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Autore: Ema Penniman    13/05/2013    3 recensioni
Kurt ha un segreto. Quando entrerà a far parte della sua vita un tornado con i ricci riuscirà a mantenerlo tale?
Una storia idiota dove la pazzia dei Warblers ha contagiato anche il mondo dei fumetti.
Dalla storia
Erano già tre anni che Kurt andava avanti con questo tipo di vita, e ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Aveva sempre avuto dei super poteri, fin da quando era un neonato
Una Klaine fluff, pochissimo angst e tanta Niff
Superhero!Kurt Bad Boys!Blaine+Warblers
Genere: Fantasy, Fluff, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Superheroes Parody'
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L’amor che move il sole e l’altre stelle

 

 
 
 

Come what may
Come what may
I will love you until my dying day
(Moulin rRouge – Come What May)

 
 
 
Blaine si svegliò lentamente.

Gli doleva incredibilmente la testa e aveva tutte le articolazioni addormentate.

Si portò istintivamente le mani sulla nuca sentendo un dolore forte e persistente che proveniva da quel punto, ma non riuscì a muoverle.

Lentamente aprì gli occhi ma fu costretto a richiuderli all’istante a causa della luce forte che lo aveva accecato.

“Finalmente la bella addormentata si è svegliata” disse una voce che Blaine faticò a riconoscere.

Il riccio mosse la testa come a schermarsi da quella voce. Non ricordava assolutamente nulla della sera precedente. Solo Sebastian che... un momento “Sebastian?”

“Fantastico, sai il mio nome. Questo mi risparmierà un sacco di fatica” disse il ragazzo sarcasticamente.

Blaine finalmente aprì gli occhi riuscendosi ad adattare alla luce bianca che gli arrivava direttamente sul viso.

Era in una stanza. Un laboratorio. Lui era sdraiato su un tavolo con mani e piedi legati e Sebastian era seduto davanti a lui su una sedia e lo osservava con sguardo annoiato.

"Sebastian, che- dove mi trovo?" domandò Blaine con la testa dolorante.

Smythe sbuffò sonoramente "Sei nel mio laboratorio, ma pensavo che questo fosse piuttosto ovvio. Che noia che sei, mio piccolo Warbler” disse ruotando gli occhi al cielo.

Blaine aggrottò le sopracciglia “Ma che diamine è successo? Che ci faccio qui? E perché sono legato ad un tavolo?” chiese il riccio velocemente.

Sebastian scosse il capo con fare indifferente “Ieri ti ho drogato e mi sei svenuto in corridoio. Ma non potevo fare niente con te mentre dormivi, mi servivi cosciente quindi ho aspettato e vedo che ora è arrivato finalmente il momento adatto” disse con un sorriso poco rassicurante.

Blaine cercò immediatamente di fare forza sui blocchi che lo tenevano al tavolo ma non riuscì a forzarli nemmeno di un millimetro “Cosa diamine stai dicendo?”

Sebastian sorrise nuovamente ma non si scompose. Si alzò finalmente dalla sedia e si avvicinò al ragazzo “Sai, Blainers, tu non mi piaci. Sei debole. Non mi sono mai piaciute le persone deboli”

Blaine si agitò sul tavolo da laboratorio cercando ancora una volta di forzare i blocchi “Oh, no. Non puoi liberarti. I tuoi fantomatici poteri non ti possono aiutare in questo momento. Anche perché non ci sono” disse Smythe sogghignando.

“Ma di che diamine stai parlando, Sebastian?” e Blaine davvero non riusciva a capire di cosa diavolo stesse parlando. Guardava Smythe come se fosse pazzo. E non c’era da dargli torto, si era risvegliato in un laboratorio legato ad un tavolo!

“Bene, piccolo uccellino, ora ti deluciderò- iniziò ‘Bas prendendo una siringa dal tavolo accanto –tutti quegli assurdi e stupidi poteri che sono piombati dal cielo a te ed ai tuoi intelligentissimi amichetti sono opera mia” disse Sebastian avvicinandosi al ragazzo ed tirandogli su una manica.

Blaine aggrottò le sopracciglia ancora di più “No. Sono stati dei canarini. Ci hanno trasmesso i loro poteri” disse convinto.

Sebastian rise “Che idiota. Cosa ci vedrà Hummel in te di così fantastico, proprio non riesco a capirlo. Li ho fatti io quei canarini. Li ho creati io. Voi siete stati solo e soltanto un incidente, non dovevate nemmeno esistere nel mio piano”

“Cosa stai facendo?” chiese Blaine allarmato.

“Mi riprendo ciò che è mio. A te tanto non serve” disse prelevando una provetta del sangue di Blaine.

“Hey,- si lamentò il ragazzo cercando di muoversi –quello è mio. Non puoi farlo”

“Beh, si dà il caso che io l’abbia appena fatto. E ora estrarrò dal tuo corpo fino all’ultima goccia di quello che ho creato con tanta cura e dedizione, perché non ti appartiene e non sai nemmeno cosa farci” disse volgendo le spalle al
ragazzo ed esaminando il sangue appena estrattogli. Blaine si guardò momentaneamente intorno. Era nello stesso posto della sera prima, ormai ne era sicuro. Non c’era nulla di curioso. Era un normalissimo laboratorio di chimica.
Nella facoltà di Thad ce n’erano a bizzeffe. Sui ripiani pieni di provette ed alambicchi però una cosa attirò la sua attenzione: una fila di provette tutte rigorosamente separate dalle altre e in ordine, di un azzurro acceso.

Si girò nuovamente verso Sebastian “Come fai a sapere di noi?”

“Vi ho seguiti e poi è stato facile, siete così tonti che chiunque con un minimo di cervello se ne sarebbe accorto. Andate in giro come se non fosse un segreto. Vi ho visti usare le vostre capacità tante di quelle volte che ormai ho perso il conto” Blaine si accigliò “Ma-che cazzo, Sebastian, bastava dirlo. Che bisogno c’era di fare tutta questa scenata? Non volevi che fossimo così? Bene, potevi benissimo dirlo. E poi a te che cosa cambia, anche Kurt è come noi, ma non credo che a te dia fastidio” disse con un moto di stizza.

Smythe si voltò verso di lui furente di rabbia “Chiedere. Io potevo chiedere- ripetè urlando le parole di Blaine –e secondo te mi sarei scomodato a fare tanto se avessi solo potuto chiedere?” il riccio aprì la bocca per ribattere ma ripensandoci la richiuse “bravo- continuò Smythe rilassandosi nuovamente –ora, se non ti dispiace, mi serve che tu stia fermo. Farà un po’ male, ma tranquillo dopo i primi dieci minuti cadrai in un totale stato d’incoscienza” disse con un sorriso sardonico.

Blaine iniziò a sudare freddo “Cos-perché non puoi lasciare perdere? In fondo non abbiamo fatto del male a nessuno. Possiamo smettere quando vuoi”

Sebastian rise “Blainey, Blainey, Blainey, capisci che non posso semplicemente lasciar perdere. Ormai il danno è fatto. Non si può tornare indietro” Blaine deglutì a vuoto vedendo Sebastian che si avvicinava con una specie di pistola per orecchini “Bene- disse Smythe –so cosa stai pensando. Cosa può farci con una pistola per bambini? Questo- spiegò alzando l’oggetto –è un separatore di elementi. Si registra il composto che si vuole eliminare e lo estrae da qualsiasi cosa”

Il ragazzo strabuzzò gli occhi ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare che Sebastian aveva già avvicinato l’estrattore al suo braccio e lo aveva avviato.

Blaine iniziò ad urlare. Era come se brandelli di pelle gli venissero strappati da dosso.

Sebastian, come se non si fosse accorto di nulla continuava tranquillamente a passare quell’arnese su tutto il braccio di Blaine che si contorceva dolorante sotto di lui.

Poi qualcosa lo distrasse.

Un rumore proveniente da oltre la porta del laboratorio.

Sebastian mise giù la pistola e si diresse a controllare, ma prima che potesse arrivare alla porta, questa si spalancò mostrando Nick e Jeff accompagnati da Kurt.

“Sebastian, che cazzo stai facendo?” gli urlò contro lo stilista spostando lo sguardo ora su Smythe ora su Blaine.

Il ragazzo sorrise “Hummel, che piacere, sei in forma a quanto pare- disse sarcasticamente –e vedo che ti sei portato dietro Alice nel paese delle meraviglie e Lady GaGa, i miei più sinceri complimenti. Ti sei unito agli uccellini”
Kurt spalancò la bocca non sapendo cosa rispondere “Come sai di loro?”

“Non sono scemo, li ho visti”

“Allora tu sei quello che ha mandato il messaggio minatorio a Thad” dichiarò Nick furioso.

“Beccato- ammise Sebastian –sono stato io. Ma, ditemi un po’ vi piace come nuovo alias? Dottor Bas, mi pare che suoni bene, no?”

 “Hey, ma io ti conosco” disse Jeff ad un tratto puntandogli un dito “tu sei il tipo che è venuto al concerto. Mi ricordo di te- poi rivolto a Nick –lui era quello di cui ti parlavo, quello che non staccava gli occhi da Thad. Te lo ricordi?” chiese con un tono di voce infantile.

Nick scosse la testa “Ma dai… era lì. Io me lo ricordo- poi rivolto nuovamente verso Sebastian –io mi ricordo di te” ora tutti guardavano Jeff che blaterava finchè Nick non gli fece segno di tacere ed il ragazzo si ammutolì
immediatamente.

“Sebastian, cosa ci fa lui qui?” chiese Kurt indicando Blaine, senza tuttavia guardarlo negli occhi.

“E’ qui per lo stesso motivo per cui vengo a casa tua ogni giorno. Vuoi diventare normale. Bene, è tempo che anche lui torni così” spiegò Sebastian.

Kurt si accigliò ancora di più “Cosa diamine erano quelle urla allora?”

“Beh, gliel’ho spiegato, il processo è un po’ doloroso” disse mostrando la pistola a Kurt che sussultò “Sebastian, non puoi usare quella. Finiresti per ucciderlo” disse lo stilista con un tono di supplica.

“E’ tardi. Quel siero è mio e loro non dovevano affatto usarlo” disse calando nuovamente la pistola su Blaine i cui occhi non avevano lasciato Kurt nemmeno per un attimo.

Il riccio si contorse urlando di dolore, al che Nick e Jeff repentinamente sottrassero la pistola a Sebastian che imprecò “’Bas, smettila” lo pregò Kurt con le lacrime agli occhi “Perché stai facendo così? Non ha senso” si avvicinò all’amico cercando di mettergli una mano sulla spalla ma questo lo scaraventò dalla parte opposta della stanza.

Kurt si rialzò barcollando ma Sebastian era già vicino a lui con una mano premuta sul suo collo “Sono stanco di fare quello che dici, Kurt. Non sei più l’unico speciale ora” disse rabbiosamente.

“Che cazzo stai dicendo?” disse Kurt con un rantolo mentre la mano di Sebastian rafforzava la presa su di lui.

“Ho preso il siero, Kurt. Sono esattamente come te ora. Io posso fare tutto quello che fai tu” dichiarò lasciandolo collassare sul pavimento. Si girò appena in tempo per vedere il destro che Jeff gli piantava in piena faccia. Quindi il biondo corse a soccorrere Kurt.

Nel frattempo Nick era riuscito a liberare Blaine ed entrambi guardavano Smythe in cagnesco. Sebastian si portò una mano al viso e rise costatando che il pugno non l’aveva nemmeno scalfito “Beh?- disse ai due usignoli davanti a sé –cosa avete intenzione di fare, suonarmele di santa ragione?”

“Esattamente” disse Blaine prima di avventarsi su di lui. Purtroppo Sebastian era troppo veloce, così Anderson si trovò ad afferrare l’aria sentendo Smythe ridere. Blaine si girò verso Nick come per chiedere spiegazione di quello che era appena successo ma ricevette uno sguardo altrettanto confuso dall’amico.

“Bene- disse Sebastian prendendo Jeff per la maglia –se li rivolete venite a prendermi” e sparì portando con se Jeff che si stava dibattendo e Kurt svenuto.

Nick e Blaine rimasero a guardare lo spazio, ormai vuoto, dove prima c’era Sebastian, con un’espressione alquanto sbigottita.

“Jeff. Ha preso Jeff” Nick cadde in ginocchio con le lacrime agli occhi.

“Nick, sta’ calmo. Lo ritroveremo. Ha anche Kurt, e Kurt è Glitterman. Se la possono cavare”

Il ragazzo scosse la testa “Non capisci, ha preso Jeff- disse tra i singhiozzi –io ho promesso di proteggerlo. Gliel’avevo promesso, Blaine. E ora ho infranto una promessa. Gli avevo detto che non gli sarebbe mai accaduto niente di
brutto e ora è stato rapito. E sarà torturato per levargli tutti i poteri” era troppo per Blaine.

Dopo tre settimane aveva rivisto Kurt e ora gliel’avevano portato via e per di più gli avevano fatto del male.

Si alzò ed osservò il laboratorio. Il suo sguardo si posò nuovamente sulle provette piene del liquido azzurro.

“Nick, quando ci hai esaminato sei riuscito a capire da cosa provengono i nostri poteri?” chiese ad un certo punto Blaine.

Nick tirò su col naso e si alzò cercando di darsi un po’ di contegno “Penso che ai canarini sia stato somministrato qualcosa prima che ci trasmettessero i poteri, ma non sono riuscito a risalire alla matrice”

“Bene, questo come ti sembra?” chiese il riccio mostrandogli una provetta.

“Potrebbe essere lui” disse Nick prendendolo.


“Kurt? Kurt, riesci a sentirmi?” sussurrò Jeff cercando di svegliare il ragazzo “Kurt?- lo richiamò nuovamente scuotendolo un po’ –dannazione

Sebastian li aveva portati in casa sua. Beh, più che altro li aveva smaterializzati, e una volta arrivati li aveva sbattuti in uno stanzino.

Durante la smaterializzazione Jeff era svenuto e parecchie ore dopo si era ritrovato in quella specie di ripostiglio con Kurt ancora incosciente.

Lo stilista non aveva dato segni di rinvenimento e Jeff le aveva provate tutte per farlo svegliare, ma non stava funzionando.

Nella semi oscurità, il piccolo Jeff, sospirò rassegnato. Si mise a sedere con la schiena appoggiata alla parete e la testa dello stilista sulle sue gambe.

Si asciugò il sudore dalla fronte e si prese la testa fra le mani. Doveva trovare una soluzione e doveva farlo in fretta.

L’unica cosa che voleva in quel momento però era solo un po’ di luce.

Tese un dito verso l’alto “Lumos” sussurrò aspettando che accadesse qualcosa ma non successe nulla. Scosse la testa dandosi dell’idiota.

Cosa avrebbe fatto Nick se si fosse trovato in una situazione del genere? Nulla, perché Nick non si sarebbe mai trovato in una situazione come quella. Lui era intelligente al contrario di Jeff, pensò il biondino.

L’unica cosa su cui poteva contare erano i suoi poteri che, diciamocela tutta, non erano questo gran ché.

Si alzò scostando Kurt e si avvicinò alla porta. Dalla serratura poteva vedere uno spiraglio della casa di Sebastian e notò che ormai era giorno inoltrato.

Tese l’orecchio per qualche istante e non sentì alcun rumore.

Molto silenziosamente tentò di aprire la porta, ma questa era ovviamente chiusa a chiave. Con un po’ di impegno in più riuscì a forzare la serratura e finalmente aprì la porta ritrovandosi nell’attico del dottor Smythe.

C’era un forte odore di pulito e la luce solare entrava nella stanza ma di Sebastian neanche l’ombra.

Esplorò per qualche secondo la casa finchè non trovò un lavandino e prese un po’ d’acqua con le mani e tornò immediatamente da Kurt.

Appena il viso di Kurt venne a contatto con le poche gocce d’acqua che erano rimaste sulle mani di Jeff, questo emise un leggero lamento per poi aprire piano gli occhi.

Quando riuscì a mettere a fuoco il familiare viso di Jeff si mise a sedere tossendo “Jeff, cosa diamine-” non riuscì a finire la frase perché il biondino gli aveva buttato le braccia al collo abbracciandolo “hey, Jeff, tranquillo. Stai
tranquillo” disse accarezzandogli piano la schiena.

Jeff si scostò da lui con le lacrime agli occhi “Io.. oddio, Kurt, non sapevo se ti saresti risvegliato. Per un momento ho pensato che fossi morto. È stato bruttissimo, Kurt. Tu eri svenuto e Blaine e Nick hanno cercato di fermare
Sebastian, ma lui è stato velocissimo e ci ha portati qui, poi io sono svenuto e mi sono ritrovato lì dentro e tu-”

“Jeff, calmo. Non sto capendo più nulla” disse Kurt “ricomincia da capo. Più lentamente”

Il biondo annuì e gli raccontò l’intera vicenda.

“Quindi- disse Kurt dopo che Jeff ebbe finito –Sebastian ci ha portato qui? Ma come ha fatto?”

“Non ne ho la più pallida idea. Veramente. Prima eravamo lì e poi più nulla. Non so cosa sia successo, ma so che non ci ha portato camminando. Siamo arrivati immediatamente” cercò di spiegare il biondino.

Kurt annuì e si guardò intorno. Non era mai stato nell’appartamento di Sebastian “Jeff, dobbiamo uscire di qua. Ed in fretta, anche” si avviò verso quella che gli sembrava l’uscita più probabile.

Non appena la aprì dietro vi trovò Sebastian che stava cercando di fare la stessa cosa. Un’espressione stupita apparve per qualche secondo sul viso di Smythe, ma fu prontamente sostituita dal solito ghignetto strafottente “Bene, vedo che la principessa si è svegliata. È ora di tornare a lavoro” disse richiudendosi la porta alle spalle e conducendo con forza Jeff e Kurt in un’altra stanza. Era come se i poteri di Jeff non avessero il minimo effetto su di lui.

Immobilizzò il biondo su una sedia e Kurt su un’altra “Avanti su, Kurt, non guardarmi in quel modo. Non ho fatto nulla di così tragico, sto solo ristabilendo l’equilibro naturale” disse Smythe osservando divertito come lo studiava Kurt.

Lo stilista sbuffò ma non disse nulla. Sebastian si avvicinò a lui e gli alzò la manica della camicia per iniettargli quella cura che si era fatto fare Kurt in quei giorni “Beh, mi dispiace che faccia male. Nel piano iniziale c’erano solo loro- indicò Jeff –tu non ne facevi assolutamente parte, ma ormai, non ho scelta” Kurt, non appena il liquido gli entrò in circolazione fece una smorfia di dolore ma continuò a non parlare guardando Sebastian con odio. Questo si strinse nelle spalle e si diresse verso Jeff “Bene, piccolo Warbler, tu mi sei sempre sembrato il più innocuo di tutti e sinceramente mi dispiace un po’ quello che ti sto per fare, ma non ho altra scelta, mi capisci, vero?” chiese a Jeff che scosse la testa.

“Smettila- disse Kurt a voce alta –lui non ha fatto nulla. Non è stata colpa sua. Quei cavolo di poteri gli sono arrivati per caso, perché te la stai prendendo con loro?”

“Tu non capisci, vero, Kurt? Non posso lasciare che questa situazione continui a lungo. Se si venisse a scoprire non hai idea di quante persone vorrebbero questi poteri. Se si sapesse che è possibile creare altri te…” Sebastian
rabbrividì all’idea.

“Ma non puoi fargli del male. Non sei un assassino, ‘Bas” disse Kurt sempre più disperato.

“E’ andata così, Kurt. Non posso farci nulla” detto ciò Sebastian prese la pistola che aveva portato con se dal laboratorio e la passò sul braccio di Jeff. Appena la superficie dell’oggetto venne a contatto con la pelle del biondino, questo urlò di dolore contorcendosi per riuscire a sottrarsi a quella tortura.

Kurt distolse lo sguardo. Non voleva vedere Jeff morire. Lui era sicuramente l’ultima persona a dover subire una tortura del genere.

Proprio nell’esatto momento in cui la voce di Jeff iniziò ad affievolirsi, la finestra della stanza andò in frantumi. Sebastian scioccato si voltò a guardare ciò che era successo ed il pugno di Blaine, che era entrato dalla finestra subito seguito da Nick, gli arrivò dritto in faccia mandandolo a gambe all’aria.

“Jeffie, stai bene?” disse Nick catapultandosi verso di lui per liberarlo mentre Blaine si dirigeva verso Sebastian.

Smythe nel frattempo, non riusciva a capacitarsi di come Blaine lo avesse steso con un solo pugno “Basta, Sebastian- dichiarò Blaine –è finita. Hai perso. Io e Nick abbiamo preso il siero ed ora non puoi più fare nulla”  fece un cenno verso la finestra e gli altri Warblers lo raggiunsero per prendere Sebastian.

Dopo qualche minuto, quando tutti furono andati via lo sguardo di Blaine si posò finalmente su Kurt che stava cercando in tutti i modi di sciogliere i lacci che lo legavano alla sedia. Il riccio sorrise intenerito e si avvicinò per aiutarlo.

“Fermo- lo avvertì immediatamente Kurt –non ti avvicinare” disse con voce tremante.

Blaine non gli diede retta e lo raggiunse ugualmente sciogliendo delicatamente i lacci che lo tenevano legato. Quando Kurt fu finalmente libero si alzò di scatto per allontanarsi da Blaine ma a causa dell’iniezione che gli aveva fatto Sebastian prima le sue gambe cedettero.

Blaine lo prese al volo per le spalle e lo guardò sorridendo.

“Ti prego, lasciami andare” mormorò Kurt distogliendo lo sguardo.

“Non posso”

“Perché?” chiese Kurt sull’orlo delle lacrime.

“Non voglio farlo” spiegò il riccio abbracciandolo. Kurt cercò di sottrarsi a quel contatto ma un po’ per il dolore che gli causava muoversi, un po’ per l’odore meraviglioso di Blaine rimase fermo in quella posizione.

Blaine sospirò nell’abbraccio “Mai più. Non fare mai più una cosa del genere”

Kurt scosse la testa allontanandolo definitivamente “No. Blaine, ti prego, lasciami andare. Non possiamo vederci più, lo capisci questo, vero? Devi starmi lontano”

Blaine gli prese il viso tra le mani e fece coincidere le loro fronti “Tu non vuoi questo, lo so, ti si legge negli occhi. Smettila per un secondo di pensare come se fossimo nemici, Kurt e pensa solo a noi” disse Blaine premendo poi le sue labbra contro quelle del ragazzo “io ti amo e non puoi permettermi di starti lontano. Nemmeno se sei un fottutissimo supereroe” e Kurt non resse più, perché Blaine gli era mancato, perché aveva ragione e voleva stare con lui, perché tutto quello che era successo fino a quel momento era stato totalmente assurdo e doloroso per lui.

Le lacrime gli iniziarono a bagnare le guance e si fece più vicino a Blaine stringendolo a sè con tutta la forza che aveva in corpo. E Blaine sorrise scostandosi dalle sue labbra ed accarezzandogli la schiena “Shh. È tutto finito ormai.

"Stai tranquillo” gli sussurrò mentre lo stringeva in un abbraccio “Andiamo a casa” e prese in braccio Kurt che lo abbracciò, dirigendosi poi verso la finestra e spiccando il volo. 






Spazietto di Ema

Ciao :D Okay, è ufficiale, è finita! No, in realtà manca l'epilogo, ma diciamo che è finita! Quest'ultimo capitolo è stato un parto.
Sono immensamente felice di essere riuscita a finire questa cosa e volevo ringraziare tutti, ma proprio TUTTI quelli che hanno letto questa storia. Grazie infinite. Sono così felice :'D
Volevo ringraziare due mie amiche per non avermi ucciso ogni volta che dicevo di voler abbandonare il tutto. Quindi un grazie speciale a Blutea Eternalrest.
Spero che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto e se vi va, vi aspetto per l'epilogo che, non ho la più pallida idea di quando posterò, ma ho già iniziato a scrivere
Grazie mille <3
Ema :D


P.s. il titolo è un verso di Dante ma io l'ho scelto per via di Shadowhunters, perchè il protagonista lo ripete parecchie volte all'interno del libro.
   
 
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