Le situazioni
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Ciao a tutti e grazie per esservi uniti a noi in questa fanfiction ideata da tre sorelline pazze (ovvero io, Nihal -alias RobyLupin-, Laica e Seira) per la gioia tormentare liberamente il solito principe fesso che tutti adoriamo... Più o meno. XD
Se cercate pigliate per il culo per il principe fesso (e fashion), una storia d'amore che non sta né in cielo né in terra, nonché un buon modo per farvi quattro (e più) risate, siete nel posto giusto.
Ognuna di noi scriverà un capitolo, ma cercheremo di rispondere ai commenti tutte insieme, per quanto ci sarà possibile.^^
Questa è la nostra prima storia a più mani, nonché la prima in assoluto per Seira (io e Laica, invece, già ci conoscete per altre storie in questo... ehm... settore, diciamo... XD), perciò fateci sapere cosa ne pensate, perchè più pareri avremo, meglio sarà (<- invito velato a commentare, se non si era capito...)
PROLOGO- L’INCONTRO
“Mmmh…” Pensò. “Il blu cielo va di moda quest’anno. Uh, ma è come la sciarpetta di cashmere della nuova collezione della zia Donny! Waaaaaaa, è così fashion! La voglio! Devo ricordarmi di dirlo al papy!”
Sirius de Alisia, chiamato da tutti Siry-pipi (a causa della pipì che anche ora, all’età di dieci anni, non mancava mai di fare nel letto a baldacchino rosa confetto), erede al trono del regno di Alisia (soprannominato Regno “Barcollo ma non mollo” dai Paesi vicini a causa di… ehm… problemi gestionali delle finanze, da parte della fashionissima – e spendacciona - famiglia reale) per diritto familiare, e fashionist per vocazione, spostò delicatamente una ciocca dei capelli biondo banana matura dietro ad un orecchio e uscì dall’enorme portone d’ingresso del castello di famiglia.
Canticchiando l’ultimo successo delle Pussycat Dolls, il suo gruppo preferito (uh, quanto avrebbe voluto qualcuno a cui dire “Don’t cha” provando la lap-dance!), Siry-pipi iniziò a saltellare lungo il sentiero che portava verso il bosco in cima alla collina in cui era solito darsi ai suoi giochi giornalieri.
Una volta arrivato in cima, si voltò elegantemente, scompigliando i capelli al vento (senza però spettinarli veramente, ovviamente…), per rimirare il suo meraviglioso castello rosa shocking a fiorellini appena ridipinto. Il cuore gli si riempì d’orgoglio; era stato proprio lui a scegliere il colore per la riverniciatura annuale, e non aveva avuto dubbi: quello sarebbe stato il colore must dell’anno. Sua madre sarebbe certamente stata molto fiera di lui…
INIZIO FLASHBACK
Il
piccolo Sirius fu fatto entrare nella stanza della madre morente.
M: Sirius,
non sarò ancora a lungo in questo mondo, ma devo dirti alcune cose prima di
andarmene per sempre.
S: Dimmi, mamma. Ti giuro che farò sempre tesoro delle
tue parole.
M *Sorridendo: Ricordati, Sirius: un sovrano deve sempre essere
più che impeccabilmente fashion, altrimenti non sarà altro che un… Un… non
riesco nemmeno a dirlo…
S: Un cosa, mamy?
M *Con notevole sforzo: Un… UN
TAMARRO!
S *Terrorizzato*: NO, MAMY, TAMARRO NO! MAI! TE LO GIURO!
M
*Commossa*: Bravo Siry-pipi! La mamma sarà sempre fiera di te! E veglierà su di
te da lassù…
S: Lassù dove, mamy?
M *Sorridendo indulgente*: Lassù dove
solo i fashionisti vanno, 3msc… cioè, volevo dire, al cospetto del Creatore
della moda, il Sommo e Potente Prada, colui che noi veneriamo fedelmente,
Sirius…
S: Il Sommo e Potente Prada…? Non capisco…
M: Non mi stupisco,
Sirius. Non sei mai stato molto perspicace… Ma non temere: un giorno capirai…
*Chiude gli occhi* Oh, la luce… Vedo la luce del Sommo, Sirius…
S:
Mamy…
M: Devo andare ora, Siry-pipi, ma non temere, un giorno ci rivedremo…
E, per allora, ti terrò una poltroncina di taffetà rosa confetto accanto a me,
nell’atellié mai chiuso del Sommo…
S: Sniff sniff… D’accordo, mamy… Tienimi
anche la brioches magra senza zucchero e il the fucsia del Madagascar in
caldo…
Sirius venne portato fuori… Il giorno dopo, la mamy era partita per
l’atelié eterno calzando le sue Prada grandi occasioni e gli occhiali da sole
del fedelissimo del Sommo, Armani.
… Eh, già, sua madre sarebbe stata fiera di le… lui.
Ma ora, bando ai sentimentalismi: non era uscito affrontando il sole (e
rischiando una tintarella assolutamente out) per pensare a queste cose! Stava
andando nel suo luogo ipermegasegretissimissimo, dove aveva nascosto il suo
preziosissimissimo tesoro! Non poteva tardare per nulla al mondo.
Guardandosi
furtivamente attorno, si diresse verso l’imboccatura del bosco. Lì, incontrò il
solito lupo cattivo.
“Ciao Sirius…”
Sirius lo ignorò bellamente.
“Vieni
a giocare con me, Sirius.”
Di nuovo, lo ignorò.
“Dai, che ti regalo la
nuova giacca di Prada che volevi… Devi solo giocare con me…”
Alla parola
“Prada”, Sirius drizzò le orecchie, incapace di trattenersi oltre.
“SMETTILA!
NON PRONUNCIARE IL NOME DI PRADA INVANO, BRUTTO LUPACCIO! LO SANNO TUTTI CHE
VESTI SOLO CON ROBA TAROCCA!”
La sua mamma glielo diceva sempre di stargli
lontano: costui infatti, era un cattivaccio, che contraffaceva sempre la merce
fashion con roba tarocca. Il peggio del peggio, insomma.
Offeso nel suo
onore, il lupo si allontanò, mormorando qualcosa come “La prossima volta cerco
Cappuccetto Rosso. Almeno lei non tira i pacchi per la qualità della merce…”.
Sirius, dal canto suo, soddisfatto profondamente di se stesso, trotterellò in
mezzo agli alberi (sbattendo contro un paio di rami e rischiando così di
rovinare il suo visino perfetto), finché non raggiunse il suo luogo segreto.
Inspirò a pieni polmoni il soave profumo che emanava il luogo (che stava dietro
alla discarica comunale, per inciso) e si diresse verso il luogo più nascosto in
assoluto, dove stava il suo tesoro tesorissimo.
“Eccoti qui, unico amore
della mia vita! Mi sei mancata immensamente!” Disse estraendo la sua Spada dal
nascondiglio e abbracciandola stretta stretta. “Oh, non so cosa farei, se tu non
ci fossi!” Concluse baciando la lama. La Spada luccicò in risposta.
“Che stai
facendo?”
Sirius sobbalzò indispettito: chi osava disturbare lui e la Spada
proprio in quel momento?
Voltandosi, incontrò lo sguardo di un bimbo nascosto
dalle fronde degli alberi.
“A che stai giocando?” Chiese ancora il bimbo
nascosto.
Sirius nascose la Spada dietro la schiena.
“Non sono affari
tuoi!”
“Posso giocare anch’io?” Insistette il bambino sconosciuto.
Sirius
ci pensò un attimo: forse, in tre, il gioco sarebbe stato più divertente. Anche
la Spada si sarebbe divertita di più…
“Vieni sotto la luce… (*)”
Il
bambino uscì dagli alberi, felice: finalmente quello strano bambino biondo, che
vedeva sempre abbracciare la Spada, avrebbe giocato con lui!
Ma…
“WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!” Urlò Sirius. “STAI INDIETROOOOOOOOOO!”
“Ma
che c’è?!”
Sirius lo guardò schifato.
“I tuoi… I tuoi capelli…”
Il
bimbo si attorcigliò intorno al dito una ciocca.
“Che hanno?”
Sirius lo
guardò allibito.
“SONO ROSSI!”
“E quindi…?”
Sirius gli puntò un dito
contro.
“TUUUUUU, ERETICOOOOO! COME PUOI FARMI DOMANDE DEL GENERE?!” Il bimbo
lo guardò stranito. “IL ROSSO È OUT! TREMENDAMENTE, TREMENDAMENTE OUT! SE IL
SOMMO E POTENTE PRADA IMMAGINASSE CHE MI ACCOMPAGNO CON UN… UN TAMARRO! MI
DISCONOSCEREBBE! VADE RETROOOOO!”
Il bimbo lo fissò di nuovo con le lacrime
agli occhi. Poi, si accigliò e corse verso di lui. Sirius, spaventato, arretrò
leggermente, lasciando per un attimo la presa sulla Spada. Quel breve attimo,
consentì allo sconosciuto di afferrarla e allontanarsi.
“Così impari!” Gli
urlò sparendo tra gli alberi.
Sirius rimase impietrito.
“NOOOOOOOOOOOOO!
LA SPADA NOOOOOOOOOOOOOOOO!”
Sirius crollò a terra, piangendo disperato. Come
poteva fare, ora, senza la sua spada?
Poi sentì dei passi, e una figura gli
sfrecciò accanto. Sirius alzò gli occhi, facendo a malapena in tempo a vedere un
ragazzino con un cappello piumato che scompariva tra gli alberi.
“Che fashion
quel cappello…” Pensò. “Tremendamente, tremendamente cool…”
Pochi minuti
dopo, sentì la voce del bambino tamarro urlare. Poi, il ragazzino cool uscì
dagli alberi, avvicinandosi a lui, ancora seduto per terra e con le lacrime agli
occhi. Per le mani, aveva la Spada: vedendola, Sirius sorrise e iniziò a
piangere di commozione.
Il bambino col cappello (che, notò Sirius, era biondo
come lui, perciò non tamarro) gli si inginocchiò davanti, porgendogli la Spada
sana e salva.
“Tieni. Mi raccomando, non perderla più. Prenditi cura di
Lei…”
Sirius la prese tra le mani, mentre l’altro si alzava, voltandosi verso
il tramonto.
“Aspetta…” Gli gridò all’improvviso. “… Non mi hai neanche detto
il tuo nome!”
Il bambino col cappello figo si voltò, sorridendogli. Poi si
voltò e scomparì tra la rossa luce del tramonto.
Sirius lo seguì con gli
occhi fino all’ultimo.
“Com’era figo… E fashion… E non lo rivedrò mai più…
Oh, Sommo e Potente Prada, fa che lo riveda, ti prego… In nome di tutto ciò che
è ganzo e fashion, fa che lo rincontri, un giorno…”
Non sapeva che lassù, nel
grande atellié che mai viene chiuso, il Sommo aveva già preparato un piano
astrale all’insegna del fashion, dedicato solo a lui…
(*) Da notare la ripresa della battuta da “La Bella e la Bestia”. Informazione inutile, ma tant’è… XD
Speriamo che il Prologo sia stato di vosto gradimento.
Ci vediamo nel prossimo capitolo. Besos,
Nihal (o RobyLupin), Seira & Laica
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