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Autore: martipalm    16/05/2013    0 recensioni
-Sei pazzo-
-No tu, lurida puttanella, TU [...]
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Briarcliff, 2020.
Annata speciale per questo posto. Chiuso dopo il grande scandalo diretto saggiamente dalla giornalista Lana Winters, ora riapre i battenti.
Riprendendo uno spirito di tradizione sarà gestito nuovamente dal clero, in particolare è stato affidato al Monsignore Jared Hamilton che seguirà l’andamento degli eventi, secondo le sue parole, <>.

Nelle varie interviste afferma <>.”
 




Marise Walter, 18 anni.
 
-Sei un pazzo- urlava a squarciagola, in quella casetta di campagna appena fuori città. Nessuno poteva sentirla.
-Oh no, TU, lurida puttanella, tu mi hai fatto incazzare- quell’uomo, più verso i 40 che i 30 anni, teneva in mano una mazza di legno. La maneggiava con semplicità ed eleganza, quasi fosse un nastro di una ginnasta. La fece volteggiare in aria e fece per calarla sul viso della ragazza. All’improvviso si fermò.
-Marise, tesoro, sai che non voglio farti del male- l’espressione corrucciata del volto si spiegò in un sorriso smagliante. Tutta la rabbia di poco prima era sparita e ora al suo posto vi era la serenità più profonda.
La ragazza si alzò lentamente da terra e asciugò le lacrime con una mano.
-Si, Mark, lo so- andò in bagno e si guardò allo specchio. Il viso era pulito, solo gli occhi arrossati, niente di più. Si sciacquò la faccia e rinfrescò il collo.
Tornò con passo svelto in cucina. –Preparo la cena-.
Mentre affettava i cetrioli pensò alla sua vita e alla scelta stupida di fuggire con l’uomo “maturo” della giornata. Innamorata, aveva detto ai suoi. In realtà era solo stupida.
Non era mai arrivato a picchiarla, la terrorizzava solo e poi diceva che non le avrebbe mai torto un capello. Stronzate. Sarebbe stata solo questione di tempo.
Sentiva il suo passo farsi più vicino. La prese per la vita e l’attirò vicino al cavallo dei suoi pantaloni.
-Dai amore, facciamo la pace- le sussurrò.
In quel momento Marise si volse a guardarlo negli occhi. Lo sguardo malizioso e gli occhi pieni di desiderio. Lo spinse sdraiato sul tavolo della cucina senza mai distogliere l’attenzione dal viso di lui.
Iniziò a baciarlo sul ventre e con voce suadente gli consigliò di chiudere gli occhi. Salì a cavalcioni sul suo corpo.
Con una rapidità inafferrabile piantò il coltello che teneva in mano dal principio sul diaframma e seguì con esso il sentiero che portava fino all’ombelico.
-APRI GLI OCCHI ADESSO, STRONZO- urlò in preda da un’euforia quasi ironica.
L’uomo strillò di dolore ma ormai il suo ventre era aperto in due e una quantità esorbitante di sangue ne fuoriusciva. L’ultima cosa che vide fu Marise che sghignazzava.
-Vai all’inferno-.
 
Fu portata nell’istituto una settimana dopo l’omicidio.
Marise non era pazza, aveva perso il controllo, ma lei sapeva di non avere niente che non andava. Era sana. Il problema è che le conveniva essere pazza.
Essere giudicata malata di mente non l’avrebbe fatta finire in prigione. E lei non voleva finire in quel luogo perché non vi apparteneva. Quell’uomo era un pericolo per lei e non meritava di vivere.
Aveva preso il posto del Signore e aveva deciso la sorte di una vita. Qualche volta bisognava arrangiarsi.
Il suo ingresso a Briarcliff fu semplice.
La portarono dentro due poliziotti, nessuno si girò a guardarla, e fu accompagnata nella sala per cambiarsi.
Le diedero un paio di jeans e una maglietta. Vestiti normali, per gente comune. Un’infermiera le tolse la manette e le sorrise. Non era spaventata dal fatto che fosse un’assassina. Quel gesto la tranquillizzò.
Finito questo passaggio fu portata nell’ufficio del Monsignore che l’attendeva affiancato da una donna di mezz’età vestita di nero.
-Salve io sono Monsignore Jared e lei è la dottoressa Caroline- le porse la mano e fu ricambiato con una stretta un po’ preoccupata.
-Ti seguirà nel tuo percorso- concluse.
-Ho ucciso un uomo e voi mi porgete la mano. Sono leggermente confusa- ironizzò Marise.
-Qui non giudichiamo, sei qui per fare un percorso di redenzione. La tua mente e il tuo spirito devono essere curati, mia cara- sorrise l’uomo.
-Niente punizioni corporali? Sa anche io conosco la storia di questo posto-.
Il volto di Jared si rabbuiò. –Nessun passato, signorina. E ora vada, la prego-.
Marise ammiccò e uscì dalla stanza accompagnata dall’infermiera amichevole che l’aveva aiutata a vestirsi. L’accompagnò nella sala comune e in quel momento la ragazza comprese che forse la prigione non era un posto così brutto come credeva.
  
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