Hero
Salve
a tutti!! Finalmente, dopo aver letto decine di fanfiction, ho deciso di
cimentarmi anch’io in quest’avventura. Innanzitutto, vorrei precisare che
qualche volta lasciavo qualche commento sotto il nome di Cinzia_Usako ma il mio
vero nick è questo, cioè Mamogirl. Ed ho voluto incominciare con una storia
molto semplice, una storia dove i protagonisti sono ovviamente Bunny e Marzio e
il loro bellissimo, stupendo, amore. E, quindi, come sottofondo per questa
storia non poteva che non esserci una delle love song più belle che siano state
scritte in questi ultimi anni: “Hero”, scritta e cantata da quel gran pezzo di
ragazzo che è Enrique Iglesias.
La storia è
molto semplice perché volevo incentrarmi soprattutto sul rapporto fra Bunny e
Marzio e, quindi, ho preso alcune scene dell’anime, qualcuna dal manga ed altra
inventate di sana pianta dalla mia romantica e fervida immaginazione.
Ed ora, vi
lascio alla storia! Fatemi sapere che cosa ne pensate, se è bella o se è
brutta…
Baci,
Mamogirl.
Let me
be your hero
Nel gran salone del Palazzo
Argentato, le persone venute al gran ballo cercavano di allontanare dalla mente
il pensiero dell’imminente battaglia che presto sarebbe scoppiata. Le notizie
giravano velocemente all’interno del regno e, la notizia che il regno della
Terra stava per cadere in mano dei nemici del Silver Millenium, aveva non poco
rovinato l’atteggiamento festoso dei lunari.
La principessa Serenety se ne
stava sola sulla terrazza adiacente al salone, i gomiti appoggiati sulla
ringhiera di marmo bianco e lo sguardo fisso sul pianeta blu. I suoi pensieri
giravano intorno ad un unico argomento: il suo Endymion. Non aveva avuto più
sue notizie da quando ogni comunicazione fra i due regni erano state tagliate
dai nemici e l’ansia ormai la stava consumando. Non sapere in che condizioni si
trovava, se era ancora vivo, la stava facendo lentamente diventare matta.
“Principessa.” La richiamò una
voce dietro le sue spalle, una voce che aveva perso la speranza di sentire.
Voltandosi lentamente, quasi come se avesse paura che si trattasse solo di una
sua allucinazione, si ritrovò davanti al suo principe: i capelli neri era
spettinati, sul viso riportava i segni della battaglia appena combattuta ma nei
suoi occhi riusciva a leggere la felicità e l’amore di essere riuscito a venire
da lei.
“Milady, mi concede l’onore di
questo ballo?” le chiese, prendendole una mano ed attirandola verso di sé senza
aspettare una sua risposta.
Would you dance if I asked you to dance?
Would you run and never look back?
Would you cry If you saw me crying?
And would you saved my soul tonight?
“Non avevo ancora risposto alla
sua domanda, principe Endymion.” Disse lei mentre ballavano.
“Non c’era bisogno che
rispondessi. Sapevo che non avresti mai rifiutato un ballo.” Le sussurrò lui in
un orecchio. Per un po’, nessuno dei due parlò: in fondo al loro cuore sapevano
che questa sarebbe stata la loro ultima serata insieme, sapevano che quello
sarebbe stato l’ultimo ballo che avrebbe ballato insieme. Dal di fuori del
palazzo si potevano sentire i rumori delle spade che s’incrociavano in duello,
urla di dolore e di morte. Quando finalmente Serenety alzò lo sguardo per
incrociare quello del suo amato vide che, nonostante cercasse di nasconderlo,
anche lui era spaventato per quello che stava accadendo.
“Endy…”
“Shh, principessa. Lascia
perdere le preoccupazioni e le paure. Pensiamo a noi.”
“Sto pensando a noi, infatti.
Non voglio che tu vada a combattere. Se dovesse succederti qualcosa io… io non
so se riuscirei a sopravvivere.”
“Sere, sai bene che è mio dovere
andare a combattere. E sai anche bene che se combatto lo faccio soprattutto
perché voglio proteggerti. Anch’io non potrei sopravvivere sapendo che potevo
proteggerti e non l’ho fatto.” Rispose Endymion, interrompendo il ballo ed
asciugandole una piccola lacrima che le era scesa dagli occhi.
“Insieme. Io e te insieme siamo
più forti. È per questo che ho deciso di combattere insieme a te e le ragazze.”
Disse fermamente Serenety, quasi sorridendo nel vedere lo sguardo terrorizzato
del suo principe. Ma non aveva intenzione di rinunciare alla sua idea. “So bene
che a te non piace l’idea di me in battaglia ma non ti permetterò di andare in
battaglia da solo e morire… Se tu morirai, allora morirò anch’io. Insieme, nel
bene e nel male.”
“Guarda che non siamo ancora
sposati!” scherzò Endymion. “Non c’è modo di farti cambiare idea, vero?” le
chiese ma il suo sguardo fu più esplicito di qualsiasi parola. E non poteva
neanche darle torto: se fosse stato nei suoi panni, si sarebbe comportato nello
stesso identico modo. “Promettimi che starai attenta.” Aggiunse poi,
suggellando quel suo commento con un bacio.
“Ma quei bei piccioncini!”
esclamò una voce acida alle loro spalle. Dalla finestra del salone apparve una
donna con dei lunghi capelli rossi che le arrivavano quasi a fine schiena. Un
maligno sorriso le dipingeva il volto mentre s’avvicinava alla coppia.
“Endymion, ti sto offrendo la tua ultima possibilità: puoi tornare con me sulla
Terra e salvarti la vita oppure rimanere con la piccola principessa Serenety e
morire. Che cosa scegli?”
“Preferisco morire, piuttosto
che dover passare il resto della mia esistenza al fianco di una vipera come te,
Beryl!” rispose Endymion.
“E’ colpa sua, Endymion, è
solamente colpa sua.” Esclamò con un tono isterico la donna, facendo apparire
una spada infuocata. “Sei stato ingannato, ha usato la sua bellezza per usarti
e per poter sottomettere il potere della Terra alla sua famiglia. Non ti ama
sul serio…”
“Beryl, l’unica ad essere stata
ingannata qui sei te. Non m’importa del potere della famiglia Terrestre questo
è l’ultimo dei miei pensieri. Io amo Endymion e prima accetterai questo prima
sarà meglio per tutti. Prima che sia troppo tardi!” intervenne Serenety,
sperando di poter far ragionare la donna.
“E’ già troppo tardi!” gridò
Beryl, lanciando la sua spada contro Serenety. Ma Endymion fu più veloce e si
mise fra lei e la spada, ricevendo il colpo inflitto; la spada trapassò
l’armatura ferendolo gravemente. Cadde fra le braccia della sua amata, il
sangue che stava rendendo rosso il vestito bianco della principessa.
“Endy… non puoi lasciarmi!! Per
favore, ho bisogno di te… non lasciarmi…”
“Sere… non fare sciocchezze.
Anche se non ci sarò più… voglio che tu continui a vivere. Non ho mai amato
nessuno come ho amato te e sono felice di morire fra le tue braccia.” Disse
Endymion con gli ultimi attimi di respiro che gli rimanevano. Una mano andò ad
incontrare quella di Serenety e la strinse con tutta la forza che aveva mentre
questa veniva bagnata dalle lacrime della ragazza. “Mi concederesti un ultimo
favore?”
“Qualsiasi cosa… amore mio…”
rispose Serenety fra le lacrime.
“Un bacio… un ultimo bacio.”
Disse Endymion. Serenety non se lo fece ripetere un’altra volta ed abbassò il
volto quel tanto che bastava per poter baciare il suo uomo. E, mentre lo
baciava, poteva sentire che stava per andarsene.
“Ricordati che ti amo… e che non
smetterò mai…” furono le sue ultime parole.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
Urlò Serenety, gridando all’universo tutto il suo dolore. Il suo primo ed unico
amore era morto fra le sue braccia, morto per proteggerla. Anche se la guerra
fosse terminata, lei non sarebbe riuscita ad andare avanti, a continuate la sua
vita incantata come se niente fosse successo. Erano stati destinati a stare
insieme… come se fosse sotto shock, Serenety prese tra le mani la spada
d’Endymion. Sarebbero stati insieme, anche se solo in spirito… ma sarebbero
stati per sempre insieme. Fu questo il suo ultimo pensiero mentre la spada
discendeva velocemente nel suo petto. La principessa Serenety era morta ma il
suo spirito aveva raggiunto il suo posto: quello accanto al suo principe.
Would you tremble if I touched your lips?
Would you laugh? Oh please tell me this…
Now your you die for the one you loved?
Hold me in your arms tonight.
“Bunny non farlo!” gridò Rea,
alias Sailor Mars
“Potresti morire se usi il
cristallo d’argento!” s’aggiunse Marta, alias Sailor Venus. Marzio sentiva le
voci delle ragazze in sottofondo ma la sua attenzione era tutta rivolta verso
Bunny, che si trovava direttamente di fronte a lui. Fiore era appena scomparso,
annientato o fatto rinascere dal potere del cristallo e dell’amore di Bunny. Ma
la missione non era terminata: l’asteroide presto si sarebbe scontrato contro
la Terra e per la popolazione terrestre sarebbe stata la fine. Bunny voleva
salvare tutti e, per farlo, doveva usare il cristallo. Il suo piccolo angelo
era pronto a sacrificare la sua vota per salvare quella delle persone che
amava. E lui non l’avrebbe permesso. Contando su forze che non avrebbe pensato
di avere ancora in serbo, s’alzò in piedi, i panni di Milord ben presto
rimpiazzati da quelli del principe Endymion come Bunny ormai era Serenety. La
raggiunse ed appoggiò una mano sulla sua spalla mentre l’altra andava a
raggiungere le sue, strette intorno al Cristallo d’Argento. Bunny, anzi no
Serenety, voltò lo sguardo per incontrare quello di Endymion; i loro sguardi s’incrociarono
e lei vide nei suoi occhi, in quel blu cobalto così denso da assomigliare
sempre più alle acque più profonde, un immenso amore. Il loro amore. Marzio era
la sua forza, con lui accanto avrebbe potuto fare tutto.
“Cristallo d’Argento, aiutami a
salvare chi amo! Nessuno deve rimanere mai più solo!” pregò Bunny. Era per
questo che Fiore era stato così ingannato: avevano giocato, fatto leva sulla
sua solitudine e sul sentimento che provava nei confronti di Marzio. Era
l’unico amico che avesse mai avuto.
“Bunny, ti prego, non usare
tutto il Cristallo!” la voce di Marzio le arrivò telepaticamente.
“Non ti preoccupare. Ti ho
promesso che non ti avrei mai più lasciato da solo, giusto?” rispose lei,
cercando di rassicurarlo. Anche lei era spaventata ma non aveva paura di morire
se questo significa poter salvare il mondo in cui viveva.
“Ricordati che ti amo.” Le disse
lui, stringendo la sua presa sulla sua spalla. Ma, prima che Bunny potesse
rispondergli, il cristallo riuscì a fermare l’asteroide per poi frantumarsi.
Serenety lasciò il posto a Sailor Moon, la cui spilla ormai era rotta e prova
tangibile del sacrificio che Bunny aveva fatto.
Marzio la stringeva forte
accanto a lui, aspettandosi da un momento all’altro di rivedere quel sorriso
così splendido che amava, quegli occhioni azzurri risplendere e sentire la sua
voce vivace ripetergli che l’amava. Ma non sarebbe pi successo… l’aveva
abbandonato, non aveva mantenuto fede alla sua promessa. Lo spettro del bambino
spaurito che a sette anni s’era svegliato in un letto d’ospedale sembrò
prendere possesso della sua mente, controllando i suoi pensieri mentre ormai
lui non cercava più di nascondere le lacrime che lottavano per scendere.
Nascose il volto nei suoi
capelli biondi, trattenendo il groppo che s’era formato in gola. Forse… forse
se riapriva gli occhi, lei sarebbe stata ancora viva. Ma quando lo fece…
“Marzio, non temere…” disse
Fiore, apparendogli davanti. “T’avevo promesso il miglior fiore dell’universo e
l’ho trovato. Con il suo nettare potrai riportare in vita la tua ragazza. Lei
non ti rende solo e triste.” Gli disse, porgendogli il Fiore della vita. Marzio
lo ringraziò silenziosamente con un sorriso mentre inalava il nettare del fiore
per poi baciare le labbra ormai fredde di Bunny. Per magia ed incanto, la
spilla si riparò e Bunny aprì gli occhi.
“T’avevo promesso che non ti
avrei lasciato.” Disse sorridendo la ragazza. Marzio scoppiò a piangere,
baciandola con tutta la passione e l’amore che aveva dentro. La paura d’averla
persa ormai s’era sciolta.
“Dio, Bunny, mi hai fatto
prendere uno spavento! Non farmi più scherzi del genere, mi raccomando! Dio
quanto ti amo…”
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I would stand by you forever
You can take my breath away
Marzio guardò impaziente l’orologio,
anche se aveva controllato l’ora solamente qualche secondo prima: le otto in
punto. Bunny non era ancora in ritardo, era lui che era in anticipo ma aveva
programmato quella serata da così tanto tempo che voleva che tutto andasse alla
perfezione. Non ci dovevano essere imprevisti o interruzioni di alcun tipo,
specialmente quelle provenienti da un altro pianeta, galassia e palle varie.
Nervosamente si passò una mano fra i capelli: non aveva mai fatto cose di
questo genere, le aveva sempre sognate quando era ancora piccolo. Poter essere
l’eroe di qualcuna, proteggere la donna che amava da tutto e da tutti. Strano
come a volte i sogni possono realizzarsi nel modo più bizzarro che esista.
La porta del ristorante si aprì
e Bunny entrò, lasciandolo per qualche secondo a bocca aperta, incapace di
riprendere a respirare normalmente: Bunny indossava un vestito lungo nero,
sottili spalline fatte d’argento; i lunghi capelli biondi, sciolti dalla solita
pettinatura, erano stati raccolti in un’alta crocchia, alcuni ciuffi
deliberatamente lasciati via e poi arricciati. L’unico gioiello che indossava
era una collana con un pendente a forma di rosa. Era stupendamente bellissima e
da mozzare il fiato.
“Uao.” Fu tutto quello che
riuscì a dire quando le sue corde vocali si rimisero in funzione.
“Avrei dovuto avere con me una
macchina fotografica per immortalare la tua faccia!” disse Bunny avvicinandosi
al ragazzo.
“Sei magnifica.” Le disse lui,
avvicinandosi anche lui quel tanto che bastava per poterle dare un leggero bacio
sulle labbra.
“Anche tu non sei male…
soprattutto questo smoking mi pare di conoscerlo.”
“Sono i vantaggi di portare uno
smoking come “vestito da supereroe!”!” rispose Marzio stando allo scherzo. Era
così bello ridere e scherzare, senza avere preoccupazioni di nessun genere per
la testa. Era poche le occasioni in cui potevano stare insieme, condividere i
loro sogni e segreti senza avere il timore che presto qualcosa li avrebbe
interrotti. Marzio le prese una mano e l’accompagnò verso il loro tavolo. Aveva
prenotato in quel ristorante sei mesi fa, visto che quello era uno dei
ristoranti più esclusivi di tutta Tokyo. Era situato sulla Starlight Tower,
all’ultimo piano da dove si poteva gustare un panorama veramente sensazionale:
sembrava quasi di avere ai propri piedi tutta la città. Ed era lo sfondo adatto
per quella magica serata. Quello era il loro primo anniversario e lui voleva
che rimanesse una serata indimenticabile, una di quelle storie da raccontare ai
nipoti attorno al camino.
“Sono proprio fortunata, lo sai?
Sono poche le ragazze che possono dire di ricevere lo stesso trattamento dal
proprio ragazzo.”
“Beh, loro non sono mica
fidanzate con il principe della Terra.” Rispose sorridendo Marzio. Per tutto il
tempo seguente parlarono di tutto e di più, lo sguardo sempre fisso su quello
dell’altro e le mani strette insieme. Non appena il cameriere portò via il
dolce, i due si alzarono e si portarono al centro della stanza, dove
un’orchestrina aveva incominciato a suonare la loro canzone. Incuranti degli
sguardi degli altri clienti e vagamente consci dei bisbigli e sussurri che le
altre coppie facevano su di loro, Bunny e Marzio incominciarono a ballare, con
quest’ultimo che sussurrava nell’orecchio di Bunny le parole della canzone.
Would you swear that you’ll always be mine?
Would you lie? Or would you run and hide?
Am I in too deep? Have I lost my mind?
I don’t care, you’re here tonight.
“Sarai per sempre il mio eroe,
mio affascinante Milord.” Sussurrò Bunny non appena la canzone terminò.
“Vorrei non doverti mai
lasciare. Tornare a casa, in quell’appartamento buio, mi rende triste. Ma poi,
scorgo qua e là qualche oggetto che tu hai lasciato in giro, una molletta o una
camicia, e ricordo a me stesso che non posso essere triste quando ho la fortuna
di averti al mio fianco. Basta che accendo il comunicatore e posso sentire la
tua voce, mezza assonnata che mi chiede se c’è qualche problema. Oppure basta
che mi posiziono sul tuo balcone per osservarti durante tutta la notte, per
rassicurarmi che tu stai bene e che non mi lascerai mai.” Le disse Marzio,
provocando la commozione di Bunny, la quale non riusciva a trattenere le
piccole lacrime che le pungevano gli occhi.
“Marzio…”
“Shh, non ho ancora terminato.”
Disse lui, mettendole un dito davanti alle labbra per non farla parlare.
Avevano passato di tutto durante quell’anno e molte volte, anzi troppe volte,
il loro amore era stato messo alla prova al punto che in lui aveva incominciato
ad insinuarsi il dubbio che Bunny mettesse in dubbio i suoi sentimenti. E come
non darle torto? Con lui che era stato rapito, gli avevano fatto il lavaggio
del cervello, amnesie varie e morti varie… era ancora stupito che lei lo
rivolesse nella sua vita ed al suo fianco. “La prima volta che ti ho
incontrato, devo ammetterlo, provavo invidia e odio nei tuoi confronti. Tu eri
tutto quello che io non ero ed avevi tutto ciò che avevo sempre desiderato
avere. Ma poi… ho capito veramente la vera natura dei miei sentimenti. Ti amavo
ma non volevo che tu sapessi, che qualsiasi persona sapesse. Era il mio modo di
difendermi dal dolore di doverti perdere. Perché sapevo che t’avrei perduta,
era già successo e sarebbe successo. Per cui cercavo di farti stare lontano da
me, prendendoti in giro per i tuoi capelli o per i tuoi voti; solo così potevo
essere certo che non avrei sofferto ancora. Era più semplice per me. Ma… ma
quando ho scoperto che tu eri Sailor Moon e la mia principessa… è un po’ come
se tutte le mie difese fossero state abbattute con un semplice sorriso. È da
quel momento che ho giurato a me stesso che ti avrei protetto, proprio come
fece Endymion mille anni fa, come fa Milord ogni volta che la sua guerriera
preferita è in pericolo. Così anche Marzio Chiba avrebbe protetto la sua
amata.” Terminò per qualche attimo Marzio, approfittando di quella pausa per
baciarle via le lacrime che scendevano sul suo viso. “Non voglio fare il
romantico o il poeta, voglio solo farti capire quanto importante tu sei per me,
quanto il solo fatto di averti accanto a me mi abbia reso un uomo migliore. E quest’anniversario
è per me speciale perché, per la prima volta, ho deliberatamente deciso di
aprirti il mio cuore. Perché, per la prima volta in tutta la mia vita, non ho
paura del domani perché so che nel mio domani ci sei tu.”
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I would stand by you forever
You can take my breath away
Bunny stava accanto alla
finestra della cucina di Marzio, aspettando pazientemente che lui ritornasse
dopo aver messo a letto Chibi-usa. Lei aveva deciso di rimanere lì con lui, un
po’ perché era gelosa del fatto che Chibi-usa potesse sempre rimanere lì con il
suo Marzio. Sapeva che era un comportamento infantile. Essere gelosa di una
bambina di soli sette anni! Ma gli ultimi avvenimenti l’avevano sconvolta a tal
punto che non sapeva più che cosa pensare o che cosa fare. L’unica certezza che
ora le rimaneva era Marzio ed il sentimento che provava per lui. E se domani si
fosse rivelata l’ultima battaglia, voleva passare quell’ultima notte insieme a
lui.
“Deduco che rimani anche tu,
Bunny.” Disse Marzio alle sue spalle, facendola spaventare. In quei giorni
aveva sempre i nervi tesi, pronti a saltare per ogni minimo rumore. Marzio le
si avvicinò e l’abbracciò da dietro. “Scusami, non volevo spaventarti.” Le
disse.
“Sono solo un po’ nervosa.
Nervosa perché non so che cosa ci riserba la battaglia di domani. Nervosa
perché non so che cosa troveremo nel futuro.” Rispose Bunny, non distogliendo
lo sguardo dalla finestra ed osservando lo sguardo del fidanzato nel riflesso
del vetro. “Finora non ho mai pensato al futuro, non riesco neanche ad
immaginare come sarà il mondo… ma ho sempre pensato che saremmo sempre rimasti
uniti ed insieme. Io, te e le ragazze…” Bunny si fermò, non sicura di riuscire
a nascondere le sue emozioni ancora a lungo. Non poteva crollare proprio
adesso. Chibi-usa, la piccola Chibi-usa contava sulla formidabile Sailor Moon e
lei non poteva deluderla. Come non poteva deludere Ami, Rea e Morea. Le avrebbe
salvate. Si staccò dall’abbraccio di Marzio e andò verso la parete, dove c’era
appeso un calendario.
“Presto sarà il tuo compleanno
Marzio.” Commentò, ricordandosi che era nato proprio in quel mese. “Che cosa
vuoi per regalo?” gli chiese, cercando di cambiare discorso. Cosa che non passò
inosservata a lui, che la stava osservando da giorni e si chiedeva quando
finalmente si sarebbe decisa a buttare fuori tutto quello che teneva nascosto
dentro. Lei si voltò verso di lui ed incominciò a giocherellare con i bottoni
della sua camicia nervosamente mentre lui le cingeva la vita con le sue
braccia.
“E’ ancora presto per pensarci.”
Rispose. “Ma se proprio vuoi saperlo, non desidero niente. Ho già il mio regalo
e si trova qui di fronte a me.” Rispose Marzio, alzandole il viso con le dita.
“Sei troppo dolce…” disse Bunny,
non osando incontrare il suo sguardo. Sapeva d’essersi comportata malamente con
Chibi-Usa in quelle settimane. “Chibi-Usa non ha fatto niente di male, è solo
una bambina ed anche spaventata perché non sa che cosa è successo alla sua casa
ed ai suoi genitori. Ma… non so, ero gelosa del vostro rapporto e del fatto che
tu spendevi più tempo con lei che con me! So che è infantile e voi vi aspettate
un comportamento più matura da parte mia visto che sono la principessa ma…”
Bunny non fece in tempo a terminare perché Marzio la fece smettere nell’unico
modo che conosceva. E che sapeva era infallibile: la baciò dolcemente sulle
labbra. Quando si staccarono, Bunny era visibilmente rossa per l’improvviso
slancio di passione mostrato da Marzio.
“Scusami, ma è l’unico modo che
conosco per farti smettere di straparlare.” Le disse facendola sorridere.
“Avrei dovuto passare io più tempo con te, soprattutto visto tutto quello che
ci è accaduto in queste settimane ma… non so come spiegartelo, sento qualcosa
ogni volta che sono vicino a Chibi-Usa. Sento come se, in qualche modo, lei
c’entri con me e con te e mi sono detto che, se avrei passato più tempo con
lei, forse lei si sarebbe aperta con me e avrei potuto capire. Ma così facendo
ti ho lasciata da sola ad affrontare la situazione senza aiutarti. E ti chiedo
perdono per questo.” Rispose Marzio. Bunny si staccò da lui e si voltò, per non
fargli vedere le lacrime che ormai scendevano libere dagli occhi. E, Marzio,
osservandola, ebbe l’impressione che stesse per scomparire e questo lo spaventò
così tanto da prenderla immediatamente fra le braccia, stringendola forte a sé
per assicurarsi che non se ne andasse. Che non lo lasciasse.
Oh, I just wanna hold you
I just wanna hold you
“Marzio?” lo richiamò Bunny,
anche lei spaventata per le emozioni che sentiva provenire da Marzio. Ma Marzio
non rispondeva, continuava a tenerla stretta mentre un unico pensiero gli
ronzava continuamente in mente “Per un attimo l’ho vista sparire. Non posso
permettere che scompaia dalla mia vita.” Dopo qualche secondo, sentì le braccia
di Bunny circondargli il collo ed una mano accarezzargli dolcemente i capelli.
“Non me ne andrò, Marzio. Io… io
voglio proteggerti con tutte le mie forze.” Gli sussurrò. “Non posso permettere
che anche a te accada ciò che è accaduto a Rea, ad Amy ed a Morea.” Aggiunse
mentre rivedeva nella sue mente quell’immagini che aveva tanto cercato di
dimenticare. E, così, scoppiò a piangere, buttando fuori tutta la sofferenza e
l’angoscia che aveva tenuto dentro. Marzio, sollevato dal fatto che finalmente
s’era lasciata andare, la sollevò fra le braccia e la portò sul divano,
cullandola proprio come aveva fatto con Chibi-Usa tante volte, lasciandola
sfogare. Poi, quando notò che aveva smesso di piangere, le asciugò con dei
teneri baci le ultime lacrime che erano rimaste.
“Anch’io penso la stessa cosa.
Vorrei poter stare sempre con te. E voglio proteggerti. Ti amo, testolina
buffa.” Le disse. Poi la fece adagiare sul divano mentre la baciava con tutta
la passione che aveva dentro di sé.
Am I in too deep?
Have I lost my mind?
I don’t care. You’re here tonight
“I passeggeri del volo EI080575
diretto a Boston sono pregati di raggiungere l’imbarco 7.”
Ecco, stavano chiamando il suo
aereo. Tra meno di un’ora avrebbe lasciato la sua città natale per avventurarsi
in un mondo completamente nuovo. Tra meno di un’ora si sarebbe lasciato alle
spalle la persona più importante della sua vita. Non poteva non pensare a
Bunny, al suo angelo biondo. Aveva promesso di non lasciarla ed ecco che stava
partendo. Lo faceva per lei, giusto? Se si fosse laureato ad Harvard, avrebbe
avuto migliori possibilità di lavoro ed avrebbe potuto mantenerla. Avrebbe
potuto mantenere la famiglia che avrebbero creato. Continuava a ripetersi che
lo faceva per lei ma… non era una buona scusa e lo sapeva. Lo sapeva che
andandosene la faceva soffrire e lui non poteva sopportare questo. Aveva
sperato, aveva pregato, che lei lo implorasse di restare a Tokyo con lei ma non
l’aveva fatto. L’aveva guardato e, sorridendo nonostante le lacrime agli occhi,
gli aveva detto di partire, laurearsi con il massimo dei voti e tornare dritto
a casa da lei.
“Marzio.” Lo chiamò Bunny e, per
qualche secondo, pensò di sentire voci di persone che non erano lì. Loro due
s’erano salutati quella mattina, Bunny gli aveva detto che non sarebbe riuscita
a vederlo andare via senza scoppiare a piangere come le cascate del Niagara.
Ma, quando si voltò, la vide lì, di fronte a lui che combatteva contro se
stessa per non piangere.
“Bunny.”
“Dobbiamo per forza ricordarci i
nostri nomi? La cosa viene a farsi lunga se continuiamo anche con le nostre
identità segrete!”
“Hai ragione.” Disse lui
impacciato. Oddio, non s’era mai sentito imbarazzato o impacciato quando era
con lei. Aveva sempre saputo cosa dirle per risollevarla di morale o farla
ridere o ridarle speranza e coraggio. Ma quel giorno non ci riusciva: forse
perché era lui che aveva bisogno di coraggio per intraprendere questo viaggio.
“So che avevo detto che non
sarei venuta… ma… ho cambiato idea. Non potevo lasciarti partire senza un
saluto degno di Casablanca.” Aggiunse Bunny. Marzio non rispose inizialmente ma
si limitò ad appoggiare per terra la sua borsa e a stringere la ragazza accanto
a sé. “Mi mancherai terribilmente, amore mio. Penserò a te ogni secondo, ogni
minuto e non farti scrupoli a chiamarmi in caso di necessità. Potrò anche
essere impegnato ma mai per te.”
“Anche a me mancherai moltissimo
ma ti tempesterò di lettere raccontandoti nei più piccoli dettagli quello che
mi accade ogni giorno!” disse Bunny. Marzio la baciò dolcemente sui capelli e
poi si scostò leggermente, quel tanto che bastava per infilare la mano nella
tasca interna della sua giacca e tirare fuori un astuccio. Lo porse a Bunny
che, con mani tremanti lo aprì: conteneva una bellissima fedina in argento con
un brillante tagliato a forma di bocciolo di rosa. Marzio lo tolse dalla
scatolina e glielo infilò al dito.
“Questo è solamente un simbolo
dell’amore che provo per te. Ma è anche il simbolo della promessa che qui, in
quest’aeroporto ti faccio. Prometto di tornare il più presto possibile a casa
da te perché lo solo stare lontano da te mi rende impossibile vivere
felicemente la vita; prometto di tornare e non lasciarti mai più. Prometto
d’essere il tuo eroe da qui all’eternità, se tu lo vorrai.”
Bunny non rispose
immediatamente. Era visibilmente scioccata dalle sue parole e dal significato
che celavano dietro. Sapeva che non era una proposta, non nel vero senso della
parola. Ma era più che altro uno scambio di promesse, promesse che sarebbero
state portate a termine non appena Marzio fosse ritornato dall’università.
“Certo che voglio che tu sia il
mio eroe. Chi altri potrebbe indossare i panni di Milord ed Endymion se no?”
incominciò a dire mentre lasciava libere le lacrime. “Prometto d’aspettarti.
Conterò i giorni che ci separano dal quel giorno perché so che tornerai da me.”
“Aishiteru Bunny.”
“Aishiteru Marzio.”
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I would stand by you forever
You can take my breath away
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I would stand by you forever
You can take my breath away
I can be your hero…
Alcune note: la
penultima scena, quella in cui Marzio e Bunny sono nell’appartamento di lui, è
tratta dal manga. Infatti, nel manga la seconda serie è molto differente da
quella vista nel cartone: Marzio non ha quegli incubi, quindi non lascia
malamente Bunny; Rea, Ami e Morea vengono rapite da Rubens.
Un consiglio: se ne
avete l’opportunità, cercate di trovare il manga perché ne vale la pena: i
caratteri sono completamente diversi, anche Chibi-usa che io non sopporto nel
cartone, nel manga mi fa tanta tenerezza. Ma quello che preferisco è Marzio
perché nel manga è quello che è, soprattutto verso Bunny: non è freddo ma è di
una tenerezza e dolcezza assoluta! Non a caso Naoko aveva descritto, per
Marzio, il suo uomo dei sogni!
Anche la prima scena è
presa dal manga: Endymion e Serenety non muoiono per mano di Beryl ma è un po’
alla Romeo e Giulietta.