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Autore: JiJensen    14/05/2013    1 recensioni
Il primo passo verso l'inizio di tutto...
"Il famoso cantante e ballerino Lee Tae Il, stava percorrendo l'aeroporto in fretta.
Il passo risultava un po' goffo, tutto lo infastidiva:
le urla delle fan, quelle del manager e persino quel dannato borsone che gli impediva di camminare come essere umano deve.
Il giaccone lo tirava, aveva caldo e si sentiva soffocare dalle mille sciarpe.
Gli occhiali scuri impedivano alla gente di vedere lo sguardo perso e stanco.
Si assentò prima di prendere l'ennesimo volo, e pensare che all'inizio li piaceva pure.
Appoggiò non troppo dolcemente il borsone a terra, nel ennesimo bagno sporco che trovava.
Fu' li che accadde tutto:
Un momento vedeva tutto tranquillamente, l'altro no."
Ciao ciao! :D non posso svelarvi nient'altro! Rovinerei tutto! ;)
Bacio,
JI
Genere: Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahn Jaehyo, Lee Taeil , Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Da dietro le foglie spuntarono le pelose orecchie grigie della lupa. Taeil fece un balzo.

Ma alla fine si calmo'. 

<< Ah.. sei tu.. >> sorrise. Chissà cosa si aspettava.

La lupa gli si avvicinò ai piedi, strusciandosi contro di lui. 

Taeil gli diede qualche carezza. Almeno non era da solo. Non sapeva perché, ma credeva che ci fosse qualcun altro a spiarlo. Non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione.

Inspirò profondamente, alzandosi. 

Camminò verso il fiume. 

Seguito zampettante dalla lupa. 

Si fermò per prendere i frutti che gli aveva lasciato, come al solito. 

Si accucciò per lavarli. 

La prospettiva di quella giornata era: 

Lunga e noiosa, come tutte le altre giornate.

Si mise i frutti in bocca e si alzò poggiando le mani sulle ginocchia. 

Un brivido lo scosse, gli pizzicò tutta la spina dorsale. 

Camminò velocemente in direzione della grotta; 

Il vento stava iniziando a soffiare più forte, era meglio correre al riparo. 

La lupa era sempre dietro di lui a farli la veglia. 

Era arrivato giusto in tempo dentro alla grotta, perché proprio in quel momento la pioggia aveva iniziato timidamente a scendere. Una volta seduto con le gambe incrociate e la pelliccia sulle spalle, mirò il cielo che si macchiava di grossi nuvoloni scuri, preannunciando la tempesta. 

Taeil sbuffò. 

La lupa nel frattempo gli si sdraio' affianco. Anche lei, guardava pensosa il cielo da cui piano piano la pioggia cadeva più forte accompagnata da lampi e fulmini.

 

Ormai era scesa la sera, e la pioggia aveva cessato di cadere. Lasciando pozze di fango e acqua da per tutto nella radura. 

A Taeil cominciava formicolarli il sedere, da quando aveva iniziato a piovere non si era mosso di un solo passo. Complice anche il fatto che nella grotta non c'era più nemmeno un buco. Tutto il branco dei lupi era venuto a rifugiarsi dentro la grotta, circondandolo. 

Fuori era tutto buio. 

"Chissà se il selvaggio starà bene.." pensò Taeil, che iniziava preoccuparsi, non lo aveva mai lasciato solo per così tanto tempo. 

Sarebbe almeno venuto a fare un salto per vedere se stava bene. 

Sfiorò un orecchio della lupa, che lo mosse come fanno i cani di solito. 

<< Lui dove è? Tu lo sai? Eh? >> la lupa alzò il muso, per poi ribassarlo. 

"Devo essere impazzito, parlo con un lupo" sospirò, ma il sospiro gli si fermò in gola quando la lupa iniziò ad ululare, seguita in gran coro dal suo branco.  

Anche se ci si era abituato, la paura non gli era mai passata. 

Era tutto dolorante, aveva bisogno di sgranchirsi un poco, ma con quel fango là fuori, proprio non se la sentiva. 

La lupa smise di ululare, e così fecero anche gli altri, sentendo con le loro orecchie delicate, un urlo lontano in risposta. 

Si sentirono dei passi che si avvicinavano di fretta, poi dalle foglie comparve il selvaggio tutto bagnato e sporco. Il corpo possente affaticato dallo sforzo della corsa e di chi sa' cosa altro. 

Era rigorosamente a torso nudo, col solito drappo che gli copriva l'intimo.

Ancora sconvolto in volto, si calmò e assunse una posa più rilassata. 

La lupa si alzò ed andò nella sua direzione, ricevendo una carezza in risposta. 

Poi il selvaggio guardò Taeil, con uno sguardo fulminante. 

I lupi si alzarono tutti, passandoli di fianco e sparendo dietro il fogliame. 

Il selvaggio si avvicino' di un passo nella direzione di Taeil, che slittò un po' più indietro nella grotta;

Il suo corpo gli si rivoltava, era tutto formicolante.

Ma il selvaggio lo raggiunse subito, appena gli arrivò vicino, Taeil si alzò di scatto. 

Non fu' una brillante idea: 

Tutto il suo corpo era un dolore, visto che era stato rannicchiato tutto quel tempo.

Non riuscì a reggersi in piedi, un po' perché gli girava la testa, un po' perché le gambe erano diventate di gelatina, e non lo reggevano più.

Ma il selvaggio non lo lasciò cadere per terra, lo sorresse con una mano dietro la schiena. Affondando gli occhi negli occhi dell'altro. La pelliccia cadde per terra, facendo rabbrividire Taeil.

Il contatto con il corpo tonico del selvaggio, lo emozionava, facendolo avvampare. 

Finché non sentì che il petto dell'altro lo stava sporcando di fango. 

Non poteva sopportare di più, tutti i batteri che gli salivano piano piano sul suo corpo.. Avrebbe cacciato un urlo, ma non ci riuscì, aveva il cervello in palla. 

La mano libera del selvaggio gli prese il mento provando a baciarlo. Con la mano poggiata per tenere fermo il viso di Taeil, il selvaggio gli sporcò il viso. 

Taeil aveva gli occhi sbarrati, raccolse tutta la sua energia per lanciare uno schiaffo al selvaggio. Appena ricevuto la sberla, il selvaggio si toccò la guancia lesa dal colpo. Taeil si portò una mano sulla bocca, si sentiva violato, la sua testa non elaborava più niente se non che doveva lavarsi. 

Ma ciò che lo salvò dal buio dei suoi pensieri, fu' l'ultima cosa che si aspettava 

<< Perché? >> gli chiese il selvaggio, con la mano poggiata ancora sulla guancia.

Taeil si guardò in torno, voleva scappare lontano da quella situazione. 

Cerco' di aggirare l'ostacolo per andarsene, di solito il selvaggio lo lasciava andare, ma quella volta no. 

Lo fermò stringendoli il braccio. 

<< Perché? >> ripete' la domanda, strattonando ancora Taeil. 

<< Mi fai male.. >> disse in un soffio Taeil, provando a farlo sentire in colpa, in modo ché cosi facendo gli lasciasse il braccio. 

Ma non lo fece, ripete' di nuovo la domanda 

<< Perché?? >> sta volta voleva una risposta, non avrebbe accettato nient'altro.

Ormai era da tempo che gli chiedeva perché non voleva nemmeno lasciarsi toccare. 

Taeil si strofinò morbosamente il braccio, che ormai il selvaggio gli aveva lasciato. 

Stavolta il selvaggio alzò gli occhi al cielo

<< PERCHE'? >> la sua voce da arrabbiato, fece scuotere Taeil che gli rispose di getto rimandandoli lo stesso tono di voce

<< Sono germofobico! >> ecco fatto. 

L'aveva detto. 

Ciò che non aveva mai detto a voce nemmeno a se stesso. 

L'aveva detto davanti ad altri. Era terrorizzato dai germi.

Gli faceva schifo quando gli altri gli stringevano la mano in modo formale. Gli piaceva essere toccato dal selvaggio, solo per questo lo lasciava fare. Ma unire le loro due bocche... era fuori questione.

Non poteva permetterselo. La sua 'malattia' non glielo permetteva. 

Ignorò la faccia corrugata del selvaggio, che stupido come era di sicuro non aveva capito. 

Scappò dando una spallata al suo compagno, che era rimasto immobile. Non poteva andare chissà dove, complice il fatto che poteva perdersi, e il fango dove affondava ogni passo. 

Si fermò boccheggiante in ginocchio alla riva del fiume, non poteva andare tanto lontano. 

Stava addirittura piangendo, per lo sforzo che aveva fatto a trattarlo cosi. 

Si lavò, finché non si sentì di nuovo al sicuro. 

Una volta che il respiro gli era tornato regolare, si tirò su'. Mentre si girò, vide il selvaggio appoggiato contro il tronco di un albero, ad aspettarlo. 

Taeil fece baciare i suoi diti indici tra di loro, guardandoli goffo. 

<< Guarda che non era una scusa... io non stavo scherzando... >> provò a farsi perdonare Taeil. 

Il selvaggio inarcò un sopracciglio.

<< Forse non sai nemmeno cosa significa.. ho paura dello sporco, fango, cose sporche, eccetera.. >> non riusciva a guardarlo in faccia mentre cercava di spiegarli la sua 'malattia'.

Il selvaggio gli si avvicinò piano, cingendoli la vita. 

Taeil si sentiva talmente in colpa che pensò di accontentarlo. Voleva baciarlo, così, tanto per fargli piacere. 

Lo guardò, e anche il selvaggio ricambiò il suo sguardo, fissandolo intensamente. Poi Taeil, tutto tremante, gli tocco le labbra con le proprie. 

Fu' quello il massimo che si azzardò a fare, e non pensava che il selvaggio gli avrebbe richiesto di più. Che ne avrebbe potuto sapere, insomma, uno come lui, dei baci? 

Ma prima che si ritrasse, il selvaggio catturò le labbra di Taeil, con un abilità che egli non credeva possibile.

Il leggero tocco dolce e zuccherino che Taeil gli aveva dato, non era niente in confronto a quello che gli aveva dato lui. 

Qualcosa di incredibilmente eccitante, gli prendeva il labbro inferiore e si impadroniva della bocca del altro come se gli appartenesse, poi introdusse la sua lingua dentro la rosea bocca di Taeil, facendogliela schiudere in tutta la sua bellezza. 

In quel momento, Taeil non riusciva a pensare che a lui, la sua mente era svuotata. 

Tutto era diventato meccanico, come se già sapesse cosa doveva fare. 

Ma quando il selvaggio si staccò, una fitta lo pervase come se mille spine lo avessero trafitto. 

D'improvviso si sentì solo, abbandonato, triste. 

Poi, tutto il resto si offuscò, la sera già buia, si oscurò ancora di più. 

 

Il selvaggio vide crollare Taeil ai suoi piedi. Lo trattene giusto al ultimo momento, per evitare che si facesse male. 

I capelli di Taeil e anche la sua faccia erano incrostati di fango. 

Ci era voluto un po' per ottenere la sua fiducia, ma alla fine ci era riuscito. 

Lo prese in braccio, e piano piano raggiunse l'orso che lo aspettava nella radura, poggiò Taeil sulla schiena dell'orso. 

<< Vieni bello, andiamo. >> disse dando una pacca sul ventre peloso dell'orso. Controllò un ultima volta che il sonnifero che gli aveva somministrato stesse facendo effetto nel modo dovuto. 

Tutto in regola, Taeil dormiva profondamente. 

Camminarono lungo molti sentieri lungo le stradine del fitto bosco. Non si vedeva da un palmo del naso per via del buio della notte. Ma lui, sapeva esattamente dove stava andando, aveva studiato quel piano in ogni suo minimo dettaglio. 

Non avrebbe potuto sbagliare, non lui. 

Arrivarono al posto che aveva pianificato, tolse alcune foglie che aveva poggiato sull'enorme pick-up nero nascosto dietro le foglie. Prese Taeil e lo sdraio' con cura nel sedile posteriore della macchina, lo copri con una coperta, sapendo quanto soffriva il freddo. 

Salutò con una calorosa carezza l'orso. 

<< Se andrà tutto bene, ci vediamo presto, amico mio. >> poggiò la fronte su quella del animale. 

Anche la lupa spuntò dal fogliame. 

La guardò sorridente e riconoscente al tempo stesso

<< Bada tu alla foresta mentre io non ci sono, tornerò, te lo prometto. >> la lupa chinò la testa, e sparì di nuovo. Anche lui la salutò con un cenno' della testa. Tornò di nuovo serio. 

Non poteva perdersi in convenevoli, era arrivato a un buon punto del suo piano, doveva andare fino in fondo. 

Sali alla guida del pick-up, mettendo in moto. 

Mentre andava via, il branco gli dava l'ultimo saluto ululando insieme. 

<< Addio. >> disse a denti stretti. 

 


 

Ciao a tutte :) 

come vi và? x°D   allora, quarto capitolo, un po'  per prepararvi
a ciò che accadrà nel quinto! ^^' eeeh.. nulla... 

*tra poco saprete chi è il selvaggio!! -tana tanaaaah,  parte la musichetta-*
Ringrazio per like, dislike ecc... :D
Il mio umore è sotto le scarpe, quindi fatemi sapere che ne pensate!
Mega cwhiuuuu :)
JI

  
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