Sognami che io
farò lo stesso e ci potremmo rincontrare
In un mondo di cui nessun altro sa le coordinate ti darò la
chiave lì ti aspetterò
Lì ti cercherò li ti aspetterò
(Finley- Domani)
La gente si aspettava
che tornato in Ohio Thad ricominciasse a comportarsi come prima, serate
allo Scandals e scopate occasionali, sbronze colossali e stato comatoso
tutto il resto del giorno. E bhé, sullo stato comatoso ci
avevano preso, ma perché Thad non riusciva più a
dormire.
Continuava a rivedere
quegli occhi verdi in tutti i suoi sogni, ed erano così
reali che quando si alzava di scatto sentiva una sensazione di
mancanza, come quando si sogna di essere incinta e di avere il pancione
per poi svegliarsi ed avere la pancia piatta come sempre. Questa
sensazione era talmente destabilizzante per Thad che aveva paura di
addormentarsi e quando inevitabilmente lo faceva si risvegliava con
quegli occhi verdi che lo guardavano nel buio della sua camera ed era
impossibile riaddormentarsi.
Aveva provato di tutto, dai sonniferi a provare ad uscire la sera,
sperando di dimenticarli, ma inevitabilmente continuava a cercarli
nella folla.
Stava per impazzire, ne era sicuro. Se di lì a una settimana
non sarebbe iniziata la scuola avrebbe preso il primo volo per Parigi
e, a costo di metterci una vita, avrebbe ritrovato quel ragazzo.
Sebastian era un
ragazzo intelligente e molto, molto cocciuto.
Senza sapere
esattamente in quale momento di follia era riuscito a prendere la targa
del pullman del ragazzo dagli occhi scuri. Essere il figlio di un pezzo
grosso della mediazione fra Francia e America aveva i suoi vantaggi:
oltre a una quantità di soldi inimmaginabile, per casa loro
giravano vari tipi di dipendenti, da camerieri a guardie armate,
giardinieri e soprattutto avvocati. Avvocati con stagisti
giovani facilmente corrompibili. Dopotutto,non si dice mai di
no al figlio del capo se non ti vuoi ritrovare a casa.
E così
aveva scoperto un sacco di cose interessanti su quel pullman. Era
diretto all’aeroporto, l’autista si chiamava Stan,
era il pullman di un albergo nel centro di Parigi, il Centre Ville
Etoile, e i passeggeri erano un gruppo di ragazzi americani, di cui non
era riuscito a recuperare i nomi, il cui volo partiva da Parigi, faceva
scalo a NY e poi ripartiva per l’Ohio.
Ohio, lo stesso posto
dove sarebbe stato lui nel giro di due settimane.
Quando i Niff erano
tornati dalla California si erano spaventati nel vedere il loro amico
in quelle condizioni, il volto scavato segnato da profonde occhiaie
violacee. Gli aveva detto che faceva fatica a dormire, ma non pensavano
che la situazione fosse cosi grave, era praticamente uno zombie, e per
quanto allora avessero provato a dargli una mano, organizzando dei
pigiama party, serate fra amici e sfiancanti scampagnate, comunque
non riusciva a dormire più di un paio d’ore al
giorno, crollando varie volte durante la giornata e rigirandosi senza
sosta la notte,facendo chiedere loro come avrebbe fatto con il rientro
a scuola.
Un pomeriggio, cercando di tenerlo su di morale, erroneamente gli
chiesero delle foto di Parigi.
”Oh, le foto di Parigi, le avevo
dimenticate” borbottò
lui andando a cercare la sua amata Nikon per mettere le foto sul pc. Ne
aveva fatte veramente tante, e in più ogni tanto la
macchinetta era finita in mano a qualcun altro, come durante il viaggio
di ritorno, di cui restava una serie di foto di gente che dormiva nelle
posizioni più assurde ed esilaranti sul pullman, paesaggi
sfocati fatti in movimento e una foto a un palazzo buffo, che era
piaciuto tanto a Flint, dove vi era il ragazzo dagli occhi verdi.
Quando Thad vide quella foto pensò che fosse un altro dei
suoi sogni, un altro scherzo della sua mente, cosi iniziò a
prendersi a pizzicotti finche Nick non lo fermò.
Non poteva crederci, aveva una sua foto. E ora?
Magari avrebbe potuto mettere un annuncio come quelli degli animali
persi.
Cercasi ragazzo con degli occhi verdi incrociato a Parigi,
unica cosa che ho di lui è questa foto.
Era comunque un punto di partenza, o almeno era qualcosa.
L’aveva stampata subito e appesa fra le altre sulla sua
parete, ignorando le occhiate e le domande che gli stavano porgendo
Nick e Jeff.
Nick e Jeff, mi ero dimenticato di loro.
Non aveva raccontato niente a loro, o meglio, non aveva
raccontato niente a nessuno.
Gli sembrava
così stupido dire “Ragazzi non riesco a
dormire perché sono ossessionato da un ragazzo di cui
ricordo solo gli occhi e che ho visto di sfuggito dal pullman.”, ma
ora quel ragazzo aveva un volto, un po’ sfocato si, ma aveva
un volto.
Chissà,forse più tardi gliel’avrebbe
raccontato, ma si era fatta l’ora di cena e fra una fetta di
pizza e una maratona di Iron man lui si era addormentato sul divano e
una volta risvegliato si era trovato nel suo letto e riesciva a vedere
il sole che spuntava dalle inferiate chiuse.
L’aveva
sognatos si, ma era così diverso quel sogno, così
dettagliato e nitido, che sembrava più un ricordo. Di scatto
si eri girato verso la parete e aveva riconosciuto il suo sogno in
quella foto.
Finalmente riposato, si era alzato dal letto ed era andato a sfiorare i
contorni di quel viso con un dito.
-Ti troverò-
Sussurrò al vento, sperando portasse il suo messaggio a quel
ragazzo.
Sebastian era appena
sceso dal suo aereo quando una folata di vento lo investì,
così rigenerante dopo tutte quelle notti insonni passate a
pensare a quegli occhi.
Sentiva che quella nuova aria che stava respirando portava con
sé una speranza,sembrava che sussurrasse “ ti
troverò” e che ad ogni passo che faceva lo potesse
sentire sempre di più.
Era lì fuori da qualche parte e lui l’avrebbe
trovato.
LaRagazzaConICapelliInFiamme
Piccola precisazione che ho dimenticato dal capitolo precedente. Ho
parlato di Louis, gentilmente tratto da quella magnifica storia
‘’ Louis Mercier’’.
Un paio di persone mi hanno chiesto di approfondire i personaggi di
Louis e Nicole, e io c’ho pensato, ma visto che Louis non
è di mia proprietà, andatevi a leggere quella
favolosa storia, per Nicole invece vedremo più avanti,
perché ho in mente di ritirarla in ballo. Ora passo ad altro
perché non voglio dare spoiler.
Questo capitolo. Cosa dire? È stato complicato,
perché l’idea che avevo una volta scritta era un
quarto di capitolo. Il resto non so come e da dove sia uscito.
Il nome del Hotel è vero, l’ho preso su internet,
cosi a caso e sinceramente non so cosa fa un ambasciatore, ho scritto
come mi faceva comodo che fosse (?)
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto, soprattutto chi ha
recensito, mi fa piacere sapere che vi sia piaciuto, quindi non fate
complimenti a esprimervi su questo.
Un grazie speciale a Ness che mi beta <36
Melipedia
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