Austin.

Il ragazzo che amavo, il ragazzo che mi aveva sempre protetta, il ragazzo che mi aiutava.

Austin, il mio migliore amico, fino all'anno scorso.

 

Mi svegliai di controvoglia e mi fiondai subito in bagno, per non subirmi le lamentele di mia madre.

Mi sciacquai il viso e, evitando di guardarmi allo specchio, mi vestii con i soliti jeans e la solita felpa di una taglia più grande. Odiavo essere al centro dell'attenzione e con quella addosso mi sentivo protetta. Mi toccai la pancia, dove affiorava ancora qualche livido, derivante dall'ultimo pestaggio.

Si, ero vittima di bullismo. Ormai non mi importava nemmeno più del male fisico, nella mia testa c'era solo Austin. Le sue parole mi ferivano. Passava il tempo con il suo nuovo gruppo, con una bionda, che di vero non aveva niente. Non lo riconoscevo più, non era lui.
No, non era il ragazzo dolce, gentile, sorridente che avevo conosciuto otto anni prima. 

Uscii di casa senza mangiare niente e mi avviai in quell'odiosa scuola che mi costringeva a vederlo.
Il suo sorriso ero sempre lo stesso, ma ora rideva di me e degli altri sfigati. Con il suo cappello e i jeans calati, con i suoi bellissimi occhi. 
Stringeva a se la bionda. Jane, si chiamava. Il gruppetto si girò verso di me e si avvicinò pericolosamente. Austin non mi aveva mai sfiorato con un dito, ma con le parole mi dilaniava.

puttana
muori
sei inutile

Matt, il 'capo' cominciò a insultarmi, non lo ascoltai nemmeno. Continuai per la mia stada, cosa che lo fece imbestialire.
Mi strattonò verso di lui, e mi costrinse a guardarlo in faccia. Tutta i ragazzi presenti lì fuori si erano avvicinati per assistere alla scena. 
Austin mi guardava, senza dire una parola, lanciai un'occhiata veloce a lui e alla bionda che se la rideva.
Poi Matt cominciò a picchiarmi. Il vuoto.

Mi risvegliai nell'infermeria. Ogni volta che mi pestavano, mi ritrovavo lì, senza sapere chi mi ci portasse.
L'infermiera aveva uno sguardo pieno di compassione. 
-Signorina Levitt, si sente meglio?- mi chiese. Annuii, anche se non era assolutamente vero, non potevo muovermi.
Cercai di sorridere, ma quello che uscì fu solo una smorfia di dolore. L'infermiera uscì, lasciandomi sola con i miei pensieri completamente rivolti ad Austin. Perchè era cambiato? Cosa gli avevo fatto? Perchè mi trattava così?


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ehi c: questa è la seconda storia che scrivo, ma la prima l'ho cancellata, lol.
ho voluto scriverla su austin perchè è meraviglioso. se volete seguirmi su twittah, questo è il nick @ineedconor (: 
a presto, recensite. fghjkl yo.