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Autore: Kaly_Chan    28/11/2007    2 recensioni
Lentamente senti affiorare dentro di te qualcosa di indefinito, qualcosa che ti scuote e ti provoca una tristezza immensa. Non riuscendo più a tollerare quella visione ti alzi, prima a sedere poi del tutto. Fai qualche passo incerto, dandogli le spalle. Lui è ancora lì, a terra. Sembra un incubo eppure hai la sconfortante certezza che non ti sveglierai. È qualcosa di inquietante. Vuoi correre via ma ti senti trattenuta. Stai combattendo col desiderio di voltarti ed incontrare ancora il suo sguardo. Dirgli che va tutto bene, qualsiasi cosa sia accaduta. Cercare di rincuorarlo, fare sparire dal suo bel viso quell’espressione che non gli si addice.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If You Wait For Me...

I want you to know, with everything I won't let this go.
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know.
Cause I'd bleed my heart out to show, that I won't let go...


- Voglio stare con te per sempre... -
- ...e io anche dopo. -



È una strana sensazione.
Ricordo il buio della notte, le fioche luci dei lampioni che illuminavano la strada dove camminavamo.
Ricordo la sua mano calda in contrasto al freddo che ci avvolgeva e la dolcezza con cui teneva stretta la mia.
Ciò che ricordo più chiaramente di qualsiasi altra cosa, però, è la sua risata così solare.. quella che amo tanto e che mi fa sorridere ogni volta che la sento.
Quella che gli si stampa sul volto ogni volta che mi comporto goffamente, ogni volta che scherziamo insieme, la stessa risata che quella notte d’inverno si trasformò in una smorfia di terrore.
Non capii immediatamente il perché di quel mutamento, accadde tutto così in fretta…
è come quando soffi via la flebile luce di una candela: basta un respiro e tutto viene inghiottito nell’oscurità più totale.
Comunque sia, non dimenticherò mai quell’espressione dipinta sul suo bel viso, gli occhi sgranati nonostante la luce accecante che ci stava inondando. Lo sentii stringere la presa sulla mia mano tanto da farmi male e mi voltai di scatto iniziando solo allora ad intuire ciò che sarebbe successo.
O meglio, cosa stava succedendo. Ebbi giusto il tempo di assottigliare gli occhi feriti dalla luce tagliente di due abbaglianti, dopo rimase solo il dolore. Sentii una fitta lancinante ad un fianco e contemporaneamente la mia mano strattonata via con violenza dalla sua. Non riuscivo a catturare un’immagine fissa che rendesse l’idea di cosa stesse accadendo, anche se a dire il vero non c’era bisogno di vedere. Un’altra botta, meno violenta che mi procurò comunque lo stesso dolore lancinante: prima alla spalla e due secondi dopo anche alla testa. I rumori che accompagnavano quella sequenza macabra non riesco a ricordarli distintamente.
Era tutta una confusione assordante che mi sembrò, ironicamente, un’orchestra impazzita.
So solo che io, il mio corpo, subì qualche altro colpo. Impossibile dire se più o meno violento dei precedenti, eppure ora le fitte si facevano più ovattate. Riuscivo a sentire uno strano calore che mi percorreva lungo pelle, provocandomi brividi.
L’ultima cosa che percepii fu il mio nome gridato da una voce strozzata e un gelo che si impossessava del mio corpo. Per un attimo non riconobbi quella voce, ma subito dopo fui certa fosse la sua. Poco dopo venni liberata del tutto da quel dolore che mi straziava il corpo e, con un sottile sollievo, il buio mi prese.


È strano, credo.
Trovarsi in un posto sconosciuto (ammesso che si possa definire così) avvolti dall’oscurità, senza provare alcuna emozione.
Vedere delle scene che ti scorrono davanti come tante diapositive, sfuocate, sfuggenti.
Scene così familiari che ti sembra di averle già vissute. Eppure ti senti distaccata da tutto ciò.
Non provi nulla.
Come uno spettatore seduto comodamente nella sua poltrona che guarda con indifferenza un banale telefilm. Riconosci persone e situazioni, ma ti sembra solo un’impressione.
Qualcosa di lontano, irraggiungibile.
Non riesci neanche a muoverti, come se non avessi corpo… e forse non ce l’hai.
Però riesci a vedere tutt’intorno: l’unica cosa che puoi fare. Difficile dire cosa stia succedendo. Sinceramente non te lo chiedi nemmeno, lasci semplicemente che accada quel che deve accadere.
Poi, lentamente, quelle strane diapositive si dissolvono lasciando spazio al vuoto. Lo stesso vuoto che sicuramente proveresti, se solo potessi. Adesso anche il buio inizia a dissiparsi, con estrema lentezza, lasciando spazio a qualcosa che brilla sopra di te. Minuscoli puntini.
Stelle, forse? Non puoi dirlo con certezza.
Ora anche i contorni delle figure circostanti iniziano a prendere forma e colore.
Sei distesa sull’asfalto: non è una cosa che senti, semplicemente lo sai. Sposti lo sguardo a sinistra ed incroci quello di un ragazzo sdraiato sui gomiti. È la stessa cosa delle diapositive. Senti di conoscerlo, di sapere chi è. Ma è qualcosa di lontano. Solo un’impressione flebile.
È ridotto piuttosto male: ha le maniche della camicia bianca stracciate e tinte di rosso. Rosso sangue. Nonostante il volto oscurato dal buio, vedi che è sfigurato da una smorfia di dolore. Sei abbastanza vicina da scorgere le sue lacrime mischiarsi con del sangue, probabilmente causato dalla ferita alla tempia. Sta urlando alcune cose ma non capisci. Non riesci a sentire nulla.
Lentamente senti affiorare dentro di te qualcosa di indefinito, qualcosa che ti scuote e ti provoca una tristezza immensa.
Non riuscendo più a tollerare quella visione ti alzi, prima a sedere poi del tutto. Fai qualche passo incerto, dandogli le spalle. Lui è ancora lì, a terra. Sembra un incubo eppure hai la sconfortante certezza che non ti sveglierai. È qualcosa di inquietante. Vuoi correre via ma ti senti trattenuta. Stai combattendo col desiderio di voltarti ed incontrare ancora il suo sguardo. Dirgli che va tutto bene, qualsiasi cosa sia accaduta. Cercare di rincuorarlo, fare sparire dal suo bel viso quell’espressione che non gli si addice. È strano, ma sei disposta a tutto. Infine lo fai, ti volgi ancora verso di esso. La scena che ti fronteggia ora ti lascia senza parole.
Sei travolta da un tornado di emozioni che ti atterra e quel vuoto che ti aveva afferrata poco prima inizia a colmarsi. Ricordi. Inizi a ricordare tutto. Sei sconvolta. No, sconvolta è dire poco.
Quel ragazzo pallido e tremante ricoperto di sangue sta ancora steso lì, accanto ad un corpo.
Il Tuo corpo.
Anche questo è strano. Sai che ti è scesa una lacrima, una lacrima che si porta dietro tutta l’amarezza e la tristezza che hai dentro, ma non la senti. Non senti la scia che lascerebbe sulle tue guancie e non senti il suo sapore amaro tra le labbra. Questo non fa altro che aumentare quelle emozioni indescrivibili. Torni sui tuoi passi e ti inginocchi sul marciapiede macchiato del vostro sangue. Sai che non è altro che la fine. Un pensiero che ti sconvolge quasi più di quella stessa visione. Tendi la mano come fa un bambino piccolo quando cerca di afferrare qualcosa troppo distante dalla sua portata. Cerchi di toccare quel ragazzo, di sfiorargli una guancia come hai sempre fatto, ma non riesci. Percepisci un calore che ti scalda il cuore e al tempo stesso ti riempie amarezza. Ritiri la mano e il ragazzo sembra agghiacciato.
Ha smesso di urlare e fissa davanti a se, immobile, per quella che sembra un’eternità. Poi, lentamente, si volta verso di te. Il tempo sembra fermarsi mentre lui ti fissa. Si, ti sta guardando e tu stai ricambiando il suo sguardo. Riconosci nei suoi occhi azzurri un misto tra sorpresa e incredulità, che pian piano lasciano spazio ad una gioia smisurata.
Ritrovi in lui, come nelle diapositive, scene fugaci che si alternano a vicenda. Questa volta però le riconosci tutte, e ad ogni fotogramma senti una lacrima salirti agli occhi.
Sei sicura di scorgere il nascere di un sorriso sulle sue labbra macchiate di rosso, che però svanisce all’istante. Improvvisamente il suo corpo si lascia andare totalmente a terra con un lieve tonfo e tu non riesci più a muoverti. Fissi con insistenza la sua figura stesa lì inanime sul freddo asfalto. Vorresti che riaprisse gli occhi, che ti sussurrasse ancora un’ultima volta “Ti Amo” con la sua calda voce, ma lui non si muove. Come un fantoccio rimane lì immobile ed ogni istante che passa ti senti sempre più angosciata. Allora riprovi a tendere una mano verso di lui, con la disperata speranza che si alzi e la stringa nella sua, nel modo in cui l’aveva fatto prima che accadesse tutto ciò.
E come se qualcuno lassù avesse ascoltato la tua mesta richiesta, vedi una figura distaccarsi lentamente dal suo corpo. È lui. Una figura appena percettibile nel buio della notte. La sua ombra, il suo fantasma, ma è lui.
Lo vedi sorridere. Questa volta per davvero, e non riesci a fare a meno di essere contagiata.
Tutta quella malinconia e amarezza di poco prima inizia ad allentare le sue grinfie su di te, mentre lui ti avvolge in un abbraccio.
Dolce, come il suo ricordo.
Finalmente senti di poterti lasciare andare, perché non sarai più sola.
Mai più.


I don't want this moment, to ever end,
Where everything's nothing, without you.
I'll wait here forever just to, to see you smile,
Cause it's true, I am nothing without you...

…I want you to know, with everything I won't let this go.
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know.
Cause I'd bleed my heart out to show, that I won't let go.

---

E' la prima storia che posto su questo sito, spero vi piaccia.. l'ho scritta in un momento un pò triste. Se ci sono errori o nn scorre molto bn scusatemi ma l'ho scritta che avevo la febbre ç__ç Spero cmq che vi piaccia..^^

  
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