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Autore: syontai    12/05/2013    12 recensioni
Violetta ha preso la sua decisione prima di partire da Buenos Aires: nè Thomas nè Leon. Dopo lo spettacolo e dopo la partenza di Thomas, però la ragazza comincia a nutrire i primi dubbi. E in una notte d'estate finalmente prende consapevolezza dei suoi veri sentimenti. Riuscirà a dichiararsi nonostante tutto quello che era successo prima? Lo scopriremo in questa Flashfiction!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una notte d'estate
NOTA AUTORE: metto la nota all'inizio per stavolta. Allora lo so che non è un granchè, però per me ha un significato molto particolare: infatti è un sogno che ho fatto e che ho deciso di sviluppare in questo piccolo flash (facessi più spesso sogni così belli e romantici...vabbè xD). Inoltre è la mia prima storia singola, quindi accetto (anzi pretendo ù.ù) critiche di ogni tipo (soprattutto se mi possono aiutare a migliorare in questo genere di cui non so quasi nulla..Ringrazio tutti quelli che avranno la pazienza di leggere questa storia (se la trovate sdolcinata prendetevela con il mio cervello che mi fa sognare queste cose :D). Buona lettura!

Non riusciva ancora a credere a come fosse potuto succedere, eppure quella notte si ritrovò a dormire nello stesso letto di Leon. Per fortuna era un letto matrimoniale…Ed era stata tutta colpa di Francesca che aveva proposto di fare le stanze miste, appoggiata da tutti tranne lei: così era finita con Leon, Maxi con Nata, e Francesca ‘casualmente’ era capitata con Federico. Violetta non riusciva a prendere sonno: malediceva il giorno in cui era riuscita a convincere il padre a passare il finesettimana alla casa al mare di Maxi, e il giorno in cui aveva detto a Leon e a Thomas che non voleva stare con nessuno dei due, perché erano entrambi troppo giovani per affrontare un discorso tanto delicato. Che scema… si stava odiando per quelle parole. Thomas era partito per la Spagna e lei si era sentita inizialmente affranta, ma poi stando con Leon tutti i suoi dubbi si erano dissolti. E nonostante lui la evitasse, Violetta si sentiva sempre più attratta, un’attrazione che la stava facendo soffrire. Stava per entrare Leon in camera, e non voleva farsi trovare sveglia per evitare una scena di imbarazzo. Leon entrò nella stanza, sperando vivamente che Violetta stesse dormendo per non dover sostenere il suo sguardo. Quella sera faceva veramente caldo, quindi decise di dormire solo con i boxeur: si tolse la camicia e i pantaloni per poi mettersi sotto le coperte. Rimase un secondo ad ammirare la bellezza di quella ragazza che aveva così vicino, ma che non poteva sentire più distante. Rimase incantato per qualche minuto, poi chiuse gli occhi perché la vide agitarsi un po’ e ne dedusse che si stesse per svegliare. Violetta aprì un po’ gli occhi per essere sicura che il ragazzo stesse dormendo. Non riuscì a resistere alla tentazione di scostargli leggermente il ciuffo con la mano e passare delicatamente il dito sul contorno del braccio nudo che stava fuori dalla coperta. Come aveva fatto ad essere così cieca? Si alzò dal letto per andare in cucina e prendere un bicchiere. Non sapeva perché ma le era venuta una sete tremenda. In punta di piedi fece capolino nelle altre stanze dal corridoio per vedere come stesse andando la situazione agli altri. Nata e Maxi si erano addormentati abbracciati… erano così dolci insieme, e il ragazzo era rimasto col cappellino da rapper in testa; era davvero buffo. Violetta li guardò un altro secondo e poi si voltò dall’altra parte: Federico e Francesca si stavano baciando. Ah, bene…Cosa stavano facendo?!?! Violetta che era andata avanti tranquilla, fece qualche passo indietro, dopo aver realizzato cosa aveva visto. Nonostante tutto le sembrava una bellissima coppia. I due si accorsero di essere osservati, quindi Francesca alzò la testa, vide Violetta e le sorrise; disse qualcosa a Federico a bassa voce, si alzò e la raggiunse. “Qualcosa non va?” chiese l’amica ancora al settimo cielo. “No, sto bene…e congratulazioni” disse Violetta cercando di essere felice e spensierata, ma con un peso nel cuore. “Diglielo” disse Francesca. “Digli che lo ami ancora, nonostante tutto quello che è successo” continuò per poi abbracciarla. Violetta aveva paura, ma forse l’amica aveva ragione, per una volta doveva trovare il coraggio e agire; doveva smetterla di aspettare che le cose piovessero dal cielo e cominciare a lottare per ottenere ciò che amava, in questo caso Leon. Prese un bicchiere d’acqua, lo bevve tutto d’un sorso, poi fece un respiro profondo e tornò lentamente in camera. Trovò Leon nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato e si rimise sotto le coperte. Che ci voleva? Doveva solo svegliarlo alle due di notte e dirgli qualcosa del tipo: “Sono stata una scema, la verità è che non posso stare senza di te. Torniamo insieme?”. Non ce l’avrebbe mai fatta: era terrorizzata. Però poteva almeno dargli un piccolissimo bacio mentre stava dormendo, magari non se ne sarebbe nemmeno accorto. O meglio, quella era la sua speranza… Si avvicinò piano, senza sapere che Leon in realtà stava facendo solo finta di dormire, e senza riuscire a resistere a quella piccola tentazione. Poggiò il più delicatamente possibile le labbra sulle sue. Era una sensazione bellissima, tanto da lasciarsi andare e premere più forte, finché non sentì una mano tenerle il fianco e la lingua di Leon entrare nella sua bocca con una dolcezza inaspettata. Si scostò rossissima: “Io…io…tu eri sveglio?” chiese lei, anche se la risposta era più che ovvia. Leon le sorrise accarezzandole la guancia. A quel contatto Violetta sentì un brivido. Il ragazzo si fece più vicino fino a baciarla di nuovo. Rimasero in  silenzio, poi la ragazza poggiò la testa sul petto nudo di Leon. “Avevi ragione” disse poi rompendo il silenzio, ancora incantata dal rumore del battito cardiaco del ragazzo che sentiva andare in sintonia col suo. “Avevi ragione quando prima del nostro addio mi hai detto che sarei stata felice” continuò Violetta alzando un secondo lo sguardo per incontrare il verde degli occhi di Leon, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla. Silenzio. I due si addormentarono abbracciati, cullati ciascuno dal respiro dell’altro. 
  
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