Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Ricorda la storia  |      
Autore: Shichan    29/11/2007    8 recensioni
E lui, Kamui, non poteva cambiare la cosa; non importava quanto lo desiderasse: quando un cuore è malato a tal punto, tanto che guardando chiunque non vedi che una sola persona... non c'è nulla che si può fare.
Forse aspettare, ma senza sperare.

Ebbene sì, non potevo proprio lasciar stare questi due XD Attendo giudizi da chi (ancora una volta) avrà cuore di leggere.
[FuumaKamui; accenno di KamuiSubaru]
Spoiler del manga se non li avete mai visti apparire ^^
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Growing Up

Growing Up

Even if you will never realize it

 

Disclaimer: i personaggi sono di proprietà esclusiva delle Clamp, e il mio utilizzarli non vuole essere a scopo di lucro, ma mio puro e semplice divertimento (oltre che ozio durante le lezioni ù.ù)

Note: questa oneshot nasce durante le mie amate due ore di Storia. Il che, può essere inquietante XD Era il periodo in cui avevo appena concluso la parte del manga (ovviamente spoilerosa) in cui si parlava di questi gemellini pucchosi e dei cacciatori fratelli che, per le accoppiate fatte, hanno il chiaro significato "oh voi, che avete fantasticato sullo yaoi intercambiabile fra questi quattro... sbizzarritevi ora ancor di più!" XD

Non so, sinceramente, se sono caduta nell'OOC, e pregherei quindi di avvisarmi così che possa provvedere ad avvisare *inchino*

Ammetto che ci ho pensato quasi un mese prima di pubblicarla, quindi mi farebbe piacere sapere che ne pensate e, nel caso, cosa posso aver sbagliato ^__^

Enjoy >**<

__________________________________________________________________________________________________________________________

 

Quel mondo, dove si era ritrovato a vivere per tre anni, da solo, non era il classico esempio di luogo in cui vorresti vivere.

Pioggia acida che cade da un tempo troppo lungo, perché Tokyo possa essere ricordata com’era prima.

Distruzione e mostri, che sono un pericolo per gli abitanti.

Quelli rimasti, ovviamente.

Mostri… veniva quasi da ridere a pensarci: per gli essere umani, quelli come lui erano mostri. Vampiri, che nelle leggende, tanto vecchie quanto sciocche, si sciolgono alla luce del sole, mal sopportano aglio e croci… Beh, a dirla tutta, se anche lui avesse rischiato di sciogliersi al sole, a Tokyo con quella pioggia non avrebbe nemmeno potuto usare l’astro solare come opzione per il suicidio.

Per lui, invece, erano proprio alcuni di quegli stessi umani, i cosiddetti “mostri”: non perché ne avesse paura, figurarsi. Aveva – non per mancanza di modestia, ma per un dato di fatto – una forza maggiore alla loro.

Però, come altro avrebbe potuto definire quel maledetto cacciatore, se non “mostro”?

 

Seishiro, a suo avviso, non poteva essere definito se non con aggettivi estremamente volgari o comunque poco gentili.

Un maledetto bastardo, era quello che forse gli “piaceva” di più: l’odio che provava nei suoi confronti era qualcosa che andava oltre il concepibile umano, forse. Era qualcosa che si sentiva dentro ogni volta che ci pensava, ogni volta che rifletteva sul fatto che quella sua vita era così solo ed esclusivamente a causa sua.

Lui era sempre stato possessivo e sì, lo ammetteva, poteva anche essere un difetto.

Ma questo non dava il permesso a quel cacciatore di rubargli la cosa per lui più preziosa.

Non aveva alcun diritto di rubargli la sua ragione di vita, né ora, né mai.

Per questo, proprio perché Seishiro – mai avrebbe usato cortesia nel dire quel nome! – cercava di portare via da lui Subaru, lui, Kamui, si era ripromesso di indirizzargli tutto il proprio odio, la propria frustrazione e qualsiasi altro sentimento negativo abbastanza da far venire, se non un senso di colpa – dubitava che quel bastardo di un cacciatore ne provasse -, almeno la sensazione che dovrai sempre guardarti le spalle.

Sempre.

Odiava vederlo, malgrado sfuggendogli quei loro incontri fossero ridotti al "mai".

Non sopportava il suo sguardo arrogante, nemmeno il ricordo, che troppo spesso gli tornava in mente. Odiava, inoltre, che quei ricordi - o doveva chiamarli incubi? - gli fossero portati alla mente da Subaru.

Ogni sospiro rassegnato, ogni espressione triste... era colpa di Seishiro.

I ricordi più dolorisi, ma la tempo stesso più amati da suo caro gemello, erano quelli che vedevano protagonista il cacciatore. Lui, Kamui, non poteva farci nulla.

Il suo ruolo, era fuggire da Seishiro portandosi dietro Subaru, per impedire che accadesse il peggio.

Subaru non doveva allontanarsi da lui, non più di così, non anche fisicamente.

Pensarlo nelle mani di quel cacciatore - e la cosa critica, era immaginarlo fra le sue braccia -, gli faceva ribollire il sangue nelle vene, aumentando la sua collera, il suo odio...

...o il suo istinto omicida, che poteva essere DECISAMENTE pericoloso.

-Kamui...- si sentì chiamare, e non occorreva voltarsi per riconoscere la voce della persona per lui più importante. In piedi, dietro di lui, di Subaru poteva indovinare persino l'espressione del volto in quello stesso istante: preoccupata per lui, che di spalle non rispondeva, mentre mente e cuore erando rivolte ad altro.

Un altro.

-Dimmi.-

-Come mai sei tornato qui? Oramai... non è necessario.-

-Lo so.-

Però sentiva quasi il bisogno di non allontanarsi da quel lago dove il suo gemello era stato intrappolato per tre lunghi anni: aveva temuto che quel cacciatore arrivasse, temeva che non avrebbe avuto abbastanza forza da sconfiggerlo, o meglio, ucciderlo. Durante quei tre anni, aveva imparato a mascherare quel timore con la forza, con gli scontri, nascondendo i pensieri, ogni sentimento che non fosse l'indifferenza.

E la solitudine, l'aveva accantonata, ripetendosi "Devo difenderlo. Devo difendere Subaru".

Suo fratello, sangue del suo sangue.

La persona più importante, più amata.

Si alzò, con un movimento fluido, voltandosi verso Subaru e trovndo sul suo volto l'espressione che si aspettava: lui l'osservava, ma vedeva un altro luogo e un altro uomo. E lui, Kamui, non poteva cambiare la cosa; non importava quanto lo desiderasse: quando un cuore è malato a tal punto, tanto che guardabndo chiunque non vedi che una sola persona... non c'è nulla, che si può fare.

Forse aspettare, ma senza sperare.

-Subaru...- mormorò, l'espressione triste come solo con lui si concedeva, mentre la mancina si avvicinava al volto dell'altro, carezzandolo con dolcezza ignorata dal mondo e dovuta a Subaru. Solo a lui. Lasciò scorrere l'indice lungo la guancia, a contatto con la pelle liscia a chiara, in silenzio, arrivando alle labbra.

Quelle labbra che temeva fossero già state toccate da quel maledetto, quelle labbra che lui, Kamui, avrebbe voluto...

-Mi dispiace, Kamui...-

Ritrasse la mano, l'espressione che non mostrava nulla. Perché lo sapeva, Kamui, che se avesse mostrato anche un solocenno di sofferenza, Subaru sarebbe stato male.

-Saluta chi vuoi salutare. Domani mattina ce ne andiamo da qui.- disse, voltandosi. La risposta di Subaru, giunse subito: -Va bene.- mentre lui si allontanava.

-Mi dispiace.-

 

***

 

La notte a Tokyo era esattamente come il giorno: buio e pioggia, senza poter scorgere nulla in cielo. Né stelle, né nuvole.

Malgrado questo, Kamui teneva lo sguardo verso l'alto, come se cercasse di vedere qualcosa che nessun altro sarebbe riuscito a trovare in quel cielo scuro e indefinito a causa della pioggia acida.

-Te ne stai spesso con l'intento di buscarti un raffreddore?-

Come non riconoscere quella voce a dir poco insopportabile?

-E' un tuo passatempo irritare le persone?-

-Ma tu sei sempre irritato, Kamui-chan.- Eccolo, il nomignolo che pronunciato da lui era qualcosa di a dir poco odioso.

-Quale parte di "Non chiamarmi a quel modo" non capisci?-

-Ma è molto meglio di un serioso "Kamui", no? E poi siamo più o meno coetanei, non c'è nulla di male. O preferisci "niichan"?- buttò lì il ragazzo, lo sguardo su Kamui.

Bastò un attimo, perché il vampiro portasse la mancina alla gola dell'altro, le unghie allungate e letali: -Se vuoi restarci secco e non ricongiungerti mai più a quel tuo amato quanto insopportabile fratello, basta dirlo.- ringhiò contro Fuuma, che non faceva che sorridere tranquillo. Lo fissava, semplicemente.

-Sembrerebbe proprio che mio fratello ti sia antipatico.-

-Ti facilito le congetture, escludi le ipotesi da questo nostro discorso, quando c'è di mezzo quel tipo.- rispose seccato, l'odio palesato nel tono.

-Sei gentile a non dargli del bastardo davanti a me. Devo prenderlo come riguardo nei miei confronti, Kamui-chan?- il sorriso serafico non accennava a sparire, mentre lo sguardo era mantenuto sul giovane vampiro.

-Se inizi a prenderlo come riguardo avvisami, comincerò ad insultarlo tutte le volte che ci sei.- replicò beffardo, ritirando la mano. Distolse anche lo sguardo, come se Fuuma non fosse più lì; realtà sperata, ma non realizzabile.

-Cosa odi, di Seishiro, tanto da non poterlo nemmeno sentire nominare?-

Inspirò, imponendosi di non ucciderlo.

Non subito, almeno.

-Perché ci caccia come se fossimo animali da collezione, perché è insopportabile, perché non ci lascia in pace e suppongo stia tentando di ucciderci... devo continuare?- domandò retoricamente.

-Io ci aggiungerei "perché mio fratello non pensa che a lui". Calcherei sul "mio", e ci accosterei la constatazione "pensa anche in modo non molto pulito".- rispose al vampiro con semplicità e una buona dose di incoscenza, visto l'umore instabile del ragazzino.

Kamui lo fissò con astio, scagliandosi contro di lui: -Mi hai stancato.- lo sguardo letale e pericoloso. Lo sguardo di un mostro, dopotutto.

Fuuma, tuttavia, non era un semplice essere umano con le debolezze del caso: gli aveva tenuto testa tre anni, il che la diceva lunga. Afferrò entrambi i polsi del più giovane, bloccandone l'attacco, il viso di fronte al suo, non molto distante.

Rimasero così per diversi istanti, il vampiro cercando di portare a termine il suo attacco, Fuuma trattenendolo. Lo lasciò solo quando avvertì Kamui fare meno forza: -Ci siamo calmati?- domandò, osservandolo prendere le distanze.

-Non ne vali la pena.- sibilò di rimando.

L'altro lo fissò, in silenzio, l'espressione seria che scemò in un mezzo sorriso, tipico di chi ha capito qualcosa di cui il suo interlocutore non sospetta nemmeno l'esistenza.

-Le parole ti feriscono, Kamui?- domandò, il tono serio e nessun nomignolo.

-Perché dovrei risponderti?-

-A me ogni tanto succede.- disse Fuuma, ignorandolo.

-Non te lo sto chiedendo.- disse, voltandosi di lato, lasciando vagare lo sguardo.

-Kamui, ti feriscono più le parole che ti fanno pensare a mio fratello, o le parole di Subaru?- chiese, come se più che sentire le risposte di kamui, ragionasse da solo.

-Piantala.- ringhiò il vampiro, voltandosi verso di lui nuovamente. Si immobilizzò, quando avverti il tocco dell'altro sulla propria guancia.

-Fa male, eh Kamui?-

-T-togli la mano.- replicò, preso alla sprovvista, e con un lieve rossore a colorare la pelle chiara del viso. Ma, stranamente, da Fuuma non giunsero prese in giro, né risate; continuava quella carezza leggera sul volto del vampiro, l'espressione seria.

-Tuo fratello, credo ami Seishiro, Kamui... lo capisci questo?-

-Non trattarmi da bambino!-

-Scusami, non intendevo questo.- disse, il tono gentile. Gentile come solo Subaru era stato con lui, fino ad allora.

-Quello che intendevo... capisci che, nel modo in cui Subaru ama mio fratello, si può amare una sola persona, Kamui?-

 

E benché, a volte, i bambini soffrano nell'apprendere le verità degli adulti, questi devono comunque dirgliele sempre. Anche se farà male.

 

-Kamui, Subaru non può amarti come tu vorresti.-

-Lo so, per chi mi hai preso?! E Subaru non ama Seishiro, non lo ama, è colpa di quel cacciatore, gli ha certamente fatto qualcosa!- sbraitò contro di lui, scostandosi come se la mano di Fuuma bruciasse. Il ragazzo fissò Kamui in silenzio, senza riuscire a celare la sorpresa di quella reazione; un modo di pensare egoistico e una voce carica di così tanta tristezza, da sembrare una preghiera: "smettila".

Semplicemente, un essere umano.

-Kamui, tuo fratello ama Seishiro, indipendentemente dal suo volere...- spiegò paziente e con attenzione le proprie parole.

-Sta zitto! Subaru non s'innamorerebbe mai...-

-Smettila Kamui!- rimproverò Fuuma, lo sguardo duro.

 

Purtroppo, la pazienza degli adulti non dura all'infinito con i bambini, anche se servirebbe.

 

-Non c'è nulla che puoi fare se non accettarlo, Kamui, non sei tu la persona che Subaru ama di più, quello è Seishiro e tu non puoi incolpare nessuno!-

 

Purtroppo, non puoi spiegare ai bambini che la severità è giusta, né puoi dirgli verità importanti senza ferirli.

 

Lo osservò strabuzzare gli occhi, fissandolo come si fissa la propria paura più grande. Fuuma sostenne quello stesso sguardo, fino a quando Kamui non glielo permise più, abbassandolo a terra. Il ragazzo sospirò, avvicinandosi a lui lentamente, prendendo in considerazione la possibilità che il vampiro lo attaccasse nuovamente.

-Vattene.- solo parole, senza attaccare, senza urlare, né alzare lo sguardo. Tacquero entrmabi, finché una mano si posò sulla testa di Kamui, scompigliandone appena i capelli.

-Ci sono cose, che è ora che tu capisca...- disse, le dita fra i capelli scuri.

-Vattene.-

-Mi dispiace, Kamui.-

-NON PARLARE COME SUBARU, NON SCUSATEVI DOPO! DOPO E' TARDI!- esplose il vampiro, alzando il volto di scatto. Niente lacrime, e gli occhi forse, - essendo buio, Fuuma non riusciva a vederlo con certezza - non erano nemmeno lucidi. Ma l'espressione, parlava da sé.

 

I bambini vivaci urlano spesso, specie quando giocano.

Se un bambino che non parla mai urlasse, significherebbe che sta molto male.

L'adulto, se è - e lo sarà - colpevole, dovrà andarsene in silenzio, o il bambino, in caso di gesti consolatori o gentili, sarà ancor più confuso.

 

Non ci furono ulteriori domande, ulteriori parole.

Solo le labbra del ragazzo che si posavano sulla fronte del vampiro, mentre la mano carezzava appena i capelli. Pochi istanti, dopo i quali Fuuma si allontanava da lui, rientrando.

E Kamui, desiderò di non essere uscito quella sera.

 

***

 

-Kamui, ho trovato qualcuno che può darci informazioni su questa nuova dimensione dove...- iniziò Subaru, bloccandosi quando si accorse di non essere ascoltato.

Da quando avevano lasciato Tokyo e la dimensione che li aveva ospitati - o lui doveva dire "intrappolati"? - per tre anni, Kamui era distratto e parlava poco.

O meglio, ancor meno del solito.

E temeva fosse colpa sua, delle proprie parole, dei propri atteggiamenti.

 

Era totalmente perso nei propri pensieri, quando si sentì chiamare, riconoscendo la voce di Subaru. Sospirò, voltandosi quando sentì la sua voce scemare: -Dimmi, Suba...ru?- tentennò, mettendolo a fuoco e scuotendo il capo.

-Kamui, tutto bene?-

-Sì, scusami. Ti avevo scambiato per un'altra persona, guardandoti di sfuggita.-

Già, era stato solo un attimo, ma aveva confuso Subaru con quel tipo insopportabile che lo sfidava in continuazione a Tokyo.

-Capisco... Andiamo?-

-Sì.-

 

La mente dei bambini è molto semplice; lo stesso il loro cuore, che è l'unico a non essere "malato". Ogni persona, per loro, è sé stessa, ogni volto è diverso dall'altro.

Ma i bambini sono ingenui.

Non si accorgono di quando, crescendo, iniziano ad avere il cuore "malato".

 

 

Owari.

 

 

Note Post Oneshot: Prometto che vi scoccio poco! >__< Solo qualcosina per eventuale comprensione: la questione del cuore malato, è ripresa da una frase di X 1999, detta dalla nonna di Subaru nello special su di lui.

"Solo chi ha il cuore malato può pensare sempre e soltanto ad una sola persona".

A questo, Subaru di X risponde mormorando il nome di Seishiro, ma non è questo il punto e sto divagando ç_ç"

Credo che Kamui, su Tsubasa, sia più bambino di Subaru, e per questo non riesce a capire esattamente cosa prova il gemellino. Ora, ho voluto ipotizzare la crescita del "Kamui bambino" sotto questo aspetto.

Così come Subaru vede in chiunque Seishiro, perché è a lui che è rivolto il proprio cuore, allo stesso modo Kamui inizia a vedere Fuuma. La cosa che però dovevo cercare di cambiare e comunicare, era che Kamui pensa semplicemente di aver visto male.

Detta in tutta sincerità, vorrei un parere sia su quanto io effettivamente abbia comunicato e/o fatto comprendere, sia se i personaggi sono OOC o meno. L'intenzione era farli IC, ma se non ci fossi riuscita (cosa di cui ho il forte sospetto), vi prego di segnalarmelo, cosicché io possa anche cambiare l'avviso ^__^

Grazie dell'attenzione ^*^

 

 

 

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: Shichan