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Autore: ELE106    15/05/2013    7 recensioni
[wincest] A Dean, frugare nel suo borsone per più di un minuto e mezzo, non è mai piaciuto. Non è un ragazzo ordinato, ma nel suo disordine è in grado di muoversi perfettamente e trovare quel che cerca in pochi secondi. La pazienza non è mai stata il suo forte. E sono già dieci minuti buoni che lancia il contenuto della maledetta borsa per aria, alla ricerca delle sue mutande nere... quelle speciali, quelle con l’elastico grigio che non stringe troppo sui fianchi. Quelle, insomma!'
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima stagione, Seconda stagione
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Contesto: da qualche parte tra la prima e la seconda stagione.
Pairing: Slash; Wincest (don’t like, don’t read ;D)
Beta: Thinias (la martire ;D)
Disclaimer: Dean e Sam non mi appartengono; questa è un'opera di fantasia; non rispecchia i gusti sessuali dei personaggi; non ha scopo di lucro; ecc …
Note: purtroppo per voi (e per lei), l’avevo promessa a DeanLoveCass... spero possa perdonarmi!!!
 

Quel che è mio...


 
A Dean, frugare nel suo borsone per più di un minuto e mezzo, non è mai piaciuto. Non è un ragazzo ordinato, ma nel suo disordine è in grado di muoversi perfettamente e trovare quel che cerca in pochi secondi. La pazienza non è mai stata il suo forte. E sono già dieci minuti buoni che lancia il contenuto della maledetta borsa per aria, alla ricerca delle sue mutande nere... quelle speciali, quelle con l’elastico grigio che non stringe troppo sui fianchi. Quelle, insomma!

Borbottare ed imprecare è l’unica cosa che gli impedisce di prendere suo fratello a testate. Si, perché Dean sa perfettamente chi deve ringraziare per avergli rubato le mutande. Prima che ci mettesse le mani, infatti, i suoi vestiti nel borsone erano perfettamente piegati. Dean non piega i suoi vestiti. Dean li ammucchia tutti appallottolati, come fanno gli uomini veri! Come fanno i duri! Come fa un fottuto Winchester che si rispetti!
 
 “Maledizione, Sam! Vieni fuori dal cesso, subito!”
 
Si pianta davanti alla porta del bagno, dritto, con le mani appoggiate ai fianchi, gonfiando il petto e stampandosi in faccia uno dei suoi peggiori ghigni incazzosi.
Passano altri cinque minuti abbondanti, durante i quali Dean alterna dondolii nevrotici sul posto, a vere e proprie crisi isteriche, accompagnate da calci volanti e braccia per aria, sbuffi e imprecazioni sempre più colorite.

“Vuoi uscire, dannazione!? Sam, guarda che sfondo la porta!”

“Ma si può sapere che cavolo hai stamattina?”

Il minore gli risponde calmo, prima di aprire la porta e comparire sulla soglia, con una salvietta appoggiata sulla testa e lo spazzolino da denti in bocca. Il ritratto della serenità. La pace interiore, in persona.
Dean lo fulmina con un’occhiataccia alla Clint Eastwood, gli punta il dito in faccia e lo sposta poi verso il suo borsone, indicandogli dove guardare.
Vorrebbe contare fino a duemilaottocentottantaquattro, prima di parlare, perché non è certo di riuscire a pronunciare una sola parola, senza che piovano cazzotti ben assestati su quella boccaccia, giusto per levargli quell’espressione beata dalla faccia.

Sam rimane in attesa, con aria interrogativa, spostando lo sguardo da lui al borsone.

“Allora?”

Dean si porta due dita alle tempie e le sfrega nervosamente, chiudendo gli occhi ed inspirando una, due, tre volte.

“Ti giuro, Sam, io proprio non ricordo dove sta scritto, e soprattutto quand’è che lo avrei firmato, che devo condividere le mie mutande con mio fratello minore?! Detesto che ti metti le mie mutande, chiaro?! Non lo fare più!”

Sam smette di spazzolarsi i denti e lo osserva curioso, probabilmente chiedendosi quanto ci metterà a perdere definitivamente le staffe e dare spettacolo. Cosa che lo diverte oltre ogni dire.

“Quante storie! Chiediti piuttosto come fai a distinguere le tue mutande dalle mie, quando tiriamo fuori tutta la nostra roba insieme, dalle lavatrici a gettoni?! Sono identiche! Perché poi ci tieni tanto?”

Dean lo segue con lo sguardo, mentre si sposta per la stanza, ripone lo spazzolino con cura nella sacca, si siede sul letto con un bel tonfo rilassato ed inizia a frizionarsi i capelli con l’asciugamano. Il tutto sempre con la massima calma. Cosa che lo manda letteralmente in bestia.

“E’ una cosa che mi inquieta, ok? Mi sa di anomalo...”

Sam ride di gusto e si accomoda all’indietro, sostenendosi con le braccia. Appoggia le mani al materasso e apre le gambe, per stare più comodo.

“Si... certo! Perché la posizione in cui lo abbiamo fatto stanotte invece, non lo è...”

Ammicca in direzione del fratello maggiore, che gli si para davanti, posizionandosi in piedi di fronte a lui, serio e risoluto.

“Non voglio che ti metti le mie mutande, punto! Perché cazzo ti devi mettere le mie mutande?”

E continua ad agitargli il dito in faccia, come stesse sgridando un cagnolino.

“Perché sono più comode...”

Servita su un piatto d’argento, Dean non può non approfittarne.

“Ovvio, perché ho il pacco più grosso del tuo!”

Sorride, incrociando le braccia la petto con l’aria tronfia del vincitore.

“Piuttosto direi che hai il culo più grosso del mio! Hai messo su peso, fratellone...”

Dicendolo, Sam si rialza e si sporge verso Dean, pizzicandolo a tradimento sui fianchi e scoppiando poi a ridere, quando si accorge che il maggiore è leggermente arrossito.

“Fottiti!”

Pacca di Dean sul ginocchio di Sam.

“Ci pensi già tu...”

Sam si ristende sul materasso e ammicca di nuovo.

“Già, quindi lo sai che ho il pacco più grosso...”

“Punti di vista...”

“Vista di chi? Brutto idiota!”

Altra pacca di Dean sul ginocchio di Sam, che se non smette di ridere finirà per avere unacrisi respiratoria. Il minore prende fiato un secondo, prima di scacciare la mano di Dean, che continua a dargli pacche sul ginocchio, facendolo dondolare di continuo.

“E piantala di colpirmi!”
 
Fastidioso, riferito a suo fratello maggiore, non descrive assolutamente il soggetto. Piaga, si avvicina un po’ di più. Sam decide di accontentarlo, dandogli un qualche genere di spiegazione.

“Mi metto le tue cazzo di mutande perché anche se sono più alto, tu sei più grasso e mi stanno comode, ok? Ci navigo dentro... e mi piace!”

Dean strabuzza gli occhi sorpreso e scuote la testa, mentre si allontana per tornare al suo borsone.

“Tu sei malato... non ti mettere più le mie mutande, Sam! Dico sul serio!”

Gli punta di nuovo il dito contro e a Sam comincia un po’ a dare sui nervi. Inizia a pensare che la cosa potrebbe diventare divertente sul serio, se solo suo fratello la piantasse di fare l’isterico per un qualche paio di mutande in meno. Si alza dal letto e si avvicina a Dean, portando le braccia in avanti, in segno di resa.

“Ok, ok... allora mi levo anche queste?”

Sbottona il primo passante dei jeans, mostrando l’elastico grigio dell’intimo. Proprio quelle che cercava Dean, maledetto spilungone anoressico!

“E me le riporti lavate e profumate!”

Non lo guarda in faccia, perché sa perfettamente cosa vedrebbe: il sorrisetto bastardo che Sam sfodera ogni volta che vuol fargli perdere un confronto, sfoderando l’infallibile arma del ‘colpo basso alla libido di Dean!’.

 “Le tolgo ora? Proprio ora?”

Sfida.

“Tipo, SUBITO!”

Colta.

“Ok... anche la camicia è tua... tolgo anche quella?”

Sam fa scendere un lembo della camicia dalla spalla destra e fa scivolare fuori il braccio dalla stoffa, piano, occhi negli occhi con Dean, il quale non ha potuto evitare di rialzare lo sguardo e rimanere a fissarlo, con la bocca vergognosamente aperta.
Deglutisce e sta al gioco.

“Certamente! E mi pare proprio che sia mia anche la t-shirt...”

Fa un passo in avanti verso il minore e gli si avvicina lentamente.

“Sammy, levati tutto! E’ chiaro che è tutta roba mia... Compreso quello che c’è dentro!”

Sam ridacchia ancora, mentre si spoglia e osserva Dean raggiungerlo a grandi falcate, con le braccia già aperte, pronto al placcaggio e al rovinoso atterraggio sul materasso.

“Egoista!”

Sbuffa Sam, mentre l’altro gli crolla sopra.

“Ladro!”

Ringhia Dean, rientrando finalmente in possesso delle sue mutande.
 
 
 




Fine.
 
 
 
 
 
Nda: bene... ogni volta che penso di aver appeso la tastiera al chiodo (??????), arriva l’onda assassina e finisce che scrivo ‘ste assurdità. Viene seriamente da chiedersi perché le pubblico?!!?!? Per fare del male a me e a voi, ovvio!! Addiooooooooooooooooooooooooooooooooooooo e grazie!! XDDD
   
 
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