Cap14
Nel
tardo pomeriggio un ragazzo era immobile in piedi davanti la
finestra, chiuso nella sua camera d’albergo, stringeva stretto in mano
un cellulare continuando a guardarne ossessivamente lo schermo.
Un
respiro profondo e si mise a sedere sul bordo del regale letto. Più risoluto
che mai iniziò a comporre un numero sulla tastiera e avvicinò a sé il telefono: Hey Silvia! Come va?-disse cercando di rimanere
tranquillo domando gli sbalzi di tono della voce dovuti all’ansia- Si,
anche io bene.. senti, ti ho chiamato per sapere se
potevi togliermi un curiosità- chiuse gli occhi scoraggiato, che scusa
cretina! - stasera ti va di uscire solo noi due?- l’aveva chiesto deciso,
tutto d’un fiato.
La
faccia gli divenne paonazza. Era teso come un corda di
violino, in attesa di ricevere una risposta dall’altra parte della cornetta.
Erano una lunga tortura i secondi passati in bilico sul dubbio.
D’un
tratto gli si illuminò il volto con un radioso
sorriso. Spalancò gli occhi sgomenti, increduli, ma
felici, sorpresi da un’inaspettata risposta.
LEI
AVEVA ACCETTATO.
Voleva
saltare dalla gioia, ma prima di farlo si ricordò di chiudere la telefonata con
la ragazza rimasta in linea.
Appena
attaccò, uscì di corsa dalla stanza urlando a perdi
fiato nel corridoio : Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiill! Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiill! Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiill!
Un
mucchio di capelli corvini fecero capolino da una
porta pochi metri più avanti. Il biondo si fermò sgommando davanti all’amico
esterrefatto. Adesso stava fermo sull’uscio a braccia conserte.
B: Gusty, che c’è?
G: Bill, l’ho chiamata.. HA
ACCETTATO!!-
gli urlò in faccia saltandogli al collo per la contentezza
B: Grande Gusty!!!!sono felicissimo per te!
Vedi che avevo ragione..
G: si, ma
ora il problema è un altro: cosa mi metto?- chiese con fare scoraggiato
B: uhm…
camicia e jeans?....dipende dove andate. Cosa hai organizzato?- l’amico impallidì all’istante
G: oddio!..non lo so..- era disperato- ero
così concentrato sulla telefonata che non ho pianificato nulla!- si
appoggiò moggio al muro
B: beh, per
cena puoi andare nello stesso ristorante in cui siamo andati io e Sere! E’
carino, semplice e tranquillo. Se vuoi chiamo e prenoto a nome tuo.- concluse
sorridendo.
G: grazie Bill!- saltandogli nuovamente al collo, poi riprese- e
dopo cena?- pausa di riflessione- dove sta questo ristorante?
B: vicino
al Colosseo perché?
G: poi ti
racconto...sei un angelo, grazie!-urla scappando.
Il
cantante rimase sulla porta a guardarlo allontanarsi ed entrare velocemente
nella sua stanza.
Fece
scivolare il cellulare fra le dita per posarlo sul tavolo. Rimase lì impalata
per un paio di minuti in silenzio. Ferma e zitta. Poi con uno
rapido scatto riprese il telefono e digitò un numero.
-Vieni
subito qui!!!!!!!!è urgente!!!!!- urlando nella
cornetta a chissà quale malcapitato.
Chiuse
la chiamata e andò sparata in bagno a farsi una doccia.
20
minuti più tardi la signora Travagli aprì la porta di
casa trovandosi davanti una delle amiche della figlia: Ciao Lalu!
L: salve
signora, c’è Silvia?
La
signora non fece in tempo a rispondere che un urlò
proveniente dalla camera della figlia la sovrastò: MIMMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Lalu corse
preoccupata
dall’amica: che è successo?
S: Gustav mi ha dato un appuntamento
per stasera!-esclamò
l’altra
L:
wiiiiiiiiiiiiiiii! Finalmente! Dottoressa Stranamore colpisce ancora!yeah!-
mettendosi in posa plastica.
S:
ma smettila di fare la scema!piuttosto aiutami con i vestiti..ti ho chiamato per
questo.
L:
va bene caVa! Ci pensa la
tua Giorgia Armadi!- sventolando una manina in aria con fare altezzoso e
sciccoso. Da vera diva dell’alta moda…
Scoppiarono
a ridere fragorosamente.
Dopo
un po’ si ripresero, iniziarono a smistare le maglie della riccia per trovarne una adatta all’occasione.
Appena sceso dalla macchina ebbe una visione: Silvia
impegnata a scendere le scale. Come al solito era in
nero dalla testa ai piedi, ma per la prima volta la vedeva indossare una
graziosa minigonna, dalla quale uscivano un paio di gambe da urlo.
G: Wow!sei
stupenda!
– lei ringraziò arrossendo in volto e salutandolo con un bacio sulla guancia
S: Allora dove mi porti stasera?- chiese lei salendo in
macchina.
Il solito furgoncino preso in affitto per la vacanza del
gruppo tedesco.
G: A cena
fuori
– rispose fiero.
La
ragazza fu sorpresa dal ristorante. Era tutto così inaspettato, così bello,
così favoloso nel senso che sembrava di stare in una favola.
La
coppia cenò chiacchierando del più e del meno con qualche battuta buttata lì
per farsi due risate, come facevano sempre.
Finita
la cena, decisero di farsi una tranquilla passeggiata per aver il tempo di
conoscersi meglio, affrontare argomenti anche un po’ più seri. Parlarono
addirittura della divorzio dei genitori di Silvia e
della difficile infanzia del ragazzo, confidandosi tutte le emozioni correlate.
Camminarono
per metri e metri, dall’imponente Colosseo
fino ad arrivare all’obelisco di Piazza del Popolo. Una volta giunti, si misero a sedere su una delle tante panchine che circondano
la fontana.
Lei
continuava a parlare ininterrottamente, presa dal nervoso imbarazzo, che cercò
di contenere per tutta la sera.
Gustav le sedeva accanto, in silenzio, rapito dai suoi gesti,
mirando ogni particolare, ascoltando interessato parola per parola.
Ad
un tratto iniziò a sfiorarle il dorso della mano a lui vicina.
La
ragazza arrossì vistosamente, ma continuò imperterrita
a parlare.
Lui
allora le accarezzò le braccia e poi i capelli, infine le passò un tocco
leggero sul collo nascosto dalla cascata di boccoli. In quel momento Silvia
ebbe un tuffo al cuore, interruppe improvvisamente il flusso continuo di interminabili discorsi adottati come deterrente a
situazione imbarazzanti come quella.
Si
voltò e sorrise al tedesco che era rimasto ad osservarla in tutto quel tempo.
Lui ricambiò e avvicinandosi le diede un bacio piccolo ma pieno di emozioni. Tante emozioni da far
sussultare la ragazza folgorata da quella sorpresa così piacevole.
-Finalmente!- sussurrò, stupendosi per prima da ciò che uscì
così naturalmente dalla sua bocca.
Poi
fu lei ad afferrare il comando delle azioni: gli prese fra le mani il volto e
lo baciò con trasporto, assaggiando ancora il sapore di quelle labbra che tante
volte si era scoperta a fissare con desiderio. Lui si fece prendere dal
trasporto e la abbracciò dolcemente. Rimasero così accoccolati fino a quando un vento pungente non li destò dal torpore
creatosi.
Tornarono
alla macchina dirigendosi
verso casa di Silvia per darsi
S: vorrei
che questa notte non finisse mai..- lo abbracciò appoggiando
la testa sul petto dove all’interno i battiti del cuore stavano accelerando
all’inverosimile. Troppa felicità in quelle poche parole. Troppa felicità tutta
insieme. Troppa felicità per quell’abbraccio. Tanta
da sembrare un sogno..
G: Anche
io!-
lui sorrise – Non avrei mai potuto credere che potesse
essere tutto così perfetto, nemmeno nel migliore dei piani – lei
sorrise – sono stato benissimo con te, sono SEMPRE stato bene con te!
Le
loro labbra si unirono in un morbido bacio, frutto della gioia che regnava nei
loro occhi.
Stretti
in un abbraccio, catturati dall’ardore, dominati dal desiderio, il bacio si
fece più appassionato. I fugaci tocchi divennero rapidi morsi. Le lingue si intrecciavano come se stessero lottando con furia.
Condividevano lo stesso respiro pesante. I loro occhi si incrociarono
e in un secondo si capirono: si infilarono nel furgoncino ancora avvinghiati.
Le
mani accarezzavano la pelle come assetate da quel tocco.
Scesero
sotto i vestiti.
Questi
volarono via in pochi attimi.
Le
bocche rimasero sempre unite, intente ad assaporarsi
convulsamente.
I
loro corpi le imitarono..
Si
unirono persi in un vortice di sensi.
Brividi,
gemiti,
carezze,
sguardi,
sorrisi,
strette,
incroci.
Adrenalina
e passione.
Felicità
e leggerezza mentale.
Imprigionati
da quel fervore e ben contenti di esserlo.
I
corpi aderivano e si strusciavano di continuo bloccati
in movimenti sinuosi.
Gli
occhi fissi uno nell’altra.
I
cuori erano sul punto di scoppiare.
Vennero
entrambi.
Niente
urli, solo lievi sospiri ravvicinati.
Una
magica sensazione di rilassamento li avvolse.
Così
stravolti, si sdraiarono sul quel sedile adibito da talamo amoroso. Lei nelle
forti braccia di lui.
Come
assopiti da quel benessere fisico e sensoriale, il tempo passò senza lasciar
segno. Lentamente i due si ripresero da quello stato di nirvana.
G: sei
unica!
Silvia
nascose timidamente il proprio volto dal tenero volto
del ragazzo che continuò: E’ stato veramente bello!
Lei
si limitò ad annuire per poi mostrare un’espressione triste
G:
cosa hai? Ho detto qualcosa di sbagliato? Ho fatto qualcosa che ti ha dato
fastidio?- preoccupandosi per l’improvviso cambiamento.
S: è che
non voglio. Non voglio andare a casa, ma devo! Non so che ore siano,ma dal cinguettio intorno credo manchi poco all’alba e
quindi è tardi e devo tornare.- concluse seria.
G: l’alba???????????????????- esclamò sconcertato.
Aveva
totalmente perso la concezione del tempo. Stava vivendo finalmente il suo sogno
e le ore erano volate incuranti della loro gioia.
Era
come se fossero passati pochi secondi da quando si
decise a baciarla sulla panchina.
Poi
realizzando meglio la situazione disse: Mi dispiace!
S: Giurami
che domani ci vediamo e stiamo insieme tutto il giorno!- chiese speranzosa, per
avere una reale conferma a quella favola privata.
G: giuro
sulla mia batteria!- confermò allegro il tedesco- è la cosa più cara che posseggo!- concluse illuminandosi con un sorriso a
32 denti.
Si
rivestirono e scesero dalla macchina per salutarsi definitivamente per quella
notte. Notte magnifica per entrambi.
Un ultimo bacio prima di andare da Morfeo.
Grazie a chi legge e recensisce ogni volta…………you
make me so happy!:)
Vorrei ringraziare anche le ragazze che mi hanno contattato su msn. Tutte simpaticissime!!!!
Freiheit 489 grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Stupendo il tuo complimento
_PuCiA_ idea grandiosa!ihihihihihih
una protesta per Tom! Che strage sti
ragazzi!;)
Recensite in tante!!!!!!!!!!!!!!
Questo è il penultimo capitolo. Il prossimo sarà l’ultimo di
questa fan fiction!
KISSSSSSSSS