TO LOVE OR NOT TO LOVE, THAT'S THE QUESTION
questa one-shot fa parte della storia "LIKE A PHOENIX" (--->http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1476376&i=1) e si colloca tra il capitolo 23 e il 24.
Il temporale
infuria impetuoso sulla mia testa e non accenna di calmarsi.
Ormai avrò fatto più di due chilometri, ma non mi
fermo, anzi incremento
l'andatura incurante delle pozzanghere.
Sento i muscoli bruciare, i polmoni che reclamano l'aria e il cuore che
batte
per pompare sangue nelle mie gambe, ma va bene.
Se penso a quello, non penso ad altro. Non penso a lei.
Ed è proprio per quello che cerco di distrarmi con le
goccioline di pioggia che
si infrangono sul mio viso. Non voglio pensare a lei. Non devo. So
perfettamente che è stupido dirlo adesso, soprattutto dopo
averle chiesto di
essere la mia ragazza, ma non riesco a non accorgermi quanto io sia
cambiato,
quanto tutto questo sia lontano dall'Adam che ero.
Non mi capisco più, da quando la conosco.
Non riesco a comprendere quel sentimento devastante che mi stringe lo
stomaco
in una morsa ogni volta che la vedo, quella sensazione di rabbia e
frustrazione
ogni volta che parla di quell'idiota biondo, quell'emozione che mi
percorre
tutto il corpo e mi riempie il cuore di gioia quando solo la sfioro.
È stupido. E confuso.
Non mi sono mai comportato così con una ragazza. Fino a
pochi mesi prima mi
bastava conoscerla, uscirci un paio di volte e divertirmici a letto.
Punto. Io
non chiedevo di più, loro non chiedevano di più.
Se andava bene restavamo
amici, altrimenti andavamo avanti con le nostre vite. Non ho mai
provato un...
attaccamento così forte. Non mi sono mai sentito
così debole davanti a una
donna e non mi è mai importato molto di quello che lei
faceva.
Con Amanda, ora, è tutto diverso. Non riesco a sfiorarla
senza sentirmi
eccitato come un ragazzino. Non sono in grado di non preoccuparmi per
lei, di
non sentirmi ansioso ogni volta che è lontana, soprattutto
in compagnia di un
esponente maschile. Non sono uno di quei ragazzi che vuole mettere le
catene
alla sua donna per tenersela accanto, ma, in quel momento, sotto la
pioggia e
in mezzo alla strada, non riesco a reprimere un ringhio rabbioso al
pensiero
che lei trova in quello stupido bar. Da sola.
Charlie dice che sono geloso marcio.
Non sono geloso.
Mi da solo tantissimo fastidio che lei passi del
tempo con quello
psicopatico. Mi fa solo fremere di rabbia il pensiero che lui possa
anche solo
sfiorarla.
Ma non solo geloso.
È solo che le voglio bene, in fondo, e non voglio che la
faccia soffrire.
Solo questo?
Accidenti, ora mi immagino pure le risposte di Charlie ai miei stupidi
pensieri. Diamine, no! Non è solo per quello. Ma allora per
cosa?
Sei geloso della tua ragazza, è normale, idiota.
Scuoto la testa, accelerando. No, no e ancora no.
Non sono geloso.
Ma Amanda è la mia ragazza. La mia
Lupacchiotta.
Perché tengo così tanto a lei?
Lei è così diversa da tutte le altre. Con lei non
ho cercato subito un
approccio fisico.
Siamo diventati amici. Amici sul serio, quasi come con Charlie. Avevamo
sviluppato una complicità tale da capirci con uno sguardo.
Poi è arrivata quella terribile sera.
Forse è iniziato tutto lì, forse è
stata l'immagine di lei, rannicchiata per
terra in lacrime a fare scattare qualcosa dentro di me.
Da quel momento mi sono ritrovato a essere sempre più
protettivo verso di lei,
anche inconsciamente. E non riesco a capirne il perché.
Eravamo amici, punto. Ma allora perché il solo pensiero che
qualcuno la
sfiorasse mi faceva salire il sangue al cervello?
Sono mesi che mi ripeto che devo reprimere quelle emozioni. Io non
posso
provare dei sentimenti per una ragazza, è una cosa talmente
estranea che è
assurdo anche solo pensarci. Io sono quello che metteva subito in
chiaro che,
mai, avrei voluto essere condizionato da una donna. Solo sesso. Punto.
E invece mi trovo a preoccuparmi per una ragazzina, la mia compagna di
banco,
alla quale mi sono affezionato quasi come se fosse una sorella.
Ma io non volevo quello, non volevo affezionarmi a lei. Volevo soltanto
un'amica.
E forse è per quello che, con il tempo, ho deciso di far
prevalere l'istinto
nelle mie decisioni. Ho cercato di passare con lei più tempo
possibile,
trattandola come mai avevo trattato una ragazza. Ho iniziato ad
apprezzarla
sempre di più, non solo come amica. Lei c'era sempre per me
e io cercavo di
essere presente. Dovevo solo convincermi che era solo un'amica, e ho
finito con il prendermi una cotta per lei!
Un sorriso amaro mi si dipinge sulle labbra al ricordo della sua
espressione
delusa quando, in Inghilterra, ho incontrato le due francesine.
Forse anche lei era gelosa tanto quanto me.
Sbuffo, fermandomi un attimo in mezzo al marciapiede per riprendere
fiato,
incurante della pioggia e delle persone attorno a me.
A che servono tutti questi pensieri, mi chiedo.
Prima ero un donnaiolo incallito, ora ho una ragazza.
Qual'è il problema?
Il problema sono le emozioni che mi risveglia dentro proprio quella
ragazza.
Emozioni che non so gestire, comprendere e affrontare.
Emozioni che mi fanno paura.
Tuttavia non voglio perderla. È importante per me, Amanda.
È più della mia
ragazza, è la mia migliore amica, l'unica donna con la quale
non voglio solo
far sesso. Vorrei fare mille cose con lei, ma non ho la più
pallida idea di
come metterle in pratica.
Mi sento come un sedicenne alle prime armi. Mi sento uno stupido.
Scuoto la testa e rabbrividisco, alzando gli occhi verso il cielo. La
pioggia
non cenna a smettere, sembra quasi che i nuvoloni grigi debbano essere
strizzati fino all'ultima goccia.
Riprendo la corsa verso casa, questa volta più moderata.
Cerco di non pensarci, ma non posso fare a meno che i miei pensieri
tornino a
lei, di nuovo.
Vorrei prendere il telefono e chiamarla, chiederle com'è
andata con l'idiota,
ma il mio orgoglio mi blocca. Mi chiede perché devo essere
solo io quello che
deve rimuginarci sopra per ore, perchè devo nascondere che
vorrei spaccare il
muso al maniaco biondo.
Lei deve capire che sono geloso.
Merda, l'ho ammesso. Ho ammesso di essere geloso, ora non si torna
più indietro.
Vorrei accantonare il mio ego, per una volta, ma non lo faccio. Voglio
che
anche lei si senta un macigno sul cuore. Sono solo un fottuto egoista.
Arrivo a casa e mi butto sotto la doccia per cercare di calmare i
tremiti. Ho
freddo e mal di testa, di sicuro è tutta colpa di quei
pensieri.
Ho solo bisogno di dormire e dimenticarla per un attimo.
Devo riequilibrare la mia vita, riuscire ad ammettere che le emozioni
che provo
per lei sono una cosa positiva, anche se nuova. Ho agito troppo
d'impulso
baciandola, quel pomeriggio. Ma erano mesi che volevo provare il sapore
delle
sue labbra, vedere se erano davvero così morbide e invitanti
come sembravano.
Da quando il mio giudizio per lei si è trasformato da "che
gnocca" a "che
angelo"? Da quando preferisco averla solo al mio fianco, senza pensare
al
sesso? Effettivamente, ora che ci penso, sono mesi che sono in
astinenza.
Ho bisogno di tempo, adesso. Non voglio perderla, ma non voglio neanche
sentirmi estraneo a tutto.
In questo momento voglio solo addormentarmi e sognarla. Sì,
sognarla per
dimenticarla. Sognare per capire quello che provo.
Voglio sognare il suo sorriso e i suoi occhi. Voglio solamente perdermi
nell'odore dolce dei suoi capelli e nella morbidezza della sua pelle.
Voglio solo imparare ad amarla.
Per chi già conosce la storia (alla quale riporto -->
Il titolo, ovviamente,
riporta alla frase di Amleto, eroe Shakespeariano, "To be or not to be,
that's the question". Beh, io amo Shakespeare!!
Ma tornando a questa
one-shot. Non so come sia uscita. Sinceramente non era nemmeno
prevista, ma mentre mi facevo la doccia e pensavo al capitolo
successivo (sì, le due cose sono strettamente collegate e,
no, non sono pazza...), mi sono chiesta: Amanda ha espresso i suoi
pensieri, e Adam? Così eccomi qua. Spero che vi sia piaciuta
e ringrazio di cuore la mia compagna di banco che l'ha letta in
anteprima e mi ha aiutata a sistemarla. Ringrazio anche tutti quelli
che leggono la mia storia "Like a Phoenix" e le storie già
concluse che, nonostante tutto, ricevono ancora molti visitatori!
Fatemi sapere cosa ne
pensate e se vi piacerebbe avere altri missing moment dal punto di
vista maschile: non è facile scriverli, visto che ovviamente
sono una donna, ma è una sfida che accetto volentieri,
quindi non preoccupatevi!
Penso di avere detto
tutto... beh, avevo promesso che avrei postato questa storia in
settimana, ma essendo già a mercoledì ed essendo
riuscita a pubblicare l'ultimo capitolo solo oggi, ho deciso di
metterle tutte e due insieme, soprattutto per questioni di tempistica.
Spero non vi dispiaccia ;)
a rileggerci presto, spero
mikchan