13/05/2013
2 recensioniWord Count: 300 (fdp)
Disclaimer: Niente di mio, non ci cavo un euro.
N/A: Scritta per 500themes_ita, prompt #8. Realtà mozzafiato.
Impossible things
L'intuizione lo colpisce come un pugno sui denti non appena il suo sguardo si posa sul primo quadro della stanza. Perché riconosce la pennellata, riconosce l'uso del colore, riconosce perfino l'odore dei suoi acrilici preferiti. Prima ancora di vederla, quindi, a livello puramente cerebrale, Sherlock sa.
Ma la mente umana è uno strano, buffo posto. Non importa quanto scientificamente la si alleni, non importa quanta cura e costanza si impieghino per renderla più simile ad un computer che ad un artistico mosaico di nervi, c'è sempre quella minuscola parte che si rifiuta di accettare la logica e continua a ragionare sempre e solo per sentimenti.
E ora è proprio quella parte a prendere il sopravvento, a dirgli che si sta sbagliando, che non è possibile. Perché se fosse vero (ma è vero!) questo sarebbe (è già!) il suo più grande fallimento. Come detective, come fidanzato, e come persona.
Quindi Sherlock sa, e al contempo non vuole sapere. Il risultato è che l'interno della sua testa si trasforma in una lavagna così piena di scritte da risultare illeggibile. Il risultato è che quando la vede, quando dopo aver riconosciuto i suoi quadri riconosce anche la sua forma, i suoi capelli, il suo profumo, e la curva appena visibile del suo viso, Sherlock è ancora convinto di sbagliarsi.
Perché. È. Impossibile.
(E invece no, non lo è! Ed eliminato l'impossibile...)
Si accorge appena della mano di Joan stretta intorno alla sua. Si accorge appena di non riuscire a respirare bene. Si accorge solo di non poter pensare.
Infine Irene si volta, e a quel punto non è più una questione di dettagli e di intuizioni. A quel punto è la realtà dei fatti a farsi avanti, e se c'è una cosa che Sherlock ha imparato a proposito della realtà, è che anche la logica deve piegarsi davanti ad essa.