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Autore: Luly Love    11/05/2013    3 recensioni
Chris è finalmente guarito dalla pazzia e al suo risveglio trova una persona che porterà con sè un'inaspettata sorpresa...
Dal testo:
Un sorrisetto gli affiorò alle labbra, ma un attimo dopo terribili immagini gli invasero la mente. Scosse la testa per dissipare quelle scene così forte che sentì i muscoli del collo in fiamme.
Un verso strozzato come di qualcuno che soffoca un grido proveniente dai piedi del suo letto attirò la sua attenzione.
Per mia sorella, che oggi inizia il conto alla rovescia per i diciotto..
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Always - Because loves never die'
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I’ll find you

 

Sorellina, questa è tutta per te,
spero che ti venga una carie! 

 

Aprì gli occhi, le palpebre tremolanti, ma la luce lo costrinse a richiuderli subito. Lentamente si abituò, e quando finalmente riuscì a tenerli aperti senza che lacrimassero, mise a fuoco un luogo, una stanza, che gli era molto familiare: l’infermeria del Campo.
Si guardò attorno, constatando che non era l’unico presente; era infatti occupata una mezza dozzina di letti: un ragazzo con dei rampicanti in faccia, un ragazzina con un braccio rotto e altri infortunati tipici del Campo.
Un sorrisetto gli affiorò alle labbra, ma un attimo dopo terribili immagini gli invasero la mente. Scosse la testa per dissipare quelle scene così forte che sentì i muscoli del collo in fiamme.
Un verso strozzato come di qualcuno che soffoca un grido proveniente dai piedi del suo letto attirò la sua attenzione.
Si tirò su a sedere e vide Clarisse, i capelli arruffati, gli occhi fuori dalle orbite e, incredibile a dirsi, le lacrime agli occhi.
Era seduta su uno sgabello, una coperta sulle spalle, e le pieghe sulla guancia destra gli fecero supporre che avesse dormito lì, la testa sul materasso.
Nel frattempo, la ragazza era scatta in piedi, le guance rigate dalle lacrime.
– Tu... non ci credo... lui ci è riuscito... io... oh merda! – farfugliò la mezzosangue.
Per motivi a lui oscuri, Chris sentì le guance andargli a fuoco; abbassò lo sguardo sulle proprie mani tenute in grembo.
– Ciao a te, Clarisse. – mormorò con un inspiegabile, piccolo sorriso.
Improvvisamente, due braccia fortissime lo strinsero e lo accostarono ad un petto morbido: Clarisse lo stava abbracciando.
Clarisse, che poteva spezzarti un braccio con una mano. Clarisse, il capo indiscusso della cinque e il più temuto frequentatore del campo. Clarisse, la figlia del dio della guerra.
Si chiese cosa avrebbe pensato Ares se l’avesse vista in quel momento, e cosa avrebbe combinato ad entrambi, ma si rispose che non gliene fregava assolutamente niente.
Si ritrovò così a rispondere all’abbraccio e a piangere anche lui, come un bambino, mentre lei gli mormorava dolci parole di conforto.
Rimasero così per un tempo indefinito, fino a che non ebbero consumato le lacrime, gocce salate di dolore e paura e sollievo e qualcos’altro che sfuggiva a entrambi - o meglio, che entrambi lasciavano che sfuggisse.
Senza bisogno di parlare, sciolsero l’abbraccio; lui appoggiò la schiena contro la spalliera, lo sguardo volutamente su di lei, che sedette sul bordo del letto, lo sguardo volutamente da un’altra parte.
Il silenzio imbarazzante si protrasse ancora per un po’, quando finalmente i loro occhi si incontrarono, facendo perdere dei battiti ai cuori di entrambi.
Chris si schiarì la gola, lei invece annuì e iniziò a raccontargli tutto: gli disse di come fosse apparso a casa di sua madre, delle sue allucinazioni e farneticazioni, del fatto che avesse rischiato di morire a causa della propria pazzia un giorno sì e l’altro pure. Gli raccontò di Annabeth e Percy che in quel preciso istante erano nel Labirinto alla ricerca di Dedalo. Concluse con un gran sospiro.
– Il signor D ti ha salvato. Uno schiocco di dita e... eccoti qui, come nuovo. Forse con qualche cicatrice psicologica in più, ma almeno sei vivo. –
– C’è più qualcosa per cui valga la pena vivere? – chiese lui.
Clarisse non rispose, ma lo prese per mano e strinse forte; a Chris sembrò che una corrente elettrica gli partisse dalle punte delle dita e gli percorresse tutto il corpo. Scommise dieci dracme che la lancia elettrica di Clarisse avesse ben poco a che fare con la cosa.
Sorrise.
– Mi hai trovato. – sussurrò.
Ti troverò. Sempre. – fece lei di rimando, la consueta determinazione degli occhi.
In quella determinazione, però, c’era qualcosa di totalmente nuovo, una luce rossa, ma non rossa come il sangue o come simbolo di vittoria, no.
Rossa come il colore di due cuori che battono allo stesso ritmo, sulla stessa lunghezza d’onda.
Clarisse si protese in avanti, e subito lui la imitò, impaziente di baciarla.
E quando le loro labbra si incontrarono, modellandosi l’una sull’altra, a entrambi sembrò di udire qualcosa simile ad un inno di guerra, ma che ben si differenziava dai canti bellici.
 
 
 
Angolo autrice:
Santissimi numi! Questa fic è così fluff che la lettura dovrebbe essere sconsigliata ai diabetici!
Bene bene bene, siamo alla penultima storia della raccolta. L’ultima, per vostra gioia (o sfortuna, che dir si voglia) sarà una long da due o tre capitoli. Una Thalike di quelle che piacciono a me.
La citazione è presa dalla prima serie di Once upon a Time. Ovviamente, qui nella mia fic ho supposto che Chris venisse guarito prima della Battaglia del Labirinto.
Bacioni e lasciatemi una recensione,
Lux 

 

  
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