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Autore: stoneheart23    14/05/2013    2 recensioni
Forse era successo qualcosa prima ma lì per lì non riusciva a ricordarlo. Sapeva soltanto che in quel momento si trovava dentro casa di sua zia e sembrava essere appena tornato da scuola visto che era seduto sul divano e di lato a lui era buttato lo zaino. Ma fuori era buio e non sembrava esserci nessuno in casa, così si mosse dal salone e si diresse verso le camere delle cugine, solo che aprendo la porta aveva trovato la sua di camera e non quella che si aspettava, ma la cosa non sembrava sorprenderlo. Così si buttò sul letto e cominciò a sfogliare la rivista Focus: era tanto tempo che non la leggeva e così si era interessato. Dopo un po’ di tempo qualcuno bussò alla finestra, era al piano terra, e lui incuriosito andò a vedere chi fosse: era Vale che lo salutò con un sorriso smagliante.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Forse era successo qualcosa prima ma lì per lì non riusciva a ricordarlo. Sapeva soltanto che in quel momento si trovava dentro casa di sua zia e sembrava essere appena tornato da scuola visto che era seduto sul divano e di lato a lui era buttato lo zaino. Ma fuori era buio e non sembrava esserci nessuno in casa, così si mosse dal salone e si diresse verso le camere delle cugine, solo che aprendo la porta aveva trovato la sua di camera e non quella che si aspettava, ma la cosa non sembrava sorprenderlo. Così si buttò sul letto e cominciò a sfogliare la rivista Focus: era tanto tempo che non la leggeva e così si era interessato. Dopo un po’ di tempo qualcuno bussò alla finestra, era al piano terra, e lui incuriosito andò a vedere chi fosse: era Vale che lo salutò con un sorriso smagliante.
Indossava una minigonna di jeans come quelle che si usano per andare in spiaggia e uno smanicato bianco che il ragazzo ricordava bene. “Ehi Biuccio sono venuta per ripetere filosofia ricordi?”. Oddio come gli piaceva quando lo chiamava così. “Certo entra pure ma perché non dalla porta scusa?” “Se no tua mamma mi vedeva e poi faceva anche a me discorsi strani”. Così con un salto sorprendentemente atletico aveva saltato dal marciapiede a dentro la finestra: solo che in questo passaggio i libri che aveva sotto il braccio erano scomparsi e senza dire altro si era lanciata addosso a lui e lo aveva baciato prima a stampo e poi decisamente in modo meno casto. Con foga i due avevano intrecciato le lingue, mentre le mani di lui obbedivano a quell’istinto che come un veleno parte da sotto la cintola e pervade tutto il corpo, arrivando infine al cervello e sballandolo del tutto. Aveva cercato i suoi fianchi, leggermente larghi e morbidi, correndo poi con la mano lungo lo spazio tra maglietta e pantalone allargandolo fino a lasciare spazio alla mano di accontentare il suo desiderio di posti proibiti. E intanto anche lei si era data da fare, dato che ormai lui non aveva più addosso la maglietta e muoveva le dita a sentire gli addominali di lui che per l’occasione sembravano avere trovato la forma migliore. Poi era toccato alla maglietta e al pantalone di lei venire giù e lo avevano fatto in scioltezza, quasi il corpo di Vale fosse stato oliato, e così anche i pantaloni di lui. Poi lui aveva cominciato a baciarla sulla guancia e poi sul collo e poi sul petto, e mentre lo faceva inspirava a fondo il profumo intenso sprigionato dai suoi seni, ancora imbrigliati in un meraviglioso pizzo nero. Lei poi lo aveva spinto dalle spalle costringendolo a cadere sul letto e lui l’aveva trascinata con se stringendola con delicatezza dai fianchi e poggiandosi sullo stipite del letto rialzato. Poi mentre lei sistemava le cosce aprendole sul suo corpo, lui aveva preso coraggio, aveva trattenuto il respiro e con entrambe le mani aveva ripercorso dal basso tutta la schiena fino a raggiungerlo: il gancio del reggiseno. Quando con un gesto quasi frettoloso lo aveva sganciato avrebbe giurato di sentire un botto silenzioso, una possente vibrazione che aveva sconvolto i sensi e aveva risvegliato tutto il sopito animale che c’era in lui; ora la ragazza seminuda era di fronte a lui ma seppe incanalare, paradossalmente con esperienza, tutta quella bruta forza risvegliata in gesti di assoluta dolcezza, dolcezza con cui lui ora la tirava a sé lasciando che i seni premessero contro il suo petto e che i capezzoli sodi dall’eccitazione gli dessero una scarica elettrica di potenza allucinante. Ora però passava il testimone a lei: Vale cominciò con le labbra a ripercorrere tutto il corpo di lui, tracciando un sentiero di baci prima sul collo, poi sul petto e gli addominali, superando infine la fragile difesa dei boxer. E lui credette di sapere ogni singola nota e ogni singola parola dei canti angelici del paradiso per come forte li sentiva intonare nella testa, il tutto frutto di un’eccitazione che i movimenti di lei portavano alla sublimazione, regalando a lui la sensazione più bella che avesse mai vissuto. Dopo però l’animale in lui aveva dato un possente colpo di coda, che si tradusse in una spinta di forza sovrumana con la quale lui la prese e la portò su, scambiando le posizioni dei corpi e i ruoli di quella danza favolosa. E anche lui aveva ripercorso il sentiero di baci ma con foga, intento solo a liberare la parte più intima di lei dal velo di quel pizzo. E lo fece. Adesso niente li separava, niente si contrapponeva tra l’unione dei loro corpi e dei loro cuori nell’ultimo e puro atto di quel ballo di emozioni, baci e membra intrecciate. A lui bastò seguire l’istinto e lasciò che il movimento intimo si ripetesse, si ripetesse tra i gemiti di piacere e le unghiate di lei, i respiri sincroni di due colombe nell’angolo più buio del nido; fino all’estrema sensazione, la scarica e il grido finale che fecero definitivamente di due corpi un cuore e un’anima sola…
  
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