Sguardo basso puntato sulla strada, gli auricolari dell’mp3 infilati nelle orecchie e, alcuni libri di storia dell’arte stretti al petto. Non appena le lezioni erano terminate si era precipitata fuori dall’università, non volendo incontrare nessuno dei suoi amici e ansiosa di arrivare a casa.

Nonostante quel giorno fosse il suo compleanno, Serena non aveva per niente voglia di festeggiare, men che meno di essere felice.

Appena vide il muretto rosso che delimitava il vialetto di casa, rallentò il passo, ricominciando a camminare normalmente e non come se avesse al suo inseguimento l’intera polizia inglese. Non poté non fingersi a sorpresa quando vide un ragazzo dall’aria vagamente familiare, seduto comodamente sui suoi gradini di casa, chiaramente in attesa di qualcuno.

Serena gli si fermò a pochi passi

“ Sei in ritardo…”

prorrupe lei all’improvviso, non sorprendendosi più di tanto dal tono acido con cui l’aveva accolto.

“ Di nuovo”

Il ragazzo alzò la testa, osservando la ragazza che si trovava davanti

“ Ma guardati…”

Serena sentì le guance andare a fuoco, imbarazzata per l’attenzione che gli stava dedicando

“ Come sei cresciuta.”

Lei non poté fare a meno di sbuffare spazientita a quella affermazione

“ Sai quando gli anni passano, questo è quello che fa una persona…”

Serena sentì le lacrime cercare di uscire prepotentemente, così per non tradirsi spostò il suo sguardo, e la sua attenzione oltre la spalla del ragazzo

“ Diventa vecchia.”

“ Ohhh tesoro…”

Si alzò di scatto avvicinandosi a Serena e scrutandola

“ Tu non sei vecchia. Sei sempre la mia Sissi.”

Al sentirlo chiamarla con il suo vecchio nomignolo le vennero i brividi.

“ Senti, grazie per essere passato ma adesso devo andare.”

Serena cercò di passargli oltre e finalmente entrare in casa ma fu trattenuta per un polso

“ Ti prego Serena, è il tuo compleanno.”

La ragazza si voltò e questa volta non poté evitare che le lacrime le rigassero il volto

“ Pensi che non lo sappia dottore?”

Il ragazzo lasciò la presa sul suo polso e restò immobile a fissarla per alcuni minuti

“ E allora vieni con me.”

“ Non posso.”

Sussurrò lei ancora incapace ancora una volta di incontrare lo sguardo del ragazzo.

“ Non ha più senso per me scappare.”

Il dottore le diede le spalle e iniziò ad allontanarsi e Serena curiosa si voltò per osservare le sue mosse. All’improvviso accanto a lui comparve una cabina telefonica dal caratteristico color blu e lei non poté fare a meno di sorridere.

“ Ti prego Sissi, festeggiamo insieme.”

La ragazza si morsicò il labbro, cercando di decidersi sul da farsi.

“ Ovunque voglia?”

chiese poi all’improvviso

Il signore del tempo sorrise annuendo

“ Ovviamente, è il tuo compleanno, sei tu che decidi dove andare.”

Serena sospirò scuotendo la testa prima di seguirlo all’interno del TARDIS.

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“ Sicura che non vuoi andare da lui?”

Serena aveva deciso di passare la festa del suo ventunesimo compleanno nella Grecia del 331 a.C. e più precisamente durante il regno di Alessandro Magno e… di Efestione.

Seguì lo sguardo del dottore, rimanendo incatenata a quello azzurro ghiaccio del migliore amico del nuovo imperatore di Babilonia. Infatti da quando erano usciti dal TARDIS, il ragazzo non aveva fatto altro che osservarla insistentemente e cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione.

“ No, voglio restare qui con te, per una sera niente pazzie”

Il signore del tempo ghignò iniziando a fare una serie di domande alla ragazza e a cui lei rispose di malavoglia, cercando sempre di rimanere sul vago. Quando poi Serena riportò lo sguardo sul suo amico, lo trovò intento ad accendere con il suo cacciavite sonico una candelina infilzata su un cupcake dall’invitante color rosa.

Per un momento rimase senza parole, ma una lacrima traditrice le scivolò dall’occhio destro, scomparendo poi fra i suoi capelli e facendo capire al dottore ciò che lei stava provando in quel momento e che era incapace di esprimere a parole.

Dopo qualche ora passata in compagnia di Alessandro Magno, i due compagni erano pronti ad andarsene non prima però che Serena ricevesse il bacio dal suo principe dagli occhi di ghiaccio e dall’animo gentile.

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Gli aveva chiesto di esaudire un ultimo desiderio per quel giorno e così i due si erano ritrovati a gambe a penzoloni nello spazio ad osservare il pianeta Nettuno, il suo pianeta preferito in assoluto.

“ Grazie per questa giornata dottore”

Aveva mormorato lei, abbandonando la testa sulla spalla del signore del tempo e chiudendo gli occhi, stravolta dagli eventi della giornata.

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Il signore del tempo appoggiò una mano sulla lapide che aveva di fronte e che portava inscritto un nome a lui molto familiare: Paul Anderson ( 1982-2012).

Era mancato lo stesso giorno del compleanno di Serena. E il dottore non potè non sentirsi in colpa per aver abbandonato Serena in un momento di bisogno. Così mentre lei cercava di superare la morte del fratello, lui era chissà dove nelle profondità dello spazio e del tempo.

Di certo se si fosse trovato nei panni della ragazza, anche lui avrebbe smesso di festeggiare il suo compleanno per sempre.

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Prima one shot dedicata a Doctor Who ( ma che ci posso fare, ormai ne sono follemente innamorata). Alcune precisazioni, ovviamente il signore del tempo non mi appartiene ed io scrivo solo a scopo personale. Ahh e il personaggio di Efestione POTREBBE, dico, POTREBBE assomigliare all’ Efestione interpretato da Jared Leto in Alexander * inserisce risata malefica*

Se volete, lasciatemi una recensione ( anche per dirmi che la storia fa schifo, non mi offendo) se invece non volete scrivere nulla, non importa! Grazie comunque di essere passati!

* rumore di TARDIS che scompare*