Author:Ino chan
Fandom:Heroes.
Rating Arancione " non tanto per le scene, ma per la tematica"
Genere:Oneshot. Incest "relazione
zio/nipote"
Personaggi:Claire Bennet. Peter Petrelli
Paring: Claire/ Peter
Avvertenze:Ambientata nel futuro alternativo mostrato nella puntata "Five years gone"
Disclamer: La canzone presente nella fic è "Il mio inizio sei tu" presente nel fim animato " Anastasia", senza contare che i
personaggi citati, non mi appartengono e che non scrivo per lucrare sull'altrui
genio,ma per soddisfare la mia voglia di pucciosità! ^__^
Dedicata: Dedico questa fic
a tutti coloro che odiano gli sceneggiatori di Heroes
per aver reso questi due adorabili puccini
zio e nipote, segando le gambe ad una storia d'amore che aveva tutte le
premesse per essere la più bella del telefilm. E ovviamente a chi non sopporta
" come me "
West e Caitlin.
Buona lettura.
"Il mio inizio sei tu"
Sola al luna park.
Claire Bennet
sentiva di aver toccato realmente il fondo!
Per evitare di suicidarsi per la solitudine, aveva deciso di
abbandonare quelle quattro mura rosa confetto che formavano la sua camera, per
prendere una boccata d'aria, svagarsi un po', nella speranza di togliersi dalla
testa la telefonata a Nathan della sera prima e il
viso di Peter che la implorava di sparargli.
Si sentiva in colpa.
Come mai nella sua vita.
L'esplosione di New York non gravava solo sulle spalle di Peter, ma anche sulle sue, perchè non aveva avuto il
coraggio di porre fine alla sua vita come gli aveva chiesto.
Cercando conforto aveva dato la botta finale alla stabilità mentale di Nathan, voleva parlare, voleva parlare di Peter, perchè le mancava da morire, non mentendo in conto
che a Nathan mancava quanto a lei se non di più...
Però, nonostante tutto era stata una conversazione davvero strana, più
che chiederle sue notizie, le aveva chiesto in maniera quasi ossessiva dove si
trovava, finchè snervata non aveva chiuso la
comunicazione.
Forse suo "padre",ovvero Noah Bennet, aveva ragione...
Doveva dimenticarlo.
Infondo lei e Peter si erano frequentati per poco
meno di una settimana, in quel lontano settembre di cinque anni prima, il loro
non poteva essere definito un normale rapporto zio/ nipote o almeno amicale, ma il suo dolce eroe
dagli occhi tristi non voleva proprio saperne di lasciare il suo cuore.
Lo rivedeva in sogno quasi tutte le notti,
quel sorriso rassegnato a essere dispensatore involontario di morte non le dava
pace e con la sua irrequietezza cresceva l'odio per quell'algida
virago che rispondeva al nome di Angela Petrelli.
-Uno per favore...-
Per essere un parco giochi itinerante era davvero carino.
Una piccola cartolina dove tutti erano felici e parevano fare a cazzotti
con il gelo che sentiva addosso,si guardò attorno, in
cerca di qualcosa da fare. Infilando il biglietto in tasca, scegliendo con gli
occhi l'attrazione.
-Uh...Che palle.-
Uffa, ma che le era saltato in mente!?
Non le erano mai piaciuti i Luna Park, tutta colpa del depliant che Lyle aveva portato a casa! Era stato lui a farle balenare
l'idea per poi mollarla davanti alla porta di casa per rispondere ad un sms di un amico.
-Se vuoi non vado...-
Come avrebbe potuto dirgli di no? Almeno lui era riuscito a farsi degli
amici, per quale ragione avrebbe dovuto mettergli i bastoni fra le ruote?
Non se lo meritava, da quando lo aveva
strappato via da Odessa non riusciva a guardarlo in faccia senza sentirsi in
colpa anche nei suoi confronti.
-No. Dai vai pure. Sono abbastanza grande per andare al Luna Park da sola!-
Montagne russe? ...No... Avevo lo stomaco
debole.
Casa degli specchi? ...Aveva superato lo
stadio della vanesia cheerleader... Ammirarsi in
tutte le forme e dimensioni non le interessava.
Casa stregata?... Con tutto quello che era
successo in quell'anno, non aveva bisogno di altri
spaventi, quelli che gli aveva fatto prendere Saylar
alla festa dell'Homecaming e i cari signori della
Compagnia che non parevano essersi rassegnati alla sua scomparsa, gli sarebbero
passati per tutta la vita.
Si grattò una guancia sedendosi su una panchina, chi le aveva fatto
fare a venire? Forse era se rimaneva a letto a fare la muffa. Fece scivolare il
capo all'indietro, spostando lo sguardo dai carrozzoni colorati, al cielo
terso.
Allora era così che sarebbe trascorsa tutta la sua vita? Sola su una
panchina a guardare gli altri vivere?
-Di solito la gente viene al Luna Park per divertirsi... Non per
deprimersi all'area aperta...- Claire spalancò gli
occhi, socchiudendo le labbra, sentendo lo stomaco esplodere in mille
pezzettini al suono di quella voce leggermente roca, ma che infondo non era
cambiata molto-...Sei cresciuta scricciolino...-
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime alla
vista di quella figura nero vestita e di fronte a quegli occhi nocciola
che la fissavano benevoli, mosse le labbra modulando il nome che qualcuno nella
sua testa stava qualcuno pazzo di gioia stava urlando a squarciagola.
-Peter...-
-Ho saputo che hai chiesto di me...- le tese la mano, sorridendole quando la ragazza la ignorò buttandoglisi
fra le braccia, stringendo fra le dita il pesante trench nero che
indossava-...I patti erano che non ci saremmo più dovuti rivedere... Sei stata
avventata a chiamare Nathan.-le accarezzò dolcemente
la nuca, poggiando il mento fra i suoi capelli-
Non è più la persona che conoscevamo.-
Claire scostò il capo dal petto
di Peter poggiando lo sguardo sul volto sfreggiato dell'ormai ex-infermiere, un dolore asfissiante
gli alterava
i lineamenti, annuì lasciandolo andare,
serrando le braccia al seno, facendo scivolare il mento al petto.
-Lo so, ma non sapevo a chi rivolgermi...-lo guardò- Volevo tanto
rivederti...-
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-E così, prima del mio arrivo eri ad un passo dal suicidarti...-
commentò Peter, alla fine del racconto di Claire, sfilando il portafoglio dalla tasca leterale dei jeans, mentre la ragazza tendeva la mano verso
il bastoncino che reggeva lo zucchero filato-Allora ho
fatto bene a venire a sprezzo del pericolo.- "e del mio rapporto con Niki" soggiunse mentalmente.
-Benissimo.- strappò un po' di lanetta zuccherosa e se la infilò
appallottolata in bocca- Non so come mi è saltato in mente a venire!- si guardò
attorno abbassando di colpo la voce- A me fanno schifo i Luna Park!-
Peter alzò la tesa del
berretto da beseball che teneva calato sul capo,
sorridendo divertito- Tu sei tutta matta...- esclamò facendole segno di andare-
Dato che siamo qua...Perchè non facciamo qualcosa?-
-I tronchi! I TRONCHI!-
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-Io non mi fiderò più di te!- esclamò Peter
sfilandosi il cappellino dal capo, strizzandolo con rabbia, sporcandosi le sue
converse nere con i lacci bianchi, mentre Claire
scoppiava a ridere,abbassando il cappuccio che si era
tirata sul capo -Ora capisco perchè ti sei bardata come uno sherpa prima di
salire...- le rivolse un occhiataccia cercando di frenare quelle risa, per poi
ritrovarsi a ridere a sua volta, contagiato da quello scoppio di ilarità.
-Birbante.-
Claire si alzò sulle punte
facendogli passare le mani fra i capelli, spettinandolo ancora di più, impressionandosi quando si rese conto di essersi spostata un
tantino troppo verso il viso dell'amico.
-Che sto facendo?- si disse allontanandosi con
un salto, mordendosi il labbro, distogliendo lo sguardo dal viso di Petrelli, scostandosi da un paio di passi da lui.
Non riusciva a capirne il motivo,ma tendeva a
dimenticare che era suo zio e quei comportamenti che ogni tanto gli regalava
potevano essere fraintesi, sporcati dal loro legame di sangue.
-Casa stregata?- propose Peter, poggiandole
una mano sulla spalla, distogliendola dai suoi pensieri, indicandole il
carrozzone verde acido, coperto da ragnatele finte e enormi ragni di plastica.
-Non mi sembra sto granchè...- Che bugiarda
che era!Per essere un capannone piuttosto piccolo sembrava abbastanza fornito,
la verità era che avrebbe donato volentieri un rene piuttosto che entrare in
quel piccolo regno del terrore!-Facciamo le montagne russe e preghiamo che non
si sbollino sotto il nostro peso?-
-Po...po...po...pollo!- la burlò l'uomo
inarcando un sopracciglio nella sua direzione, regalandole un sorrisetto di scherno che la fece arrossire sul posto.
-Va bene andiamo!- gli prese un braccio e se lo tirò dietro, per poi
aggiungere di fronte alle porte dell'attrazione- Ma
non rispondo delle
mie coronarie.-
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-Avanti Claire...Ce la puoi fare...Sei
sopravvissuta a Sylar, puoi soppravvire
anche a questo no?... Oh andiamo, un bel respiro...-
Si, quella poteva essere considerata la seconda pessima idea della
giornata. Quando aveva acconsentito ad entrare aveva messo le mani avanti sulle
condizioni del suo cuore, ma forse avrebbe dovuto scusarci in anticipo per
quello che avrebbe potuto combinare il suo intestino se così frequentemente
sollecitato.
-Oddio, ma chi è il loro arredatore? Dario Argento? Vlad
l'implatore? ...Guarda qua? AH!- era ad un passo dal
liquefarsi come l'Urlo di Moonk per il terroere,quando
una mano andò a serrarsi attorno alla sua.
Guardò Peter con occhi da cucciolo implorante, mentre questo se la
tirava appresso facendole superare il primo ostacolo della casa, domandandosi
se le sue mani fossero sempre state così calde.
-Fifona.-mormorò l'uomo scostandosi di lato
alla vista di uno zombie impiccato.
-Non sono una fifona...- precisò la ragazza, portandosi dietro un'orecchio un ricciolino
non più biondo, ma color castagna - Sono solo leggermente paurosa.- incontrò
gli occhi nocciola di Peter lasciandosi andare ad
un'altra sonora risata contro la sua spalla.
-Ma fa silenzio
coniglietto.-
Che diavolo stava facendo?
Per quale ragione si era precipitato da lei dopo aver ascoltato quell'intercetazione telefonica?
Era ricercato dalla sicurezza nazionale come terrorista, la sue foto erano ad ogni ufficio postale, se fossero
riusciti a catturarlo sarebbe finito dritto, dritto nel laboratorio di Suresh, fra provette e esperimenti del nuovo dottor Pavlov, ma non gli importava...
Forse per quell'assurdo sentimento per quella
ragazzina dal sorriso triste che l'aveva eletto a suo
eroe. Per quell'abominevole passione per colei che
avrebbe dovuto chiamare nipotina e non amore...
Non lo sapeva e questo lo spaventava...
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-Credo che sia arrivato il momento di andarmene...-
Claire annuì tirando fuori un
fazzolettino dal pacchetto e passandolo sul capo di Peter,
asciugandolo ancora, dato che grondava ancora acqua dalla loro puntatina ai tronchi.
-E' stato bello rivederti.-disse
appallottolandolo e buttandolo nel cestino, mentre l'uomo cercava di trovare il
coraggio di staccarsi da lei, di far zittire quella vocina bastarda che gli
diceva di fregarsene di tutto, la comune morale in
testa e di baciarla-Stammi bene "zietto"!-
Peter fece una smorfia poggiandole
un colpetto in mezzo alla fronte, prendendo dalle tasche le chiavi della
macchina- E tu non fare danni..."nipotina"...-
Claire lo vide uscire dal parco
giochi, le spalle curve a combattere il vento che si era improvvisamente
levato, ancora una volta gli stava dicendo addio, alla prossima volta che si
sarebbe incontrati o forse a mai più,o forse ad
un'altra vita, dove non ci sarebbe stato nessun legame di sangue a dividerli e
invece che ad unirli.
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"Venivamo da esperienze
sbagliate,
ben lontani dal vederci mai più
ma siamo qua fabbricanti di sogni,
il mio inizio sei tu…
Sconosciuti tu non eri nei piani,
stiam vivendo nuove complicità
ma era un po’ che il cuore voleva
Funzionerà…”
Anche la radio sembrava avercela con lui, con il suo sano e giusto
proposito di non rivedere mai più Claire, di
lasciarla vivere il suo sano e giusto mondo di ragazza di 21 anni, con qualcuno
che la ami e che non la trascini all'inferno con sè.
Infilò la chiave nel quadro, cercando d'ignorare la canzone urlata
dagli alto-parlanti del Parco Giochi, lottando con la
marcia che non voleva saperne d'ingranarsi e con il motore in agonia.
Se avesse saputo che non esiste il destino avrebbe detto che c'era la
mano di qualcuno in tutta quella sfiga...A meno che non aveva rotto qualche
specchio e non lo ricordava...
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“…Con te che io voglio riempire i miei
giorni
Te che io voglio far veri i miei sogni
Questo viaggio ha porti sicuri
Chiari contorni…
Ci sarò per la fine del mondo
Ci sarò per amarti di più
E così se chiami rispondo
Il mio vero inizio sei tu…”
Il suo vero inizio.
Aveva sperato di trovarlo in lui.
Aveva sperato di trovare lo stesso coraggio che c'era in lei. Se solo
lui avesse voluto, lei avrebbe mandato a farsi benedire tutta la comune ragione
morale, perchè non te ne fai nulla di una buona reputazione se aspetti solo di
morire, per liberare il tuo corpo dalla fatica di essere viva.
C'aveva sperato, ma Peter non aveva mai fatto
un passo in quella direzione. Si era sempre comportato come un bravo zio, anche
quel pomeriggio non aveva fatto altro che rinnovare quell'affezione
che si deve alla figlia del proprio fratello.
Si sedette facendo scivolare il capo fra le mani.
Doveva smettere di illudersi.
Doveva smettere di aspettarlo.
Lui non si sarebbe mai lanciato in quell'inferno
per lei. Non lo avrebbe mai fatto neanche se era il
suo "eroe".
Sospirò,asciugandosi gli occhi con il dorso
delle dita, trasalendo quando ...
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Claire sentiva la gola talmente
riarsa che per un attimo pensò che avesse per sempre perso l'uso della parola,
assieme a quello ben più importante della ragione. Peter
le si era avvicinato, afferrandole il gomito,
tirandola in piedi con uno strattone.
"La nostra vita passava
cercando
felicità
con
te un futuro ce l'ho
l'ho
aspettavo da un po'
niente
ancora ci cambierà..."
-Che c'è?-
Era
decisamente troppo vicino. Se non si toglieva nel giro di due secondi poteva
dire addio a tutti i suoi buoni propositi di dimenticarli e di rifarsi una
nuova vita, magari con quel bel tipo suo collega alla tavola calda dove
lavorava.
-Peter...-
Il suo rispeiro le accarezzava dolcemente il viso, l'odore del suo
dopo barba agli aghi di pino le stava facendo girare la testa, all'improvviso
si trivò a ringraziare quella mano che la stringeva
forte, fino a farle quasi male.
Cercò di
prendere fiato per la terza domanda in un minuto scarso, quando la bocca di Peter coprì la sua, coinvolgendola in un bacio che
l'avrebbe sicuramente spedita a parte indietro contro la panchina, se lui non
avesse spostato la sua presa ai gomiti per la vita.
Con te
che
io voglio riempire i miei giorni
Te
che
io voglio far veri i miei sogni
Te
questo
viaggio ha porti sicuri, chiari contorni.."
Claire si alzò sulle punte, tendendosi in un disperato invito a continuare, a
dare di più in quel contatto, stringendolo forte contro di lei, affondando le
mani fra i suoi capelli, meravigliandosi di trovarli così morbidi.
-Peter...-
-Lo so, lo
so...- disse lui contro le sue labbra- Però non potevo
farne a meno...- Lei annuì cercando di ricacciare indietro le lacrime,
sorridendogli in maniera forzata, accarezzandogli il viso, soffermandosi a
quella vetrosa cicatrice che gli induriva il volto, che aveva tramutato il
ragazzo sognatore in un uomo finito.
-Adesso lo
sai che non ti lascerò più andare via, vero?-
-E tu lo
sai che questo non sarebbe mai dovuto succedere?...Che
questo è sbagliato?- le prese il viso fra le mani baciandola ancora,
obbligandola ad aprire la bocca, rendendo completo quel contatto all'inizio
appena accennato, contraddicendosi alla grande, strappando una risata alla
ragazza conto le sue labbra.
-Il destino
non è scritto nella pietra...- mormorò Claire,
perdendosi in quelle amate iridi nocciola, che per la prima volta vedeva così
da vicino-Ne sono sempre stata convinta, però...- strofinò il naso contro il
suo, cercando di spezzare la tensione del momento- E' stupido combatterlo quando è desiderato e porta amore.-
-Non ci
daranno mai pace, è una cosa contro natura.- s'impuntò Peter,
senza però lasciarla andare.
-Per
parafrase il grande Dante Alighieri non ti curar di loro, ma guarda e passa...-
-E allora
iniziamo da qui?- chiese Petrelli
La canzone
andava lentamente sfumando nel parco giochi, fra le risate dei bambini e i
rumori delle attrazioni;la moretta annuì stringendogli
le braccia attorno al collo.
"Ci sarò per la fine del mondo
Ci sarò per amarti di più
E così se chiami rispondo
il
mio vero inizio sei tu”
-Iniziamo
da noi...-
Fine.
Siate pure brutali. Fa schifo? E' la cosa peggiore che abbiate
mai letto? Tranquilli ho le spalle larghe fatevi pure sotto. Sapete, ho
in cantiere una matt/ jessica,
me felice XD. Dopo averla promossa nel fandom non
posso certo abbandonarla,no?