Un
bell’ehilà a tutti, gente! ^__^
Anche se sto attraversando un periodo di scarsa ispirazione, mi rimetto
all’opera! Ho infatti deciso di iniziare a scrivere questa fic per due motivi.
Innanzitutto, era da un sacco di tempo che non scrivevo su Fairy Tail, è un po’
mi mancava!
In
più, voglio tirare un po’ su il morale di una mia amica, Chiara “Scarlet”, a
cui il manga ultimamente non ha dato molte soddisfazioni… XD
Questa
tipa è una grandissima fan della coppia di cui state per leggere, e anche una
bravissima disegnatrice; quindi eccovi qui il link della sua gallery su
Deviantart, date pure un’occhiata!
http://edoroku.deviantart.com/
Bene,
vediamo se so ancora scrivere una bella fic su FT! Buona lettura! ^__^
PS:
GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
Per
Erza Scarlet essere ordinati era più che un pregio, bensì un dovere; e per una
tipa ligia e rigorosa come lei, il rispetto dei doveri era anche felicità. Ecco
perché ricoprire di attenzioni le sue armature era anche il suo hobby
preferito.
Robuste,
potenti, efficacissime nel prendere a calci nel sedere nemici e amici idioti, e
se una maga vuole essere professionale non può certo trascurare i suoi
strumenti di lavoro; ma quando era indaffarata nella loro pulizia periodica, a
strigliarle e lucidarle una per una fino a quando il sole riflettendoci sopra
poteva abbagliare qualche malcapitato fuori dalla finestra del suo appartamento
a Fairy Hills (o tutto o niente…), sembrava più che una guerriera una
collezionista appassionata, col cuore che saltellava felice nel petto ogni
volta che le passava in rassegna.
La
adorava tutte dalla prima all’ultima, quelle di metallo e quelle di tessuto,
dalle più sicure e coprenti a quelle più “areate”… Non si sarebbe mai stancata
di procurarsene di nuove, specie pezzi rari o curiosi.
In
un fumetto che le era capitato tra le mani c’erano alcune armature
completamente d’oro: a primo impatto le aveva bollate come decisamente pacchiane,
uno schiaffo alla povertà e al buon gusto… Però dentro di sé un pensierino
l’aveva fatto!
<<
Forse con una percentuale di oro un po’
più bassa e qualche fregio in meno potrei… No, no, non essere avida, Erza…
Però… >>
Erza
proseguiva così di armatura in armatura, con panno, acqua, lucido, olio di
gomito e sorriso sulle labbra, sempre meno stanca e sempre più entusiasta.
Quasi
non riuscì a distogliere gli occhi e la mente quando una vocina fece capolino:
“Ehilà!”
“Ciao,
Mira!” –la salutò mentre chiudeva la porta dietro di sé.
“Disturbo?”
Sorrise
in modo accogliente: “No, figurati, sono solo un po’ indaffarata.”
“Vedo, e fai bene: le tue armature sono tutte stupende, si meritano un
trattamento speciale.”
Erza
si voltò a strofinare un’armatura a caso in modo da nascondere il faccino
contento da gattina appena coccolata: certi complimenti si che facevano
scomparire la maga e venire fuori la collezionista.
“Faccio
solo del mio meglio per tenerle in ordine…” –si schernì con modestia la tipa
che quando era particolarmente contenta del risultato non si risparmiava
bacetti affettuosi a pettorali, elmi e spallacci.
“Beh,
sono loro la ragione del tuo successo, no? Non solo sono forti, grazie alla tua
magia che le richiama in un istante puoi adattarti ad ogni situazione
scegliendo quella più utile.” –disse Mira iniziando a camminare tra le
armature, appese ai loro sostegni di legno che sembravano indossate da
manichini invisibili, come fosse in un museo- “C’è di tutto, una per ogni
evenienza, che ci sia da sfidare un mago del fuoco…” –adocchiò l’armatura
dell’Imperatrice delle Fiamme- “… O da ballare sul palco la nuova canzone di
Gazille!” –punzecchiò il morbido batuffolino di lana bianca che faceva da
codina sulla Bunny Girl Suit; non aveva visto di persona la performance di Lucy
ma era sicura avesse fatto un figurone!
Erza
intanto riaggiustò sul sostegno una spada come si trattasse di un quadro appeso
storto: “Anche la tua magia è molto versatile: hai diversi take-over a tua
disposizione anche tu.”
A
quelle parole Mira le lanciò un’occhiatina che non seppe interpretare.
“Che
c’è?”
“Niente, ih ih ih! Pensavo solo che abbiamo qualcosa in comune.”
Per
quanto riguardava la magia si, annuì Erza prima di rimettersi al lavoro: anche
Mira, grazie ai suoi vari take-over demoniaci aveva un’ottima scelta di opzioni
per contrastare i propri avversari. A quel pensiero le tornò in mente una
curiosità che in effetti non le aveva mai chiesto, e magari poteva
approfittarne ora, anche per non sembrare troppo scortese: non poteva non
prestarle le dovute attenzioni dopo che era venuta fin lì a portarle il suo
gentile sorriso e la sua sempre gradita compagnia dopotutto. E pensare che da
bambine chissà quante volte aveva sognato di poterle parlare e fare domande
senza doversi aspettare incluse nella discussione le solite occhiatacce e
tirare di capelli.
“Dì un po’, Mira, in effetti non ti ho mai chiesto in quante forme di demoni
sei in grado di trasformarti.”
“Ehi,
è vero! Non me l’hai mai chiesto!” –rise lei, saltellando due passi più vicina,
ed Erza ebbe la curiosa sensazione che fosse venuta lì quel pomeriggio già
pronta per quella domanda.
“Te ne faccio vedere qualcuno, che ne dici?”
“Volentieri.” –si asciugò il sudore la rossa
Mira
chiuse gli occhi: era in arrivo una degna sfilata delle forze infernali!
Ad
aprire lo spettacolo furono sinistre o oscure fiammate dalle sfumature
violacee, che rivelarono, dissolvendosi, un’acconciatura che saliva incurante
della gravità come un fuoco albino, affiancato da scure ali membranose come
quelle di un pipistrello.
“Questa
è la forma standard del Satan Soul.” –fece Mira, con la voce più bassa e
minacciosa, così diversa dalla sua solita parlata cristallina e che pure le
apparteneva- “Non è eccessivamente potente o vistosa come altre, ma fa sempre
un bel figurone.” –gonfiò il petto che risaltò sotto gli occhi della rossa, e
facendo al contempo schioccare nell’aria la robusta coda come quella di un
coccodrillo.
<<
Sembra proprio si stia divertendo a
mostrare il suo arsenale >> -pensò la spettatrice dai capelli rossi,
a cui non erano sfuggite le movenze dell’altra, vanesie, che pregavano di
ammirarla.
Sorrise
sovrappensiero: se fosse stata lei a dover esibire il suo possente corteo di
metallo si sarebbe immedesimata nello stesso modo. Per un attimo si perse nel
pensiero di quali armature scegliere per la sua sfilata, quando la trasformazione
successiva di Mira la riportò coi piedi per terra.
Adesso
il vestito scollato e le scaglie di Mirajane avevano toni di blu e azzurro
glaciale; il viso era incorniciato da due lunghe corna celesti.
Girò
su sé stessa e scosse un po’ le grandi ali.
“Questo
è il Satan Soul Alphas: veloce e letale, ma difficilmente controllabile. Una
volta solo trasformandomi ho demolito un intero villaggio… Così il master mi ha
fatto la ramanzina e mi ha costretto a ricostruirlo mattone su mattone…”
–aggiunse la diavolessa con una punta d’imbarazzo!
Erza
si coprì la bocca: divertente oltre che interessante come sfilata! E avrebbe
aggiunto anche provocante… Mira era già sinuosa di suo senza camminare
ancheggiando e smuovendo lentamente ali e coda; ed ecco che le armature coccolate
fino a poco prima erano già belle che dimenticate.
“La
prossima è una forma che non mostro spesso.”
Mira
si ritrasformò: le scaglie su braccia e gambe erano ora bruno-rossicce e meno
spesse, ma dalla fronte e da dietro le orecchie partivano, come una corona, delle
corna scure lunghe e sottili. Anche la coda era più esile rispetto a quelle
delle precedenti due forme, ma era costellata di quegli stessi spuntoni dritti
e acuminatissimi: Erza si sentiva pungere sulla pelle solo a guardarli.
“Satan
Soul Asmodeus: utile contro molti avversari insieme, gli aculei della coda
possono essere scagliati tutto intorno come quelli di un istrice, e fanno molto
male!”
Sempre
più divertita, Mira arcuò la coda puntuta sopra la sua testa, mettendosi in
posa come uno scorpione pronto all’attacco.
“Impressionante.”
“Devi
vedere quel che viene ora!”
Chiunque
non avesse avuto la stessa tempra di Erza sarebbe indietreggiato all’improvvisa
vampata rossa che ne seguì.
Dalle
fiamme emerse la forma che Erza sapeva essere il tuo take-over più potente.
Meno sexy negli abiti, ma molto più spaventoso: avvolta in un mantello, ai due
lati del viso emergevano due corna larghe robuste, dietro le quali ondeggiava
una folta criniera bianca.
Le
fiamme le danzavano attorno come per presentare la loro diabolica padrona:
“Satan Soul Sitri. Devi avermi fatto arrabbiare parecchio per costringermi ad
usare questa forma… O forse ho solo voglia di farti prendere un gran bello
spavento, umpf!”
Erza
applaudì a quel gran finale: “Complimenti, la tua “collezione” non ha nulla da
invidiare alla mia!”
“In realtà credo di avere ancora di meglio nel repertorio.”
Erza restò a bocca aperta: “Una forma demoniaca più potente del Sitri?!”
“Non
proprio.” –fece la diavolessa avvicinandosi- “D’altro canto anche nel tuo
arsenale ci sono armature non esattamente per battersi, dico bene?”
Erza
si sfregò una guancia: “Beh…”
“Ne ho una anch’io!”
Schioccò
le dita e l’apparizione demoniaca venuta tra i lapilli infernali scomparve in
un’innocua e morbidissima nuvoletta rosa.
<< Un diavolo che non combatte? E
allora cos… ?!?!? >>
Il
pensiero le si fermò; viceversa un rivoletto di sangue fece di gran carriera
capolino dalla sua narice!
“Satan
Soul Succube!”
Ah,
le succubi… Le diavolesse della tentazione e della depravazione che
garantiscono anche all’Inferno la giusta dose di fanservice! Come poteva
Mirajane lasciarsele scappare?
“Mi-Mi-Mira…”
La
codina terminava in una punta a cuoricino ed era di un rosso acceso, invitante
come i suoi vestiti, o per meglio dire la sua biancheria visto che non
indossava niente sopra. E anche la biancheria era difficilmente definibile come
tale: più che mutandine quelle sembravano un filo, e più che un reggiseno
quello sembrava una strisciolina di stoffa a cingerla a livello dei capezzoli.
Persino le calze a rete con tanto di reggicalze, prevedibili visto il tipo di
demone, erano più sobrie!
Per
evitare di passare per pervertita (come se il suo naso non stesse affatto
gocciolando copiosamente…), Erza tentò di alzare gli occhi un po’ più su, ma lo
sguardo socchiuso di Mira le arrivò dritta al cuore come una freccia. E in quel
capolavoro di oscenità e lussuria, quale acconciatura poteva andare meglio di
un paio di treccine laterali da bambinetta innocente?
“Non
credi sia la mia forma migliore?” –domandò poggiando le mani sui fianchi.
“Eeeeeeeehm…”
“Pfffff!” –fecero le guance di Mirajane gonfiandosi, prima di esplodere in una
rassicurante risata di nuovo con la sua vocina da brava ragazza- “Che faccia!”
“M-Mira,
se sei venuta per prendermi in giro…”
“Oh,
no no, Erza, io sono venuta per mostrarti le mie trasformazioni, solo questo.”
“U-un momento, eri qui che volevi andare a parare sin dall’inizio?”
Mira tirò fuori la lingua.
“NON
FARE QUELLA FACCINA DOLCE MENTRE INDOSSI QUELLA ROBA!” –scattò Erza diventata
una torcia tutta rossa!
“Ih
ih ih, quanto tempo ho aspettato che mi chiedessi di mostrarti tutti i miei
take-over!” –e avesse avuto la scusa per farle quella bella sorpresa!
Subdola
e pervertita macchinatrice!
“Beh,
o-ora me li hai fatti vedere, quindi…”
La
strisciolina sul petto era così inadatta che adesso che Mira le si era
avvicinata tanto da tenerle la scollatura sotto gli occhi la sua immaginazione
restava disoccupata!
“Quindi
perché non mi fai vedere anche tu qualche cosina “particolare” del tuo
repertorio?”
“S-sono
solo un paio di orecchie da coniglietta su un frontino, non fanno del male a
nessuno!”
Mira
le prese una ciocca e cominciò a giocarci: “Io mi riferivo piuttosto alla tua
Armatura da Seduzione: non so perché ma penso che se la indossassi in questo
momento si sposerebbe perfettamente con questa mia trasformazione. Oserei dire
che sarebbe… adatta alla circostanza. Molto adatta.” –ammiccò.
“……”
“Ne
è passato di tempo dall’ultima volta, no?”
Così non andava. Lei era Erza Scarlet, cribbio! Aveva abbattuto bestie, mostri,
abomini, venditori insistenti, fabbri incompetenti, non poteva perdere contro
una semplice diavolina tentatrice, anche se aveva il delizioso sedere, il bel
faccino e i profondi occhi blu di Mira che le piacevano alla follia e non
l’aveva mai detto a nessuno.
Con
una tirata su di naso epocale ricacciò indietro il sangue!
“Mira,
non so che ti sia saltato in mente oggi, ma l’ultima volta era il mio
compleanno e ho il sospetto che quella bottiglia fosse truccata! E comunque…”
–si schiarì la voce- “Sia chiaro che la mia Armatura di Seduzione è in mio
possesso unicamente per la sua utilità quale distrazione degli avversari, non
certo per motivi tanto venali come…”
Non
avesse mai riaperto gli occhi…
Le
apparve, tra i luccichini, un mix incredibile di un corpo da fotomodella in “abiti”
da << Acchiappami ora! >>
con una posa da bimbetta pucciosa con le mani davanti il corpo dondolante, che
la tramortì con la sua vocina d’angelo.
“Fare di me la diavolina più felice del mondo?” –le suggerì la fine della sua
frase.
“……”
Il sangue ritornò fuori con gli interessi!
A
Fairy Tail l’esuberanza è di casa si sa, ma non è comunque una buona scusa per
dimenticare l’educazione ed entrare negli appartamenti altrui praticamente
sbattendo la porta e senza bussare.
“ERZA!”
–gridò Natsu- “Prestaci la tua Armatura della Seduzione! La dobbiamo mettere
addosso a Lucy per una missione!”
“Aye!”
“VI HO GIÀ DETTO CHE POTETE SCORDARVELO, RAZZA DI MANIACI!”
“……”
Una
maid con grembiule e poco altro e una diavola pervertita a slinguazzarsi tra armi
e corazze: a proposito di maniaci…
“……”
Mentre
lo shock veniva superato, le lingue tornavano lentamente nelle bocche di
propria appartenenza… Quanto a quelle di Natsu ed Happy, erano ormai slogate
oltremodo.
“Momento
sbagliato?” –chiese Lucy.
La
terra tremò, e dagli abissi di due diversi regni dell’oltretomba, si
scatenarono le maligne forze che solo una pomiciata interrotta può evocare!
Mira
in Satan Soul e Erza nell’Armatura del Purgatorio!
“FUORI DI QUI ALL’ISTANTE!”
“AYE
SIGNORE!” – fecero il saluto i tre, che non si preoccuparono certo di chiudere
la porta: tanto ci avrebbe pensato la loro aura feroce un secondo dopo!
Le
ombre sparirono e dalla finestra poterono tornare lì dentro la luce del sole e
il canto degli uccellini, momentaneamente esiliatisi per la paura anche loro…
“……
Ih ih ih!”
“Uh?”
“Abbiamo
reagito allo stesso identico modo!” –spiegò Mira continuando a ridere e
trascinando la rossa con sé. In tanti anni poche volte si erano sentite così
simili e così vicine: non si sfioravano nemmeno eppure era come essere
abbracciate.
“Beh,
prima abbiamo parlato di sapersi adattare alle varie situazioni, no? Su questo
siamo davvero brave, hai ragione Mira!”
“Contenta te ne sia accorta, Erza! Quindi… visto che siamo di nuovo sole, perché
non ci “adattiamo” nuovamente alla situazione?”
Si
ritrasformò in succube e scodinzolando, le fece l’occhiolino.
“Allora?”
“…
Umpf!”
La
luce della magia Requip brillò sul cuore di Erza avvolgendola.
Mira
restò a bocca aperta. Non era l’Armatura della Seduzione, né la Bunny-Girl, la
Gattina, o la Sado Armor (si, sapeva anche di quella…).
Davanti
a lei, a farle brillare gli occhi di meraviglia e a farle battere forte il
cuore non c’era nessuna Erza in particolare, nessuna tenuta sgargiante o
seducente.
Solo
la sua candida camicetta senza maniche, il suo fiocco azzurro e la sua gonna
blu.
“Direi
che è questa la tenuta più adatta.”
Mira,
o meglio la sua parte pervertita (che c’era eccome…) aveva immaginato qualcosa
di diverso; più erotico, più passionale, tra codine, grembiuli e perizomi.
Eppure le guance rosse di Erza e la sincerità nei suoi occhi non erano mai
state tanto eccitanti.
Decisamente si, era quello il vestito più adatto.
Semplicissima
ma stupenda, sé stessa e basta, senza armature a proteggersi, come faceva la
povera ragazzina spaventata che albergava in lei, né sorrisi e sguardi piccanti
a rispondere alla sfida di seduzione lanciatale, come farebbe un’acerrima
rivale.
Solo
Erza, la sua amica da tempo immemore, che già la vecchia Mira di una volta
aveva voluto molto più bene di quanto mai avrebbe ammesso.
Neppure
una succube poteva resistere… a una tale mancanza di sensualità!
La
lunga gonna rossa e i fiocchi bianchi tornarono e svolazzarono per attimo.
Un
altro sguardo poi le due si avvicinarono, si raggiunsero, ed armature e
vestiti, tristi e messi in disparte, furono di lì in poi gli unici testimoni.
“Natsu?”
“Si, Happy?”
Rassegnatisi
al fallimento del loro piano, anche vista l’inspiegabile contrarietà di Lucy, i
tre si erano presi la giornata libera ed erano andati a pescare.
“Ho
una domanda.
“Cioè?”
“Che
stavano facendo Erza e Mira quando le abbiamo raggiunte?”
Natsu
ebbe uno spasmo e la canna gli si spezzò tra le mani!
Disperato,
cercò lo sguardo ugualmente atterrito di Lucy che cercò di ragionare: si
richiedeva versatilità e capacità di adattamento alla situazione!
“Stavano…
pescando… un qualcosina finito tra i denti! Si, proprio così!” –annuì
affannosamente la bionda- “L-le amiche servono anche a questo, a togliere le
cose rimaste tra i denti, già!”
“Oh,
ho capito!”
“Fiuuuu…”
–fecero i due umani in coro.
Questo
si che era scamparla!
“…
Lucy, al compleanno di Erza che cosa si era incastrato tra i denti di Natsu?”
Anche
la canna di Lucy si spezzò misteriosamente…
Dannata
bottiglia!
Quanto
mi amo quando mi escono fuori questi finali non programmati! X3
Spero mi amiate anche voi dopo questo! XD
Però dai, non voglio che questo finale, per quanto bello, oscuri Mira ed Erza,
le vere protagoniste di questa fic! ^__^
Pur
non essendo una coppia su cui abbia fantasticato mai molto direi di essermela
cavata benino; certo che le succubi sono veramente utili quando si tratta di
scrivere qualcosa di un po’ “biricchino” XD
Con
certe armature che ha Erza, magari anche Mira potrebbe avere qualche forma
seducente, è stato questo il punto di partenza su cui ho messo a lavorare la
mia fantasia. Piccola nota a questo proposito, la forma “Asmodeus” (è il nome
di un diavolo nella demonologia occidentale) è una mia invenzione, quindi non
vi siete persi qualche puntata o capitolo, tranquilli. ^__^
Spero vi sia piaciuta, e di aver dato un contributo alla causa del pairing
Mirza che alla mia amica tanto piace! XD
Alla
prossima!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!