Film > X-men (film)
Ricorda la storia  |      
Autore: Amymesmerizing    09/05/2013    1 recensioni
[Charles/Erik]
Erik era stato convinto da Charles ad entrare negli X-Men.
Ma continuava a non sentirsi parte di quel luogo.
**
Era diverso da tutti loro.
Forse era strano, o forse erano loro quelli strani.
Ad ogni modo si era reso conto di non poter trattenersi lì un secondo di più.
Quel luogo non gli apparteneva, ed Erik, certamente, non apparteneva a lui.

**
Piccola songfic sulla mia coppia preferita e su i pensieri di uno die personaggi migliori di sempre,
accompagnati dalla bellissima "Creep" dei Radiohead. =)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: ed eccomi qua, di nuovo alla mia solita "premessa" xD Stavolta ho voluto cimentarmi in una songfic, sempre sui miei adorati Cherik, anche se è incentrata principalmente sui pensieri di Erik/Magneto. Spero di non aver sconvolto troppo il personaggio, in caso contrario sono pronta a metterlo negli "OOC" x) 
La canzone è "Creep" dei Radiohead e la base mi è venuta pensando: "E se Erik fosse stato convinto da Charles a entrare
negli X-Men? Quanto avrebbe resistito? Avrebbe dato retta ai suoi implusi o sarebbe rimasto per amore di Charles?"
Scopritelo voi x)
Amy

PS Dedico questa sottospecie di storia alla mia amica Vale, che compie gli anni oggi, sperando non mi picchi.
Perché in fondo anch'io sono una "creep" e lei sopporta sempre tutti i miei scleri e le mie stranezze. :) Tivibì <3.




“ When you were here before, couldn’t look you in the eye… You’re just like an angel, your skin makes me cry. ”


In piedi davanti alla finestra, con la camicia ancora aperta, Erik guardava il mondo scorrergli davanti.
Quel mondo di cui non si sentiva affatto parte, quel mondo che non aveva fatto altro che causargli
dolori e incubi, ma che, nonostante tutto, aveva deciso di difendere per amore di Charles.
Si chinò su di lui per lasciargli un bacio sulla spalla, carezzandogli la pelle nuda.
Gli piaceva osservarlo in silenzio, mentre dormiva.
Il sonno gli dava un’aria molto più innocente e meno pericolosa.
Era sempre a disagio quando si ritrovava quegli occhi blu puntati addosso, sempre pronti a scrutargli la mente e l’anima.
Senza volerlo, finiva spesso per distogliere il suo sguardo da quello di Charles.
Ma non adesso. Ora poteva guardarlo indisturbato, rievocare ogni immagine della notte appena trascorsa,
dei loro corpi avvinghiati l’uno all’altro, quasi con disperazione.
Perché Erik sapeva benissimo che non avrebbe potuto più continuare quella farsa, che quella sarebbe stata la loro ultima notte da amanti.



“You float like a feather in a beautiful world. I wish I was special, you’re so fuckin’ special. ”


Charles non era come Erik. Charles era speciale.
Era in grado di capire tutto ciò che ad altri sfuggiva, mentre Erik invece riusciva a comprendere solo le sue ragioni.
Charles era nato per portare pace là fuori, Erik aveva la guerra dentro di sé.
Tante volte il giovane telepate aveva cercato di alleviare il suo dolore, di estirparlo e alleggerirlo con ricordi felici e sentimenti positivi, ma la rabbia era sempre là, a opprimere la sua anima.
In certi momenti, quando la gravità delle sue inquietudini diveniva intollerabile, avrebbe voluto estrarre quel macigno che lo opprimeva, come faceva con tanti altri oggetti, e scaraventarlo lontano da sé.
Allora avrebbe potuto finalmente essere libero, vivere come avrebbe voluto al fianco di Charles.
A volte lo invidiava per quanto fosse straordinario e avrebbe voluto tanto somigliargli.
Ma Dio non era stato buono con lui.
A Charles aveva donato la speranza, la capacità di perdonare.
Erik conosceva solo la rabbia e la disperazione.


“ But I’m a creep, I’m a weirdo. What the hell am I doing here?! I don’t belong here. ”


Ormai non poteva più mandare avanti quella commedia. 
Non solo stava ingannando Charles, ma anche se stesso!
Chi sperava di poter prendere in giro? Credeva davvero che sarebbe riuscito a integrarsi con gli X-Men?
Di riuscire a proteggere gli umani, quando il solo pensiero di avvicinarsi a quella razza inferiore gli provocava repulsione e disprezzo?
Certo che no, lui non era così. Era diverso da tutti loro.
Forse era strano, o forse erano loro quelli strani.
Ad ogni modo si era reso conto di non poter trattenersi lì un secondo di più.
Quel luogo non gli apparteneva, ed Erik, certamente, non apparteneva a lui.

 

“ I don’ care if it hurts, I wanna have control. I wanna perfect body, I wanna perfect soul. I want you to notice when I’m not around. You’re so fuckin’ special, I wish I was special. ”



Decise che era giunto il momento di andar via. Più rimandava e più era difficile dover lasciare Charles.
Lo guardò un’ultima volta. Sapeva che se ne sarebbe pentito per sempre, che avrebbe rimpianto per tutta la vita quell’uomo così etereo, quell’anima limpida, imprigionata in un corpo altrettanto perfetto, ma non gli importava. Non sarebbe stato un burattino nelle mani degli X-Men, non avrebbe mai più permesso a qualcuno di prendere il controllo della sua vita, di decidere per lui.
Finì di vestirsi in fretta, cercando di non svegliare Charles, poi prese la sua roba e si curò di porsi in fretta l’elmo sul capo. Non voleva che Charles scoprisse dove stesse andando, nel caso si fosse svegliato prima del previsto e avesse notato, insospettendosi, la sua assenza.
Si chinò lasciandogli delicatamente un ultimo bacio sulle labbra.
“ Perdonami, Charles. Chissà se capirai tutto subito, se manderai i tuoi ragazzi a cercarmi. Forse urlerai il mio nome, cercherai di metterti in contatto con la mia mente, ma io sarò già troppo lontano e tu ormai non puoi più correre per tentare di raggiungermi.”
 


“ But I’m a creep, I’m weirdo. What the hell am I doing here?! I don’t belong here.”


“ Mi dispiace Charles, ma io non sono come te. Tu hai un dono, sei nato per questo. Il tuo posto è qui, tra gli X-Men. Fra il mondo umano e quello mutante. Io non ho mai saputo cosa ci facessi qui. Questa non è la mia casa.”


“ He’s running out the door... He run, run, run, RUN.”


Erik aprì silenziosamente la porta e uscì fuori.
Desiderava nello stesso tempo che nessuno lo vedesse e che qualcuno lo scoprisse, per convincerlo a restare.
Ormai era giunto davanti ai cancelli dell’X-Mansion.
Ancora non sapeva con precisione dove si sarebbe diretto, ma sapeva fin troppo bene da cosa stava fuggendo.
Aprì i cancelli con uno sforzo minimo e corse via.
Via da quel luogo a cui non apparteneva, via dall’uomo a cui credeva sarebbe appartenuto per sempre.



   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: Amymesmerizing