spostò di poco una mano e mi guardò con la coda dell’occhio: << Che vorrebbe dire? >>
<< È per questo che sei andato a letto con Amanda? >> mi veniva quasi da ridere << Credevi davvero di aver rovinato tutto se lei me lo avesse detto? >>
<< Sì. >> ammise tirando su con il naso e togliendo definitivamente le mani dagli occhi.
<< Credevi che avrebbe rovinato la nostra amicizia? >>
<< Si >> ripeté incerto
<< Questo avrebbe rovinato la nostra amicizia se lo avessi fatto io prima >> non gli lasciai tempo di rispondere che avvicinai il mio viso al suo e annullai la distanza.
Era la prima volta che prendevo l’iniziativa. Era la prima volta che davo un bacio a qualcuno di mia spontanea volontà.
Austin rimase un attimo immobile, prima di chiudere gli occhi e poggiare una mano sulla mia guancia, per non lasciarmi allontanare.
Approfondì il bacio, investendomi con il suo eterno sapore di menta.
Si staccò di poco, tenendo le fronti unite, per riprendere fiato.
<< Odio il fatto di amarti >> dicemmo insieme prima di tornare a fare quello che stavamo facendo.
Scusate ragazzi, da qui in poi ci sono scene private ai minori.
Lo dirò a vita che quella vocina morirà giovane.



YEAH!
Ciao bellezze! Ciao amori della mia vita!
Ciao amici invisibili!
Ok basta. Giuro, ci ho provato a non far divagare i pensieri la sera, ma non ci riesco. Anche stanotte ho preso il computer e ho iniziato a scrivere, alle 2.00 di notte. Vi starete chiedendo come cazzus faccio, e non lo so neanche io, ma quando la mattina mi sento anche ben u.u 
Io può!
Spero vi piaccia perché ho messo un'ora intera a scriverla, ma è più o meno una cavolata.
Ci sentiamo alla prossima OS.
Intanto mi lascio il link di altre mie OS (orribili):
Per i lettori di Percy Jackson, ho scritto questa One Shot su Nico innamorato *-* : 
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1822301&i=1

 Per le Directioner: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1683433&i=1 ---- http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1667621&i=1 ----- http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1661812&i=1

 E ho anche scritto questa FF, ho almeno l'ho iniziata. Inizio a pensare che faccia schifo ma sono molto impegnata quindi la continuerò solo se qualcun altro la leggerà veramente, per ora è sospesa: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1209750&i=1

 Vi prego cagatele *-* Vi amerò fino alla morte *-*
Con amore K. xx
   
 
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