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Autore: Micole    14/05/2013    0 recensioni
Premessa: Ci sono in questa storia tanti di quei limiti da benpensanti polverizzati in un solo respiro da far invidia a un gay pride in piazza San Pietro.
In Italia ci sono tantissimi paesi con meno di cinquecento abitanti, molti di meno sono, invece, quelli che non raggiungono la cinquantina. Questo perché, ovviamente, é difficile mandare avanti l'economia di un paese così piccolo.
Eppure queste minuscole cittadine esistono e nascondono molti segreti.
Ognuno di questi paesi ha a capo delle famiglie, le Famiglie Onorevoli, che si riuniscono ad ogni festività comandata in un Consiglio Onorevole, per discutere degli affari dei loro rispettivi paesi.
La cosa curiosa é però che i Cittadini Onorevoli che partecipano al Consiglio sono gli stessi da almeno cinquecento anni e nessuno di questi sembra essere invecchiato più di un paio di anni.
I problemi di Zaira sono i suoi vestiti di marca, compiacere la madre, film di fantascienza e la cotta che tiene ben nascosta, anche a sé stessa, per il suo migliore amico.
Una volta compiuti i diciassette anni Zaira dovrà essere presentata ufficialmente al Consiglio Onorevole, così la madre decide di prepararla facendola partecipare al Consiglio Onorevole del natale prima della presentazione ufficiale.
Genere: Dark, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage
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Morterone

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Un'altra giornata, un altro infinito giorno da passare in quel minuscolo paesello in cui abitavo.

Amleto ed io passeggiavamo annoiati per le insignificanti vie del centro di Morterone; oggi in questo triste paesino i residenti sono ben 37. 
Ben dodici sono consiglieri comunali e quattro gli assessori, due gli allevatori di animali da fattoria quattro i bambini sotto i dodici anni. C'è un unico ristorante, una trattoria. La messa solo la Domenica, con il parroco che si arrampica fin qui. La segreteria comunale, due giorni a settimana, part-time.

Tutti sapevano perché Morterone non fosse mai stato abitato, benché nessuno facesse mai parola su quel paesino con le sue molto più che bizzarre tradizioni.

Qualche investitore folle aveva pensato di costruire, appena più lontano dalle abitazioni del paese, un paio di belle ville lussuose con tanto di piscina che dava la vista su tutto il paesaggio collinare circostante ma aveva semplicemente buttato i suoi soldi.

Nessuno voleva abitare a Morterone.

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Eravamo ancora reduci dalla festa della morte di una vecchia del paese. La ricordavo benissimo, altroché, era una vecchietta acida, sadica, vendicativa, cuore di pietra, figlia di Satana, che viveva vicino al parco giochi, frequentato da tutti gli abitanti del paese, in quanto unico luogo di svago.

Trovava particolarmente divertente vedere soffrire i bambini quando i loro palloni finivano nel suo tetro e secco giardino.
Usciva dalla casa con un gigantesco ago per cucire la maglia e bucava i palloni, con una violenza incredibile per la sua età, davanti agli occhi lucidi dei bambini.

Solitamente ero la sua preda preferita, ma non disprezzava certo le altre piccole vittime.

Un paio di volte cercai di avvertire qualche genitore decisamente troppo apprensivo del pericolo mentre stava per scavalcare il muretto del giardino incolto :
《Signore, fossi in lei non lo farei》.
《Ci sono dei cani?》
《 No. Cani no. Ma fucili si!》

Inoltre alla morte di ogni concittadino c'era una specie di pub che apriva appositamente per la festa di morte del malcapitato.
Non era un pub qualunque, aveva qualcosa che mi ricordava una trattoria antica, con pavimenti, soffitti e pareti in legno antico e scuro non so dire se di cenere e sporcizia o per natura del legno utilizzato, che avevano l'aria di poter andare a fuoco da un momento all'altro, soprattutto considerando che dietro a un bancone, sempre in legno scuro, c'era un enorme, no meglio gigantesco, smisurato, colossale, forno dove le capre venivano cucinate vive.

Da piccola non avevo mai assaggiato la loro carne, ma alla festa della morte della vecchia assatanata il barista, un uomo grosso sulla cinquantina con una decina di orecchini per lobo e lunghi capelli grigio scuro legati dietro la nuca, me ne diede un piccolo assaggio incoraggiandomi dicendo che era squisito.
Al primo impatto non la trovai per nulla appetibile, aveva un sapore molto intenso, feci una smorfia, ma per non demoralizzare il barista ne provai un altro pezzo e con mia grande sorpresa, superato l'impatto brutale del sapore della carne viva, era la cosa più ghiotta e prelibata che avessi mai provato.
Ci misi un po' di giorni per riabituarmi al sapore scialbo del cibo giornaliero.

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Mentre camminavo col mio sacchetto di Puff al formaggio in mano, osservavo il viso di Amleto.
Da quanto tempo eravamo amici?
Non lo ricordavo più.
Dovevo ritenermi la sedicenne più fortunata del pianeta, sarebbe stato più facile trovare un amico se mi fossi fatta suora di clausura e avessi incominciato a parlare con gli oggetti inanimati.

Col tempo eravamo cresciuti, cambiati, eppure col tempo avevo anche incominciato a trovarlo bello. 
I suoi capelli biondo cenere, quel sorriso particolare e luminoso che non riusciva a nascondere le sue emozioni, quel naso un po' lungo che poteva stare bene solo sul suo viso, le spalle larghe ed almeno venti centimetri più alto del mio misero metro e sessantacinque, cosa che, insieme a mia madre, non smetteva mai di ricordarmi.

Lo guardavo e mi rendevo conto che infondo quei suoi occhi verdi li conoscevo meglio di chiunque altro, eppure non mi stancavo mai di stare con lui, non lo trovavo scontato, nonostante immaginassi le sue risposte ancora prima che cominciasse a parlare.
Con le labbra sporche di briciole gialle e puzzolenti di formaggio buttò lì:
《Vorrei parlare un momento di quel bacio...》
《Quale bacio?》
《Quale bacio?! 》 Ripeté.

Solitamente quando mi ricordava che fra noi c'era qualcosa in più di una semplice amicizia gli rispondevo acida ma finivo per sentirmi quasi in colpa perché ero stata io ad aver iniziato con la storia dei baci. Quasi.

Certo, era vero anche che quel bacio era stato diverso: prima erano baci dati per mancanza di affetto, per disperazione, per solitudine, per far ingelosire qualcuno o semplicemente come dimostrazione d'affetto, mai passionali. Quel bacio era nato dal nulla, era nato per il semplice bisogno che avevamo l'uno dell'altro e non era stato esattamente casto.

Cambiò argomento:《 Ho una notizia!》
《Un uomo ha morso un androide?》
《 Eh?》
Fece una pausa, poi capì.
《 No!》
《Quando un androide morde un uomo, non è una notizia, ma quando un uomo morde un androide, sì che è una notizia.》 Risposi con aria da saccente.
《Zaira , devi capire che il fatto che non ci sia nemmeno l'ombra di un cinema a Morterone, non ti mette in dovere di imbottirti di scarsi film di fantascienza》
Solo lui riusciva a capirmi senza pensare che fossi pazza da legare, o forse lo pensava ma c'è da dire che lo nascondeva bene.

《Allora la notizia?》
Chiesi curiosa.
《Sei bella.》
《Non è vero e lo sai benissimo che sei un pessimo bugiardo!》
《Sì lo so ecco perché dovresti credermi se te lo dico
》.
Sembrava davvero convinto di quello che diceva.
Ridemmo. Era così infantile!

《 Sai mia madre ha iniziato, di nuovo, con la storia del mio futuro, le ho detto che non ho grandi intenzioni e che era presto per pensarci  ma mi ha risposto che non è mai presto per certe cose, beh insomma sai come fa lei. Poimi ha guardato e come se sapesse cosa mi passava per la testa ha detto che se non mi voglio allontanare potrei seguire la strada di mio fratello: lui era andato in città per seguire un corso per apicoltori e qui subito gli avevano offerto un lavoro》.

Finalmente stava vuotando il sacco.
《Niccolò è un apicoltore?》
Già, la madre di Amleto si era sbizzarrita in quanto a nomi.
《No, era allergico, gli si gonfiava la testa tre volte più del normale》.
《Dimmi che hai le foto, ti prego!》 Risposi sghignazzando con la mia solita risata acuta sperando anche di riuscire a sviare il discorso. 
《Potresti essere seria per un minuto?》
《Penso che tua madre abbia davvero ragione.》

Mi guardava sconcertato.

《Tu meriti più di quello che questo paese di contadini e apicoltori ha da offrirti.》

Lo dissi contro ogni mio interesse ma consapevole che non potevo tenerlo legato a me per puro egoismo. 
Non che non fossi una persona egoista, più che altro, essenzialmente, non nutrivo nessun interesse per il mondo che mi circondava.
Ero cresciuta con la convinzione di essere superiore, non conoscevo altri modi di ragionare se non quelli che mi aveva inculcato mia madre e la mia onorevole famiglia fin da quando ero nata.

Ma con Amleto era diverso.

《Ma tu non andrai via da qui!》 Puntò i piedi a terra come un bambino alzando il mento.
《Non per mia volontà. Sai benissimo che io non potrò mai muovermi da Morterone》.
《Infatti, lo so, ma non lo capisco. Se è una questione di soldi, potete permettervi due case in città entrambe più lussuose di quella che avete qui, il doppio delle cameriere, e comprarvi una banca e una catena di gioiellerie, lasciando un cospicuo patrimonio liquido ad eventuali eredi.》
《Dubito di trovare altre cameriere nel continente che non siano state già licenziate da mia madre》.
Feci una pausa.
《 E a parte questo piccolo problema, lei non vuole, e non credo di poter discutere di questo con lei, penso di non poter discutere proprio di niente con lei se non condivido le sue idee.》
《 Sì, tua madre è una donna all'antica, un bel po' direi. Ma perché mai io dovrei diventare un apicoltore?》
《Perché tutti speriamo che anche tu sia allergico alle api!》
《 Certo, che domanda stupida! Come ho fatto a non pensarci prima?!》 Rispose fra l'ilarità e la disperazione.

《Ma tu cosa farai?》Continuò non volendo che il discorso cadesse una volta che finalmente era riuscito a prendere piede. Mi chiedevo perché ci tenesse così tanto, non mi piaceva ammettere che non capivo, né che potevo sbagliarmi e sopratutto temevo di dire apertamente che di non condividere le idee di mia madre.

《Lo hai detto tu, la mia famiglia ha abbastanza soldi per sopravvivere senza che io debba lavorare》.
《Sopravvivere eh? Vivrai sulle spalle dei tuoi avi per tutto il resto della vita?》
《 Poi giocherò a poker, e con la fortuna che ho in amore, farò andare in banca rotta Las Vegas!》
《Stiamo parlando del tuo futuro, Zaira, il tuo futuro, non è una cazzata!》

Ecco perché ci teneva ,perché lui teneva a me. Perché non riuscivo mai a non pensare male degli altri ?

《Penso che giocherò anche ai dadi, non si sa mai.》
《Ok, ho capito basta discorsi seri. Ma pensaci, per favore》.

Era impossibile non fare come diceva quando sfoggiava quel viso da cucciolo in pensiero per me facendomi vergognare come una ladra per aver pensato male, come sempre.
Amleto non era me, lui era mille volte migliore e io non ero altro che un'egoista. Anche se non lo avrei ammesso, neanche sotto tortura medievale, dirgli di andare via da Morterone mi era costato ma lui non doveva avere a che fare con me e con la mia famiglia.

 

Note dell'autrice pazza.
Solo due minuti, 120 secondi ma anche di meno per farmi sapere se la storia vi sta piacendo.
Cosa ne pensate di Amleto e Zaira? Sono affiatati? E Morterone vi ha inquietato o affascinato
Un bacio a tutti :D

 



Nell'immagine: Morterone
  
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