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Autore: The_Guardian    12/05/2013    0 recensioni
Nell'anno 2060, dopo la scoperta del [color=white]gene Z[/color] da parte del professor Thomp, si è dato il via alla sperimentazione umana, ma benché in principio i risultati diedero esito positivo e la maggior parte della popolazione iniziò ad impiantarsi il nuovo vaccino, in seguito si ebbero effetti collaterali: una tremenda mutazione stava cambiando il genoma umano.
Ovviamente non si riuscì a controllare gli effetti del gene Z ed ancora non è stato inventato un vaccino, ora il genere umano è sull'orlo della disfatta ed oramai il mondo appartiene agli [color=white]Infetti[/color].
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Chapter 5

I cancelli si spalancarono ed il fuoristrada entrò nella riserva mentre i cecchini sui torrioni iniziarono a sparare contro gli Infetti che lo seguivano.
«Chiudete i cancelli!» tuonò Luke
I pesanti cancelli di ferro vennero chiusi e gli Infetti che erano rimasti fuori furono messi in fuga dagli spari.
Luke scese dal fuoristrada ed ordinò a Jonh di andarlo a parcheggiare nell’hangar. La riserva sembrava più che altro una base militare attrezzata, con torrette di vedetta, bunker e tutto il necessario per sopravvivere in quel periodo. Le mura erano corazzate e non c’era altro modo di entrare se non dal cancello principale.
Si sistemò i lunghi capelli bianchi e premette poi un pulsante che si trovava sul suo polso meccanico nel braccio sinistro.
Dal suo polso partì un raggio che materializzò l’IA Kage davanti a lui sottoforma di ologramma. L’uomo dai lunghi capelli lisci e dal volto intellettuale aveva un’espressione allarmata.
«Qualche problema al rientro, signore?» chiese l’IA a Luke.
«Tutto ok, Kage» rispose il cyborg «purtroppo, però, non siamo riusciti a trovare Chloe. Spero stia bene e che abbia trovato riparo» il suo volto si rabbuiò.
«Signore so che non è il momento» continuò Kage «ma ho analizzato i dati relativi alle ricerche sul campo che ha fatto la squadra di John e dalle analisi che ho compiuto assieme a Lory sono emerse cose a dir poco preoccupanti»
«Di che si tratta Kage?» Intanto Luke si stava già avviando verso i laboratori all’interno dell’edificio principale.
«E’ un qualcosa su cui ho trovato riscontro anche dalle registrazioni della telecamera davanti al suo fuoristrada, signore, non più di dieci minuti fa» fece una pausa «si direbbe che gli Infetti abbiano sviluppato una capacità alquanto singolare»
«Che intendi dire con “singolare”?»
«Lo trovo curioso ed affascinante allo stesso tempo. Alcuni Infetti, ci risulta che siano stati in grado di plasmare il gene Z a loro piacimento ricorrendo all’intelligenza umana e non facendosi dominare dall’istinto animale»
Luke entrò nel laboratorio ed si diresse verso uno schermo. Pigiò con la mano umana un pulsante e sullo schermo comparve il rapporto elaborato da Kage.
«Continua, Kage» disse il cyborg «ti ascolto»
«Come può vedere, signore» e fece scorrere le immagini sullo schermo «gli Infetti hanno riottenuto un po’ di controllo sul gene Z ed alcuni di loro sono stati in grado di far regredire la mutazione»
«Come sarebbe a dire “regredire la mutazione”?» chiese Luke perplesso.
Kage fece apparire sullo schermo una finestra dove partì la riproduzione di un video.
«Queste sono le registrazioni della sua uscita di questa sera signore» disse Kage
Sul video si vedevano sotto la fioca luce dei fari del fuoristrada, creature immonde che con denti affilati e zanne fameliche tentavano di avventarsi sul fuoristrada. Sembrava tutto normale, una moltitudine di Infetti che attaccava gli umani per un po’ di cibo, ma qualcosa attirò l’attenzione di Luke. Ad un certo punto uno degli Infetti aveva iniziato ad urlare con un forte ruggito e sotto enormi sforzi si vedeva chiaramente l’Infetto mutare forma: la testa si rimpiccioliva ed il corpo allungato iniziava a diventare più piccolo ed eretto mentre artigli e zanne svanivano.
«Kage…» disse Luke attonito «non mi dirai che…»
«Si signore» nel video l’Infetto aveva assunto un aspetto familiare, un aspetto ben noto a tutti tranne che per un paio di occhi di un arancione acceso quasi fosse brace ardente.
«…hanno imparato a riprendere la forma umana»
 
Chloe aprì gli occhi. Aveva un mal di testa tremendo e non ricordava quasi nulla di quello che era successo. Si guardò attorno e si accorse di essere su di un letto morbido: in realtà si trovava su di un materasso senza coperte, ma era in una stanza. Al chiuso. Dentro una casa.
La stanza era piccola e presentava solo un letto al centro ed una finestra a lato le cui imposte erano ben serrate. Fuori era ancora buio.
Tutto in quella stanza era illuminato da una fioca luce gialla emanata da una lampadina appesa al soffitto.
«Ma dove…» disse guardandosi attorno «dove sono?»
«Al sicuro» disse un voce nella parete di fronte a quella dove si trovava il letto.
Chloe sussultò e si mise a sedere sul letto con il fiatone alla gola e le mani che le tremavano. Guardò oltre la sponda del letto e vide qualcuno seduto su una sedia appoggiata alla parete opposta. Non riusciva a capire chi fosse, ma era certa che fosse un essere umano. Intravedeva un corpo pressoché nella norma che aveva le gambe accavallate e la testa chinata verso il basso. Sembrava avesse dei capelli lunghi.
«Chi sei tu?» chiese lei un po’ impaurita.
«Questo non ti riguarda» rispose l’uomo. A dire la verità dalla voce sembrava più un ragazzo che un uomo adulto. «Ti basti sapere che sei al sicuro»
«Ma prima…» i ricordi le affollavano la mente a sprazzi «c’erano tre Infetti. Li ho visti. Erano in una stanza ed io stavo lì perché stavo scappando da un altro di loro…»
«Sei al sicuro, ti ho detto» continuò la voce. «Finché farai come ti dico non temi nulla»
Chloe rimase ancora tremante seduta nel letto.
«Ti prego» disse «non farmi del male, stavo facendo una ricerca con la mia squadra di ricerche. Non ho fatto nulla di male, semplicemente sono scappata perché alcuni Infetti ci hanno assaliti. E’ che ho fatto delle scoperte sconcertanti…»
«Per favore» disse la voce «smettila, perdonami se ti ho spaventata. Non era mia intenzione. E’ da tanto che non vedo un essere umano»
«Posso capirti» continuò Chloe ma non si accorse che l’umano si stava alzando dalla sedia «è che la scoperta che ho fatto è terribile» L’uomo iniziò ad avvicinarsi al letto ma ancora la luce della lampadina non gli illuminava la faccia che rimaneva in ombra.
«Alcuni Infetti» continuò Chloe «stanno acquistando la capacità di assumere nuovamente la forma umana»
La figura umana si avvicinò ancora.
«L’ho scoperto grazie ai rilevamenti del DNA degli Infetti. Il gene Z viene controllato fino a riassumere tutti i tratti della forma umana. Tranne che per il particolare degli occhi, quelli dovrebbero avere un colore a parte credo, non ne sono sicura…»
Ora se ne era accorta. Il ragazzo le stava accanto, in piedi vicino al letto con la testa in ombra. La luce della lampadina gli metteva in risalto i capelli biondi lunghi fino alle spalle.
«Era da tanto che non vedevo un essere umano così da vicino» continuò il ragazzo alzando la testa. La luce della lampadina gli colpì la faccia rivelando un viso ben proporzionato, ma ciò che spaventò Chloe non fu tanto il modo in cui quel ragazzo si stava comportando, quanto piuttosto la saliva che aveva alla bocca e gli ardenti, penetranti occhi arancioni che la fissavano bramosi.
Non perse tempo e tentò di scendere dal letto, ma una mano le bloccò il polso. Chloe urlò e tentò di divincolarsi, ma la presa del ragazzo era ben salda.
Aveva capito, le sue analisi alla fine si erano rivelate giuste. Gli Infetti avevano davvero acquisito la capacità di assumere di nuovo la forma umana.
«Ti prego non uccidermi!» urlò Chloe in preda alle lacrime.
La presa sul suo polso si allentò e Chloe osservò il ragazzo che l’aveva trattenuta. La bava alla bocca stava diminuendo ed il corpo era scosso da lievi spasmi. Tutto ciò durò per un breve tempo, quasi come se quel ragazzo stesse lottando contro qualcosa. Poi emise un sospiro di sollievo e fissò Chloe con i suoi inquietanti occhi arancioni.
«Non voglio farti del male» disse.
«Ti prego» continuò Chloe «lasciami andare»
«Ti ho detto che non voglio farti del male, purtroppo sono sei mesi che non mangio quindi non mi è facile trattenermi di fronte ad un essere umano» spiegò il ragazzo.
Chloe rimase diffidente ma si calmò. Si rimise seduta sul letto ad osservare quella creatura che aveva di fronte. Era un Infetto, lo sapeva, eppure si trovava ora in forma umana proprio di fronte a lei.
«Come avrai capito» disse lui «sono un Infetto, anch’io sono stato contagiato dal gene Z ma non per mia scelta» si mise seduto sul letto chinando il volto a terra. «Sta tranquilla, non voglio ucciderti. Ci servi viva, altrimenti rischiamo di morire»
«Come vi servo viva?» chiese Chloe «e per quale motivo? Non vi aiuterò a fare nulla!»
«Non credo che tu sia nella condizione di poter dare ordini» disse il ragazzo «E’ già un miracolo che io sia riuscito a portarti qui senza sbranarti, non hai idea di quanto il mio stomaco abbia fame»
Chloe iniziò a tremare. La situazione non le piaceva per niente. Si trovava di fronte ad un essere umano ma che non era un essere umano ma un Infetto, un dannato Infetto e lei non poteva fare nulla: ci avrebbe messo poco ad ucciderla. Doveva restare calma ed al momento buono avrebbe trovato una via di fuga per poter tornare alla riserva.
«Ripeto non voglio farti del male» disse l’Infetto «però tu devi aiutarci»
«Non ho intenzione di farlo»
Il ragazzo la squadrò con il suo sguardo ardente e dalla sua bocca emerse una sorta di ringhio rauco.
«Se non vuoi che ti salti addosso all’istante ti conviene darmi retta, te lo ripeto non sei nella condizione di dare ordini»
«Va bene» disse Chloe cercando di mantenere la calma «va bene, non vedo altra scelta d’altronde. Ma ti prego non voglio morire»
Il ragazzo assunse un’espressione più tranquilla e scosse la testa. «Devi perdonarmi» disse «non è facile controllare il mio istinto» si girò verso la ragazza e la guardò «Qual è il tuo nome?» chiese.
«Chloe» disse lei con un gruppo alla gola.
«Bene» continuò lui «Non hai nulla da temere finché resterai qui, hai la mia parola»
«Scusami» disse lei «ma come posso fidarmi di te? Sei un Infetto!»
Lui parve infastidito da come l’avesse chiamato «Ti prego, se ti ho detto che puoi fidarti è così. Non rendere le cose più difficili di quello che sono. E poi non chiamarmi a quel modo, so benissimo di essere quello che sono ma non amo essere chiamato a quel modo»
Si mise la testa tra le mani quasi come se stesse per piangere.
«Mi dispiace…» disse Chloe «non credevo che…»
«Lo so» disse lui «siamo bestie no?»
Chloe si sentì un nodo allo stomaco, le faceva male sentire quella parola perché non riusciva proprio a vedere, nel ragazzo che aveva di fronte, quelle creature che l’avevano sempre attaccata per ucciderla.
«Ad ogni modo» continuò lui «non hai ancora riposto alla mia domanda. Ci aiuterai o no?»
«Non so neanche che cosa devo fare» rispose lei «sono spaventata e disorientata e devo fidarmi di qualcuno che mi ha sempre cacciata per uccidermi! Come ti sentiresti al mio posto? Non so neanche se questo è un sogno oppure è la realtà, non riesco a capire, non riesco a capire!»
Il ragazzo osservò Chloe e vide nei suoi occhi il terrore puro. Abbassò lo sguardo e si alzò dal letto.
«Dove vai?» chiese Chloe.
«Ad avvisare i miei compagni che ti sei svegliata» Alla vista dell’espressione di terrore sul volto della ragazza aggiunse «non hai nulla da temere, fidati. Starò di guardia io, per lo meno sono l’unico che riesce a trattenersi abbastanza dall’uccidere»
Chloe ingoiò un groppo che aveva in gola e guardò il ragazzo avviarsi verso la porta.
«Grazie…» poi si bloccò. Non riusciva a trovare una parola per definirlo.
«Yan» disse lui. Lei alzò lo sguardo ed incrociò gli occhi color brace di lui «chiamami Yan»

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