Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: mamogirl    07/09/2004    9 recensioni
Una canzone speciale e romantica per una storia d'amore altrattanto speciale ed unica
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hero

Hero

 

Salve a tutti!! Finalmente, dopo aver letto decine di fanfiction, ho deciso di cimentarmi anch’io in quest’avventura. Innanzitutto, vorrei precisare che qualche volta lasciavo qualche commento sotto il nome di Cinzia_Usako ma il mio vero nick è questo, cioè Mamogirl. Ed ho voluto incominciare con una storia molto semplice, una storia dove i protagonisti sono ovviamente Bunny e Marzio e il loro bellissimo, stupendo, amore. E, quindi, come sottofondo per questa storia non poteva che non esserci una delle love song più belle che siano state scritte in questi ultimi anni: “Hero”, scritta e cantata da quel gran pezzo di ragazzo che è Enrique Iglesias.

La storia è molto semplice perché volevo incentrarmi soprattutto sul rapporto fra Bunny e Marzio e, quindi, ho preso alcune scene dell’anime, qualcuna dal manga ed altra inventate di sana pianta dalla mia romantica e fervida immaginazione.

Ed ora, vi lascio alla storia! Fatemi sapere che cosa ne pensate, se è bella o se è brutta…

Baci,

Mamogirl.

 

Let me be your hero

Nel gran salone del Palazzo Argentato, le persone venute al gran ballo cercavano di allontanare dalla mente il pensiero dell’imminente battaglia che presto sarebbe scoppiata. Le notizie giravano velocemente all’interno del regno e, la notizia che il regno della Terra stava per cadere in mano dei nemici del Silver Millenium, aveva non poco rovinato l’atteggiamento festoso dei lunari.

La principessa Serenety se ne stava sola sulla terrazza adiacente al salone, i gomiti appoggiati sulla ringhiera di marmo bianco e lo sguardo fisso sul pianeta blu. I suoi pensieri giravano intorno ad un unico argomento: il suo Endymion. Non aveva avuto più sue notizie da quando ogni comunicazione fra i due regni erano state tagliate dai nemici e l’ansia ormai la stava consumando. Non sapere in che condizioni si trovava, se era ancora vivo, la stava facendo lentamente diventare matta.

“Principessa.” La richiamò una voce dietro le sue spalle, una voce che aveva perso la speranza di sentire. Voltandosi lentamente, quasi come se avesse paura che si trattasse solo di una sua allucinazione, si ritrovò davanti al suo principe: i capelli neri era spettinati, sul viso riportava i segni della battaglia appena combattuta ma nei suoi occhi riusciva a leggere la felicità e l’amore di essere riuscito a venire da lei.

“Milady, mi concede l’onore di questo ballo?” le chiese, prendendole una mano ed attirandola verso di sé senza aspettare una sua risposta.

 

Would you dance if I asked you to dance?

Would you run and never look back?

Would you cry If you saw me crying?

And would you saved my soul tonight?

 

“Non avevo ancora risposto alla sua domanda, principe Endymion.” Disse lei mentre ballavano.

“Non c’era bisogno che rispondessi. Sapevo che non avresti mai rifiutato un ballo.” Le sussurrò lui in un orecchio. Per un po’, nessuno dei due parlò: in fondo al loro cuore sapevano che questa sarebbe stata la loro ultima serata insieme, sapevano che quello sarebbe stato l’ultimo ballo che avrebbe ballato insieme. Dal di fuori del palazzo si potevano sentire i rumori delle spade che s’incrociavano in duello, urla di dolore e di morte. Quando finalmente Serenety alzò lo sguardo per incrociare quello del suo amato vide che, nonostante cercasse di nasconderlo, anche lui era spaventato per quello che stava accadendo.

“Endy…”

“Shh, principessa. Lascia perdere le preoccupazioni e le paure. Pensiamo a noi.”

“Sto pensando a noi, infatti. Non voglio che tu vada a combattere. Se dovesse succederti qualcosa io… io non so se riuscirei a sopravvivere.”

“Sere, sai bene che è mio dovere andare a combattere. E sai anche bene che se combatto lo faccio soprattutto perché voglio proteggerti. Anch’io non potrei sopravvivere sapendo che potevo proteggerti e non l’ho fatto.” Rispose Endymion, interrompendo il ballo ed asciugandole una piccola lacrima che le era scesa dagli occhi.

“Insieme. Io e te insieme siamo più forti. È per questo che ho deciso di combattere insieme a te e le ragazze.” Disse fermamente Serenety, quasi sorridendo nel vedere lo sguardo terrorizzato del suo principe. Ma non aveva intenzione di rinunciare alla sua idea. “So bene che a te non piace l’idea di me in battaglia ma non ti permetterò di andare in battaglia da solo e morire… Se tu morirai, allora morirò anch’io. Insieme, nel bene e nel male.”

“Guarda che non siamo ancora sposati!” scherzò Endymion. “Non c’è modo di farti cambiare idea, vero?” le chiese ma il suo sguardo fu più esplicito di qualsiasi parola. E non poteva neanche darle torto: se fosse stato nei suoi panni, si sarebbe comportato nello stesso identico modo. “Promettimi che starai attenta.” Aggiunse poi, suggellando quel suo commento con un bacio.

“Ma quei bei piccioncini!” esclamò una voce acida alle loro spalle. Dalla finestra del salone apparve una donna con dei lunghi capelli rossi che le arrivavano quasi a fine schiena. Un maligno sorriso le dipingeva il volto mentre s’avvicinava alla coppia. “Endymion, ti sto offrendo la tua ultima possibilità: puoi tornare con me sulla Terra e salvarti la vita oppure rimanere con la piccola principessa Serenety e morire. Che cosa scegli?”

“Preferisco morire, piuttosto che dover passare il resto della mia esistenza al fianco di una vipera come te, Beryl!” rispose Endymion.

“E’ colpa sua, Endymion, è solamente colpa sua.” Esclamò con un tono isterico la donna, facendo apparire una spada infuocata. “Sei stato ingannato, ha usato la sua bellezza per usarti e per poter sottomettere il potere della Terra alla sua famiglia. Non ti ama sul serio…”

“Beryl, l’unica ad essere stata ingannata qui sei te. Non m’importa del potere della famiglia Terrestre questo è l’ultimo dei miei pensieri. Io amo Endymion e prima accetterai questo prima sarà meglio per tutti. Prima che sia troppo tardi!” intervenne Serenety, sperando di poter far ragionare la donna.

“E’ già troppo tardi!” gridò Beryl, lanciando la sua spada contro Serenety. Ma Endymion fu più veloce e si mise fra lei e la spada, ricevendo il colpo inflitto; la spada trapassò l’armatura ferendolo gravemente. Cadde fra le braccia della sua amata, il sangue che stava rendendo rosso il vestito bianco della principessa.

“Endy… non puoi lasciarmi!! Per favore, ho bisogno di te… non lasciarmi…”

“Sere… non fare sciocchezze. Anche se non ci sarò più… voglio che tu continui a vivere. Non ho mai amato nessuno come ho amato te e sono felice di morire fra le tue braccia.” Disse Endymion con gli ultimi attimi di respiro che gli rimanevano. Una mano andò ad incontrare quella di Serenety e la strinse con tutta la forza che aveva mentre questa veniva bagnata dalle lacrime della ragazza. “Mi concederesti un ultimo favore?”

“Qualsiasi cosa… amore mio…” rispose Serenety fra le lacrime.

“Un bacio… un ultimo bacio.” Disse Endymion. Serenety non se lo fece ripetere un’altra volta ed abbassò il volto quel tanto che bastava per poter baciare il suo uomo. E, mentre lo baciava, poteva sentire che stava per andarsene.

“Ricordati che ti amo… e che non smetterò mai…” furono le sue ultime parole.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” Urlò Serenety, gridando all’universo tutto il suo dolore. Il suo primo ed unico amore era morto fra le sue braccia, morto per proteggerla. Anche se la guerra fosse terminata, lei non sarebbe riuscita ad andare avanti, a continuate la sua vita incantata come se niente fosse successo. Erano stati destinati a stare insieme… come se fosse sotto shock, Serenety prese tra le mani la spada d’Endymion. Sarebbero stati insieme, anche se solo in spirito… ma sarebbero stati per sempre insieme. Fu questo il suo ultimo pensiero mentre la spada discendeva velocemente nel suo petto. La principessa Serenety era morta ma il suo spirito aveva raggiunto il suo posto: quello accanto al suo principe.

 

Would you tremble if I touched your lips?

Would you laugh? Oh please tell me this…

Now your you die for the one you loved?

Hold me in your arms tonight.

 

“Bunny non farlo!” gridò Rea, alias Sailor Mars

“Potresti morire se usi il cristallo d’argento!” s’aggiunse Marta, alias Sailor Venus. Marzio sentiva le voci delle ragazze in sottofondo ma la sua attenzione era tutta rivolta verso Bunny, che si trovava direttamente di fronte a lui. Fiore era appena scomparso, annientato o fatto rinascere dal potere del cristallo e dell’amore di Bunny. Ma la missione non era terminata: l’asteroide presto si sarebbe scontrato contro la Terra e per la popolazione terrestre sarebbe stata la fine. Bunny voleva salvare tutti e, per farlo, doveva usare il cristallo. Il suo piccolo angelo era pronto a sacrificare la sua vota per salvare quella delle persone che amava. E lui non l’avrebbe permesso. Contando su forze che non avrebbe pensato di avere ancora in serbo, s’alzò in piedi, i panni di Milord ben presto rimpiazzati da quelli del principe Endymion come Bunny ormai era Serenety. La raggiunse ed appoggiò una mano sulla sua spalla mentre l’altra andava a raggiungere le sue, strette intorno al Cristallo d’Argento. Bunny, anzi no Serenety, voltò lo sguardo per incontrare quello di Endymion; i loro sguardi s’incrociarono e lei vide nei suoi occhi, in quel blu cobalto così denso da assomigliare sempre più alle acque più profonde, un immenso amore. Il loro amore. Marzio era la sua forza, con lui accanto avrebbe potuto fare tutto.

“Cristallo d’Argento, aiutami a salvare chi amo! Nessuno deve rimanere mai più solo!” pregò Bunny. Era per questo che Fiore era stato così ingannato: avevano giocato, fatto leva sulla sua solitudine e sul sentimento che provava nei confronti di Marzio. Era l’unico amico che avesse mai avuto.

“Bunny, ti prego, non usare tutto il Cristallo!” la voce di Marzio le arrivò telepaticamente.

“Non ti preoccupare. Ti ho promesso che non ti avrei mai più lasciato da solo, giusto?” rispose lei, cercando di rassicurarlo. Anche lei era spaventata ma non aveva paura di morire se questo significa poter salvare il mondo in cui viveva.

“Ricordati che ti amo.” Le disse lui, stringendo la sua presa sulla sua spalla. Ma, prima che Bunny potesse rispondergli, il cristallo riuscì a fermare l’asteroide per poi frantumarsi. Serenety lasciò il posto a Sailor Moon, la cui spilla ormai era rotta e prova tangibile del sacrificio che Bunny aveva fatto.

Marzio la stringeva forte accanto a lui, aspettandosi da un momento all’altro di rivedere quel sorriso così splendido che amava, quegli occhioni azzurri risplendere e sentire la sua voce vivace ripetergli che l’amava. Ma non sarebbe pi successo… l’aveva abbandonato, non aveva mantenuto fede alla sua promessa. Lo spettro del bambino spaurito che a sette anni s’era svegliato in un letto d’ospedale sembrò prendere possesso della sua mente, controllando i suoi pensieri mentre ormai lui non cercava più di nascondere le lacrime che lottavano per scendere.

Nascose il volto nei suoi capelli biondi, trattenendo il groppo che s’era formato in gola. Forse… forse se riapriva gli occhi, lei sarebbe stata ancora viva. Ma quando lo fece…

“Marzio, non temere…” disse Fiore, apparendogli davanti. “T’avevo promesso il miglior fiore dell’universo e l’ho trovato. Con il suo nettare potrai riportare in vita la tua ragazza. Lei non ti rende solo e triste.” Gli disse, porgendogli il Fiore della vita. Marzio lo ringraziò silenziosamente con un sorriso mentre inalava il nettare del fiore per poi baciare le labbra ormai fredde di Bunny. Per magia ed incanto, la spilla si riparò e Bunny aprì gli occhi.

“T’avevo promesso che non ti avrei lasciato.” Disse sorridendo la ragazza. Marzio scoppiò a piangere, baciandola con tutta la passione e l’amore che aveva dentro. La paura d’averla persa ormai s’era sciolta.

“Dio, Bunny, mi hai fatto prendere uno spavento! Non farmi più scherzi del genere, mi raccomando! Dio quanto ti amo…”

 

I can be your hero baby

I can kiss away the pain

I would stand by you forever

You can take my breath away

 

Marzio guardò impaziente l’orologio, anche se aveva controllato l’ora solamente qualche secondo prima: le otto in punto. Bunny non era ancora in ritardo, era lui che era in anticipo ma aveva programmato quella serata da così tanto tempo che voleva che tutto andasse alla perfezione. Non ci dovevano essere imprevisti o interruzioni di alcun tipo, specialmente quelle provenienti da un altro pianeta, galassia e palle varie. Nervosamente si passò una mano fra i capelli: non aveva mai fatto cose di questo genere, le aveva sempre sognate quando era ancora piccolo. Poter essere l’eroe di qualcuna, proteggere la donna che amava da tutto e da tutti. Strano come a volte i sogni possono realizzarsi nel modo più bizzarro che esista.

La porta del ristorante si aprì e Bunny entrò, lasciandolo per qualche secondo a bocca aperta, incapace di riprendere a respirare normalmente: Bunny indossava un vestito lungo nero, sottili spalline fatte d’argento; i lunghi capelli biondi, sciolti dalla solita pettinatura, erano stati raccolti in un’alta crocchia, alcuni ciuffi deliberatamente lasciati via e poi arricciati. L’unico gioiello che indossava era una collana con un pendente a forma di rosa. Era stupendamente bellissima e da mozzare il fiato.

“Uao.” Fu tutto quello che riuscì a dire quando le sue corde vocali si rimisero in funzione.

“Avrei dovuto avere con me una macchina fotografica per immortalare la tua faccia!” disse Bunny avvicinandosi al ragazzo.

“Sei magnifica.” Le disse lui, avvicinandosi anche lui quel tanto che bastava per poterle dare un leggero bacio sulle labbra.

“Anche tu non sei male… soprattutto questo smoking mi pare di conoscerlo.”

“Sono i vantaggi di portare uno smoking come “vestito da supereroe!”!” rispose Marzio stando allo scherzo. Era così bello ridere e scherzare, senza avere preoccupazioni di nessun genere per la testa. Era poche le occasioni in cui potevano stare insieme, condividere i loro sogni e segreti senza avere il timore che presto qualcosa li avrebbe interrotti. Marzio le prese una mano e l’accompagnò verso il loro tavolo. Aveva prenotato in quel ristorante sei mesi fa, visto che quello era uno dei ristoranti più esclusivi di tutta Tokyo. Era situato sulla Starlight Tower, all’ultimo piano da dove si poteva gustare un panorama veramente sensazionale: sembrava quasi di avere ai propri piedi tutta la città. Ed era lo sfondo adatto per quella magica serata. Quello era il loro primo anniversario e lui voleva che rimanesse una serata indimenticabile, una di quelle storie da raccontare ai nipoti attorno al camino.

“Sono proprio fortunata, lo sai? Sono poche le ragazze che possono dire di ricevere lo stesso trattamento dal proprio ragazzo.”

“Beh, loro non sono mica fidanzate con il principe della Terra.” Rispose sorridendo Marzio. Per tutto il tempo seguente parlarono di tutto e di più, lo sguardo sempre fisso su quello dell’altro e le mani strette insieme. Non appena il cameriere portò via il dolce, i due si alzarono e si portarono al centro della stanza, dove un’orchestrina aveva incominciato a suonare la loro canzone. Incuranti degli sguardi degli altri clienti e vagamente consci dei bisbigli e sussurri che le altre coppie facevano su di loro, Bunny e Marzio incominciarono a ballare, con quest’ultimo che sussurrava nell’orecchio di Bunny le parole della canzone.

 

Would you swear that you’ll always be mine?

Would you lie? Or would you run and hide?

Am I in too deep? Have I lost my mind?

I don’t care, you’re here tonight.

 

“Sarai per sempre il mio eroe, mio affascinante Milord.” Sussurrò Bunny non appena la canzone terminò.

“Vorrei non doverti mai lasciare. Tornare a casa, in quell’appartamento buio, mi rende triste. Ma poi, scorgo qua e là qualche oggetto che tu hai lasciato in giro, una molletta o una camicia, e ricordo a me stesso che non posso essere triste quando ho la fortuna di averti al mio fianco. Basta che accendo il comunicatore e posso sentire la tua voce, mezza assonnata che mi chiede se c’è qualche problema. Oppure basta che mi posiziono sul tuo balcone per osservarti durante tutta la notte, per rassicurarmi che tu stai bene e che non mi lascerai mai.” Le disse Marzio, provocando la commozione di Bunny, la quale non riusciva a trattenere le piccole lacrime che le pungevano gli occhi.

“Marzio…”

“Shh, non ho ancora terminato.” Disse lui, mettendole un dito davanti alle labbra per non farla parlare. Avevano passato di tutto durante quell’anno e molte volte, anzi troppe volte, il loro amore era stato messo alla prova al punto che in lui aveva incominciato ad insinuarsi il dubbio che Bunny mettesse in dubbio i suoi sentimenti. E come non darle torto? Con lui che era stato rapito, gli avevano fatto il lavaggio del cervello, amnesie varie e morti varie… era ancora stupito che lei lo rivolesse nella sua vita ed al suo fianco. “La prima volta che ti ho incontrato, devo ammetterlo, provavo invidia e odio nei tuoi confronti. Tu eri tutto quello che io non ero ed avevi tutto ciò che avevo sempre desiderato avere. Ma poi… ho capito veramente la vera natura dei miei sentimenti. Ti amavo ma non volevo che tu sapessi, che qualsiasi persona sapesse. Era il mio modo di difendermi dal dolore di doverti perdere. Perché sapevo che t’avrei perduta, era già successo e sarebbe successo. Per cui cercavo di farti stare lontano da me, prendendoti in giro per i tuoi capelli o per i tuoi voti; solo così potevo essere certo che non avrei sofferto ancora. Era più semplice per me. Ma… ma quando ho scoperto che tu eri Sailor Moon e la mia principessa… è un po’ come se tutte le mie difese fossero state abbattute con un semplice sorriso. È da quel momento che ho giurato a me stesso che ti avrei protetto, proprio come fece Endymion mille anni fa, come fa Milord ogni volta che la sua guerriera preferita è in pericolo. Così anche Marzio Chiba avrebbe protetto la sua amata.” Terminò per qualche attimo Marzio, approfittando di quella pausa per baciarle via le lacrime che scendevano sul suo viso. “Non voglio fare il romantico o il poeta, voglio solo farti capire quanto importante tu sei per me, quanto il solo fatto di averti accanto a me mi abbia reso un uomo migliore. E quest’anniversario è per me speciale perché, per la prima volta, ho deliberatamente deciso di aprirti il mio cuore. Perché, per la prima volta in tutta la mia vita, non ho paura del domani perché so che nel mio domani ci sei tu.”

 

I can be your hero baby

I can kiss away the pain

I would stand by you forever

You can take my breath away

 

Bunny stava accanto alla finestra della cucina di Marzio, aspettando pazientemente che lui ritornasse dopo aver messo a letto Chibi-usa. Lei aveva deciso di rimanere lì con lui, un po’ perché era gelosa del fatto che Chibi-usa potesse sempre rimanere lì con il suo Marzio. Sapeva che era un comportamento infantile. Essere gelosa di una bambina di soli sette anni! Ma gli ultimi avvenimenti l’avevano sconvolta a tal punto che non sapeva più che cosa pensare o che cosa fare. L’unica certezza che ora le rimaneva era Marzio ed il sentimento che provava per lui. E se domani si fosse rivelata l’ultima battaglia, voleva passare quell’ultima notte insieme a lui.

“Deduco che rimani anche tu, Bunny.” Disse Marzio alle sue spalle, facendola spaventare. In quei giorni aveva sempre i nervi tesi, pronti a saltare per ogni minimo rumore. Marzio le si avvicinò e l’abbracciò da dietro. “Scusami, non volevo spaventarti.” Le disse.

“Sono solo un po’ nervosa. Nervosa perché non so che cosa ci riserba la battaglia di domani. Nervosa perché non so che cosa troveremo nel futuro.” Rispose Bunny, non distogliendo lo sguardo dalla finestra ed osservando lo sguardo del fidanzato nel riflesso del vetro. “Finora non ho mai pensato al futuro, non riesco neanche ad immaginare come sarà il mondo… ma ho sempre pensato che saremmo sempre rimasti uniti ed insieme. Io, te e le ragazze…” Bunny si fermò, non sicura di riuscire a nascondere le sue emozioni ancora a lungo. Non poteva crollare proprio adesso. Chibi-usa, la piccola Chibi-usa contava sulla formidabile Sailor Moon e lei non poteva deluderla. Come non poteva deludere Ami, Rea e Morea. Le avrebbe salvate. Si staccò dall’abbraccio di Marzio e andò verso la parete, dove c’era appeso un calendario.

“Presto sarà il tuo compleanno Marzio.” Commentò, ricordandosi che era nato proprio in quel mese. “Che cosa vuoi per regalo?” gli chiese, cercando di cambiare discorso. Cosa che non passò inosservata a lui, che la stava osservando da giorni e si chiedeva quando finalmente si sarebbe decisa a buttare fuori tutto quello che teneva nascosto dentro. Lei si voltò verso di lui ed incominciò a giocherellare con i bottoni della sua camicia nervosamente mentre lui le cingeva la vita con le sue braccia.

“E’ ancora presto per pensarci.” Rispose. “Ma se proprio vuoi saperlo, non desidero niente. Ho già il mio regalo e si trova qui di fronte a me.” Rispose Marzio, alzandole il viso con le dita.

“Sei troppo dolce…” disse Bunny, non osando incontrare il suo sguardo. Sapeva d’essersi comportata malamente con Chibi-Usa in quelle settimane. “Chibi-Usa non ha fatto niente di male, è solo una bambina ed anche spaventata perché non sa che cosa è successo alla sua casa ed ai suoi genitori. Ma… non so, ero gelosa del vostro rapporto e del fatto che tu spendevi più tempo con lei che con me! So che è infantile e voi vi aspettate un comportamento più matura da parte mia visto che sono la principessa ma…” Bunny non fece in tempo a terminare perché Marzio la fece smettere nell’unico modo che conosceva. E che sapeva era infallibile: la baciò dolcemente sulle labbra. Quando si staccarono, Bunny era visibilmente rossa per l’improvviso slancio di passione mostrato da Marzio.

“Scusami, ma è l’unico modo che conosco per farti smettere di straparlare.” Le disse facendola sorridere. “Avrei dovuto passare io più tempo con te, soprattutto visto tutto quello che ci è accaduto in queste settimane ma… non so come spiegartelo, sento qualcosa ogni volta che sono vicino a Chibi-Usa. Sento come se, in qualche modo, lei c’entri con me e con te e mi sono detto che, se avrei passato più tempo con lei, forse lei si sarebbe aperta con me e avrei potuto capire. Ma così facendo ti ho lasciata da sola ad affrontare la situazione senza aiutarti. E ti chiedo perdono per questo.” Rispose Marzio. Bunny si staccò da lui e si voltò, per non fargli vedere le lacrime che ormai scendevano libere dagli occhi. E, Marzio, osservandola, ebbe l’impressione che stesse per scomparire e questo lo spaventò così tanto da prenderla immediatamente fra le braccia, stringendola forte a sé per assicurarsi che non se ne andasse. Che non lo lasciasse.

 

Oh, I just wanna hold you

I just wanna hold you

 

“Marzio?” lo richiamò Bunny, anche lei spaventata per le emozioni che sentiva provenire da Marzio. Ma Marzio non rispondeva, continuava a tenerla stretta mentre un unico pensiero gli ronzava continuamente in mente “Per un attimo l’ho vista sparire. Non posso permettere che scompaia dalla mia vita.” Dopo qualche secondo, sentì le braccia di Bunny circondargli il collo ed una mano accarezzargli dolcemente i capelli.

“Non me ne andrò, Marzio. Io… io voglio proteggerti con tutte le mie forze.” Gli sussurrò. “Non posso permettere che anche a te accada ciò che è accaduto a Rea, ad Amy ed a Morea.” Aggiunse mentre rivedeva nella sue mente quell’immagini che aveva tanto cercato di dimenticare. E, così, scoppiò a piangere, buttando fuori tutta la sofferenza e l’angoscia che aveva tenuto dentro. Marzio, sollevato dal fatto che finalmente s’era lasciata andare, la sollevò fra le braccia e la portò sul divano, cullandola proprio come aveva fatto con Chibi-Usa tante volte, lasciandola sfogare. Poi, quando notò che aveva smesso di piangere, le asciugò con dei teneri baci le ultime lacrime che erano rimaste.

“Anch’io penso la stessa cosa. Vorrei poter stare sempre con te. E voglio proteggerti. Ti amo, testolina buffa.” Le disse. Poi la fece adagiare sul divano mentre la baciava con tutta la passione che aveva dentro di sé.

 

Am I in too deep?

Have I lost my mind?

I don’t care. You’re here tonight

 

“I passeggeri del volo EI080575 diretto a Boston sono pregati di raggiungere l’imbarco 7.”

Ecco, stavano chiamando il suo aereo. Tra meno di un’ora avrebbe lasciato la sua città natale per avventurarsi in un mondo completamente nuovo. Tra meno di un’ora si sarebbe lasciato alle spalle la persona più importante della sua vita. Non poteva non pensare a Bunny, al suo angelo biondo. Aveva promesso di non lasciarla ed ecco che stava partendo. Lo faceva per lei, giusto? Se si fosse laureato ad Harvard, avrebbe avuto migliori possibilità di lavoro ed avrebbe potuto mantenerla. Avrebbe potuto mantenere la famiglia che avrebbero creato. Continuava a ripetersi che lo faceva per lei ma… non era una buona scusa e lo sapeva. Lo sapeva che andandosene la faceva soffrire e lui non poteva sopportare questo. Aveva sperato, aveva pregato, che lei lo implorasse di restare a Tokyo con lei ma non l’aveva fatto. L’aveva guardato e, sorridendo nonostante le lacrime agli occhi, gli aveva detto di partire, laurearsi con il massimo dei voti e tornare dritto a casa da lei.

“Marzio.” Lo chiamò Bunny e, per qualche secondo, pensò di sentire voci di persone che non erano lì. Loro due s’erano salutati quella mattina, Bunny gli aveva detto che non sarebbe riuscita a vederlo andare via senza scoppiare a piangere come le cascate del Niagara. Ma, quando si voltò, la vide lì, di fronte a lui che combatteva contro se stessa per non piangere.

“Bunny.”

“Dobbiamo per forza ricordarci i nostri nomi? La cosa viene a farsi lunga se continuiamo anche con le nostre identità segrete!”

“Hai ragione.” Disse lui impacciato. Oddio, non s’era mai sentito imbarazzato o impacciato quando era con lei. Aveva sempre saputo cosa dirle per risollevarla di morale o farla ridere o ridarle speranza e coraggio. Ma quel giorno non ci riusciva: forse perché era lui che aveva bisogno di coraggio per intraprendere questo viaggio.

“So che avevo detto che non sarei venuta… ma… ho cambiato idea. Non potevo lasciarti partire senza un saluto degno di Casablanca.” Aggiunse Bunny. Marzio non rispose inizialmente ma si limitò ad appoggiare per terra la sua borsa e a stringere la ragazza accanto a sé. “Mi mancherai terribilmente, amore mio. Penserò a te ogni secondo, ogni minuto e non farti scrupoli a chiamarmi in caso di necessità. Potrò anche essere impegnato ma mai per te.”

“Anche a me mancherai moltissimo ma ti tempesterò di lettere raccontandoti nei più piccoli dettagli quello che mi accade ogni giorno!” disse Bunny. Marzio la baciò dolcemente sui capelli e poi si scostò leggermente, quel tanto che bastava per infilare la mano nella tasca interna della sua giacca e tirare fuori un astuccio. Lo porse a Bunny che, con mani tremanti lo aprì: conteneva una bellissima fedina in argento con un brillante tagliato a forma di bocciolo di rosa. Marzio lo tolse dalla scatolina e glielo infilò al dito.

“Questo è solamente un simbolo dell’amore che provo per te. Ma è anche il simbolo della promessa che qui, in quest’aeroporto ti faccio. Prometto di tornare il più presto possibile a casa da te perché lo solo stare lontano da te mi rende impossibile vivere felicemente la vita; prometto di tornare e non lasciarti mai più. Prometto d’essere il tuo eroe da qui all’eternità, se tu lo vorrai.”

Bunny non rispose immediatamente. Era visibilmente scioccata dalle sue parole e dal significato che celavano dietro. Sapeva che non era una proposta, non nel vero senso della parola. Ma era più che altro uno scambio di promesse, promesse che sarebbero state portate a termine non appena Marzio fosse ritornato dall’università.

“Certo che voglio che tu sia il mio eroe. Chi altri potrebbe indossare i panni di Milord ed Endymion se no?” incominciò a dire mentre lasciava libere le lacrime. “Prometto d’aspettarti. Conterò i giorni che ci separano dal quel giorno perché so che tornerai da me.”

“Aishiteru Bunny.”

“Aishiteru Marzio.”

 

I can be your hero baby

I can kiss away the pain

I would stand by you forever

You can take my breath away

I can be your hero baby

I can kiss away the pain

I would stand by you forever

You can take my breath away

 

I can be your hero…

 

     The  End 

 

 

 

 

 

 

 


Alcune note: la penultima scena, quella in cui Marzio e Bunny sono nell’appartamento di lui, è tratta dal manga. Infatti, nel manga la seconda serie è molto differente da quella vista nel cartone: Marzio non ha quegli incubi, quindi non lascia malamente Bunny; Rea, Ami e Morea vengono rapite da Rubens. 

Un consiglio: se ne avete l’opportunità, cercate di trovare il manga perché ne vale la pena: i caratteri sono completamente diversi, anche Chibi-usa che io non sopporto nel cartone, nel manga mi fa tanta tenerezza. Ma quello che preferisco è Marzio perché nel manga è quello che è, soprattutto verso Bunny: non è freddo ma è di una tenerezza e dolcezza assoluta! Non a caso Naoko aveva descritto, per Marzio, il suo uomo dei sogni!

Anche la prima scena è presa dal manga: Endymion e Serenety non muoiono per mano di Beryl ma è un po’ alla Romeo e Giulietta.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: mamogirl