Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Silhouette    16/05/2013    3 recensioni
Una normale ragazza che si ritrova nel cuore della notte una strana cabina nel giardino e un'uomo che ne esce fuori. Non sa che quello sarò l'inizio di un avventura che rivoluzionerà tutto ciò che lei sapeva della sua vita e delle sue origini
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi chiamo Hope Nelson, sono una ragazza normale: capelli castani, occhi castani, altezza e peso nella media. Nulla degno di nota. La mia vita è sempre stata tranquilla. Sono cresciuta a Londra dopo che un incendio ha distrutto la nostra casa, distruggendo i miei ricordi d’infanzia. Io, però, non ho memoria di tutto questo. Ho un vuoto nella mia memoria, è come se la mia vita fosse iniziata all’età di 8 anni. Ormai da quei giorni sono cresciuta, ho vent’anni e mi sono trasferita in una piccola casa con giardino a Kensingtone studio all’università. Ho sempre pensato che la mia vita fosse normale, non troppo particolare, ma ben presto scoprii quando mi fossi sbagliata.
 
 
Quella era stata una lunga giornata e non vedevo l’ora di andarmene a dormire. Non mi fu difficile prendere sonno appena mi misi a letto, nessun incubo scosse i miei sogni e come sempre mi apparve un albero dalle foglie argentate che si stagliava contro un immenso cielo arancione, con i raggi del sole che facevano brillare le foglie. Quel sogno che facevo fin da quando ero piccola, un sogno a cui non ero mai riuscita a dare un senso o una spiegazione.
All’improvviso fui riportata alla realtà. Non mi svegliavo mai per dei rumori, ma quello strano rumore che sentii mi raggiunse anche nei sogni. Un rumore che non avevo mai sentito e a cui non sapevo dare una spiegazione. Mi alzai a sedere e cercai di capire da dove provenisse lo stano rumore: il giardino. Misi gli occhiali da vista e mi avviai cauta verso al finestra che dava sul giardino. Il rumore aveva smesso e, appena guardai in giardino, mi sfregai gli occhi per controllare di aver visto bene. Nel bel mezzo del mio giardino era apparsa una grande cabina blu della polizia! Com’era potuta apparire dal nulla?! E nel mezzo del giardino! Mentre mi stavo chiedendo se era un effetto della cena al ristorante indiano con le mie amiche o se stessi ancora dormendo, la porta della cabina si aprì facendo uscire del fumo e un uomo dall’aspetto bizzarro. Con un gesto veloce mi nascosi e guardai furtivamente il giardino. L’uomo tossì un paio di volte e si accasciò a terra.
Mi sedetti appoggiandomi contro il muro pensando a cosa fare. Dopo qualche secondo corsi nel giardino e mi avvicinai all’uomo disteso a terra. Gli sentii il polso e mi stupii di nuovo, il suono che sentii non era quello di un semplice cuore, era come se battesse a velocità doppia o come se ne avesse due… non poteva essere! Quella serata stava diventando sempre più strana.
Non potevo di certo lasciarlo lì fuori in giardino, dovevo aiutarlo. Decisi quindi di portarlo dentro casa anche se quell’operazione mi costò una grande fatica, lui era più alto e più robusto di me e io non sono poi così forte. Riuscii a farlo sdraiare sul divano e rimasi a osservarlo un attimo. Doveva avere circa 25 anni, o almeno così mi sembrava, era alto, capelli castani e un mento un po’ pronunciato. Non dava segni di riprendersi ma non potevo ritornarmene a letto come niente fosse, c’era uno sconosciuto sdraiato sul mio divano.
Con mille dubbi in mente decisi di mettere a bollire dell’acqua per il te, almeno avrei preso tempo. Il tempo trascorreva con una lentezza indicibile, mi persi a osservare il vapore che saliva dalla tazza e rischiai di riaddormentarsi. Non so quanto tempo fosse passato, forse un’ora, ma lo sconosciuto non dava ancora segno di ripresa. Quando mi ero ormai arresa e stavo per ritornarmene a dormire vidi che dava qualche segno di ripresa, si mosse un po’ e poi scattò seduto. Osservò il luogo dove si trovava e scattò verso il giardino gridando – il TARDIS!- senza dare segno di avermi vista.
Lo raggiunsi nel giardino e lo trovai ad abbracciare quella cabina per poi provare ad aprirla, con scarsi risultati e con lui che iniziava a disperarsi. Mi chiesi cosa potesse mai avere di tanto speciale quella cabina, era solo una vecchia cabina della polizia; anche se mi restava il dubbio di come fosse potuta apparire nel mio giardino... come se si fosse accorto solo in quel momento della mia presenza si girò verso di me e si avvicinò
- Che cosa è successo?- mi chiese quasi fosse stata colpa mia
- Non guardare me! Sei tu che sei apparso nel bel mezzo della notte nel mio giardino con una cabina blu, ne sei uscito avvolto dal fumo e sei svenuto sul prato- gli risposi forse poco delicata ma innervosita dal fatto che incolpasse a me.
- Ahh- disse ritornando a osservare la cabina e tornando a ignorarmi
A quel punto mi stavo davvero innervosendo. Lui era apparso nel mio giardino a notte fonda e, senza darmi una minima spiegazione o ringraziarmi per averlo aiutato, mi stava completamente ignorando.
Mi misi davanti a lui – Mi devi una spiegazione! Chi sei? Cosa ci fai nel mio giardino? E, soprattutto, come è apparsa questa cabina nel mio giardino??- gli dissi fissandolo e indicando la cabina alle mie spalle
In quel momento mi sembrò quasi mortificato, dispiaciuto di tutto il casino che aveva causato.
- Hai ragione, scusa, non mi sono neanche presentato- disse sfoggiando un sorriso – io sono il Dottore!- e con un gesto leggero si sistemò il cravattino
- Dottore? Dottore di cosa?- chiesi un po’ dubbiosa
- Solo Dottore. E tu sei?-
- Mi chiamo Hope e abito in questa casa-
- Molto piacere Hope, per le altre domande ti risponderò in un altro momento. Adesso devo trovare una soluzione al fatto che il TARDIS non vuole aprirsi-
Anche se non capivo bene cosa intendesse gli offrii di nuovo il mio aiuto – Se vuoi posso ospitarti per la notte, ho una stanza per gli ospiti-
La sua espressione rimase dubbiosa per qualche secondo ma poi accettò volentieri. Gli feci strada fino al piano di sopra e davanti alla porta della camera, augurandogli la buona notte e tornandomene in camera mia. Mi buttai nel letto, chiedendomi se non avessi sognato tutto. Erano cose così prive di senso quelle successe quella notte che il fatto di aver sognato tutto non mi avrebbe sorpreso affatto. Guardai di sfuggita l’orologio: le 3 e 30 del mattino; chiusi gl’occhi e sperai di riuscire a riposare un po’. Morfeo mi colse ben presto tra le sue braccia e mi accolse con lo splendente cielo arancione, sogno classico di ogni mia notte.
 
Mi svegliai delicatamente con il sole che mi illuminava il volto e pensai di aver sognato davvero ciò che era successo la notte precedente. Con i sensi ancora ovattati dal sonno mi diressi verso la finestra, da cui entrava un leggero alito di vento, e capii che non avevo sognato un bel niente. Nel mezzo del mio giardino c’era ancora la cabina blu e, seduto davanti, c’era il Dottore.
Raggiunsi il giardino dopo essermi cambiata e mi avvicinai al Dottore.
- Buon giorno!- gli dissi per fargli notare la mia presenza – ancora niente?
- No! Non ne vuole sapere di aprirsi e ho quasi capito il motivo- rispose senza distogliere lo sguardo dalla cabina
- E quale sarebbe questo motivo?-
- E’ successo qualcosa di strano negli ultimi tempi?-
- No perché?-
- Vedi queste impronte- mi disse indicando delle impronte che giravano intorno al TARDIS – qualcuno ha cercato di entrare nel TARDIS e nessun umano lo avrebbe mai fatto. Questo significa che c’è un alieno nelle vicinanze-
- Un alieno a Londra?!- chiesi incuriosita e stupita. Non era mai successo nulla di particolare nella mia vita e un alieno nel mio giardino era la cosa più strana e avventurosa che mi fosse mai successa – e che cosa hai intenzione di fare?-
- Non lo so… ci devo pensare-
- Cerca di non distruggere tutto mentre sono via. D’accordo?- gli dissi sperando che avesse capito
- Tranquilla non distruggerò niente in tua assenza- rispose facendomi l’occhiolino
Tornai in camera e mi preparai per uscire, dando ogni tanto un’occhiata al giardino ma il Dottore non accennava a muoversi. Pensai che sarei stata comunque in pensiero mentre ero via e continuavo a chiedermi come potessi fidarmi così tanto di qualcuno che conoscevo a malapena da un giorno ma sentivo che potevo fidarmi.
Quando tornai in giardino, il Dottore stava girando intorno al TARDIS e alzo lo sguardo percependo la mia presenza.
- Esci?-
- Si...comportati bene e non toccare le mie cose- mi sentivo una madre che fa le raccomandazioni al proprio figlio
- Tranquilla! Non sono un malfattore, sono un gentiluomo!- disse aggiustandosi il cravattino... lo faceva sempre
- Perché ti sistemi sempre il cravattino?- gli chiesi con un sorriso curioso
- I cravattini sono forti!- disse con sguardo fiero e sistemandosi il cravattino un’altra volta
Risi al suo gesto e mi diressi verso la porta per uscire, sperando che non distruggesse tutto.
 
 
Doctor’s POV
Sentii la porta di casa chiudersi mentre ero intento a girare attorno al TARDIS. Non riuscivo a trovare una risposta a quelle orme, non capivo chi avesse potuto cercare di entrare nel TARDIS e per quale motivo. Nelle mani sbagliate può causare danni al tessuto spazio-temporale e cambiare le sorti dell’intero universo…
L’unica soluzione era catturare chiunque si fosse aggirato in quel giardino, ma come puoi catturare qualcosa che non conosci?? Dovevo provare a escogitare dei piani per qualsiasi evenienza. Ma come potevo fare se non sapevo dove trovare ciò che mi serviva?
Quella si che era una situazione intricata. Hope se ne era andata e non potevo ricorrere al suo aiuto, per quanto volessi coinvolgerla nelle operazioni. Ero atterrato in casa sua e mi aveva aiutato senza chiedere chi fossi e non potevo rischiare che finisse in un attacco alieno. Dopotutto era nel suo giardino che si era introdotta la creatura misteriosa.
-Argg….che nervoso non riuscire a trovare una soluzione! Pensa Signore del Tempo, pensa! Sexy non ti fa entrare perché…perché? Perché c’è un pericolo e non può permettere che qualcuno s’introduca al suo interno quando si sta aggiustando quindi devo trovare un modo per intrappolarlo all’esterno del TARDIS- osservai il giardino e notai una piccola capanna per gli attrezzi nell’angolo destro.
Cercai all’interno per qualche minuto in cerca di qualcosa che potesse essermi utile e qualcosa riuscii a trovare. Impiegai un attimo per tirare fuori tutti gli attrezzi e per decidere cosa farne. Dovevo trovare un modo per intrappolare la creatura senza che se ne accorgesse e l’unica cosa che potesse essere utile era un campo di forza che potessi attivare a distanza.
Per il resto della mattinata e per gran parte del pomeriggio mi dedicai alla costruzione di un campo magnetico che non desse troppo nell’occhio, anche se molto probabilmente la creatura si sarebbe avvicinata al TARDIS durante la notte, non si doveva vedere troppo la trappola.
 
 
Hope’s POV
Uscire con le mie amiche aveva aiutato a distrarmi dagli avvenimenti della sera precedente, anche se ero un po’ preoccupata per la strana creatura che si aggirava per il mio giardino. Non volevo che, una volta che il Dottore se ne fosse andato, quella sarebbe ritornata. Già dover “affrontare” un uomo che appare nel giardino con una stana cabina blu non era la cosa più facile, se si aggiungeva una stana creatura che si aggirava per il quartiere la cosa non migliorava.
Arrivata a casa, non sembrava fosse successo nulla quindi pensai che la creatura non si fosse fatta vedere alla luce del sole. Andai in giardino a controllare il Dottore e lo trovai ad armeggiare intorno al TARDIS e vari strumenti sparsi per il giardino. Concentrato com’era non sentii il mio arrivo.
- Che cosa stai combinando?- chiesi incuriosita
- Hey, bentornata!- mi disse rivolgendomi lo sguardo per un secondo per poi tornare al suo lavoro – sto preparando una trappola per la creatura-
- Bene, e come funziona?-
- E’ lunga da spiegare…vedraì questa sera-
- Questa sera?- cosa intendeva dire con “questa sera”?
- Già. La creatura non si farà di certo vedere durante il giorno quindi dovremmo tendergli una trappola e aspettare che si avvicini. Perciò ci dovremmo appostare direi..- e diedi un’occhiata alla casa – in camera tua- continuò riprendendo il suo lavoro
- Come?- ero sorpresa, aveva già deciso tutto in mia assenza
- Vedrai- mi disse sorridente – sarà divertente!
 
 
 
Writers corner
Ciao a tutti, sono una Whovian e avevo voglia di scrivere una storia sul nostro amato Dottore. Spero che la mia storia vi possa piacere; penso che sarà un po’lunga, non so quanto ma non la farò finire subito =) Se vi è piaciuta lasciate una recensione perché mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Baci Silhouette
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Silhouette