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Autore: thelandofstories    14/05/2013    1 recensioni
| Future-fic / Daddy!Kurtbastian |
Dal testo:
"Silenzio.
Quel silenzio ed i pensieri di Sebastian, relativi ai loro ricordi, furono interrotti da un urlo.
E non proveniva da fuori; quello era un urlo, che conosceva abbastanza bene. Era di Kurt.
Sebastian! Amore! Corri, corri! Muoviti!”"
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio.

Quel pomeriggio, verso le tre, di una Domenica, anonima, in casa Hummel-Smythe, situata a New York, all’ultimo piano di un grattacielo, c’era silenzio.
Un silenzio quasi surreale, che faceva da contrasto al rumore delle auto in sottofondo, che proveniva da Manhattan, sotto di loro.

L’unica cosa che riusciva a percepire, Sebastian, dal suo studio a porta chiusa, mentre riguardava alcuni documenti per il lavoro, erano alcuni mugolii ed alcune risatine, provenienti dal salotto, provocati da suo marito che stava giocando con la loro bambina.

Suo marito, da tre anni, Kurt Elizabeth Hummel-Smythe.
La loro bambina, nata l’anno scorso, da madre surrogato, Daisy Elizabeth Hummel-Smythe.

Elizabeth, come la madre di Kurt, alla quale, Sebastian, sapeva quanto era legato.
Daisy, come i fiori che regalò Sebastian a Kurt al loro primo vero appuntamento.

***

Quel giorno era arrivato in ritardo di circa quarantacinque minuti.

Sebastian e Kurt avevano pensato ad un segno del destino, o un qualcosa del genere, dato che si erano ritrovati, dopo anni, in metropolitana, a New York, a chilometri dall’Ohio, così si erano dati appuntamento per il pomeriggio seguente, alle quattro e mezza, a Central Park. Quando entrambi sarebbero stati liberi dal lavoro.

Kurt lavorava per Vogue.com e Sebastian faceva l’avvocato, per uno studio legale.
Smythe, però, alle quattro e mezza, era ancora a Brooklyn, bloccato nel traffico.

E, proprio quando, alle cinque ed un quarto, Kurt stava per gettare la spugna con tanto di “non è cambiato affatto“ e “mi ha solo preso in giro”, la mangusta, si presentò trafelata, doveva aver corso per arrivare prima, e con i vestiti ed i capelli leggermente scombinati.

Oltre che ad essere buffo, era bellissimo.

Sebastian si chinò su una delle aiuole del parco e ne raccolse una margherita, per porgerla al ragazzo dagli occhi azzurri, davanti a sé, quasi a scusarsi perché, oltre che ad essere arrivato in ritardo, non gli aveva nemmeno preso un mazzo di rose o di qualche fiore con un significato estremamente mieloso, ma che a Kurt, sarebbe piaciuto.

“Sebastian Smythe.“
“Cosa-? Sei rincretinito nel tragitto? Lo so come ti-”
“Ssh, Hummel. Sta’ zitto. Ricominciamo. Voglio che dimentichi il Sebastian dell’Ohio.”
Kurt, alzò un sopracciglio, un po’ scettico di quella proposta, ma accettò il fiore, sorridendo ampiamente, prima di porgergli la mano.

Doveva essere cambiato. Non solo era arrivato di corsa al loro appuntamento, ma non aveva ancora fatto commenti sui suoi vestiti, il che era un punto a suo favore.

Gli avrebbe dato un’altra possibilità.

“Kurt Hummel. Piacere.”

***

Dopo quell’appuntamento, uscirono ancora ed ancora insieme, litigarono e fecero l’amore un numero infinito di volte, finché un quattro Luglio, mentre si trovavano a festeggiare, a Lima, a casa Hummel-Hudson, con gli Smythe invitati, Sebastian non chiese a Kurt di sposarlo, quando sarebbero tornati a New York.

Ovviamente prendendolo in contropiede.

Ma filò tutto liscio come l’olio. Sebastian sapeva quanto Kurt ci tenesse, ad una cosa del genere e quanto tenesse ad avere una famiglia loro. Solo loro. Nessun altro.
Infatti, a due anni dal loro matrimonio, dopo aver setacciato tutte le agenzie per madri surrogate, trovarono la loro donna perfetta. La donna che avrebbe avuto il loro bambino, in grembo, per nove mesi.

Adesso, a tre anni di matrimonio e ad un anno dalla fase “papà”, le liti erano diminuite notevolmente. Almeno non litigavano più come due ragazzini per ogni più stupida cretinata.
E, davanti alla piccola Daisy, andavano abbastanza d’accordo, anche quando litigavano per sapere chi era il padre migliore tra i due e la bambina, visto che non sapeva ancora parlare, rispondeva con versetti e batteva le manine, ridendo divertita.

***

Silenzio.

Quel silenzio ed i pensieri di Sebastian, relativi ai loro ricordi, furono interrotti da un urlo.
E non proveniva da fuori; quello era un urlo, che conosceva abbastanza bene. Era di Kurt.

Sebastian! Amore! Corri, corri! Muoviti!”

La bambina. E’ successo qualcosa alla bambina, pensò subito.

Chiuse le pratiche, con un tonfo sordo e, dopo essersi levato gli occhiali da vista, per poggiarli sulla scrivania, si precipitò, quasi di corsa, rischiando di ammazzarsi nel tappeto e nel gatto che vi ci dormiva sopra, prima di vedere il marito e la bambina, alla quale non era successo nulla, seduti sul divano.

Kurt, veramente, aveva la solita faccia che mostrava davanti ad un vestito, di marca, scontato.

“Tesoro, ma cosa è--”
“Ssh!”
Lo zittì immediatamente, il tenore, prima di sollevare la bambina da sotto le piccole braccine cicciottelle, per mostrarla al marito, come fosse un trofeo e la fece dondolare un po’, quasi la stesse incitando a fare qualcosa.

“Avanti, principessa. Di a papà Sebastian ciò che hai appena detto a me.”
“Kurt, Daisy non parla. Lo sai!”
“Ci vuoi stare un po’ zitto? La deconcentri!”
Mugolò, Hummel, frustrato e continuò a dondolare la bambina, in direzione di Sebastian, continuando ad incitarla, facendola dondolare e corrugando la fronte, con il rischio di farsi venire le rughe.

Su. Non poteva esserselo sognato.

Daisy l’aveva detto.

La bimba, guardò il padre di fronte a sé, portandosi una manina in bocca, iniziando a mordicchiarla con quei suoi due dentini, gli unici, poi iniziò a fare delle piccole smorfie, quasi si stesse concentrando e sorrise, soddisfatta.

Papà!”
Mugolò, Daisy, battendo le manine e guardò l’entusiasmo di Sebastian che si faceva strada sul suo viso, poco prima che, Kurt, che la teneva in braccio, la strinse a sé e si alzò, saltellando e riprendendo ad urlare come era successo prima.

“Ha parlato!”
“Sì! Sebastian, nostra figlia ha detto papà!”
Ovviamente, per la gioia della prima parola della loro bambina, Sebastian, si dimenticò di notificare a Kurt di dover evitare, la prossima volta, di urlare come un pazzo, con il rischio di fargli venire un infarto o, di farlo ammazzare nel tappeto, nel tentativo di raggiungerli.


Angolo Scrittrice:
Sono due giorni che penso ad una cosa del genere e mi sono decisa a scriverla.
Un po' di fluff non fa mai mai ai Kurtbastian--!
E sono riuscita a scrivere una One Shot, senza farmi arrivare ventordicimila idee per un'altra long!
Yeee!
Anyway, spero vi sia piaciuta--!

See ya'!


   
 
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